Visualizza la versione completa : DRAMMA A INDIANAPOLIS- muore 13enne
Dramma a Indianapolis prima dell'inizio del GP della classe 125. Nella seconda gara del Trofeo Moriwaki 250 il tredicenne Peter Lenz è uscito di pista durante il giro di allineamento, sbattendo violentemente contro le protezioni del circuito. Il giovanissimo centauro è stato trasportato d'urgenza in terribili condizioni all'Ospedale Metodista di Indianapolis dove poi è deceduto in seguito alle gravissime ferite rimediate.
"Peter è morto questa mattina presto quando e' stato apparentemente colpito da un altro pilota. E' deceduto facendo quello che amava. Il mondo ha perso una delle sue piu' brillanti luci. Dio benedica Peter e l'altro pilota coinvolto''. Queste le parole del padre di Peter Lenz pubblicate su Facebook nella pagina personale del figlio.
inutile scrivere qualcosa....
....sentita di sfuggita ora al tg......
....sono i rischi del mestiere.......certo che a 13 anni....torna difficile pensarla così....
...che riposi in pace........
Sentito durante motogp,certo che è terribile...R.I.P.
A quell'età se potessero non riposerebbero mai.
Speriamo riesca in pace, lui ed i suoi genitori.
feromone
30-08-2010, 09:27
Parere personale......ho un figlio di 12 anni e a quella età i ragazzini dovrebbero giocare a figurine, non fare sport semiprofessionistico.
Alzare l'età minima a 16 anni e affa....o lo spettacolo e gli affari.
E a chi non stà bene....prego, avanti un altro.
Ma come ripeto è un parere personale.....scusate, ma io quando sento parlare di queste disgrazie accadute a "bambini", non riesco a pensare tanto razionalmente.
1100 Gs for ever - Peter Lenz
Mah...io a tredici anni le figurine le avevo messe da parte, e smanettavo in tutti i sensi!
NIKOKAPPA
30-08-2010, 09:53
ma fatemi capire...
è morto un pilota e il gp è andato avanti come se nulla fosse?
boh...
Non ci sono molte parole.
Una piccola considerazione però. Ho letto che è stato il più giovane pilota ad ottenere la licenza expert per correre. L'anno scorso aveva già avuto un incidente grave con fratture multiple che avevano reso necessarie diverse operazioni. Io non so se un bambino di 9-10-11 anni abbia la "maturità" per valutare, rischi e conseguenze di una manovra e sappia frenare l'istinto in situazioni limite?
PS. la notizia della morte è arrivata solo in serata. Pare che Lenz sia caduto e sia morto dopo essere stato investito da un altro motociclista di 12 anni.
Sono atterrito dalla notizia appresa ieri durante la telecronaca del GP :(
Non concordo però sulla troppo giovane età.
Mi ricordo benissimo che a 13 anni, con qualche giorno di anticipo sui regolamentari 14, avevo inforcato il Ciao di famiglia che poco dopo si è tramutato in passione pura, con quel Ciao ho fatto di tutto ed i rischi che ho corso sono inerarrabili... :rolleyes:
Penso che quello che ho fatto tra i 13 ed i 18 anni a bordo di moto e motorini su normali strade aperte al traffico sia quanto di più demenziale si possa fare per mettere a rischio la propria e l'altrui vita.
Mi sono calmato solo quando sono riuscito ad entrare in pista.
A 18 anni uscivo da scuola e scappavo a Vallelunga per un turno di prove libere.
Se avessi potuto accedervi già dai 13 anni non avrei dovuto far fare gli straordinari al mio angelo custode... :-o
Poi certo, si muore anche in pista purtroppo. :mad:
è morto un pilota e il gp è andato avanti come se nulla fosse?
Guarda... E' solo da un centinaio di anni di motorsport che si fa così...
La differenza è che ora - per fortuna - i morti sono rari, fino a 40 anni fa, erano rare le gare senza l'incidente mortale :confused:
"Motorsport is dangerous" :confused:
PS Per il resto quoto alla grande Feromone! :cool:
Concordo con Clacla, non mi ricordo di gara sospese per la morte di qualche partecipante!
un ex tk
30-08-2010, 11:13
certo è che fino a 16/18 anni prima di far correre ragazzi in pista andrebbero fatte delle valutzioni di idonietà che esulano dalla condizione fisica e dalla capacità di andare veloci.
Magari viene fatto e non ne sono a conoscenza, però la sensazione che il circo ha bisogno di giovani fenomeni è abbastanza evidente.
ma fatemi capire...
è morto un pilota e il gp è andato avanti come se nulla fosse?
boh...
era una gara minore "collaterale" alla moto GP
fast_robby
30-08-2010, 11:37
sabato ho visto su moto-tv una gara di cross in america. la situazione è sempre uguale: ragazzini di 14/15 anni che sembrano satelliti, con un agonismo e una cattiveria sportiva unita a professionalità che per me, quasi 50enne, è fuori dalla logica.
Ma a quell' età si va a scuola, si cerca di capire e impostare la propria vita futura non le curve o i panettoni...
Resto perplesso... quando arriveranno a vent' anni, pieni di fratture e dolori, senza un titolo di studio e senza un' infanzia degna di tale nome cosa faranno??
Certo, qualcuno di loro diventerà campione di qualcosa e magari avrà due soldi da parte. Ma sarà il 2% di loro, forse... e gli altri??
Flying*D
30-08-2010, 11:39
certo è che fino a 16/18 anni prima di far correre ragazzi in pista andrebbero fatte delle valutzioni di idonietà che esulano dalla condizione fisica e dalla capacità di andare veloci.
adesso cominciano a 6/7 anni con le minimoto.. non che abbiano le prestazioni di una 125, ma a 13 sono gia' anni che girano in pista..
