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Vecchio 10-09-2009, 23:05   #1
milkplus
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Lightbulb [lungo] report turchia luglio agosto 2009

Eccomi! Finalmente posso iniziare a pubblicare il report della mia vacanza in moto con zainetto in Turchia!

INFORMAZIONI GENERALI
Giorni totali: 28
Km percorsi: 9400 circa
Soldi spesi in TOTALE: EUR 3500,00 circa (comprese l'assicurazione sanitaria e le gomme prima della partenza)
Moto: Oscar, BMW R 1100 GS del 1998

ASSICURAZIONI
RCA con carta verde, furto/incendio e assistenza stradale. Polizza sanitaria Mondial Assistance.

ATTREZZATURE BAGAGLIO
Valige laterali rigide in alluminio con borse interne; 1 sacca a rotolo impermeabile da 50 litri da legare sul portapacchi; 2 sacche a rotolo impermeabili da 10 l da legare sopra le valige laterali; borsa serbatoio.

ATTREZZATURE VARIE E RICAMBI
Cavo frizione; chiave per registrare la frizione; cinghie di scorta; attrezzi vari essenziali; fascette di plastica; fil di ferro; guanti; lampadine di ricambio.

INDUMENTI
Io per la moto: giacca e pantaloni Rallye 2 Pro; stivali goretex; guanti estivi e antipioggia.
Silvia per la moto: giacca e pantaloni impermeabili da moto; stivali goretex; guanti estivi e antipioggia.
Abbigliamento in generale essenzialmente estivo con un paio di jeans, una felpa e un giubbotto a testa.

GPS, CARTINE E GUIDE
Cartina stradale Eurocart della “Turchia” con scala 1:800000; navigatore GPS con cartografia europea e cartografia turca navigabile con dettaglio delle citta' maggiori; guida Lonely Planet della “Turchia”; frasario Lonely Planet “Capire e farsi capire in Turco”.

INTRODUZIONE
Eccomi qua, a scrivere il diario di un'altra splendida vacanza in moto: io, Silvia e la nostra moto in giro per la Turchia fino al Kurdistan turco.
Questo progetto di vacanza e' nato nei primi mesi del 2008 e avremmo dovuto realizzarlo l'estate dello scorso anno, ma ai primi di luglio salto' e andammo in Spagna del nord e in Portogallo, come alcuni di voi sanno. Di conseguenza il progetto fini' nel cassetto in serbo per l'anno successivo e cosi' e' stato con nostra immensa gioia!
Nei mesi che vanno da febbraio a giugno 2009 abbiamo cercato sempre piu' informazioni e racconti di esperienze simili su internet, abbiamo letto e riletto la nostra guida, la Lonely Planet, e infine messo a punto un programma di massima da seguire nel mese in cui saremmo stati in Turchia, da meta' luglio a meta' agosto. Inizialmente volevamo visitare anche la Turchia occidentale con tutta la costa mediterranea, da Troia a Pergamo, da Izmir a Pamukkale, da Efeso a Fethiye, la via licia e la costa fino ad Antalia. Poi abbiamo lasciato perdere, rinviato ad una seconda possibile vacanza e ci siamo concentrati sulle regioni interne, su una parte di costa del Mar Nero e su quelle piu' ad est ai confini con Georgia, Armenia, Iran, Iraq e Siria, diciamo quindi nel Kurdistan!
Eh si', perche' il nostro obbiettivo non e' stato la Turchia ricca e agiata dell'ovest, ma la Turchia piu' povera e vera, quella dove il turismo di massa non e' ancora arrivato, dove le persone vivono di semplice agricoltura e pastorizia in campagna o di piccoli negozi nelle citta' e dove quei pochi turisti presenti sono considerati tantissimo, da trattare con il massimo rispetto e ospitalita'.
Mi fermo qui con l'introduzione, vi lascio a leggere il nostro piccolo diario giorno per giorno e spero possa suscitare qualche emozione e che magari possa essere utile a chiunque abbia voglia di cimentarsi in una avventura simile.

Percorso di andata e ritorno fino a Edirne:


Percorso in Turchia:
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Vecchio 10-09-2009, 23:13   #2
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giovedi' 16/07/09, Pisa – Fernetti 460 km

Il momento e' arrivato, oggi si parte finalmente! Alla fine abbiamo deciso di partire dopo cena in modo da viaggiare di notte in Italia e in una parte della Slovenia e avere così tutta una giornata davanti per proseguire fino a che il fisico e la mente lo consentono...
Nel pomeriggio carico la moto (sembra quasi un camion!) e mi riposo, o meglio l'intento e' quello di riposarsi, ma l'adrenalina della partenza e' troppa! Quindi dopo essermi rigirato nel letto per quasi due ore, esco e vado a salutare il mio amico Imdat al suo Kebab Restaurant a Cascina. Lo cito: “Nicola se hai qualche problema, tu chiama che io chiamo subito!”, che mito!
Dopo cena, dopo aver salutato i nostri genitori, alle 9,30 di sera finalmente partiamo, vestiti da buoni motociclisti e caricati al massimo per la vacanza! Direzione: Firenze, Bologna, Ferrara, Padova, Venezia e...

Fernetti:


