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Panda 25-03-2013 09:28

................:!:

Fagòt 25-03-2013 18:25

10° giorno: Fort Bou Jerif - Tafraoute 230 km.

Questa mattina il cielo è coperto di nuvole. La vicinanza dell'Oceano si fa sentire con un'aria umida e salmastra che non promette nulla di buono, ma in previsione del fatto che torniamo a salire di quota sui monti dell'Anti Atlas, predisponiamo già antivento, pile e kway a portata di mano. Prima però ci aspetta una visita al fortino ed un paio di spiagge imperdibili.
La nostra "oasi felice" sonnecchia ancora quando prendiamo la pista verso Nord.

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Poco più sotto l'oued scorre tranquillo. Le piogge dei giorni scorsi si sono già scaricate e perciò il guado è praticabile.

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Ripreso l'asfalto che sale verso Sidi Ifni, poco prima del paese scendiamo sulla spiaggia di ghiaia e sabbia di circa 2 chilometri dove so che si trova un relitto arenato. E' poca cosa rispetto alla Plage Blanche, ma porto comunque le ragazze sul ghiaione a darci un pochino di gas, con il vento che spruzza salsedine e riempie le nostre narici con il profumo del mare. Gianna ci aspetterà sulla nazionale pochi chilometri dopo.

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Del relitto ormai non è rimasto quasi più nulla: la vicinanza della spiaggia all'asfalto ha fatto si che piano piano i locali se lo siano smontato e portato via con le auto, per rivendere il ferro e ricavarne così qualche dirham.

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La strada corre veloce sulla scogliera e dopo mezzora siamo a Legzira. Il cielo si sta aprendo, con un sole che appare sempre più deciso, la marea di nuovo copre la maggior parte della battigia e scendiamo fino al termine del tratto cementato almeno per fare una foto. I gestori dei locali subito ci fanno cenno di non scendere sulla sabbia ed allora ne approfittiamo per berci un tè con il sole in faccia.

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Da Mirleft prendiamo la strada interna che porta fino a Tiznit, tra colline verdeggianti e uliveti. Arrivati in città proviamo ancora una volta a cercare un copertone per il 690, ma visto che risulta anche qui impossibile da reperire, decidiamo di dividerci. Gianpy in compagnia di Gianna, autoelettasi accompagnatrice ufficiale dei motociclisti bisognosi, salirà ad Agadir per cercarne uno nuovo, mentre io e Guido prenderemo la rotta stabilita per arrivare a Tafraoute. L'appuntamento è per il tardo pomeriggio o per l'aperitivo serale.
Prima di partire, visto che siamo di fronte all'ennesimo gommista a cui abbiamo chiesto info, Guido ne approfitta per mettere un Tip Top all'interno del Desert anteriore. Negli ultimi due giorni lo squarcio che aveva provocato una delle due forature si è allargato e meglio operare qui al comodo, prima che crei altri danni alla camera d'aria.

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La salita verso la nostra meta serale è magnifica, con mille curve ed un passo da fare snocciolando marce e andando finalmente a limare un po' anche i tasselloni laterali delle nostre Mitas posteriori.

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Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per goderci il panorama e rilassarci con una sosta snack a base di omelette e tè.

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Anche la discesa finale non è da meno come paesaggi, con piccoli villaggi spruzzati sui pendii color ocra o adagiati in una valle di un verde acceso.

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L'arrivo a Tafraoute è quanto di meglio potessimo sperare, con la luce del sole calante che, se possibile, tinge ancora di più le rocce granitiche di color rosa che sovrastano il paese ed illumina le vette del Jebel Lekst che si può ammirare di fronte a noi dalla piazza.

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Per una volta ci possiamo permettere di fare un po' di shopping e di lieto bighellonare tra le vie del paese, proprio come si addice a due signore di mezza età quali siamo. Le ragazze arrivano a sera inoltrata, imbacuccate e infreddolite dai 130 chilometri che salgono da Agadir attraversando due passi a circa 1500 metri di altezza. Ci offriamo di lavar loro la schiena..... ma ormai son coppia fissa e faran tutto da sole.

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matteo10 25-03-2013 19:00

Cavolo quasi quasi me lo perdevo!!!!
Che dire: :!::!::!::!::!::!::!::!::!::!:

bluejay 26-03-2013 09:15

Quote:

Originariamente inviata da Fagòt (Messaggio 7319273)
Ciao Beppe... dal 1 al 16 marzo.......

:mad:

Perchè non ne organizzi un giretto "giù di là" magari intorno al periodo natalizio (vacanze=ferie=tempo per andarci......) ? :lol::lol::lol:

Sto facendo una modifica che mi sa che, ad un uomo del deserto come te, potrebbe anche interessare.....