Lo stesso Valentino Rossi ha cominciato a 13 (ma con le minimoto molto prima),non a livello mondiale ma girava gia' con le 125..
Stefano63
30-08-2010, 12:35
Prima dei 16 anni si dovrebbe al max. girare con le minimoto.
Io mia figlia ogni tanto la porto nella pistina qui a Forlimpopoli, perché voglio che impari come si guida una due ruote, con la speranza che una volta che giri su strada sia così esperta.
Lungi da me il pensiero di vederla garreggiare, non mi reggerbbe il cuore.
I ragazzini devono studiare, ma é colpa dei genitori, sempre alla caccia del nuovo fenomeno.
Lamps, Stefano.
NIKOKAPPA
30-08-2010, 12:37
Comunque se fossi un pilota per lutto mi fermerei all'istante
ecchecavolo
feromone
30-08-2010, 12:42
Ma forse sarà che io sono un pò gnocco e quindi non capisco subito al volo......dunque vediamo, per servire a tavola minimo, minimo 16 anni perchè altrimenti è sfruttamento minorile ed è intollerabile che un ragazzino non viva la sua giovinezza spensierata (e fin qui siamo tutti d'accordo).
http://www.altalex.com/index.php?idnot=37932
A dodici anni invece, un ragazzino è libero di correre ai 230 orari in pista "perchè si diverte"....va beh! ma chi vi dice che un bambino non si diverta a fare il barista o a cucinare.......è vietato per legge, punto, ed è giusto.
"Compiuti i 18 anni, età minima allora prevista per l'iscrizione alle gare ufficiali, l'insistenza di Giacomo cominciò a farsi pressante. Il padre, forse temendo d'essere troppo severo, si consultò con l'anziano notaio di famiglia, per sentirne il parere in merito al proprio timore che la motocicletta fosse troppo pericolosa o potesse distrarre il figlio dallo studio. L'austero notaio che era notoriamente saggio, ma anche discretamente sordo, intese "bicicletta" al posto di "motocicletta", e sentenziò: «Dai Aurelio, firma. Fagli fare dello sport. Lo sport fa bene, soprattutto ai giovani. Li tiene lontani da altre distrazioni, altri pericoli.»
Non mi sembra che Agostini o altri, non abbiano avuto una brillante carriera nonostante l'età.
Per le cazzate in strada devono essere le forze dell'ordine ed i genitori ad intervenire........fai il coglione, no problem, 4 schiaffoni ed il motorino in garage.
1100 Gs for ever
in italia prima dei 14 anni solo minimoto/minicross...
All'epoca di Agostini si correva con trabiccoli improbabili su tracciati stradali e per questo i piloti morivano come mosche...
Mi sembra che oggi abbiamo fatto dei bei passi avanti.
feromone
30-08-2010, 12:54
Ma sembra che abbiano fatto dei passi avanti anche nel mondo del lavoro dai tempi delle zolfatare siciliane e quindi perchè allora spostare l'età minima lavorativa a 16 anni (cosa per me giusta, beninteso)?
Va beh! comunque questa è la solo la mia opinione, se siete favorevoli a fare correre in pista in circuiti semiprofessonisti dei bambini, ben venga.........io sono contrario, punto!
1100 Gs for ever
è stata prolungata la scuola dell'obbligo, non era l'intenzione principale risparmiare un anno di lavoro agli adolescenti.
cmq sono dilettanti.
feromone
30-08-2010, 13:04
Com'è noto l'art. 37 della Costituzione prevede che sia la legge a stabilire il limite minimo di età per il lavoro salariato e tale limite è stato disciplinato dall'art. 3 della L. n. 977/1967, che come modificato dall'art. 5 del D.Lgs n. 345/1999, così recita: "............... Infatti l'assolvimento del suddetto obbligo, volto a tutelare la crescita psicointelletiva del minore, fa presumere raggiunta da parte del minore la maturità necessaria affinché possa svolgere legittimamente attività lavorativa.
Il succo della legge mi sembra più questo!
1100 Gs for ever
volto a tutelare la crescita psicointelletiva del minore, fa presumere raggiunta da parte del minore la maturità necessaria affinché possa svolgere legittimamente attività lavorativa.
Ritengo che le gare in moto contribuiscano alla crescita psicointellettiva dei giovani.
Non sono d'accordo al professionismo a quell'età, in quanto l'attività deve essere formativa e non lavorativa... :-o
Va beh! comunque questa è la solo la mia opinione, se siete favorevoli a fare correre in pista in circuiti semiprofessonisti dei bambini, ben venga.........io sono contrario, punto!
già, i bambini dovrebbero giocare con giocattoli innocui, non con qualcosa che più facilmente di altri oggetti può nuocergli
anche il lego fa male, se lo mangi ma...
Ha solo 11 anni e frequenta la California Superbike School. Ha vinto tanto nella sua carriera e promette davvero bene in sella alle sue moto. Il dolce viso fanciullesco inganna!! Chi lo conosce può assicurare che sulle due ruote non fa sconti a nessuno.
Di solito siamo abituati a vedere i bambini giocare tra loro con le famose macchinine su piste costruite in casa. Quante volte abbiamo sognato da piccoli di guidarle? Ancor meglio con le moto. Vuoi mettere la brezza del vento che ti scorre sulla pelle con la sensazione calaustrofobica dell’auto? Perchè allora non realizzare quel sogno?
A questa domanda i genitori di Peter, il bimbetto tutto pepe che scorrazza in pista negli USA e che è diventato già leggenda, avranno dato parecchio peso.
