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Vecchio 17-01-2014, 15:34   #1
poz960
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predefinito Gibuti-Etiopia-Sudan

Africa…quante volte ho letto racconti di altri viaggiatori su questo continente…quante immagini ho visto postare … mi ha sempre fatto un po’ impressione pensare un giorno di poterci andare ,chissà quanto sarà dura pensavo,chi va in Africa di solito viaggia solo con tutti i suoi pensieri ,mia moglie ho pensato non mi ci manderà mai….poi mi si presenta un occasione di aggregarmi ad un gruppo che parte con possibilità di andare in coppia e comincio a lavorare per convincere mia moglie ed un'altra coppia di amici a fare questo viaggio in una terra difficile come l’Africa.
E’ stata dura convincerla ,fino al momento della prenotazione a avuto molti dubbi,l’Etiopia,la Dancalia al confine con l’Eritrea paese sempre in conflitto con l’Etiopia e quindi classificata dal sito di viaggiare sicuri come zona a forte rischio.
Si sconsiglia qualsiasi tipo di viaggio nelle zone limitrofe alla Somalia e in particolare nella regione dei Somali, dove spesso si verificano scontri tra esercito regolare e gruppi di opposizione armata. Lo spostamento al di fuori dei principali centri urbani è limitato e subordinato ad autorizzazione delle autorità militari;
nell’area prossima al confine con l’Eritrea (Afar/Dancalia e zone confinarie del Tigrai;
nelle aree di confine con il Sudan e con il Kenya per 50 km dalla linea di confine;
nella regione di Gambella inclusa l’area urbana della città omonima.
Si rammenta che nella notte del 16 gennaio 2012 un gruppo di turisti internazionali e’ stato attaccato da una banda armata in Dancalia, presso il vulcano di Erta Ale. Tale attacco ha causato la morte di 5 turisti ed il grave ferimento di altri 2. La zona al confine con l’Eritrea si considera ad alto rischio, ed i viaggi in tale area (si segnala inoltre che nella regione della Dancalia/Afar esiste anche il pericolo di mine) sono fortemente sconsigliati.
Ma la voglia è stata così tanta che ha prevalso sulla ragione,il gruppo era di 14 moto e 20 persone assistiti da guida e da agenzia locale e sempre scortati da guardie armate … con queste rassicurazioni riusciamo finalmente a strappare il si delle nostre consorti ed associarci al gruppo in partenza ,prepariamo e portiamo le moto al container e aspettiamo preparandoci con vaccini e quant’altro al giorno della partenza.
26 Dicembre finalmente si parte nonostante le notizie che arrivano dal Sud Sudan sullo scoppio di un colpo di stato e vari tafferugli ,il nostro volo parte da Roma e arriviamo a Gibuti cambiando volo a Istanbul. Purtroppo all’arrivo a Gibuti la cattiva sorpresa di non trovare il mio bagaglio ci ha reso amaro il primo impatto con l’Africa,dovevamo rimanere 2 giorni a Gibuti quindi mi muovo per cercare di recuperarla comprando il necessario per l’immediate necessità,nel frattempo la compagnia aerea mi ha assicurato che con il volo che ci sarebbe stato 2 giorni dopo mi avrebbero fatto avere la valigia che era rimasta a Istambul.
Ok sperem..il primo giro in moto lo facciamo sul lago Assale a 150 km da Gibuti percorrendo prima una strada asfaltata e poi una bella pista lungo la costa ci porta scendendo sotto il livello del mare nella vallata del lago.
Una volta usciti da Gibuti la strada principale si presenta in discrete condizioni ma il traffico di camion che trasportano merci verso l’Etiopia è alto e quindi dobbiamo usare prudenza.
La cittadina è abbastanza caotica ma scorrevole ,appena usciti ci rendiamo conto delle situazioni che vivono da queste parti.


































Torniamo in Hotel ormai all’imbrunire e devo dire che come primo assaggio non è stato male.
Il giorno successivo alcuni fanno un escursione per vedere gli squali balena ,noi preferiamo fare un giro per la città e approfitto per comprare qualcosa finche non arriva (speriamo) la mia valigia.