;)

Fagòt 26-03-2013 11:50

Mi spiace Beppe, ma io e Trity abbiamo già un altro progetto in preparazione. Stai buttando su il 21? Cambia poco..... quello da togliere è il telelever.

TAFFO 26-03-2013 12:23

sei uno spettacolo di Uomo.
che avventura incredibile, dovrei rifare la frizione del sogliolone, quasi quasi la porto dal tuo amico che qui mi hanno chiesto un millino.

Bullock 26-03-2013 13:35

Che bel racconto:!: onore all'Africa Twin che dopo 20 anni detta ancora legge in giro per il mondo:!:

bluejay 26-03-2013 14:11

Quote:

Originariamente inviata da Fagòt (Messaggio 7325652)
.....Stai buttando su il 21? Cambia poco..... quello da togliere è il telelever.

No no, niente 21.....non è una modifica alla moto.

E' un'idea per l' "Extended range" ;)

Quando è finita, se ti interessa, ti faccio un fischio.

:)

redbaron57 26-03-2013 15:49

Grazie e complimenti a tutti con menzione particolare al cronista davvero bravo a farci "vivere" il viaggio.

Grande_Jo 26-03-2013 18:04

......quanto bisognerà ancora attendere per leggere le avventure del Fagòt???
Spettacolo!!!!

Fagòt 26-03-2013 18:45

@ Gabri: se devi finirla ho una certa pratica, ormai. Portami anche il pezzo, che poi un qualche modo per buttarlo su lo troviamo.... ho amici marocchini anche qui.
@ tutti gli altri: grazie. Stasera metto un'altra puntata sassosa.

AGO59 26-03-2013 20:36

Mi metto comodo e nell'attesa mi bevo un te........;)

Fagòt 26-03-2013 22:28

11° giorno: Tafraoute - Ouarzazate 415 km.

Ci aspettano tre giorni di risalita verso Nord Est, d'ora in poi tanta strada, basta giocare con sassi polvere e sabbia. Come al solito le ultime parole famose.
Gianna oggi va per strada: vuole rifarsi i passi che ieri sera ha fatto col buio e questo sarà un bene, perchè se si fosse unita a noi di certo a sera mi avrebbe graffiata tutta.
Si scende ancora un pochino verso Sud, o meglio si sale visto che lasciato Tafraoute ci aspetta un passo da 1800 metri.
Ancora per poco i graniti ci fanno compagnia, mentre salendo di quota un improvviso nebbione ci avvolge completamente.

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Ritrovato finalmente il sole, non resta che trovare la via, cosa alquanto facile quando hai a che fare con la segnaletica locale.

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La pista in terra battuta, lascia spazio in breve ad una piccola stradina dall'asfalto rotto ed irregolare che scende in una serie di piccole Gorges magnifiche.

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Poi, come sempre, arrivati nel punto più basso si comincia a seguire l'oued. Ma in questa valle la natura, con la complicità del tempo, sembra si sia divertita a raccogliere tutti i sassi possibili e lentamente levigarli come piccole palle grigie. Nelle mie valli le chiamano "bocce di fiume", grosse pietre perfettamente levigate che vanno dalle dimensioni appunto di una boccia da gioco a quelle di una palla da calcio e che venivano utilizzate per la costruzione dei muri perimetrali delle cascine o per la lastricatura delle aie. Qui semplicemente sono il letto del fiume e al tempo stesso la strada: un ghiaione largo dai 5 ai 15 metri segnato solo dai due solchi lasciati dalla ruote gemellate dei camion. Le macchine fin quassù non ci arrivano. I tratti infernali sembrano non finire mai e quando vedo un po' di sabbia tiro un sospiro di sollievo perchè per due secondi almeno il telelever resta ad altezza del suolo e la smette di saltare come una cavalletta.
Quando poi il percorso sale un poco su un isola nel greto del fiume e la palmeraie presente ti apre una via di fuga con il suo terreno duro, ti sembra solo un miraggio pronto a scomparire da un istante all'altro. Una quindicina di chilometri così, con le braccia che chiedono pietà, mentre il rumore assordante delle pietre scansate dall'anteriore copre i 1500 giri costanti di prima e seconda marcia.
Un paio di villaggi e, ancora una volta mi chiedo, abitati da quali oscuri eroi che tenacemente si aggrappano alle rocce circostanti.

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Ed infine l'uscita da questi canyons dimenticati da qualche era geologica. Ardua, ripida, scavata.... no strappata dal fianco della montagna, col lavoro di chissà quante mani che con maestria hanno eretto centinaia e centinai di metri di muro a secco, per collegarsi con il resto del mondo attraverso una pista battuta d'alta quota.

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Perfino la prima di Trity annaspa, rantola e sembra non farcela, tanto da sentire quasi il bisogno di poggiare un piede e darle una spinta. Poi per fortuna il vento che soffia contrario cala e riusciamo a raggiungere la salvezza.