Il piccolo campione può far invidia a molti professionisti, sia per i guadagni da capo giro che provengono da ben 19 sponsor e sia per i podi: 50!! Dal 2006 infatti, ha conquistato 6 campionati regionali e 4 nazionali. Un anno dopo ha vinto 4 gare nazionali, 34 regionali ed ha occupato i primi posti in gare esterne per 14 volte. Numeri da capogiro per un ragazzino di circa 30 Kg, alto poco più di un metro e venti e con lo sguardo proiettato già al futuro nel mondo dei motori.
Guida un Honda RSF150R e corre nel MiniGPX, assistito dal padre e dalla madre in ogni momento, fuori e dentro la pista. Condivide i suoi guadagni con i genitori e vanta diverse collaborazioni con numerose squadre. Ha un sito personale gestito alla grande, dove si possono trovare curiosità e news che lo riguardano.
Le sue passioni non finiscono qui. Amava il calcio e l’atletica.
Sicuramente tutto questo i genitori lo facevano per un disinteressato amore verso il figlio .... secondo me vale sempre la regola che il troppo storpia e Lenz era impegnato in due classi quest’anno, nella 125 Gp e nel trofeo Moriwaki 250 della Federazione Americana, dove era in testa alla classifica...... non so IO al posto dei genitori avrei qualche rimorso!!
la passione lo ha portato ad essere un prodigio,
ma i genitori avrebbero dovuto "calmierare" la sua foga!
Povero Bimbo, un abbraccio!
Se la sfiga non lo avesse preso di mira sarebbe arrivato in MotoGP.
Non vedo attinenze tra il tragico evento e la sua giovane età, dato il curriculum di tutto rispetto.
Altrimenti bisognava fermare anche il precoce Valentino Rossi e farlo diventare geometra con impiego al Comune di Tavullia.
Mansuel,
riconosco il curriculum di tutto rispetto ma probabilmente come ripetuto in diversi post il carico di lavoro probabilmente era esagerato per un tredicenne. Al suo livello era un lavoro a tutti gli effetti, divertente piacevole ed invidiabile ma pur sempre un lavoro con tutti i suoi rischi connessi. Da genitore non negherei a mio figlio il piacere di guidare una minimoto o una moto, come ho fatto io fin da quando avevo 10 anni, ma era divertimento allo stato puro senza responsabilità obblighi e doveri. ;)
e non parlerei solo di sfiga, come dice skorpio,
entrare in un meccanismo così complesso quando si 'è così piccoli,
ti fà perdere di vista
quel già poco spirito di conservazione che si ha quella età.
Mi sembra ragioniate per teoremi precostituiti.
Il poveretto è stato investito da un altro pilota.
Son cose che succedono per sfiga, non per stress agonistico.
Un mio amico morì a 32 anni su una pista di supermotard mentre correva per divertimento, sfiga volle che finisse contro le protezioni insieme alla moto.
A 13 anni era chino sui libri di scuola, come tutti gli altri amici/conoscenti motociclisti che non sono più con noi.
non si tratta di ragionare per teoremi precostituiti (ho un cervello che cerco di far funzionare con il concetto del libero arbitrio ;)).
Non discuto sulla morte del tutto "casuale", non concordo da genitore su come è stata gestita la vita di un tredicenne.
Sono scelte e convizioni del tutto personali ....... probabilmente tu condividi le scelte dei genitori di Lenz, Io no. Da piccolo ho fatto agonistica, anni di sacrificio fatti con piacere e con passione, ma girandoti indietro ti accorgi che "alcune" esperienze fatte dai tuoi coetanei a te mancano!
A tredici anni ti esalti nel fare una cosa diversa, invidiabile etc. etc. e sono i tuoi genitori, i tuoi educatori a doverti consigliare.
Cm sono punti di vista non necessariamente convergenti per cui non preoccuparti di convincermi che il tuo punto di vista sia migliore del mio :)
;)
Cm sono punti di vista non necessariamente convergenti per cui non preoccuparti di convincermi che il tuo punto di vista sia migliore del mio :)
;)
Vivi sereno, non spreco neanche una battuta sulla tastiera per convincere te, così tronfio del glorioso senno di poi.
;)
NIKOKAPPA
31-08-2010, 08:38
Il fatto è secondo me che se oggi se si trova un qualcuno su cui spingere, lo si fa alla gran carriera.
E questo ragazzino a quanto leggo ne era vittima.
A 13 anni se ti gasi e hai qualcuno che ti gasa, è finita.
Dovevano essere i suoi a tirare i freni.
Perchè va bene il successo, le soddisfazioni, i risultati.
MA in ogni cosa che si va bisogna pensare che la salute e la VITA sono la cosa più importante che abbiamo senza le quali il resto è nulla.
Poi può esserci tutta la sfiga o la fortuna che si vuole.
Questo non per chiuderci tutti in casa sul divano o a giocare a scacchi, però la misura ci vuole sempre.
Vivo sereno e ti voglio bene lo stesso! :)
Non è per sterile polemica o per teoremi precostituti. Questo episodio è solo lo spunto per una semplice considerazione generale da parte mia, senza pretesa di verità. Io vedo un ragazzino che a 12 anni lavorava e guadagnava tanto già da un paio di anni, con responsabilità pari a quelle di un adulto. Un ragazzino che l'anno scorso ha avuto un grave incidente ed i ferri dentro ed attorno alla gamba per settimane. Un ragazzino che è stato investito da un altro 12-enne. Faccio fatica a vedere solo casualità in tutto ciò.