venerdi' 17/07/09, Fernetti – Nis 850 km

... Trieste con la frontiera Italia-Slovenia vicino a Fernetti! Era ora, sono le 2,30 di notte e ci fermiamo per una sosta all'Autogrill, la seconda dopo aver messo una volta benzina, questa volta piu' lunga anche per rifocillarsi un po' con panino e redbull, il sedere si sta gia' appiattendo... Qui compriamo la vignetta per l'autostrada slovena e un po' di sfortuna ci coglie subito: ci danno quella automobilistica e non quella motociclistica perche' non ce l'hanno e quindi la paghiamo il doppio, vabbeh pazienza! Rimettiamo il pieno di benzina e ripartiamo!
L'entrata in Slovenia e' stata un po' fredda, in moto di notte in autostrada fra le tre e le quattro fa veramente freddo anche se siamo a luglio. Direzione Ljubljana, la capitale slovena, e poi Zagreb, quella croata!!!
Piano piano le ore passano e arriva il giorno, ci vediamo l'alba in moto visto che la direzione e' verso est. Che spettacolo... L'autostrada slovena, non e' per niente male, il paesaggio che ci circonda e' parecchio vario e asfalto e segnaletica sono ottimi, quasi da invidiare rispetto ai nostri!
Lungo il tragitto notiamo sempre piu' auto provenienti da tutta l'Europa: Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Belgio. Inizialmente pensiamo, accidenti quanti turisti... Poi ci rendiamo conto, osservando per bene le persone all'interno, che non sono turisti, ma Turchi che rientrano in patria per le ferie estive; migliaia di macchine europee piene di turchi! E infatti alla frontiera fra Slovenia e Croazia, abbiamo la conferma: c'e' una bella coda di auto davanti a noi, quasi tutte piene di famiglie turche, tante delle quali a bordo strada, che prendono il te' e dove la maggior parte delle donne adulte porta un velo in testa. Fortunatamente in moto si riesce a passare oltre la maggior parte dei veicoli in coda e cosi' verso le 10 siamo in Croazia!
La strada ora si fa piu' pesante da percorrere in quanto dal confine sloveno-croato fino a Belgrado, in Serbia, il paesaggio che ci circonda e' una enorme pianura quasi tutta uguale: campi di mais e girasoli alternati a zone di bosco e zone incolte; il caldo e la stanchezza si fanno sentire ancora di piu' su una lunghissima autostrada dritta e tutta sotto il sole di luglio...
Pranziamo con un panino e una redbull in una stazione di servizio dopo aver messo benzina e ci riposiamo un po'. Ah, qui in Croazia accettano tranquillamente l'Euro, speriamo solo che non applichino un cambio tutto a loro favore!
Verso le due del pomeriggio arriviamo alla prima vera frontiera, fra Croazia e Serbia: siamo abbastanza tesi, qui ci vuole il passaporto e devono mettere il timbro di entrata in Serbia, che e' completamente fuori dalla UE e dall'Euro e dove quindi i controlli sono un po' piu' lunghi. Mentre superiamo lentamente la coda di macchine 'euroturche', ci blocca una pattuglia della polizia croata perche' siamo nella corsia di emergenza. Direte: 'Hanno fatto bene, si sta in fila!' Beh, credetemi se aspettaste in fila sotto il sole di luglio in fondo ad una coda di qualche chilometro e tutti vestiti bardati da moto, lo fareste anche voi... E poi gli automobilisti in fila se possono si spostano per farci passare, quindi no problem, non si da' fastidio a nessuno! I poliziotti comunque, dopo qualche battuta sul fatto che fossimo italiani, con un italiano dall'accento abbastanza meridionale, tendente al siciliano, ci lasciano andare. Vi lascio pensare alla strana sensazione provata in questo momento...
Ed eccoci qua, siamo in Serbia. Che emozione seguire il cartello Beograd! Ormai siamo agli sgoccioli, la stanchezza si fa sentire e quasi ogni 120 km si fa una sosta per far rilassare le chiappe, piu che altro le mie, visto che Silvia e' una roccia ed e' sempre abbastanza carica. Mentre si va avanti sulla nostra strada, iniziamo a scorgere le sagome dei palazzoni grigi di Belgrado davanti a noi. Questa citta' si trova alla fine della pianura che parte dalla Slovenia e all'inizio di una regione collinare che arriva fino quasi in Bulgaria... !
L'autostrada purtroppo finisce alla periferia della citta' e dopo diventa una grande bretella a 4 corsie che passa all'interno con semafori, rampe e incroci a raso, un caos non indifferente, specialmente se pensiamo a tutto lo smog che respiriamo. Eh si' perche' qui in Serbia la maggior parte dei mezzi sono macchine, pullman, furgoni e camion di vent'anni fa, che vanno a gasolio e a benzina rossa e che inquinano un bel po'! Notiamo spesso tante macchine uguali, le Zastava 128 e Yugo, utilitarie dell'epoca socialista degli anni Settanta e Ottanta, quasi tutte rosse e scassate, rispettivamente quasi identiche alle Fiat 128 e 127. Che carine che sono!
Alle sei arriviamo a Nis, ultima citta' serba prima della Bulgaria, immersa tra i monti e in una bella vallata. Nella periferia notiamo che le auto sono vecchie e gli autobus ancora di piu'. La vita scorre tranquilla e non e' per niente frenetica, sembra di essere indietro di una ventina di anni, con tanti piccoli negozi e attivita' di base, come meccanici e gommisti. Ah, ovviamente ogni tanto si vede qualche macchina nuova, ma soprattutto macchinoni BMW, Audi e Mercedes; le proporzioni sono circa otto macchine vecchie a una nuova e abbastanza grossa! Nis e' piccola e molto accogliente, il centro storico somiglia un po' alle piccole citta' dell'Alto Adige, come Bolzano e Bressanone, con dei begli edifici in stile nordico abbastanza ben tenuti.
Adesso non ci resta che cercare un albergo per la notte e alla fine seguiamo i consigli di due passanti, da cui all'inizio diffidavamo e che conoscono l'inglese meglio di noi, e andiamo al 'The Regent Club', un quattro stelle, il migliore della citta' e con un bel parcheggio chiuso: si sa la moto deve stare al sicuro... La stanza costa 80 euro compresa la colazione, ma li vale tutti, curata e pulita, diciamo che da noi una stanza simile costa tranquillamente dai 120 euro in su!
Dopo una bella doccia rigenerante ci buttiamo sul corso principale del centro che e' vivissimo! Tanti locali, ristoranti, bar, pub e negozi di abbigliamento pieni di persone. Tutti sono ben vestiti e all'ultima moda occidentale, uomini e donne, soprattutto dai 20 ai 40 anni. Beh, mentre si entrava in citta', sembrava di essere a vent'anni fa, ma qua per niente, evidentemente siamo nella zona piu' chic e ricca.
In un piccolo ristorantino mangiamo un piatto tipico serbo a base di carne, la pljeskvica, con contorno di pomodori, formaggio e una birra a testa. Il tutto per la modica cifra di 9 euro... Che bello!
Ma ora andiamo a letto, anche se sono solo le 10 siamo completamente distrutti, 1310 chilometri in moto in quasi 20 ore... Domani direzione Edirne in Turchia con attraversamento completo della Bulgaria, e vai! La meta e' vicina.