Il giorno seguente di buon mattino partiamo per l’Etiopia ,io parto prima per dirigermi all’aeroporto sperando che con il volo del mattino sia arrivata la mia valigia.
Arriviamo all’aereoporto e…Eurekaaaa la valigia cè…meno male perche trovare del vestiario per un omone di 110 kg qui sarebbe stato difficile.
Bene visto che avevo il Gps e tutte le tracce preparate a casa del percorso approfittiamo per avviarci lungo la strada insieme con il mio amico Alessandro (Maremmano puro da 110kg anche lui)e sua moglie .
Finalmente la strada lascia l’abitato e comincia piano a salire con un continuo susseguirsi di paesaggi e situazioni incredibili,quando passiamo tutti ci guardano stupiti ,ci salutano e ci battono le mani in un rito che troviamo lungo tutto il viaggio.
Dopo un paio di ore il gruppo si ricompatta ma essenzialmente ognuno fa cio che vuole e come mia abitudine preferisco viaggiare in coppia con Alessandro in modo da non costringere ed essere costretto a continue fermate .










Lungo la strada incontriamo ogni tanto alcuni dei pochi animali selvatici rimasti.









E ci fermiamo quando possibile per fare rifornimento , un pasto frugale ed espletare i bisogni delle dame,ma molto spesso è stato il cespuglio il luogo preferito.








Bene ,il percorso prevede in circa 850 km di arrivare in 2 giorni a Makallè con sosta in Hotel frugale a Semera piccola cittadina lungo la strada.
Il paesaggio è molto bello , passato il confine dell’Etiopia si continua a salire in maniera costante dirigendoci verso gli altipiani ed arrivati nella cittadina di Alamata posta sugli altopiani a circa 1500 mt slm, pranziamo in un ristorantino e poi proseguimo lungo la strada dove si comincia a salire in un susseguirsi di curve verso le montagne ,il paesaggio cambia il verde ,le foreste ed i campi coltivati li troviamo fino ai 3500mt dove vi rimaniamo seguendo questo altopiano per molti km.










































Poco prima di Makallè ci fermiamo in uno dei soliti posti per il rifornimento,i distributori ci sono ma molto spesso danno solo gasolio e per la benzina dobbiamo cercarla di contrabbando.
Dall’Italia avevamo portato moltissime matite colorate e penne da distribuire lungo il percorso e visti i bambini che tornavano da scuola abbiamo provato a distribuirle….malsana idea ,veniamo assaliti da orde di piccole mani che cercano di arraffare più che possono e dopo un minuto desisto e consegno (cosa consigliata in questo caso ) le penne ad un adulto che le distribuisce tenendoli a bada .


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Carlo Michelstaeder
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Vecchio 17-01-2014, 15:43   #2
GS3NO
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Vecchio 17-01-2014, 17:25   #3
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bellissimo..aspetto il seguito...
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Vecchio 17-01-2014, 17:33   #4
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Non so come manifestare la mia massima invidia
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Vecchio 17-01-2014, 18:05   #5
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meeeeeeeeeeeeenkia !
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Vecchio 18-01-2014, 09:30   #6
poz960
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Makallè ,ultimo giorno dell’anno data la difficoltà di percorrere i tratti successivi , qui lasciamo le moto per prendere delle jeep ed inoltrarsi nell’inferno della Dancalia.
La Dancalia costituisce la parte settentrionale della depressione dell’Afar con una superficie di circa 50.000 km2 di cui circa 10.000 km2 si trovano al di sotto del livello del mare. La Dancalia è una terra estrema caratterizzata da deserti di lava a causa dell’intenso vulcanismo dell’area e da un enorme strato di rocce evaporitiche, conosciuto come la “Piana del Sale”, posto circa a 120 m al di sotto del livello del mare, che ricopre la parte centrale della depressione per circa 6000 km2, con spessori stimati da 1000 a 3000 metri. Gli italiani in epoca coloniale identificavano la Dancalia con l’intero triangolo dell’Afar, invece che con la sua sola porzione settentrionale. La depressione dell’Afar è una fossa tettonica di forma triangolare che si estende lungo la parte meridionale del Mar Rosso, essendosi formata dopo il Miocene per il distacco della placca arabica da quella africana. La depressione dell’Afar è limitata ad ovest dalla scarpata dell’altopiano etiopico (circa 520 km), ad est dal Mar Rosso (circa 550 km dalla penisola di Buri al golfo di Tagiura) e a sud dall’altopiano dell’Harar. Questa regione desertica di 150.000 km2, chiamata “triangolo degli Afar” perché abitata dall’omonima popolazione, è la zona di congiunzione di tre grandi sistemi di fratture della crosta terrestre (il Mar Rosso, il Golfo di Aden, e la Great Rift Valley africana) e area di confine di 4 stati africani (Etiopia, Eritrea, Gibuti, Somalia).
Tratto dal web
Dal punto di vista geologico, la depressione della Dancalia è una delle regioni più instabili del mondo. Sorvolandola in aereo - o su un parapendio a motore come ha fatto innumerevoli volte il fotografo George Steinmetz - questa parte dell’Africa Orientale può apparire immobile e raggelata come i ghiacci artici. Ma le apparenze nascondono una natura ben diversa. Sotto la superficie, la scorza rocciosa della Terra si sta spaccando e le camere sotterranee di magma alimentano non solo 12 vulcani attivi, ma anche geyser fumanti, conche ribollenti e un lago infuocato di lava. I terremoti del 2005 e le scosse successive sono gli ultimi di una serie di movimenti sismici iniziati circa 30 milioni di anni fa quando il magma, fuoriuscendo dalla crosta terrestre, cominciò a dividere la Penisola Arabica dall’Africa, dando vita al Mar Rosso e al Golfo di Aden. Raffreddandosi, la risalita di magma diventa più densa e sprofonda. Oggi alcune parti della depressione dell’Afar si trovano a più di 150 metri sotto il livello del mare.
(Tratto dall'articolo di Virginia Morell pubblicato sul numero di gennaio di National Geographic Italia).