Ognuno è libero di fare come vuole, ma io penso che qualunque passione abbiano dei fgli vada incanalata per permettere loro di crescere e maturare anche nel caso non diventassero dei fuoriclasse. Non devono diventare l'ossessione delle nostre ambizioni mancate, riversando su di loro le nostre frustrazioni.
http://www.corriere.it/Media/Foto/2010/08/29/lenz.JPG
http://en.terra.com/addon/img/1cb03da-peter-lenz-crashp.jpg
Gts 1000
31-08-2010, 14:09
Scusate, voi parlate giustamente e in linea di principio sono anche d'accordo, ma non tenete conto del punto di vista del ragazzino.
A quei livelli in qualunque cosa, in qualunque manifestazione umana (non c'entra il motociclismo, ma possiamo parlare di musica o di altre attività in cui essere precoci è normale) spesso si 'asseconda' la volontà straripante del talento più che 'obbligarla'. Credo fosse la sua innata competitività unita, ad un talento straordinario, a spronarlo verso sempre più alti traguardi e i genitori, magari affascinati e da un lato smarriti di fronte a un tale fenomeno, abbiano scelto di fargli vivere la sua vita assecondando il suo talento e non castrandolo. Non è facile decidere cosa fare quando un figlio dimostra una tale palese capacità innata. Un conto sono i soli commenti tra genitori, nonni, zie e zii di quanto è bravo il mio xxx o la mia yyy, un conto è che il proprio figlio sia un vero palese talento.
Se il ragazzo avesse voluto smettere dopo il grave incidente, credo che nessuno l'avrebbe biasimato o avrebbe biasimato i genitori, ma se ha voluto continuare è molto probabile che sia stata una sua scelta, semplicemente avvallata dalla famiglia.
In caso contrario i due genitori avranno una vita di rimorsi veri da sopportare.
Non dimenticate che anche a castrare un talento non è la scelta vincente, perché se uno ha veramente qualcosa da dire in qualsiasi campo, tenderà a dirla con qualsiasi mezzo a prescindere da divieti e dai discorsi dei soliti matusa, che spesso diventano solo perdite di tempo per il giovane. E quanti adolescenti sono morti per inseguire le loro passioni magari in spazi non idonei? Ricordo un'intervista al padre di Rossi in cui lui stesso disse che davanti ad un fenomeno come Valentino (da lui facilmente riconosciuto, come ex pilota) era inutile cercare freni o logiche. Meglio assecondare e sperare nella presenza di un angelo custode robusto.
harry potter
31-08-2010, 14:35
non vedo la differenza tra il fare gare ufficiali, e quella di trovarsi in 4 bocia a 8 anni a correre nel pistino abusivo in riva al fiume :eek:
o fare le discese della "morte" in montagna, a quell'età la coscenza è sottoterra .. lo spirito agonistico non esiste :lol:
per fortuna che qualcuno ci ha sempre guardato giu, ma se sarebbe successo qualcosa senza protezioni (parlo di 15 anni fà usevamo solo il casco ) non sò cosa sarebbe successo visto che non è come in pista che hai assistenza medica.
ben venga incentivare i bambini se nelle possibilità economiche dei genitori a falli correre in pista , sempre a patto che siano LORO a volerlo, e non i genitori stessi come ha detto qualcuno ad inseguire i loro sogni non realizzati :(
Non ci sono molte parole.
Una piccola considerazione però. Ho letto che è stato il più giovane pilota ad ottenere la licenza expert per correre. L'anno scorso aveva già avuto un incidente grave con fratture multiple che avevano reso necessarie diverse operazioni....
.
Ho visto la stessa cosa.
Da genitore, che non sono, vedere un figlio di 11 anni con braccia, polso e ferri nella tibia e perone; beh forse mi avrebbe fatto desistere dal continuare.
Davvero è fuori dalla mia logica,
troppo presto, non si può così presto.
A che prezzo?
Che a 30 anni si ritrovi malconcio? Ok che a 11 anni recuperi in fretta, ma la struttura osseo-musco-scheletrica è ancora da finire.
Alzare l'età minima, di sicuro per gestire certe velocità.
Ok, minimoto, ok 50ini. Ok all'agonismo se il bambino lo vuole, ok alle garette e campionati.
MA AD INDIANAPOLIS correva! Non in una pista lento-media! Non bastano piste più lente?
Spero che i genitori non si sentano in colpa. Io non ci vivrei la notte, ma non mi sarebbe mai venuto da scrivere su FB neanche.
Credo fosse la sua innata competitività unita, ad un talento straordinario, a spronarlo verso sempre più alti traguardi e i genitori, magari affascinati e da un lato smarriti di fronte a un tale fenomeno, abbiano scelto di fargli vivere la sua vita assecondando il suo talento e non castrandolo. ...
incanalare non significa castrare: significa solo sopperire ed intervenire dove prende il sopravvento l'incoscienza e non arriva la maturità per vedere il limite da non superare.
Da piccolo ho fatto agonistica, anni di sacrificio fatti con piacere e con passione, ma girandoti indietro ti accorgi che "alcune" esperienze fatte dai tuoi coetanei a te mancano!
e pensa che molti altri che non hanno avuto la possibilità di fare una attività a livello agonistico hanno i tuoi stessi rimpianti.....
Ho visto la stessa cosa.
Da genitore, che non sono, ........ Io non ci vivrei la notte, ma non mi sarebbe mai venuto da scrivere su FB neanche.
te lo appoggio pienamente ...... sei riuscita ad esprimere meglio di me il mio punto di vista!
Vi segnalo questo articolo di Cristiano Gatti de "Il Giornale" che fa un'amara autocritica su come è stato "trattato" il caso sulla stampa, ma che secondo me riguarda un po' tutti noi "spettatori".