sabato 18/07/09, Nis – Edirne 540 km

Ore 7,30, suona la sveglia... Beh, e' ora di fare colazione per poi ripartire quanto prima! Anche perche' in Bulgaria scatta il fuso orario e l'orologio va avanti di un'ora.
La strada da Nis alla frontiera e' normale, una semplice statale a 2 corsie e di conseguenza e' un po' trafficata, visto che tutti passano da li', compresi i camion. Essendo comunque sabato si scorre abbastanza bene e anzi riusciamo anche a goderci il paesaggio, con tutti i piccoli paesi di campagna vicino a Pirot.
Ma eccoci alla frontiera: alla dogana serba ci chiedono il passaporto, lo timbrano e ci ritirano il cartellino di registrazione alle autorita' che ci hanno dato all'albergo. Alla dogana bulgara invece c'e' una corsia dedicata per i cittadini UE, quindi l'ingresso e' molto rapido. Appena passata la dogana ci fermiamo subito per acquistare la vignetta per l'autostrada bulgara, la quale e' gratuita per le motociclette, ottimo!
Man mano che maciniamo chilometri verso Sofia sulla mitica E80 che arriva fino all'Iran, ci accorgiamo che le strade sono sempre peggio: asfalto pessimo con spaccature, dossi e avvallamenti, dovuto sicuramente al traffico pesante. Arrivati nella periferia di Sofia insieme ai tanti turchi di rientro in patria, imbocchiamo la tangenziale, o meglio la statale che svolge tale funzione... Ci ritroviamo infatti su una strada a due corsie stretta, trafficatissima, piena di buche e molto dissestata. La ciliegina sulla torta sono i tanti posti di blocco della polizia con tanto di radar montato che non aspettano altro di far multe. E noi, essendo al momento l'unica moto in giro, veniamo un po' squadrati. Beh, inutile dire il disagio provato...
Superata Sofia, continuiamo sulla statale per poi prendere l'autostrada verso Plovdiv; uno stradone dritto, anche questo non in buone condizioni, ma si riesce a viaggiare bene per arrivare alla nostra meta!
Qui in Bulgaria le auto sono come in Serbia, se non peggio: tutte vecchie e mezze scassate. Per non parlare di camion, pullman e furgoni, vere e proprie ciminiere! Ma dobbiamo abituarci, anche in Turchia ci saranno tanti mezzi di questo genere. Dopo un pranzo in stazione di servizio ci avviciniamo sempre di piu' a Svilengrad, l'ultima citta' bulgara prima della Turchia. Il traffico e' notevole, centinaia di macchine piene di turchi vanno verso Edirne!
Arrivati alla frontiera l'uscita dalla Bulgaria e' rapida, ma l'entrata in Turchia no, ci parte un'ora buona con tutti i controlli e le registrazioni di routine. Fortunatamente la vista in lontananza di una coppia di minareti di una moschea ci fa trepidare, siamo arrivati!!!
Sono le 7 di sera e siamo appena arrivati nel centro di Edirne, citta' veramente curata, pulita e coloratissima fra edifici vecchi e nuovi e le tante aiuole. Ci fermiamo per cercare l'albergo e Silvia mette subito mano alla guida: se l'e' studiata per bene e ieri sera prima di dormire l'abbiamo ripassata! La fortuna vuole che imbocchiamo proprio la strada degli alberghi del centro, dove un ragazzo turco e un signore francese in viaggio di lavoro ci assistono nella ricerca di un buon hotel con il posto per la moto. Cosi' troviamo il “Park Hotel”, con tanto di parcheggio sotterraneo chiuso per la notte, ottimo! Staremo qui due notti per la modica cifra di 100 euro colazione compresa, o meglio, kahvalti compresa .
Dobbiamo recuperare un po' di energie dopo i piu' di 1700 chilometri fatti in neanche due giorni... Cosi' dopo essersi sistemati nella nostra stanza, un po' anonima, ma pulita e con aria condizionata, ci facciamo una bella doccia e usciamo. Prima di andare a mangiare qualcosa per cena, cerchiamo un bancomat. Si', infatti abbiamo deciso di prelevare sempre con bancomat e di non cambiare gli euro negli uffici di cambio dove i tassi sono un po' troppo sfavorevoli. Ma arriviamo alla cena! Cosa avremmo potuto mangiare se non un bel piatto di kebab di mucca con tanto di verdure, yogurt e pane tipo piadina? Eheh, qui si inizia e si finisce veramente bene con un dolce tipico, il kunefe, fatto con frumento, formaggio fuso e servito caldo con il miele, una vera delizia!
Prima di rientrare in hotel ci facciamo una passeggiata lungo il corso principale, molto carino e pieno di persone a passeggio. Notiamo subito che in giro ci sono donne tranquillamente vestite alla maniera occidentale e donne con il velo in testa, sia con il viso coperto che scoperto.

Bulgaria:




Dogana di Edirne:

Edirne:

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Vecchio 10-09-2009, 23:17   #3
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Dai dai... leggerò tutto sognando a occhi aperti!!
E grazie del report, ovviamente!

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Il sesso... la droga ed il rock and roll erano i miei studi... [cit. Rantax]
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Vecchio 10-09-2009, 23:17   #4
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domenica 19/07/09, Edirne 0 km