Il primo tratto di asfalto è in ottime condizioni ,dai 2000 mt di makallè scendiamo pian pianino verso la depressione ,una volta scesi comincia il nulla ,piste di roccia lavica che ci fanno sobbalzare continuamente ,susseguite a piste di sabbia che gli abili autisti gestiscono in modo eccellente il continuo ondeggiamento ,questo si protae fino al tardo pomeriggio dove arriviamo al campo base punto di partenza per inerpicarsi a piedi sulla cima del Vulcano Erta Ale ,si parte all’imbrunire si cammina in costante salita fra sabbia prima e rocce di lava dopo questo per circa 15 km e quasi 4 ore,dopo poco viene buio e proseguiamo con le torce seguendo la guida che ci porta alla cima.




















Arrivati in cima seguendo un rossastro bagliore proveniente dalla caldera del vulcano ci accampiamo e festeggiamo questo ultimo giorno del 2013 con insaccati e formaggi portati dall’Italia .
Nel frattempo che tutto sia pronto alcuni di noi decidono di fare una prima visita alla calderala seconda la faremmo all’albeggio dove si può vedere anche i contorni ,il buio è totale ,niente luna solo un manto di stelle ed il bagliore del vulcano ci indica la via che scende pericolosamente dentro il primo e più grande cratere dello stesso.
Quando arriviamo sulla bocca del più piccolo cratere (circa 200 mt di diametro) lo spettacolo è immenso ,bellissimo ancor ora che scrivo mi viene la pelle d’oca ,il magma è li a poco più di una decina di metri che ribolle e borbotta in un continuo susseguirsi di scintille e tizzoni infuocati.
Non è facile descrivere tutto questo spero che le immagini ed il piccolo filmato che ho fatto possa darvi solo un idea.

























http://www.youtube.com/watch?v=QBFYg...VB6bjZRdbpTVdQ


Al mattino svegliandoci dopo una dormita in sacco a pelo come tetto un cielo stellato ci guardiamo attorno per vedere quello che la sera prima era diventato il nostro accampamento ,una serie di igloo di pietra di lava alcuni con un telo (quando siamo arrivati erano tutti presi)altri come quello che abbiamo dormito noi solo un muro di sassi intorno e via .
Il sito è molto controllato dall’esercito perche siamo vicini al confine dell’Eritrea molto ostili verso l’Etiopi ,spesso sconfinano per fare scorribande e ,non più di un paio di anni fa uccisero perfino dei turisti per derubarli.







Poco dopo l’alba e dopo la seconda visita alla caldera cominciamo a scendere verso il campo base,e una volta arrivati riprendiamo in nostro viaggio in jeep attraverso le ostiche piste di roccia lavica e sabbia ,ci vuole tutto il giorno per arrivare al secondo campo ,base di partenza per Dallol e la spianata di sale ,l’ultima parte è solo deserto infinito con sabbioni che spesso mettono a dura prova l’abilità dei nostri piloti di jeep,all’imbrunire arriviamo al campo che dato il periodo è pieno e ci propongono di dormire con sacco dentro una specie di pollaio ,le donne si rivoltano gli uomini sono perplessi,vabbè la natura ma a tutto cè un limite cosicché decidiamo tutti di tornare nel deserto ed accamparci nella sabbia ,sicuramente più pulita del pollaio proposto.
Arrivati a pochi km nel deserto troviamo un posto per piazzarci ,mangiamo un pasto frugale e ci apprestiamo a dormire ancora una notte sotto le stelle sennonché si alza un vento cosi forte da alzare nuvole di sabbia che costringe alcuni di noi di dormire in qualche maniera sulle jeep.
Era da poco che mi ero addormentato ,mi sveglia la voce di una donna del gruppo che chiama la sua amica ,ci alziamo per sentire cosa ha fatto e ci dice che la sua amica si era alzata nella notte quando tutti dormivano per fare i suoi bisogni ma non è più tornata,ecco che come ne i film partono le ricerche ,tutti con le torce facciamo un ventaglio ma dopo una mezzora non troviamo niente allora qualcuno ha pensato che se si fosse trovata persa si sarebbe diretta verso il bagliore del campo base cosicché parte una jeep verso il campo e poco dopo ritorna con la signora dispersa chela stessa avendo perso l’orientamento(vi assicuro che è facilissimo nel deserto) aveva proprio preso la direzione del bagliore del campo base .