La morte senza lacrime del baby centauro (http://www.ilgiornale.it/interni/la_morte_senza_lacrime_baby_centauro/31-08-2010/articolo-id=470151-page=0-comments=1)
Ci sono giorni in cui viene spontaneo chiedersi che cosa siamo diventati, o che cosa stiamo diventando. È uno di quei giorni. Basta vedere come televisioni e giornali, compreso il nostro, hanno trattato la morte a Indianapolis di un pilota-bambino, 13 anni sbriciolati in moto contro il muro: poco e male, tanto per non avere il buco. Per dire «l'avevamo», per salvare la forma e la reputazione. Ma passione e compassione, commozione e pena, zero. Il timore è che la categoria abbia affrontato l'argomento a testa bassa, oppressa dagli spazi angusti, finendo per valutare nel modo più orrendo: in fondo non è una gara del MotoGp, non c'entra con Valentino e Stoner, praticamente è una notizia minore... Continua (http://www.ilgiornale.it/interni/la_morte_senza_lacrime_baby_centauro/31-08-2010/articolo-id=470151-page=0-comments=1)
Ho letto l'articolo,
mi è piaciuto quel giornalista, davvero.
Vi segnalo questo articolo di Cristiano Gatti de "Il Giornale" che fa un'amara autocritica su come è stato "trattato" il caso sulla stampa, ma che secondo me riguarda un po' tutti noi "spettatori".
L'articolo l'ho trovato opportunista.
Si tratta semplicemente di un morto che non viene dato in pasto al circo mediatico.
Maggior rispetto così.
Quando dice:
Benché precocioni, i 13enni solitamente vanno a sbattere correndo il gran premio della playstation, o caso mai si sbucciano le ginocchia cadendo dalla mountain-bike. Questa è una cosa enormemente più grande, più assurda, più mostruosa.
è anche ipocrita.
Perché di tutti i 14enni che sono morti sul motorino andando a scuola se ne è perso il conto.
Andavano a scuola per costruire il loro futuro, esattamente quello che stava facendo il piccolo motociclista.
Però dire che è morto a Indianapolis fa molto scalpore.
Il mio amico è morto in una pista da supermotard di Rieti, molto più lenta di Indianapolis e soprattutto meno blasonata...
Per morire basta andare a 40 all'ora ed essere molto sfigati.
Perché non vi scagliate contro i bambini prodigio della musica, del cinema, delle scienze, quelli che vanno all'università a 10 anni...
Capisco...
Certamente fare sciacallaggio sul sangue di Indianapolis è più gustoso che prendersela con un pianista di 5 anni che gira il mondo a fare concerti o contro i genitori di un 14enne morto a bordo del suo 50ino mentre andava a scuola.
Certo, visto che tanto si puo' morire uscendo di casa mentre vai a scuola, per colpa di un vaso in testa che cade dal terzo piano...
Perchè non dare le formula 1 ai bambini di 11 anni al posto dei Go-Kart?
Perchè non dare le formula 1 ai bambini di 11 anni al posto dei Go-Kart?
Non stava correndo il TT all'isola di Man.
Non è morto contro il cancello di una casa a Bray Hill :confused:
E' morto in una pista chiusa e supersicura, facendo quello che fanno molti di noi e che io sognavo di fare alla sua età.
Non vedo alcuna correlazione tra i suoi impegni agonistici/professionali e la sua morte.
Sarebbe potuto morire in quel modo senza essere il più bravo, senza essere una promessa o un piccolo prodigio.
Questo è il punto.
A me non interessa che era il più bravo, una promessa o un piccolo prodigio.
A me interessa che puoi correre, così presto con delle moto che ti permettono velocità altissime in piste che richiedono velocità altissime...
Per questo non sono contro l'agonismo dei bambini\ragazzini, ma secondo la mia opinione ci deve essere un limite.
Ai bambini piace fare molte cose e farebbero di tutto (dall'ingozzarsi di dolci al vivere di adrenalina), sta in primis ai genitori e "in secundis" agli adulti tecnici federali delle varie discipline trovarei dei regolamenti seri che li tutelino.
Il resto non mi interessa.
Ah,
ho fatto per 8 anni agonismo di atletica leggera... dagli 11 ai 19 anni compresi.
Vuio piccoli esempi? la IAAF (International Association Athletic Federation) e la FIDAL (la federazione italiana atletica leggera) vietano Under 14 di fare salto con l'asta.
Per dirtene una.
Certo che ognuno la pensa a modo suo.
A me un accadimento del genere (fonte (http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=116759&sez=HOME_SPORT))
La dinamica dell'incidente sembra essere quella della più tragica delle fatalità. Peter Lenz perde il controllo della sua moto nel giro di allineamento e il pilota che lo segue lo investe.
mi atterrisce e non potrebbe essere altrimenti :(
Ma come ripeto, per morire è sufficiente essere investiti a 40 all'ora e tirare in ballo tutto quello che sento non ha molta attinenza al caso specifico.
Non vedo colpe da addossare a nessuno, per questo la notizia nasce e finisce lì.
Ti ricordo che io ho quotato solo l'articolo del giornale.it, dicendo che ho apprezzato quel giornalista... :)
Detto questo, ho espresso la mia opinione non è giusta ne sbagliata, è solo quello che penso in questo momento sulla faccenda.