Ah finalmente un giorno di relax! Oggi niente moto, facciamo solo i turisti .
Verso le 9 andiamo nella sala dell'albergo dove servono la kahvalti, bene si assaggia! Per lo piu' cosi' composta: te' nero (che si chiama cay e si legge ciai), pane, formaggi, pomodori, cetrioli, salame di mucca, uova sode. Poi ci sono le classiche aggiunte internazionali: latte, caffe' solubile, burro e marmellata. Beh, da buon italiano non ce l'ho fatta, mi sono mangiato solo pane, burro, marmellata e cay, sentendo la mancanza di un buon caffe'; Silvia invece assaggia quasi tutto. Ma devo farcela, i prossimi giorni devo assaggiare anche le altre cose!
Dopo la colazione scendiamo in strada e con guida alla mano giriamo il centro, pieno di ristoranti e bar che servono kebab e cay a tutte le ore, andiamo a vedere il bazaar, il caravanserraglio, ora albergo di lusso, e la Eski Cami, la vecchia moschea. Qui un anziano signore si propone per farci da guida, sa un po' di italiano, ma noi ringraziamo e rifiutiamo. Pero' alla fine ci accalappia, accompagnandoci all'interno della moschea e ci racconta un po' di storia e di caratteristiche dell'edificio. E' gentile e alla fine ci lasciamo guidare, ben consci del fatto che avrebbe gradito un piccolo compenso. Ci porta poi a vedere l'interno dell'hamam, il bagno turco, veramente affascinante e... Caldissimo! Si', d'accordo e' un bagno turco, peccato che noi siamo vestiti ed e' ora di pranzo a luglio! Dopo l'hamam ci accompagna a vedere un'altra moschea e ci rendiamo conto che dice quasi le stesse cose dell'altra, storia, architettura, ecc... Beh si' mi sa che non sa dire altro in italiano e che e' un bel furbacchione! Infatti dopo questo terzo posto visitato insieme cerchiamo di salutarlo ringraziandolo e offrendogli 10 lire turche (circa 5 euro), dicendogli che volevamo avviarci verso l'albergo e mangiare qualcosa per strada. Ci rendiamo conto subito dopo che gli abbiamo dato una marea di soldi, eh si' dobbiamo imparare ad essere piu' parsimoniosi, specialmente in questi casi... Purtroppo non si stacca da noi, e' comunque gentile ed educato, ci porta a bere un cay nel bar di un amico in centro. Qui si offre di portarci nel pomeriggio a vedere la moschea di Selim, la piu' importante della citta' e dello stesso architetto della Moschea Blu di Istanbul, Sinan. Noi pero' lo ringraziamo e salutiamo, dicendogli che nel pomeriggio preferiamo stare per conto nostro. Alla fine capisce, ci saluta e se ne va, meno male!
Nel pomeriggio, dopo un breve pasto a base di baklava, i tipici pasticcini turchi al miele (squisiti!!!), ce ne andiamo un'oretta in albergo per stare un po' al fresco, fa parecchio caldo e decidiamo di riuscire verso le 4.
Dopo il riposino, andiamo a vedere la moschea di Selim, veramente bella, con la sua posizione su di una collina che domina la citta', con i suoi bei giardini intorno e i suoi quattro imponenti minareti. Trascorriamo qui gran parte del tempo osservando anche le persone che entrano ed escono dalla moschea per pregare e aspettando che termini la funzione per visitarla all'interno. Alla fine entriamo, con le dovute predisposizioni del caso, scalzi e foulard in testa per Silvia, e ce la gustiamo con tutte le sue pareti decorate e la splendida cupola. Appena fuori dalla moschea e dal parco andiamo a berci un buon cay nell'arasta, una sorta di piccolo bazaar al di fuori delle moschee piu' importanti, con negozi e ristoranti.
E' quasi ora di cena, cosi' ci avviciniamo ad un ristorante consigliato dalla guida, 'Da Melek Anne' dove servono i manti fra i piu' buoni della Turchia! I manti sono una sorta di ravioli cotti al vapore e conditi con salsa piccante allo yogurt, bisogna provarli! Il ristorante e' molto accogliente, la titolare e' una simpatica signora sulla cinquantina e tutto il locale e' all'interno di una casa ottomana ben conservata, tutta legno, tappeti e finestre. La cena e' ottima, anche se non e' facile mangiare dei simil-ravioli con lo yogurt magro acidulo sopra, mischiato ad una salsa piccante... Pensavamo meglio, vabbeh saremo piu' fortunati con i prossimi assaggi!







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Vecchio 10-09-2009, 23:39   #5
giogio
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la frontiera di edirne.. mi viene da piangere, un porta sul paradiso..
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Vecchio 14-09-2009, 12:54   #6
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lunedi' 20/07/09, Edirne - Safranbolu 660 km

