oggi prova dinamica: giro di 250 km a ritmo medio-veloce ma non impiccato.
La prima sensazione è quella di una moto nervosa ed in continua correzione. Ho cominciato a fare prove, cambiare ritmo ed ad andare per esclusione. Alla fine credo di averla capita ed ho messo in atto degli accorgimenti che hanno reso la guida più rilassante e gratificante.
In pratica la moto è stabile sul dritto (sfido ... gomma da 18 davanti), ha un'esitazione nella discesa in curva poi scende fino a quasi prender sotto, correzione in leggero sovrasterzo e percorrenza della curva perfetta.
Mi sono guardato le gomme: un centimetro pulito dietro, oltre tre centimetri davanti .... mmmm mi sa ache il 110/70 andava meglio del 120/70
Il problema comunque è l'"invito" lento e la repentina discesa in piega con la conseguente correzione. Cosa ho sempre fatto? Sposto il culo sulla sella, apro il ginocchio e mi tiro giù la moto.
Prova e riprova ..... Eureka: le pedane!! Adesso è sensibile al peso sulle pedane. Quando sposto il culo il piede interno alla curva adesso esercita una pressione che già da solo basterebbe, se in più spingevo sul semimanubrio interno ecco la discesa troppo veloce.
Controllando gli spostamenti devo dire che ho cominciato frenar meno ed ad entrare con una marcia più alta. Bastano due dita per farla scendere e la guida di forza con il corpo adesso è controproducente.
Dovrò poi togliere almeno due giri di molla davanti, troppo rigida al punto che il freno idraulico quasi non si sente la regolazione. Una decina di kg a sbalzo sul muso non ci sono più e forse non serve così precaricata. E poi magari si abbassa un po ..... è alta una cifra !!!
Morale: sono tornato a casa avendo imparato qualcosa e senza aver tirato fuori chiavi inglesi, cacciaviti e con tutti i bulloni al seguito