Condivido Ghiaia e lo stesso ragionamento vale per i piccoli geni in altri campi, la musica, l'arte, i concorsi di bellezza, etc, dove temo spesso prevalga l'ossessione delle ambizioni frustrate di un genitore che carica di responsabilità ed aspettative i figli. Faccio fatica a parlare di passione, quando ci sono (tanti) soldi e responsabilità da adulto in ballo. Io penso sia giusto porre dei limiti ad un bambino e secondo me un bambino di 9-11 anni su una moto superveloce in una gara sulla pista di Indianapolis è fuori luogo. Sta anche ai genitori a volte saper dire di no. Di Valentino Rossi ce n'è 1 su 1000 o più ed ai quei 999 è dovere di un genitore dare gli strumenti per affrontare la vita casomai non diventassero campioni e soprattutto per arrivarci alla vita. Non si parla di castrare i piccoli, solo di incanalare e moderare la passione, perché sia una passione e non una malattia o un lavoro a tempo pieno. Un bimbo non ha la maturità per capire dove stanno i limiti semplicemente perché ancora non è bene in grado di valutare e capire le conseguenze di una azione e solo un genitore può e deve aiutarlo.
Gts 1000
01-09-2010, 15:18
Non volevo più replicare, perché trovo impossibile la mediazione fra le due posizioni, ma una piccola osservazione me la regalo comunque.
Qui non si tratta di decidere se ha più o meno senso morire a 13, 14, 18 o 40 anni, qualunque sia l'attività che si sta svolgendo, perché il senso della vita e della morte si può solo accettare e mai capire, ma se ha senso dare la vita per qualcosa in cui si crede, che ti brucia dentro, di cui si hanno le capacità e il talento per farla a prescindere dall'età, o se ha più senso vivere e basta, perché la vita è il dono più importante (che comunque perderai...).
Scusate ma su questa posizione non sono affatto d'accordo.
Tutta l'esistenza del genere umano è costellata da persone che hanno vissuto e sono morte anche in giovane età per difendere le passioni e gli ideali in cui credevano, sono le persone che hanno fatto diventare la nostra società quella che è, nel male ma soprattutto nel bene, che hanno dato voce alla loro forza interiore perché quella era la loro realizzazione vera, costi quel che costi. Il povero e sfortunato Peter - visti i risultati conseguiti - era uno di questi, forse uno dei migliori, e stava cercando il SUO futuro in qualcosa che aveva le capacità e il talento per fare al meglio (altrimenti non l'avrebbe fatto, perché era lui che correva e vinceva non suo padre o sua madre) e che avrebbe regalato a noi fra qualche anno magari emozioni straordinarie, come i piloti che tanto osanniamo oggi.
Sembra che il must sia, meglio 30.000 giorni da pecora (la vita media) che 10 da leone, anche se tu SEI un leone, perché la vita è il bene più prezioso. Quale vita? Quella della pecora? Al leone non interessa, la vivrebbe male, perennemente maledicendo di essere un leone travestito da pecora. Come alla pecora giustamente non interessa quella del leone, che non riesce a capire.
Parlate di giovani talenti musicali, presupponendo genitori schiavisti che per puro interesse obbligano figli vittime ad esibirsi, è molto iconografico ma ignorate che il vero sincero talento ama esibirsi, perché sa ed è coscio della sua diversità (io senza volervi sembrare presuntuoso, ero uno di questi...). Ho letto un commento di un ragazzo a questa vicenda. Inveiva contro una madre iperprotettiva, che gli aveva impedito con le sue paure di andare avanti nella disciplina dei tuffi. Inveiva perché non avrebbe mai più saputo dov'era il suo limite, dove poteva arrivare ed era condannato tutta la vita a vivere col il rimorso. E' una CONDANNA, non un regalo vivere senza tentare per chi può e ha il talento per farlo, e tentare ha delle regole e necessita di una certa dose di fortuna. Quella che è mancata al povero Peter.
R.I.P.
P.S. Ho anche apprezzato il commento di un padre che diceva come in Italia si passi dalle mini alle midi-moto aspettando almeno i 14/15 anni per poter gareggiare in 125. Ma in America si tende a strafare e questo da un lato ci regala la cultura dominante di questo momento storico, e dall'altro le vittime di questa cultura.
....... Ma in America si tende a strafare e questo da un lato ci regala la cultura dominante di questo momento storico, e dall'altro le vittime di questa cultura.
L'allenatore di mio figlio (8 anni) ha sempre detto ai genitori + "impazienti" che i bambini devono approcciare allo sport per divertimento e piano piano crescere; in tanti partono in tromba convinti dei risultati eccelenti conseguiti in tenerà età per poi scoppiare come bolle di sapone o perchè dopo un'exploint iniziale il bimbo non era nulla di eccezionale o perchè, nella stragrande maggioranza, i bimbi raggiunta l'età di 13/14 anni si rompono i cooni di una vita agonistica fatta di monotonia e di rinuncie!!!!
I vari Valentino Rossi sono casi rari, quadrifogli in prati di trifogli ..... molti genitori credono, pensano, sperano di avere un YURI CHECHI, un MARADONA, CARLA FRACCI o VALENTINO ROSSI .... si allenano d'inverno 5 giorni alla settimana il WE le gare e d'estate gli stage ....
L'avviamento allo sport è importantissimo ma credo che alcuni sport siano poco indicati per le giovani età!
Come molti sanno io pratico il paracadutismo, disciplina vietata al disotto dei 16 anni! è uno di quei sport dove il livello di attenzione e di stress è sempre alto e dove l'errore umano ha, spesso, brutte conseguenze ........ un ragazzo di 12/13 o 14 garantisce sempre attenzione e sopportazione di alti livelli di tensione? ..... il caso eccezionale si..... ma il comune mortale?