Oggi e' un giorno particolare... Andiamo in Asia e lasciamo l'Europa! Infatti ci dirigiamo ad est sulla E80 per superare Istanbul, lo stretto del Bosforo e arrivare quindi a Safranbolu: piccola citta' vicina a Karabuk nell'Anatolia centrale del nord, ad una ottantina di km dal Mar Nero. Partiamo da Edirne alle 8 di mattina dopo una bella kahvalti e prendiamo l'autostrada E80 in direzione est: oggi ci spariamo piu' di 600 km... La strada e' ben realizzata, tutta a 3 corsie e il traffico e' normale; aumenta man a mano che ci avviciniamo alla megalopoli turca. Istanbul e' veramente immensa, ci sono volute quasi due ore per superarla dalla periferia ad ovest fino a quella ad est, passando per il nuovo ponte di Galata e il Bosforo. La citta' e' tutta distribuita su piu' colline che digradano rapidamente sul Mare di Marmara e sullo stretto: ci sono molti palazzoni, fabbriche sparse, ma soprattutto quelli che risaltano di piu' agli occhi sono i tantissimi minareti di tutte le moschee sparse per la citta' e tutte le bandiere turche sventolanti praticamente dappertutto! Quasi ogni palazzo, area di servizio e centro commerciale, praticamente tutto ha la sua fiera bandiera sventolante: e' proprio vero qui in Turchia il nazionalismo e' fortissimo!
Arrivati nei pressi del Ponte di Galata dobbiamo pagare il pedaggio e quindi al casello troviamo traffico e code di mezzi ad aspettare. Passato il ponte, il traffico si regolarizza e pian piano superiamo la citta': siamo ormai in Asia e l'Europa e' alle nostre spalle! Nei pressi della citta' di Adapazari, verso mezzogiorno, ci fermiamo a mangiare qualcosa e a mettere benzina in una delle piu' grandi stazioni di servizio mai viste in vita mia: nell'enorme parcheggio ci sono gli addetti al lavaggio delle auto e dei camion, ognuno col suo spazzolone che, appena arriva una macchina, si mette li' a lavarla di cima a fondo. La stazione di servizio ha un grande edificio con il ristorante, il market e le toilette; superato questo si arriva infine col proprio mezzo alle pompe di benzina.
Verso l'una si riparte, il tempo non e' il massimo: fa freddo e ci sono parecchie nuvole grige nella nostra direzione, per cui indossiamo gli antipioggia per evitare di perder tempo fermandoci una seconda volta. Superati pero' i monti vicino ad Adapazari, il tempo torna ad essere bello e a fare caldo: meno male! Oltrepassata Bolu, usciamo dall'autostrada (che continua per Ankara) e prendiamo la statale che porta a Karabuk. Qui finalmente vediamo la prima vera strada turca: asfalto pessimo, pieno di buche, avvallamenti e ghiaia sparsa! Vabbeh pazienza, dobbiamo abituarci visto che di autostrade non ne vedremo piu' fino al rientro fra una ventina di giorni... . Arrivati a Karabuk, prendiamo la strada per Safranbolu, la citta' dello zafferano: e' un piccolo centro cittadino con un bellissimo centro storico ottomano, tutto arroccato su due colline ai lati di un torrente; e' patrimonio dell'Unesco, in quanto rimasto intatto e perfettamente conservato. Arrivati verso le 17,30 cerchiamo subito un buon albergo per le due notti che trascorreremo qui e mentre passiamo con la moto dalle stradine del centro, ci coglie all'istante la vista di un parcheggio custodito con altre tre moto all'interno: ottimo, andiamo a sentire disponibilita' e prezzi! E' la pensione dell'Universita' di Karabuk e Safranbolu, gestita da professori e studenti per i turisti. L'edificio e' la tipica casa ottomana su tre piani, tutta in legno e con un sacco di finestre. Per fortuna un ragazzo conosce un po' di inglese, per cui ci accordiamo subito per una stanza alla modica cifra di 80 lire turche a notte, circa 40 euro, con colazione! La stanza e' veramente carina: pavimento costituito da vecchi tavoloni di legno, 4 finestre, armadio a muro e... Bagno a muro! Infatti entrando si vedono due grandi armadi gemelli, uno dei quali nasconde pero' all'interno un bagno minuscolo con wc e doccia, praticamente uno sopra l'altro .
Appena sistemati, Silvia si mette a lavare un po' di vestiti usati in questi giorni ed io strizzo per bene e stendo sul nostro filo da campeggio, improvvisato nel mezzo della stanza . Finalmente dopo una bella doccia rigenerante usciamo a fare due passi nel centro storico, veramente carino, curato e pulito. Le case sono tutte in stile ottomano, le stradine ed i vicoli sono tutti a pietre. Notiamo subito che la maggior parte dei turisti presenti sono Turchi, ci sono pochissimi turisti stranieri: solo qualche francese e giapponese.
Passeggiando per i vicoli pieni di minuscoli negozietti, ci fermiamo a guardare i vari menu dei piccoli ristoranti sparsi qua e la'. E' infatti quasi ora di cena e abbiamo parecchia fame! Decidiamo di mangiare in un piccolo ristorante con una zuppa (la corba) e un gozleme a testa, una sorta di crepe salata, che si puo' avere o con verdure, o con formaggio, o con carne: veramente sfiziosa!
