"A prescindere dal mezzo utilizzato e dalle preparazioni più o meno specifiche, la cosa più importante per un viaggiatore sono le motivazioni.
Quelle motivazioni che ci portano negli angoli più remoti del pianeta dove il caldo, la desolazione ed il pulsare ritmico del motore proiettano la nostra anima oltre l'orizzonte, accentuano il desiderio di fare altre esperienze, di trovare altre risposte...
Non sappiamo da dove nascono: forse dalla nostra natura ancora sensibile all'ancestrale richiamo di una vita peregrinante, forse da un intimo bisogno di conoscenza o forse da un'esigenza di ricerca di noi stessi...
O più semplicemente dal bisogno di unire, al ricordo delle avventure passate, il senso delle avventure che verranno, con la consapevolezza che viaggiare è principalmente uno stato d'animo, una predisposizione mentale e la meta non è altro che una scusa per vivere quello che sta nel mezzo. Non dovrebbero esistere "turisti" nel nostro mondo, quello motociclistico intendo, ma solo "viaggiatori" (purtroppo così non è) guidati sempre da un filo conduttore, sia esso culturale, umano o semplicemente sportivo, ma che ci renda partecipi dello spazio che attraversiamo e dell'umanità che incontriamo.
Dobbiamo sempre essere in grado di cogliere gli aspetti più veri e profondi del mondo che ci ospita, nella consapevolezza che solo così vi sarà una vera conoscenza ed un reale arricchimento culturale e umano.
Alla fine dunque, il mezzo utilizzato non ha poi molta importanza...
Buona strada..."