X MANSUEL: è sempre triste quando si muore e questo è insidacabile... ma come puoi paragonare il ragazzo che muore durante una gara e lo sfortunato sul ciao che ci lascia le penne andando a scuola??????????:rolleyes:
allora paragoniamo il paracadutista che muore ad uno altrettanto sfigato che è su un 737 e precipita per un'avaria ...... il mezzo è lo stesso ma l'utilizzo le finalità sono completamente diverse ......................
OVVIAMENTE per coerenza se tuo figlio ti chiedesse di andare in moto e darsi al freestyle tu faresti i salti di gioia ;)
Gts 1000
01-09-2010, 17:56
in tanti partono in tromba convinti dei risultati eccelenti conseguiti in tenerà età per poi scoppiare come bolle di sapone o perchè dopo un'exploint iniziale il bimbo non era nulla di eccezionale o perchè, nella stragrande maggioranza, i bimbi raggiunta l'età di 13/14 anni si rompono i cooni di una vita agonistica fatta di monotonia e di rinuncie!!!!
Sono assolutamente d'accordo, e credo che siano molti di più i genitori convinti di avere un talento in casa, che i ragazzi con talento che stanno a casa per colpa di genitori apprensivi.
Ma è la mentalità che mi lascia un po' perplesso, il trasformare una sfortunata disgrazia (Indianapolis è un circuito sicurissimo, muori veramente solo se qualcuno ti investe...) in un processo alle intenzioni. Sul Corriere l'articolo su Peter era imbarazzante dalla dose di qualunquismo che emanava, (molti se ne sono lamentati a prescindere...) e ovviamente spesso si leggevano commenti del tipo: "meglio un asino vivo che un cavallo morto."
Peccato che a parlare fossero sempre e solo gli asini (senza offesa per la razza)... :lol:
R.I.P.
è anche ipocrita.
Perché di tutti i 14enni che sono morti sul motorino andando a scuola se ne è perso il conto.
Senza dimenticare i bambini che moiono di fame, altrimenti si perde di obbiettività :confused:
Ritengo che, come talvolta accade, si stia affrontando un caso per il quale è estremamente difficile, se non impossibile, stabilire il limite tra giusto e sbagliato. E' importante parlarne ma è impossibile dare un giudizio definitivo. I bambini spinti al virtuosismo (o di per sè virtuosi) ci sono sempre stati e, purtoppo (o per fortuna), ci saranno sempre.
Altrimenti non avremmo i Mozart ed i Valentino Rossi.
Forse è bene che, anzichè dare giudizi affrettati sul comportamento degli altri, semplicemente abbracciamo idealmente per l'ultima volta quel povero ragazzino, che potrebbe essere nostro figlio e subito dopo, risparmiando fiumi di parole, ci fermiamo a pensare se e come siamo in grado di comprendere e guidare i desideri, le capacità e le scelte dei nostri di ragazzini. Se li stiamo solo caricando delle nostre frustrazioni esponendoli a comportamenti o a rischi estremi, se li stiamo soffocando con le nostre paure o se li stiamo invece aiutando a trovare la loro dimensione, la loro felicità ed a costruire il loro futuro. E' già difficile dare una risposta a questa domanda, figuriamoci se possiamo pretendere di giudicare per conto di quella povera famiglia di cui non sappiamo quasi nulla.
Sembra che il must sia, meglio 30.000 giorni da pecora (la vita media) che 10 da leone, anche se tu SEI un leone, perché la vita è il bene più prezioso. Quale vita? Quella della pecora? Al leone non interessa, la vivrebbe male, perennemente maledicendo di essere un leone travestito da pecora. Come alla pecora giustamente non interessa quella del leone, che non riesce a capire.
Parlate di giovani talenti musicali, presupponendo genitori schiavisti che per puro interesse obbligano figli vittime ad esibirsi, è molto iconografico ma ignorate che il vero sincero talento ama esibirsi, perché sa ed è coscio della sua diversità (io senza volervi sembrare presuntuoso, ero uno di questi...).
Anche io non volevo strumentalizzare il caso specifico, di cui peraltro non sappiamo altro e chiudo con questa considerazione. In generale, io credo che sia una questione di ragionevolezza e che sia possibile che un figlio segua la strada dell'attività agonistica ma si prepari anche alla vita. Se mio figlio fosse appassionato certo non gli vieterei di gareggiare o passare gran parte del tempo ad allenarsi, ma deve esserci un limite, deve anche pensare ad un futuro dove potrebbe non essere un genio, soprattutto a 10 anni. Quindi non si tratta di scegliere tra pecora e leone (che ad essere precisi rischia molto meno della pecora) un'immagine romantica quanto fuorviante della vita, ma di essere capace se fossimo tutti in un branco di pecore o di leoni di seguire i propri ideali e realizzare le proprie ambizioni anche andando contro corrente. Si tratta di essere genitori responsabili ed aiutare i figli a crescere e maturare nel rispetto delle loro passioni e nel rispetto delle loro predisposizioni, ma anche dando loro gli strumenti per affrontarla questa vita.
Parlo da padre che si confronta con tanti altri genitori e che vede come la competitività dei genitori comincia già nella culla. Mia figlia già parla, mio figlio legge, mio figlio conta fino a cento. Ben venga la competitività perché ci aiuta a migliorare sempre, a patto che sia sana e che non ci faccia diventare dei frustrati ossessi. Essere competitivi in modo ossessivo, sempre e comunque, per tornare a quanto sopra, in questo mondo è forse più da pecore che da leoni (a mio modesto avviso). La cosa triste è che questi bambini vengono continuamente lodati ed abbracciati per le loro prestazioni "eccezionali", quasi fossero amati per quello e non perché un padre ama un figlio incondizionatamente. Le conseguenze secondo me rischiano di essere devastanti, soprattutto se il nostro piccolo non è un genio, ne faremo un adulto frustrato ed insoddisfatto, ma anche fosse un genio non credo lo aitueremmo. Citate sempre Mozart e Mozart è stato un genio unico, un regalo all'umanità, ma Mozart ha pagato un prezzo altissimo per essere Mozart. Da genitore io vorrei che mio figlio si possa realizzare, dandogli gli strumenti per esserlo, sia che fosse un Mozart, sia che fosse una persona qualunque. Perché è altrettanto pieno di Mozart mancati perché frustrati dalle ambizioni dei genitori e bruciati anzitempo.