Fatti altri due passi per digerire un minimo, ci ributtiamo in albergo e lasciamo la giornata di domani per la visita vera e propria di Safranbolu... Siamo troppo stanchi, quasi una giornata intera passata in sella alla moto e circa 660 km!
Arrivati in albergo scambiamo qualche parola con un paio di studenti che lavorano alla pensione e che parlano poco inglese: ci insegnano qualche parola in turco e correggono la pronuncia di quelle da me imparate finora con il frasario della Lonely Planet. Concludiamo la serata assaggiando un raki, la tipica grappa turca!
Beh, per restare in tema: iyi geceler, ovvero buona notte!

Istanbul:


Safranbolu:

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Ultima modifica di milkplus; 14-09-2009 a 18:12
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Vecchio 14-09-2009, 13:51   #7
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bel report e belle foto, complimenti
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Vecchio 14-09-2009, 15:22   #8
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martedi' 21/07/09, Safranbolu 0 km

Altro giorno di relax: sveglia alle 5!!! Si', visto che una moschea vicina alla pensione ci fa da sveglia con il richiamo alla preghiera... Beh, verso le 9 dopo una abbondante colazione, ce ne andiamo in giro per moschee, bazar e vicoletti!
Visitiamo il Cinci Hani, un antico caravanserraglio diventato hotel di lusso, esclusivamente da fuori visto che non ci va di pagare per visitare un albergo. Dopo di che ci dedichiamo alle due moschee principali costruite nel '600 e nel '700 con due minareti ciascuna, i quali dominano tutto il borgo. E' veramente carino ed interessante anche il bazar dell'arasta, veramente tipico e folkloristico, con i suoi piccoli negozi e le sale da te' (cay evi). Qui mi lascio andare e cerco di immortalare un po' di tutto con la macchina fotografica! Molti negozi vendono articoli artigianali realizzati sul posto, come le calzature e la pelletteria, mentre altri vendono prodotti alimentari e spezie. Ci sono anche tanti ninnoli da turisti, con dei prezzi ovviamente un po' alti: qui dopotutto si vive solo di turismo. Passiamo anche dai quartieri arroccati piu' in alto, dove si hanno delle splendide viste sulla citta' e le moschee. Poco prima di pranzo visitiamo una casa museo ottomana: a parte l'architettura che gia' un po' conosciamo, possiamo vedere gli interni con i mobili tradizionali posizionati all'interno dei muri e soprattutto i vecchi tappeti che ricoprono i grandi divani sotto le finestre.
Per pranzo ci mangiamo io un iskender kebab (a base di carne, verdure e yogurt), Silvia le kofte (a base di polpette e verdura) e pasteggiamo col nostro mitico ayran: il tutto e' veramente ottimo! Assaggiamo finalmente anche il caffe' turco, ma non ci piace piu' di tanto, anche perche' ormai ci stiamo abituando a bere il te' dopo i pasti e durante la giornata: sta prendendo il posto dell'espresso a tutti gli effetti .
Nel pomeriggio girottoliamo ancora per il borgo e quando rientriamo in albergo per una doccia mi accorgo di un problema piuttosto grave... Sul passaporto alla dogana di Edirne hanno sbagliato a mettere la data di scadenza dell'assicurazione della moto! Che idiota, perche' non me ne sono accorto prima?! Infatti la mia assicurazione e' divisa in due rate semestrali e la prima scade il 30 luglio; io consapevole di cio' mi sono portato entrambi i certificati in accordo con il mio assicuratore, ma alla frontiera, nonostante li avessi consegnati entrambi hanno guardato solo il primo! Un disastro... E ora?! Ci prende un po' di sgomento, specialmente a Silvia che si preoccupa non poco; infatti noi il 30 di luglio dovremmo essere vicini all'Iran... Non sappiamo che fare, mi viene da pensare che se non ci sono soluzioni, devo andare minimo ad Ankara al Consolato Italiano o alla frontiera piu' vicina.
Decidiamo cosi' di andare a parlare con la polizia quanto prima, solo che sono le sei del pomeriggio e non so cosa ci si possa fare a quest'ora... Arrivati alla stazione, esponiamo al poliziotto di turno il problema, o meglio ci proviamo visto che parla solo turco! A gesti e con i documenti 'incriminati' alla mano riusciamo a farci capire e ci dice di aspettare il giorno seguente per andare a Karabuk, la citta' piu' vicina, dove c'e' una grande fabbrica siderurgica con all'interno una dogana commerciale.
E' ormai ora di cena: mangiamo un gozleme per strada, ma siamo un po' agitati; vorremmo essere gia' a domani per vedere di risolvere il nostro problema... Alla fine cerchiamo di tranquillizzarci e ci beviamo per strada una bella Efes, la birra turca, comprata in un apposito negozio; beh, dopo questa esperienza, mi sa che la prossima volta evitiamo di bere alcolici in pubblico, visto che ci guardano tutti un po' male e se proprio ci andra' ce la berremo in albergo o in un ristorante attrezzato...