Ok anche questa avventura è passata ed andata a lieto fine,al mattino dopo una piccola colazione al campo ci dirigiamo con le jeep verso la zona di Dallol .

Dallol è una meraviglia geologica unica al mondo: un vulcano collassato che, trovandosi 80 metri sotto il livello del mare, dovrebbe a rigor di logica essere sottomarino. In realtà, essendo in una delle depressioni più profonde del pianeta, emerge dal terreno in tutto il suo splendore,
Un viaggio a Dallol è un'esperienza fuori dal comune, visto che Dallol è il luogo degli estremi per eccellenza:

- Con la sua temperatura media annua di 34,6 gradi, Dallol è il posto più caldo del mondo

- Dallol è l'unico vulcano al mondo sulla terraferma, avente un cratere sotto il livello del mare
- E' una delle zone al mondo con la più alta concentrazione di mini geyser perennemente attivi
- Le colorate acque dei laghetti sono in molti casi acide o tossiche
Preso dal web
Dopo un paio di ore di jeep nel deserto di sale arriviamo presso una zona che definirei lunare,dopo un breve sentiero ci troviamo davanti a questo spettacolo della natura,la giornata era nuvolosa ed i colori senza sole non erano molto accentuati.










































Finita la visita a Dallol ci dirigiamo verso il salar soffermandosi anche presso una pozza di acqua calda solforosa .







Ed infine il salar immensa distesa di sale dove ci lavorano centinaia di persone che il governo dando in concessione lo sfruttamento ha ottenuto che si mantenesse la manodopera e la tecnologia vecchia di millenni .Ogni giorno migliaia di persone dall’alba al tramonto tagliano ,sagomano e caricano su migliaia di dromedari e muli lastre di sale ed ogni sera partono carovane enormi verso la città.
La piana del sale di Dallol – Etiopia

Formatasi recentemente in termini geologici, la piana è il risultato di ripetuti ingressi del Mar Rosso la cui acqua poi evaporando ha depositato gli strati di sale e argilla. La Piana di Dallol è uno dei luoghi più bassi del pianeta, si trova, infatti, a quasi 300 m sotto il livello del mare, in una profonda depressione formata a seguito del rift etiope che letteralmente spacca l’Africa Orientale. Un giorno il Mar Rosso invaderà definitivamente queste terre e si formerà un nuovo oceano.
Centinaia di uomini chini sul terreno, il capo coperto, ai piedi dei sandali in gomma di fabbricazione cinese, si spaccano la schiena per estrarre i blocchi di sale dal terreno. Ci sono tre tipi di lavoratori: i primi rompono con grandi asce la crosta di sale nel terreno e le rivoltano, un secondo gruppo rovescia i blocchi e con colpi precisi di affilatissime lame, le “godmà”, li riducono a mattoncini tutti della stessa dimensione. Infine, ci lavoratori che legano mattoni in gruppi di 10 e li caricano sul dorso dei muli e dei dromedari. E’ un lavoro massacrante, il sale ricopre i tagli e le ferite provocando piaghe profonde sulla pelle e il riflesso del sole danneggia irrimediabilmente gli occhi. S’invecchia presto nella Piana del Sale di Dallol…
Poco lontano dalla Piana le compagnie minerarie hanno iniziato a estrarre il potassio dall’enorme giacimento. E’ arrivata l’Allana Potash, una compagnia canadese con potere e soldi. Vuole il potassio della Dancalia per farne dei fertilizzanti, un business enorme in confronto a quello dei lavoratori tradizionali afar. Molti uomini di Amhed Ela ora lavorano per la compagnia per poi spendere i pochi guadagni in alcool e scommesse.
Poco prima del tramonto si formano le carovane. Muli e dromedari carichi dei blocchi di sale s’incamminano verso la città sulla stessa strada percorsa dai pesanti camion dell’Allan Potash. Sono due mondi separati da secoli di “sviluppo” che s’incrociano, si guardano sottecchi. Gli uomini sui camion lanciano sfottò ai colleghi a fianco dei dromedari, quando arriverà la notte entrambi, si giocheranno il guadagno di una giornata sotto il sole.
Tratto dal web
















Infine lasciamo questa desolata regione cominciando a risalire verso la zona del Tigrai,lungo la strada non manchiamo di notare la bellezza dei volti del popolo Afar.