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Sulla sommità dei rilievi circostanti, di nuovo siamo esposti ad un vento feroce come quello del Cirque du Jaffar e ci si mettono pure ostacoli impensabili a rallentare la nostra marcia.

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"Ma zio pork.... se fossi stata una jeep?". Urla la Trity.
Un tratto di pochi chilometri su un pistone veloce che porta l'indicazione per Tata e poi giù di nuovo in un'altra valle, dalle mille pietre e mille palme, con piccoli villaggi dove donne lavano i panni, uomini sonnecchiano all'ombra e ragazzini risalgono il corso del fiume tornando da scuola.

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80 chilometri di enduro. Ora, dove aver dato un nome a tutti i villaggi incontrati, possiamo riprendere il goudron che porta fino ad Igherm.

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Arrivati a Taliouine un'altra pista ci aspetterebbe verso Nord, ma grigie nubi si stanno avvicinando e così dopo esserci coperti con i K-way prendiamo la N10 che sale ai 1800 metri del Tizi-n-Tarhatine. Per fortuna perchè pioggia e nebbia fitta ci accompagneranno fino quasi a Tazenakht, mentre il vento, che come al solito soffia dal deserto, ci accoglierà alla nostra entrata in Ouarzazate.

Boro 27-03-2013 10:09

Stupendo questo tratto.

lubec1 27-03-2013 11:24

Che racconto fantastico, i complimenti non bastano.

claudioo 27-03-2013 19:52

A quando la pubblicazione del libro di questo viaggio ? grazie della compagnia che ci dai

zoria 27-03-2013 20:33

Che spettacolo di racconto!!!! Diega sei veramente una poetamotociclista!!!!! Chissa se capiterà mai di poter fare un viaggetto di questo tipo in tua compagnia? Grandi anche i tuoi compagni di viaggio,ciao ciao a presto

Karim 27-03-2013 20:38

Si ma sta moto oramai non ce la fa più!! :laughing:;):eek:

Fagòt 27-03-2013 20:55

Sergia..... lo sai, te l'ho promesso da tempo..... per te sarà qualcosa di speciale oltre il Tropico.... ancora un po' di pazienza.
Karima..... il cuore di Trity è ancora in forma, il resto son quisquilie.

Fagòt 27-03-2013 21:45

12° giorno: Ouarzazate - Azilal 270 km.

Ormai anche del posteriore del 690 non è rimasto più nulla e dato che mancano quasi mille chilometri al porto di Nador, continuiamo la ricerca di un copertone.
Da un gommista della città salta fuori un vecchio MT 21 che di sicuro ha visto tempi migliori. In ogni caso ha almeno 6/7 mm in più del battistrada di quello montato ora, per cui Gianpy decide di fare il cambio.

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Oggi dobbiamo valicare la catena dell'Atlas, ci aspettano dunque salite, passi e discese. Prima però di inforcare la regionale che punta verso Demnate e quindi il Nord, un'ultima pista è d'obbligo.
I primi chilometri sono scorrevoli sul ghiaino battuto, poi il tracciato scende nell'alveo del solito oued e attraversa un villaggio con una kasbah stupenda.

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Gianna mi perdona la piccola divagazione di 25 chilometri dopo avergli mostrato la foto mentre attraversa il guado e mi promette una serata romantica solo per noi.
Ripresa la strada asfaltata, comincia il divertimento on the road: curve, curve e curve da copiare a gas spalancato, mentre la quota sale oltre i 2000 e ci porta a valicare due passi. Ricompare la neve e qualche frana, segno tangibile delle piogge dell'altra settimana.

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Scesi dal passo un piccolo cartello indica che siamo nella valle del Tassaout: conifere, greggi, minuscoli agglomerati fatti di fango ora marrone ora rosso a seconda dei calanchi argillosi che vengono utilizzati per la costruzione.

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Durante la sosta per la solita omelette il gestore del locale mi indica l'inizio della pista che scende fino a Skoura. "80 chilometri al margine dell'oued....." mi dice. Segno il punto e ringrazio con la speranza di reincontrarlo un giorno uscendo da lì.
Un terzo passo ed ecco la discesa verso Demnante. Oggi, complice il fatto che siam consce di essere ormai sulla via del ritorno, decidiamo di fare le turiste e così ci dedichiamo alla visita delle Cascate d'Ouzoud. E per una volta ringraziamo per tutta l'acqua che è scesa nei giorni precedenti il nostro arrivo.

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Da buone vecchie signore, ci concediamo un tè pomeridiano ed una "crepe berbere au miel" all'ombra di un pergolato che offre un bellissimo panorama sulla valle sottostante e sul sole calante. Poi con calma, prima del buio, ci dirigiamo ad Azilal per passare la nostra ultima notte in Marocco.


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