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Vecchio 14-09-2009, 17:41   #9
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Vai Milkplus!!!! Ti sto leggendo con interesse...ed invidia.... Nel mio viaggio in Turchia ho dovuto tralasciare tutto l'est...ma lo farò il prox anno.
E se penso a tutti i problemi che hanno avuto in questo periodo, soprattutto ad Istanbul a causa del maltempo mi spiace veramente molto perchè sono persone speciali. Alla prox puntata...
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Vecchio 14-09-2009, 19:33   #10
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Grazie Ballerino! Effettivamente hanno avuto una bella botta a Istanbul in questi giorni...

Ah, la prossima puntata...
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Vecchio 14-09-2009, 19:35   #11
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mercoledi' 22/07/09: Safranbolu, Karabuk, Kastamonu, Sinop – 350 km

Ore 7: decidiamo di alzarci, visto che non abbiamo chiuso occhio con i nostri pensieri a cercare soluzioni e idee per il nostro problemino... Oggi avremmo dovuto fare questo giro: Safranbolu, Amasra, sul Mar Nero, quindi tutta la costa fino a Sinop. Un giro a detta della guida stupendo, con una delle piu' belle strade costiere del Mar Nero. Purtroppo adesso dobbiamo pensare a risolvere la situazione! Cosi' facciamo colazione, carichiamo la moto, salutiamo i ragazzi dell'albergo e ci mettiamo in marcia verso Karabuk. Appena arrivati all'ingresso della fabbrica ci vengono incontro degli impiegati e alcune guardie, che gentilmente si offrono di accompagnarci alla dogana interna, dove forse ci possono aiutare. Appena entrati nell'ufficio abbiamo una piacevole accoglienza: praticamente tutti gli impiegati vengono a salutarci, ci fanno accomodare, ci offrono il te' e cercano di capire cosa c'e' che non va. Nessuno parla piu' di tanto l'inglese o il francese, che Silvia conosce, ma alla fine con i documenti alla mano capiscono. Ci dicono che non dobbiamo preoccuparci, in quanto conta il tagliando assicurativo con la carta verde e basta. Passiamo circa due ore parlando a gesti, tutti cercano di tranquillizzarci e in parte ci riescono, anche se io non sono del tutto convinto: e se in Kurdistan ad un posto di blocco militare vedono il timbro errato sul passaporto?! Alla fine una persona ci invita ad entrare nell'ufficio di un dirigente che vuole cercare di capire per bene la faccenda: dopo un'altra ora ed un altro cay, il problema e' risolto! Il dirigente, gentilissimo, fa un po' di fotocopie dei nostri documenti, riempie un po' di scartoffie e ci aggiorna il timbro sul passaporto con una sua certificazione... E vai!!!
E adesso? E' ora di pranzo e ormai fare il giro previsto e' improponibile, visto che e' troppo tardi per arrivare sul Mar Nero e fare la strada costiera, piuttosto accidentata e lunghissima da percorrere... Decidiamo cosi' di tagliare dall'interno e passare da Kastamonu per poi arrivare a Sinop.
Mentre ci prepariamo a ripartire due impiegati che erano stati con noi durante tutto il tempo negli uffici, ci offrono il pranzo alla mensa della fabbrica! E noi accettiamo volentieri!
Dopo questo piacevole pranzo in compagnia di operai e impiegati, tutti incuriositi dalla nostra presenza, salutiamo e ringraziamo piu' volte per la cortesia e la gentilezza dimostrateci. Andiamo verso la nostra moto, che viene immortalata in piu' fotografie, comprese quelle di un gruppo di giapponesi che si trovano in questa grande fabbrica siderurgica di Karabuk presumibilmente per scambi commerciali.
Usciti dalla citta' prendiamo la strada che va verso Kastamonu, da una parte un po' dispiaciuti per non fare la strada sul Mar Nero, ma dall'altra contenti per questa piacevole esperienza inattesa, con il nostro problema risolto grazie a delle persone gentilissime che ci hanno anche offerto te' e pranzo!
La strada che si staglia davanti a noi e' tutta fra i monti, con panorami brulli e selvaggi da mozzare il fiato, comprese le piccole case lungo la strada: sono poco piu' che baracche. Man a mano che si va avanti e maciniamo chilometri, la strada si fa sempre piu' brutta: lunghi tratti sterrati con lavori in corso di allargamento della carreggiata, o con ghiaia appena stesa o con asfalto asportato via per essere sostituito e sassi sparsi... Insomma tratti dove spesso non si riesce ad andare a piu' di 20 o 30 chilometri all'ora!
Lungo il tragitto ci fermiamo ad un'area di servizio un po' sperduta per mettere benzina e qui il titolare ci invita a prendere una cay con lui ed un amico, ottimo ci voleva!
Alle 7 di sera finalmente arriviamo nei dintorni di Sinop e in lontananza il Mar Nero, che si chiama Kara Deniz, compare lentamente all'orizzonte. Le strade sono piu' trafficate, ma in condizioni decisamente migliori della strada interna appena percorsa. Arrivati in periferia, prendiamo la guida e iniziamo a cercare un albergo con parcheggio. Sinop e' la tipica citta' di mare: movimentata, un po' sporca e confusionaria e con uno dei porti piu' importanti della Turchia sul Mar Nero. Le persone sono molto aperte e non fortemente religiose come nelle regioni piu' interne, le donne sono tendenzialmente vestite alla maniera occidentale o con al massimo un foulard in testa. Alla fine andiamo all'Otel Gonul, in pieno centro: non e' niente di particolare e il parcheggio e' sulla strada davanti alla hall. Inizialmente non mi ispira, poi l'arrivo di un motociclista turco con la moto nuova nuova che parcheggia tranquillamente accanto alla mia, mi fa rilassare: e' insieme alla moglie, vivono ad Istanbul e parla un ottimo inglese. Ah, lui si chiama Tuncay e lei Buko (e' il diminutivo di un nome che non riusciamo a capire, pazienza ). Mi dice che la zona e' sicura e che si e' raccomandato per le motociclette con il portiere della hall, aperta tutta la notte. Scambiamo qualche parola, e' un Hondista convinto e quasi detesta le BMW... Beh poco male, ognuno ha i suoi gusti! Dopo una buona mezz'ora decido di invitarli a cenare con noi, cosi' ci diamo appuntamento per le 8,30 alla hall.
Tutti e quattro assieme ci dirigiamo verso il porto e il lungomare cercando un buon posto dove mangiare. All'inizio volevamo cenare con del pesce, poi visti i prezzi cambiamo idea e andiamo in un piccolo ristorante dove servono i manti. Durante la cena con i nostri nuovi amici turchi non proprio giovanissimi, sono sulla cinquantina e potrebbero quasi essere i nostri genitori, parliamo del nostro giro in moto fino a Erzurum, Kars e Van con ritorno dal Kurdistan e dalla Cappadocia. Ovviamente non parliamo di Kurdistan, ma soltanto di regione curda per non infastidirli, visto che i Turchi non riconoscono neanche tale parola. Infatti secondo loro la regione di Van e' da evitare, parole testuali: e' brutta... Vabbeh, a parte questa divergenza di vedute politiche ed etniche, trascorriamo una bella serata insieme e addirittura facciamo un giro in barca sul Mar Nero, Tuncay ci tiene tanto... Peccato che e' notte e non si vede molto! Tutti e quattro insieme piu' il marinaio, facciamo foto, ridiamo e scherziamo e parliamo ancora dei nostri rispettivi giri: loro vanno verso Trabzon, sempre sul Mar Nero e rientrano dall'interno, da Erzurum, Erzincan e poi Tokat.
Verso le undici rientriamo in albergo e, con un cay dopo l'altro, analizziamo i percorsi. Insieme guardiamo anche il meteo in TV e purtroppo le previsioni non sono buone: una forte perturbazione sta colpendo la regione fra Trabzon, Erzurum e Artvin vicino alla Georgia, proprio il giro che vogliono fare loro. Poco male, ci diamo appuntamento per la colazione la mattina seguente e decidiamo di arrivare insieme fino a Samsun sulla costa, dove loro avrebbero deciso se proseguire o rientrare con noi verso Amasya nell'interno.
Oggi ho imparato un po' di parole turche, specialmente per chiedere un po' di informazioni riguardo le condizioni delle strade. Un esempio? Eccolo: asfalt guzel? Tradotto: asfalto buono? Eheheh... Iyi geceler a tutti!

Karabuk:



Verso Kastamonu:





Verso Sinop:


Sinop:


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Vecchio 14-09-2009, 23:00   #12
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Ho "divorato" la Vostra vacanza, complimenti!!!
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Vecchio 14-09-2009, 23:01   #13
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ma quanto vi porta lontano quella motina??
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Ottimo giro, io parto il 3 ottobre per la stessa meta!! Non male l'idea di farla via terra. All'andata prendo il traghetto al ritorno chissà!
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Vecchio 15-09-2009, 16:23   #16
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Vecchio 16-09-2009, 13:54   #17
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Ehi Robygs informati sullo stato delle strade soprattutto intorno a Istanbul....dopo i disastri che ha fatto il maltempo ci vorrà il canotto per attraversare certe zone. Cmq sono posti stupendi!!!
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Vecchio 16-09-2009, 14:01   #18
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Mica ti sarai fermato??? Continua!

Bel giro complimenti
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Vecchio 16-09-2009, 14:16   #19
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Grazie a tutti per i complimenti!

Tranquilli, stasera butto su altre 2 tappe, e' che mi ci vuole un pochino...