Ormai alla fine la nostra visita in Dancalia , dopo una notte dormita in un modesto hotel ci dirigiamo verso Makallè fermandoci prima a visitare una delle tante chiese nella roccia della regione del Tigrai.





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Carlo Michelstaeder

Ultima modifica di poz960; 18-01-2014 a 14:18
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Vecchio 18-01-2014, 15:39   #7
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bellissimo viaggio complimenti.!!!!!!!!!!!
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Vecchio 18-01-2014, 16:05   #8
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No comment....
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Tanto di cappello
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Stupendo complimenti bellissime foto e il filmato
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Vecchio 18-01-2014, 19:16   #14
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Davvero un bel viaggio, in territori non comuni, complimenti.
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Vecchio 18-01-2014, 19:34   #15
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Attendo il seguito e intanto complimenti perche' immagino e un po' so per qualche piccola esperienza che non sono viaggi facili.
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Mattia sarai sempre nel mio cuore e nei miei ricordi... un bacio.
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Vecchio 18-01-2014, 22:23   #16
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Davvero complimenti...un viaggio bellissimo...foto..video e romanzo perfetti..

Bravissimi!!!!
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Vecchio 20-01-2014, 09:25   #17
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Il mattino seguente dopo una grande dormita riprendiamo le moto per continuare il nostro giro in direzione dell’ Lalibela e visitare il giorno dopo le favolose chiese rupestri Copte .

Voleva costruire una "Nuova Gerusalemme" in Africa, proprio nel cuore dell'Etiopia. E così il re Lalibela, nel dodicesimo secolo, commissionò una serie di chiese decisamente particolari, perché direttamente scavate nella roccia.
Oggi undici di quelle chiese sono ancora in piedi e si possono ammirare nel luogo che ha preso il nome dell'antico re, Lalibela. Sono state costruite dall'alto verso in basso, scavando nella roccia, e sono divise in due gruppi, separati dal fiume Giordano.
Dato il loro incredibile fascino, la storia di queste chiese si fonde con la leggenda. Si dice che Lalibela sia stato istruito da Dio su come costruirle, o che addirittura fossero stati gli angeli ad aiutare gli operai durante gli scavi.
Quel che è certo è che in un Paese in cui i due terzi della popolazione sono di religione cristiana, la città di Lalibela è diventata a tutti gli effetti una sorta di "Gerusalemme africana". I fedeli si recano qui in pellegrinaggio affrontando lunghe camminate sulle ventose montagne alte più di 2800 metri.
Nel 1978, le chiese sono diventate patrimonio mondiale dell'Unesco. La cosa davvero sorprendente è che vengono tuttora utilizzate per celebrare messa. Il turismo è così diventato la principale e unica risorsa di questa zona, particolarmente povera. Tratto dal web.
Per dirigersi verso Lalibela facciamo a ritroso il tratto montano che avevamo fatto all’andata riservandoci lungo la strada nuove e più forti emozioni, in molti villaggi principali è giorno di mercato e la popolazione dei piccoli villaggi vicini si arrivando dalle piccole piste laterali si riversa lungo l’arteria principale creando lunghe scie di persone ed animali .












































Spettacolare una sorta di corteo probabilmente celebrativo dove centinaia di persone sfilavano armati fino ai denti…..











Riprendiamo il nostro cammino ,donne che fanno il bucato…



Poi lo mettono ad asciugare al sole ….

















Gli ultimi 60 km per arrivare ad Lalibela è una pista molto bella ,alla fine della pista ci fermiamo nei pressi di un gruppetto di capanne per levarsi un po’ di polvere di dosso ,nel mentre arrivano come sempre i primi bambini e le mamme che stavano impastando una sorta di melma composta da fango paglia e sterco che usano come malta per le loro capanne di legno, incuriosite si avvicinano anche loro,regaliamo delle matite ai bambini dopodiché chiediamo impunemente alla loro mamma se ci fa vedere la capanna dove vivono….quello che vedete non è preparato per i turisti ma vita quotidiana .
















