Profeta
21-12-2008, 19:29
Una bella giornata di sole con temperature miti sembra un monito : sfogati oggi che per un po’ dovrai lasciare la moto a riposare sotto la coperta.
Detto fatto, percorso studiato nei minimi dettagli e copiato sul tomtom…
Si inizia con qualche km di strada bianca (Montecodruzzo-Farneto), che poi si rivelera’ piu’ marrone che bianca, per arrivare alle terre degl’ avi materni che ora riposano in un piccolo cimitero in cima ad un cocuzzolo. Nonostante le sepolture siano in quei luoghi ormai cosa rarissima e' ancora molto ben curato.
Le foto dei 4 bisnonni in pose tipiche dell’ '800 attirano sempre la mia attenzione. I vestiti della domenica sembrano addolcire solo in parte i volti segnati dal lavoro duro dei campi. La foto del nonno, scomparso quando avevo solo 6 anni, mi riporta alle tante messe celebrate in sua memoria con tutta la numerosa famiglia riunita prorio li' in quel piccolo cimitero. Poco dopo si era poi tutti a tavola nella trattoria poco distante.La foto della nonna, a cui ero legatissimo, sembra voglia dirmi : “ Cosa fai qui’ tra i vecchi, vai a divertirti finche’ sei giovane” Era esattamente quello che mi diceva tutte le volte che la andavo a trovare benche’ fosse sempre contentissima di vedermi. Ascolto comunque il suo consiglio, anche perche’ il giro che ho in programma e’ abbastanza lungo, e poco dopo sono di nuovo in sella al GS.
Sogliano, Ponteuso,Noafeltria,San Leo, Pennabilli, Carpegna.
Il monte Carpegna e’ pieno di neve, passando sopra un ponte in ombra il posteriore derapa di brutto nonostante la moto dritta e il gas costante. La giornata e’ mite, ma siamo comunque sempre in inverno.
San Sisto, poi Torriola che prende il nome da uno strano cocuzzolo a forma di torre che sembra sradicato da qualche parte in Messico e buttato li’ in mezzo agli appennini.
Arrivato a Sant’ Angelo in Vado, come al solito, un punto di passaggio messo nel posto sbagliato mi fa’ girare in tondo nel centro del paesino dalle case di pietra. Al terzo passaggio davanti allo stesso bar, con gli anziani che cominciano a chiedersi chi sia il piu’ invornito tra loro e me, mi viene in mente che in quel luogo ci sono passato qualche anno fa’ con Titospy e Rikyps. Era stata una giornata all’ insegna di Bocca Trabaria e Bocca Serriola… cosi’ sia…
Cancello il percorso dal tomtom, mai che sia riuscito a farne uno per intero, e salgo per Bocca Trabaria. Passando davanti al ristorantino dove ci aveva fatto mangiare Rikyps la tentazione di fermarmi e’ tanta, ma oggi esiste solo la moto.
Mi bevo tutto di un fiato Bocca Trabaria e dopo aver fatto il pieno a Sansepolcro in un attimo sono a Citta’ di Castello prontissimo per salire verso Bocca Serriola. In questo tratto incontro gli unici motociclisti e immagino che delirio di moto ci possa essere nei mesi caldi visto che anche oggi in alcuni tratti al sole ci scappano delle belle piegozze.
Dopo aver attraversato Romagna,Marche, Toscana e Umbria sono ormai appagato e non mi dispiace infilarmi in autostrada e dirigermi verso casa.
Dopo 350 km senza mai scendere dalla moto, ora sono pronto per il digiuno !
Unico inconveniente il consumo delle gomme, dopo soli 6.500 km sono alla frutta e ogni tanto il posteriore scivola…. visto come riduco le gomme anche in pista ho paura che il mio stile di guida abbia qualche lato oscuro.
Detto fatto, percorso studiato nei minimi dettagli e copiato sul tomtom…
Si inizia con qualche km di strada bianca (Montecodruzzo-Farneto), che poi si rivelera’ piu’ marrone che bianca, per arrivare alle terre degl’ avi materni che ora riposano in un piccolo cimitero in cima ad un cocuzzolo. Nonostante le sepolture siano in quei luoghi ormai cosa rarissima e' ancora molto ben curato.
Le foto dei 4 bisnonni in pose tipiche dell’ '800 attirano sempre la mia attenzione. I vestiti della domenica sembrano addolcire solo in parte i volti segnati dal lavoro duro dei campi. La foto del nonno, scomparso quando avevo solo 6 anni, mi riporta alle tante messe celebrate in sua memoria con tutta la numerosa famiglia riunita prorio li' in quel piccolo cimitero. Poco dopo si era poi tutti a tavola nella trattoria poco distante.La foto della nonna, a cui ero legatissimo, sembra voglia dirmi : “ Cosa fai qui’ tra i vecchi, vai a divertirti finche’ sei giovane” Era esattamente quello che mi diceva tutte le volte che la andavo a trovare benche’ fosse sempre contentissima di vedermi. Ascolto comunque il suo consiglio, anche perche’ il giro che ho in programma e’ abbastanza lungo, e poco dopo sono di nuovo in sella al GS.
Sogliano, Ponteuso,Noafeltria,San Leo, Pennabilli, Carpegna.
Il monte Carpegna e’ pieno di neve, passando sopra un ponte in ombra il posteriore derapa di brutto nonostante la moto dritta e il gas costante. La giornata e’ mite, ma siamo comunque sempre in inverno.
San Sisto, poi Torriola che prende il nome da uno strano cocuzzolo a forma di torre che sembra sradicato da qualche parte in Messico e buttato li’ in mezzo agli appennini.
Arrivato a Sant’ Angelo in Vado, come al solito, un punto di passaggio messo nel posto sbagliato mi fa’ girare in tondo nel centro del paesino dalle case di pietra. Al terzo passaggio davanti allo stesso bar, con gli anziani che cominciano a chiedersi chi sia il piu’ invornito tra loro e me, mi viene in mente che in quel luogo ci sono passato qualche anno fa’ con Titospy e Rikyps. Era stata una giornata all’ insegna di Bocca Trabaria e Bocca Serriola… cosi’ sia…
Cancello il percorso dal tomtom, mai che sia riuscito a farne uno per intero, e salgo per Bocca Trabaria. Passando davanti al ristorantino dove ci aveva fatto mangiare Rikyps la tentazione di fermarmi e’ tanta, ma oggi esiste solo la moto.
Mi bevo tutto di un fiato Bocca Trabaria e dopo aver fatto il pieno a Sansepolcro in un attimo sono a Citta’ di Castello prontissimo per salire verso Bocca Serriola. In questo tratto incontro gli unici motociclisti e immagino che delirio di moto ci possa essere nei mesi caldi visto che anche oggi in alcuni tratti al sole ci scappano delle belle piegozze.
Dopo aver attraversato Romagna,Marche, Toscana e Umbria sono ormai appagato e non mi dispiace infilarmi in autostrada e dirigermi verso casa.
Dopo 350 km senza mai scendere dalla moto, ora sono pronto per il digiuno !
Unico inconveniente il consumo delle gomme, dopo soli 6.500 km sono alla frutta e ogni tanto il posteriore scivola…. visto come riduco le gomme anche in pista ho paura che il mio stile di guida abbia qualche lato oscuro.