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Vecchio 16-09-2009, 18:14   #20
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giovedi' 23/07/09: Sinop, Samsun, Amasya – 270 km

Di buon'ora facciamo una bella colazione insieme ai nostri due amici e per le 9,30 siamo gia' tutti seduti sulle moto. Insieme decidiamo di andare a vedere il faro di Sinop sul Mar Nero: si trova a 20 km ad ovest della citta' ed e' un po' sperduto nelle campagne lungo la costa. Sulla strada, quasi sterrata, percorsa per arrivare al faro troviamo un sacco di testuggini di terra e dobbiamo fare attenzione nella guida per evitare di cadere o far loro del male! Appena arrivati immortaliamo il panorama con il faro e per la prima volta da quando ce l'ho, mi cade la moto!!! Fortunatamente mi cade lentamente da fermo mentre la sto togliendo dal cavalletto centrale, ma la cosa spiacevole e' che il mio giessone cade sulla piccola honda del turco...!!! Che figura di m...!!! Meno male che non e' successo niente; insieme ispezioniamo le moto: la mia non ha neanche un graffio, la sua uno piccolo sulla valigia laterale. Scocciato e fortemente dispiaciuto mi scuso piu' volte con Tuncay, che mi sorride tranquillo e mi dice: 'No problem, Nicola, no problem!'. Bisogna dire che la colpa non e' stata solo mia, mi spiego: io parcheggio la moto sul laterale essendo sulla terra e non in piano, ma Tuncay mi dice piu' volte di mettere il centrale perche' vuole pulire i freni anteriori della mia moto, che fischiano dalla polvere presente sulle pasticche, con un apposito prodotto che si porta dietro per la sua. Risultato: i freni hanno smesso di fischiare, ma quando ho sceso la moto dal cavalletto centrale ho perso l'equilibrio ed e' caduta... Sulla sua! Povero, credo che da ora in poi pulira' soltanto i freni alla sua moto!
Bene, ripartiamo! La strada che costeggia il Mar Nero fino a Samsun e' stupenda: tutta tornanti fra colline boscose e promontori sul mare, spettacolare! Ogni tanto troviamo il solito cantiere aperto e ci facciamo un po' di sterrato, niente di paragonabile a quello terribile vicino a Kastamonu. Ad una sosta per la benzina, facciamo due chiacchiere col gestore che offre a tutti un buon cay e che quando scopre che io e Silvia siamo italiani inizia a farci l'elenco delle squadre di calcio: 'Milan, Inter, Giuentus, Udinese, Roma, Florentina... Fatih Terim!!!'
Poco prima di pranzo arriviamo a Samsun, decisamente piu grande e trafficata di Sinop e apparentemente piu' ricca. Qui salutiamo i nostri amici turchi che decidono di proseguire lungo la costa fino a Ordu mentre noi rientriamo andando verso Amasya, altra citta' ottomana dove staremo per due notti.
La strada non e' male: un po' di cantieri ogni tanto, ma ormai inizio a fare l'abitudine al pietrisco sull'asfalto, ai tratti sterrati e alle buche sparse...
Alle 5 del pomeriggio arriviamo ad Amasya, piccola citta' che si trova in una gola lungo il fiume Yesilirmak. Il centro storico vero e proprio e' tutto lungo una sponda, caratterizzata appunto da tante piccole case in stile ottomano perfettamente conservate. Ormai quasi ogni edificio e' un albergo o un ristorante, tolte ovviamente le moschee e l'hamam.
La ricerca dell'hotel e' abbastanza rapida. Infatti nel giro di mezzora ne troviamo uno nel centro storico. Siamo anche fortunati, visto che ci danno la suite quasi al prezzo di una stanza normale! E' andata cosi': entro nell'albergo, tutto in stile rustico ottomano, chiedo ad uno dei portieri la disponibilita' per una doppia e mi dice che e' tutto completo, c'e' solo la suite che costa pero' 140 lire a notte! Rifiuto subito ringraziandolo, ma e' troppo per il nostro budget. Il ragazzo per0' mi vuole far vedere la stanza: veramente veramente bella, c'e' una stanza che fa da ingresso con la scala che va alla piccola camera al piano superiore, il bagno con vasca idromassaggio e doccia, e la camera, enorme, tutta in legno e con nove finestre che danno sulla stradina principale del centro! Peccato per il prezzo... Cosi' scendo per tornare in strada da Silvia e cercare un altro alloggio, quando il proprietario mi ferma e mi chiede cosa c'e' che non va.. Semplice: il prezzo! Lui insiste un po' e alla fine sparo la mia offerta: 200 lire per due notti con colazione. Lui me la offre a 210... Andata: ci facciamo due notti in una suite con un risparmio di ben 70 lire!
Cosi' torno tutto contento da Silvia che mi aspetta alla moto sulla strada e la trovo seduta insieme a degli anziani signori che cortesemente le hanno offerto un te' e che parlano del nostro giro, ovviamente a gesti e poche parole: i nomi delle citta'!
Andiamo all'albergo dove tre fattorini ci aiutano a scaricare la moto e ci rinfranchiamo per bene con una bella doccia idromassaggio...
A cena ci scegliamo un bel ristorantino, tutto in stile prettamente turistico e dove servono anche alcolici come il vino e la birra; ci mangiamo due bei piatti a base di carne, verdure, riso e yogurt!
Dopo mangiato, passeggiata rilassante su entrambe le sponde del fiume ammirando le luci della citta' lungo il fiume e tutti i minareti delle moschee completamente illuminati. Notiamo che Amasya e' meta di turismo quasi esclusivamente turco e di un certo livello! Le auto non sono le solite carrette e le persone sono molto ben vestite... Forse e' anche un po' troppo chic per il nostro stile avventuriero, visto che l'obbiettivo piu' lontano e' Van, vicino all'Iran e all'Iraq!
Appuntamento a domani, ora a nanna...

Sinop:




Vicino Gerze:

Samsun:

Amasya:


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Vecchio 16-09-2009, 23:03   #21
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bhuuuuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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Vecchio 19-09-2009, 17:39   #22
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complimenti,
sono stato in Turchia tre volte, sempre in aereo,
mi piacerebbe molto andarci almeno una volta in moto, chissà...
se riuscirò ad organizzarmi ti chiederò info, anche perchè partiamo dalla stessa città
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Vecchio 19-09-2009, 17:46   #23
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Grande! Ottimo, quando vuoi fammi un fischio che poi ci si beve qualcosa insieme!
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Vecchio 20-09-2009, 11:26   #24
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Grande! Ottimo, quando vuoi fammi un fischio che poi ci si beve qualcosa insieme!
mi farebbe molto piacere incontrare di persona un QDE ,
puoi scrivermi sulla email del mio sito in firma, così ci incontriamo.
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Vecchio 20-09-2009, 20:50   #25
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Ciao Massimo! Ok, fammi rimettere che sono mezzo malato e ci si incontra .
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