Arriviamo all’Lalibela ormai al tramonto,non rimane che andare a dormire e prepararsi per il giorno dopo alla visita delle chiese rupestri.



Il mattino seguente ci addentriamo nel frastuono di pellegrini che si dirigono alle varie chiese e cominciamo la nostra visita mescolandoci con loro.














































Assistiamo antistante una delle chiese in una vasca di acqua putrida, una cerimonia di purificazione ….



Questo è il bambino che doveva essere purificato subito dopo,guardate lo sguardo….



















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Vecchio 20-01-2014, 10:13   #18
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....QUESTA è AFRICA !!

...bello!!....complimenti!..... in Sudan fino a dove sei arrivato ?... (non ho letto tutto)
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.
...ma ho promesse da mantenere e miglia da percorrere, prima di dormire...
Animal non è in linea   Rispondi quotando
Vecchio 20-01-2014, 11:08   #19
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Animal ancora non ho aggiunto il Sudan .......è la parte finale.
Questa secondo me è un Africa diversa di come uno se la aspetta,difficile pensarla con passi oltre i 3500 mt con altipiani verdissimi e pieni di coltivazioni ,uno si aspetta savana e tanto caldo.
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Vecchio 20-01-2014, 14:44   #20
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con altipiani verdissimi e pieni di coltivazioni ,uno si aspetta savana e tanto caldo
....si....ci sono anche queste cose ma, l'africa è un paese variegato....che permette di tutto e di più.....solo che non è gestito e le risorse naturali (dalle più semplici alle più "difficili") non vengono utilizzate al meglio....


Quote:
Animal ancora non ho aggiunto il Sudan
...si si......l'ho notato dalle foto e da qualche didascalia ma....l'ho chiedevo a scopo informativo......dato che sono zone che ho "girato" tempo fa....

...a dicembre c'era giù anche il mio mecca (Grand Erg) che risaliva poi, verso Wadi Halfa con le jeep....
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...ma ho promesse da mantenere e miglia da percorrere, prima di dormire...
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Vecchio 20-01-2014, 15:22   #21
poz960
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Assolutamente si,in tutto il viaggio ho visto un solo trattore ,,i campi si arano con il bue e spesso ho visto un cristiano trainare un piccolo aratro.....
Non abbiamo fatto molto del Sudan ,dovevamo andare a port Sudan per consegnare le moto ma poi hanno deciso di caricare a Chartoum .
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Meglio non guardare dove si va che andare solo fino a dove si vede.
Carlo Michelstaeder
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Vecchio 20-01-2014, 16:19   #22
poz960
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Bene con le visite passiamo la mattinata ,il resto della giornata lo passiamo cercando souvenir e riposandoci , Il mattino dopo ripartiamo facendo a ritroso i 60 km di pista sterrata ,essendo presto non troviamo traffico e quindi meno polvere,la nostra tappa ci porta sulle sponde del lago Tana dove al mattino dopo raggiungeremo con un piccolo battello la impenetrabile penisola di Zege per visitare uno dei molti monasteri esistenti e disposti su alcune isole del lago.
Nel 1500 ,incalzati dalle incursioni musulmane,i preti copti sentirono la necessità di trovare luoghi nascosti e protetti per mettere in salvo testi sacri e tradizioni religiose che avrebbero rischiato altrimenti di essere cancellate ,le isole del lago tana divennero così rifugio di eremiti e religiosi che vi fondarono una serie di monasteri ,autentici scrigni d’arte .
Sulla penisola visiteremo il monastero di Ura Kidane Megere uno dei più antichi monasteri ortodossi del lago Tana,arrivando con la barca e scesi al molo ,dopo una bellissima passeggiata tra alberi di mango ,fichi e soprattutto di caffè ,si arriva al monastero che vanta dei bellissimi dipinti all’interno di esso.




























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Vecchio 20-01-2014, 16:31   #23
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Verso l’ora di pranzo torniamo in Hotel e nel primo pomeriggio riprendiamo le moto per dirigersi verso la prossima tappa “Gondar”che posta a 2300 mt slm è stata la vecchia capitale e con i suoi castelli viene chiamata la Camelot d’Africa.La strada costeggia per un tratto il lago e poi pian piano si arrampica verso le montagne con paesaggi veramente stupendi …difficile persare di essere in Africa. Arriviamo ormai all’imbrunire ,il giorno dopo è dedicato alla visita dei castelli e dopo pranzo con le moto saliamo in cima al passo sopra la città 3500mt per goderci un panorama mozzafiato.

