"Il 6 gennaio scorso siamo andati, come tutti gli anni, ad portare al sindaco
di Roma la calza della Befana contenente - in maniera ovviamente simbolica - 
alcuni
dei problemi  con cui debbono confrontarsi ogni giorno coloro che si muovono 
per le strade
della capitale su moto e motorini. Quest'anno (ma non è la prima volta) 
nella
calza c'era un pezzo di cordolo, di quelli recentemente installati nel 
centralissimo Corso
Vittorio e già distrutti dagli autobus che continuamente li scavalcano.
Il sindaco Walter Veltroni però non si è fatto vedere e non ha nemmeno fatto
lo sforzo di mandare qualcun altro al suo posto. Dal 1994, anno in cui 
questa
iniziativa è nata, non era mai successo. Visto che nessuno è venuto a 
prendere la nostra calza
ed ascoltare ciò che avevamo da dire, siamo andati noi in Campidoglio a 
portare la calza.
Ora sono trascorsi più di sette giorni, ma dal Campidoglio non ci è giunto
alcun segno. O meglio, un segno lo abbiamo ricevuto, eccome: l'indifferenza 
del Sindaco,
che noi interpretiamo come disprezzo nei confronti di una parte importante 
della cittadinanza,
quella - numerosissima - che usa moto, scooter e motorini per spostarsi in 
tempi accettabili in una
città in cui il sistema dei trasporti fa acqua da tutte le parti e le 
politiche della
mobilità sono lasciate alla buona volontà dei lavoratori ed 
all'improvvisazione degli
amministratori.
Per questo abbiamo scritto al sindaco la lettera aperta che può essere letta 
qui di seguito.
Riccardo Forte
presidente Coordinamento Motociclisti
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Lettera di un motociclista a Veltroni
Roma, 15 gennaio 2006.
Caro Sindaco,
ciò che Ti scrivo speravo di potertelo dire de visu nel giorno della Befana, 
quando, insieme a molti altri come me, Ti ho aspettato inutilmente in Piazza 
Madonna di Loreto. Sapevi che eravamo lì, perché Te lo avevamo comunicato; e 
poi è dal 1994 che il 6 gennaio ci ritroviamo lì per incontrare il Primo 
Cittadino o un suo delegato ed esporgli i problemi con cui facciamo i conti 
quotidianamente usando un mezzo a due ruote in città. Ma non Ti sei fatto 
vedere,  né hai mandato qualcuno in Tua vece. L'unica cosa che se ne può 
dedurre è che di quelli come me non Ti importa niente.
Noi, comunque, non ci siamo scoraggiati e siamo saliti in Campidoglio, dove 
abbiamo consegnato ai Vigili di servizio il nostro dono per Te (un pezzo di 
quei micidiali cordoli, pericolosissimi per i motociclisti, da poco 
installati in C.so Vittorio e già in frantumi). Se fossi venuto o avessi 
delegato qualcuno a rappresentarTi, avresti potuto apprendere parecchie cose 
interessanti (e soprattutto utili) dalla nostra viva voce.
Siamo anche noi cittadini come gli altri, con identici diritti e doveri. 
Lavoriamo, studiamo, paghiamo le tasse e chiediamo di poter vivere in una 
città che funziona, che sia la nostra casa e non una prigione o, peggio, una 
sala torture. Per questi ed altri motivi, non dovresti ignorarci né 
sottovalutarci. Invece non ci hai degnati di alcuna considerazione, con la 
Tua indifferenza ci hai detto chiaramente cosa pensi di noi: una presenza 
molesta, da sopportare solo perché non si può fare diversamente.
Non è stata soltanto una grave caduta di stile, la Tua: hai arrecato anche 
un grosso e forse irreparabile danno all'istituzione che rappresenti. Un 
danno alla sua immagine ed alla sua credibilità, peraltro già abbastanza 
compromessa per altre ed antiche ragioni. Quali speranze debbono riporre i 
cittadini in un sindaco che si dimostra sordo alle loro legittime istanze?
Caro Sindaco, a Roma i motociclisti cadono come le mosche. Non è solo per 
imprudenza loro o degli altri utenti della strada, ma perché sono le strade 
stesse di questa città, devastate da anni di criminale incuria e da un 
crasso pressappochismo che è la costante negli interventi di manutenzione, 
una delle principali cause di incidente. Muoversi su due ruote a Roma è 
pericolosissimo, ma molto si potrebbe fare per ridurre i rischi. Per 
cominciare, si potrebbe ascoltare ciò che hanno da dire coloro che con quei 
rischi si confrontano quotidianamente.
E' già trascorsa una settimana, da quel giorno in cui Ti abbiamo atteso 
invano. E continuiamo ad aspettare.
Riccardo Forte
Presidente Coordinamento Motociclisti
e-mail 
info@cmfem.it
http://www.cmfem.it"