Gondar è la 'vecchia capitale' imperiale di Etiopia e della provincia storica del Begemder. Abitualmente ci si si riferisce alla provincia di Begemder chiamandola 'la provincia di Gondar'. La città è situata a nord del Lago Tana, sulle rive del fiume Angereb ed a sud-ovest delle Montagne Simien. La Gondar moderna è una popolare attrazione turistica grazie alle pittoresche rovine nell'area della Cittadella Reale, da cui in passato gli Imperatori esercitavano il loro potere. La città è anche un centro di studi religiosi assai rispettato della Chiesa ortodossa Etiope, molti fedeli si recano ai Bagni di Fasilide per celebrare Timket: l'Epifania per la Chiesa ortodossa Etiope.
Tratto dal web




























































Ok,andiamo a dormire per prepararci il giorno dopo a scendere verso il confine del Sudan, arriviamo ad una malconcia frontiere dove passiamo ben 6 ore per andare oltre, mentre aspettiamo facciamo felici alcuni bambini con le nostre matite colorate.


















la strada nel tratto di frontiera peggiora e passando attraverso il Dinder NationalPark che altro non è che una zona di sabbia e arbusti mangiati dalle innumerevoli caprette .






Arriviamo infine ormai a buio nella modesta cittadina di Gedaref pranziamo in una polleria locale e alloggiamo in un modestissimo Hotel locale .






Il mattino dopo partiamo all’alba consapevoli del fatto che dobbiamo fare 600 km fino alla prossima tappa che è Menroe, il paesaggio è molto cambiato ,non ci sono più le montagne ma immense distese di deserto che passano da un grigio ad un giallo paglierino fino a diventare quasi arancio ,tutto molto suggestivo.
Verso l’ora di pranzo lungo la strada noto un posto carino per pranzare ,ci fermiamo il gestore meravigliato ci accoglie con grandi feste ,qua non sono abituati ai turisti ci sediamo e chiediamo un pasto di carne di pecora ,notiamo la cucina all’aperto ma molto pulita anche se la carne è lì come la vedete,poco prima che arrivino le pietanze arriva anche il pane appena sfornato e mantenuto caldo posandolo sopra il tetto dell’auto.

















Ripreso il viaggio arriviamo a Meroe all’imbrunire ,il nostro posto per dormire è un campo tendato che per arrivarci dobbiamo fare un pezzo di pista di sabbia per qualche km,tolto il controllo di trazione scendiamo il passeggero per alcuni tratti dove si affonda veramente tanto ,passare sulla sabbia con una moto come la mia è veramente dura,fortuna che alcuni tratti la sabbia era dura e potevamo andare anche in 2.













Spossati mangiamo un boccone ed andiamo a dormire ,fuori soffia un bel vento che fa smuovere e fischiare tutte le fessure della tenda ma siamo talmente stanche che non ci facciamo caso.
Il mattino dopo all’alba ci dirigiamo attraverso mezzora di deserto a piedi verso le Piramidi Nubiane di Meroe sito della nostra prossima visita.
Meroe fu cimitero reale per 600 anni. Per i materiali usati e la tecnica di costruzione le piramidi si sono preservate fino ad oggi. Tutte le tombe di Meroe sono state saccheggiate, soprattutto dal cacciatore di tesori Giuseppe Ferlini che nel 1834 mandò in frantumi le cime di 40 piramidi, trovo solo un nascondiglio di oggetti d’oro oggi esposti a Berlino e Monaco.
Attiva per 600 anni, conta infatti alcune centinaia di piramidi, la maggior concentrazione al mondo di questo tipo di monumento funerario (l'Egitto arriva in tutto a 120), parecchie decine giunte fino a noi in buono o discreto stato di conservazione, nonostante le depredazioni antiche e recenti subite da parte di cercatori di tesori. Bisogna subito dire che le piramidi meroitiche sono molto diverse dalle più celebri consorelle egizie: assai più recenti, parecchiopiù piccole (alte non più di 10-20 metri) ma anche più aguzze e svettanti, hanno pareti inclinate di 70° (contro i 40°-50° delle egiziane), ed erano ancora in costruzione quando quelle egizie erano già in rovina. Quelle nubiane poi non contengono al loro interno la camera funeraria, perché faraoni, regine (le potenti Candaci) e principi venivano sepolti al di sotto con i loro ricchi corredi e, a volte, in compagnia di concubine, dignitari, schiavi e animali. Sul davanti invece, presentano un tempietto quadrato con le pareti istoriate da bassorilievi narranti le gesta del defunto.
Tratto dal web

Dal campo si vedono in lontananza le cime delle piramidi ,ci si arriva attraverso il deserto e man mano che ci avviciniamo sotto una fredda brezza di vento che solleva la sabbia sopra la superficie delle dune ,ci rendiamo conto della immane bellezza di questo luogo incantato in mezzo alle dune del deserto,peraltro abbandonato a se stesso senza nessuno che lo controlli .



















Dopo un oretta di visita torniamo al campo per prepararsi alla prossima tappa attraverso il deserto del Bayuda e arrivare nella zona delle quarta cataratta a Karima ai piedi del Jebel Barkal, una altro luogo magico e legato alle dinastie dei faraoni neri dal 1500 avanti al 400 dopo Cristo.
Passiamo attraverso questo deserto per circa 300 km senza trovare assolutamente niente solo ogni tanto queste capanne dove si può prendere dell’ottimo tè insieme agli esterrefatti Sudanesi che ci guardano stupiti.

















Arriviamo attraversando il Nilo nel tardo pomeriggio a Karima e subito ci immortaliamo con le piramidi sul fondo,dopodiché troviamo il nostro hotel per dormire .Le piramidi di Karima si trovano ai piedi del Jebel Berkel ,un alto promontorio dove dalla cima si può ammirare le splendide piramidi ,il tempio di Amon ormai ridotto a pochi rest ed il Nilo .Confesso che la salita al Gebel Berckel non l’abbiamo fatta ormai spossati abbiamo preferito approfittare del bellissimo lodge per riprendere fiato .




Il giorno dopo di buon ora ci accingiamo ad affrontare gli ultimi 550 km che percorreremo lungo le sponde del Nilo blu in parte e poi attraverso il deserto che ci porterà a Khartoum dove si incrociano il Nilo blu ed il Nilo Bianco formando il grande Nilo.Tappa finale del viaggio dove poi imbarcheremo le moto.























Arrivati a Khartoum alloggiamo in un ottimo hotel anche se tenevano l’aria condizionata a palla, cosicché ho riportato a casa un bel mal di gola e raffreddore .
Il giorno dopo visita alla Città che francamente non ha molto da offrire ai pochi turisti ,pittoresco il vecchio mercato ed un po’ di vita quotidiana nella vecchia città.


























Il giorno dopo consegnamo le moto all’importatore per caricarle sul container ed aspettiamo l’ora per imbarcarsi sull’aereoplano verso l’Italia.





Il viaggio è finito ed adesso a casa mentre guardo le foto faccio mente locale e penso ha cosa mi ha colpito più intensamente in questo viaggio ….sicuramente il Vulcano Erta Ale con tutta la sua potenza ,le chiese dell’Lalibela le piramidi di Menroe, le persone comuni incontrate lungo la strada,






















ma al di sopra di tutto questo la cosa che mi rimarrà più impressa saranno loro….













































Si i bambini , lungo tutto il viaggio ci hanno accompagnato con i loro sorrisi ,la loro gioia i loro applausi per invitarti a fermarsi i, a loro manca assolutamente tutto,non avete idea la felicità dei loro occhi quando regalate anche la cosa più stupida ,noi personalmente abbiamo portato molte matite colorate e penne ma consiglio ha chi si dirigerà da queste parti in futuro di portarsi dietro un bagaglio di vestiti da donare perche spesso ,molto spesso non hanno niente da indossare.
Spero di essere stato esaudente nel mio racconto che come spesso ho premesso , non sono un buon narratore e scusate gli eventuali errori di ortografia ,francamente non mi sono messo a spulciare tutto il racconto per correggerlo ,già così ci vuole un sacco di tempo ,nel complesso cerco solo di riportare esperienze vissute e spero di poterne portare ancora altre.
Grazie a tutti.
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Carlo Michelstaeder

Ultima modifica di poz960; 21-01-2014 a 14:52
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Vecchio 23-01-2014, 09:24   #24
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Stupendo!
Noi abbiamo fatto ad Ottobre il giro storico dell'Etiopia, ma con pulmino....: altra cosa, ma la magia di quei posti è la medesima.
In molte occasioni ci siamo immaginati di fare lo stesso giro in moto... tu ci hai tolto l'impegno di fantasia!
Posso chiedere i costi e il nome dell'agenzia?
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Vecchio 23-01-2014, 09:44   #25
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sticazzi!!!!! sticontrocazzi!!!!!!!!








certo che avete mania di grandezza! potevate fare un fuochetto più piccolo per la grigliata notturna eh?!!!



che cazzo dovevate cuocere li sopra???
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