Sembra che il must sia, meglio 30.000 giorni da pecora (la vita media) che 10 da leone, anche se tu SEI un leone, perché la vita è il bene più prezioso. Quale vita? Quella della pecora? Al leone non interessa, la vivrebbe male, perennemente maledicendo di essere un leone travestito da pecora. Come alla pecora giustamente non interessa quella del leone, che non riesce a capire.
Parlate di giovani talenti musicali, presupponendo genitori schiavisti che per puro interesse obbligano figli vittime ad esibirsi, è molto iconografico ma ignorate che il vero sincero talento ama esibirsi, perché sa ed è coscio della sua diversità (io senza volervi sembrare presuntuoso, ero uno di questi...).
Anche io non volevo strumentalizzare il caso specifico, di cui peraltro non sappiamo altro e chiudo con questa considerazione. In generale, io credo che sia una questione di ragionevolezza e che sia possibile che un figlio segua la strada dell'attività agonistica ma si prepari anche alla vita. Se mio figlio fosse appassionato certo non gli vieterei di gareggiare o passare gran parte del tempo ad allenarsi, ma deve esserci un limite, deve anche pensare ad un futuro dove potrebbe non essere un genio, soprattutto a 10 anni. Quindi non si tratta di scegliere tra pecora e leone (che ad essere precisi rischia molto meno della pecora) un'immagine romantica quanto fuorviante della vita, ma di essere capace se fossimo tutti in un branco di pecore di seguire i propri ideali e realizzare le proprie ambizioni anche andando contro corrente. Si tratta di essere genitori responsabili ed aiutare i figli a crescere e maturare nel rispetto delle loro passioni e nel rispetto delle loro predisposizioni, ma anche dando loro gli strumenti per affrontarla questa vita.
Parlo da padre che si confronta con tanti altri genitori e che vede come la competitività dei genitori comincia già nella culla. Mia figlia già parla, mio figlio legge, mio figlio conta fino a cento. Ben venga la competitività a patto che sia sana e ci aiuti a fare sempre meglio, e che non ci faccia diventare dei frustrati ossessi. Essere competitivi, sempre e comunque per tornare a quanto sopra è forse più da pecore che da leone a mio modesto avviso. La cosa triste è che questi bambini vengono continuamente lodati ed abbracciati per le loro prestazioni "eccezionali", quasi fossero amati per quello e non perché un padre ama un figlio incondizionatamente. Le conseguenze secondo me rischiano di essere devastanti, soprattutto se il nostro piccolo non è un genio, ne faremo un adulto frustrato ed insoddisfatto. Citate sempre Mozart e Mozart è stato un genio unico, un regalo all'umanità, ma Mozart ha pagato un prezzo altissimo per essere Mozart e morì solo ed in disgrazia. Da genitore io vorrei che mio figlio fosse felice, dandogli gli strumenti per esserlo, sia che fosse un Mozart, sia che fosse una persona qualunque. Perché è altrettanto pieno di Mozart mancati perché frustrati dalle ambizioni dei genitori.
Si tratta di essere genitori responsabili ed aiutare i figli a crescere e maturare nel rispetto delle loro passioni e nel rispetto delle loro predisposizioni, ma anche dando loro gli strumenti per affrontarla questa vita.
Senza polemica ma proprio per focalizzare il punto.
Dedicare molto tempo ad una attività diversa dallo studio (sport, gare motoristiche, arti di vario tipo come musica, pittura, spettacolo) ritengo che non sia il male assoluto, anzi.
Qualsiasi attività se svolta con impegno, metodo e passione sono del parere che insegni a vivere più che la teoria scolastica.
Chi non "sfonda" si ritrova comunque in mano una serie di competenze da utilizzare nel settore.
Questo ovviamente solo se ha lavorato bene, impegnandosi.
Da giovane frequentavo un meccanico dove facevano base fissa due ragazzi come me che iniziavano a correre in moto.
Erano entrambi molto promettenti ed hanno iniziato a vincere progredendo velocemente nei campionati più importanti.
Uno ha sfondato ed ora fa il pilota professionista, si chiama Max Biaggi.
L'altro si è fermato al campionato europeo, non è riuscito a proseguire ed ora fa il tester presso una rivista di settore e lavora in un negozio di moto con competenza e professionalità.
Quest'ultimo è più felice della vita di molti miei amici laureati in lettere "costretti" a fare i commessi...
Perché anche nel settore degli scolasticamente avanzati c'è chi sfonda e chi no.
Gts 1000
02-09-2010, 14:07
Quindi non si tratta di scegliere tra pecora e leone (che ad essere precisi rischia molto meno della pecora) un'immagine romantica quanto fuorviante della vita
Essere competitivi, sempre e comunque per tornare a quanto sopra è forse più da pecore che da leone a mio modesto avviso.
Credo che il discorso sul povero Peter si possa concludere qui, come spero io e come chiesto anche da altri; mi farebbe però piacere capire perché pensi che essere LEONE sia meno rischioso di essere PECORA e perché essere competitivi sia più da pecora che da leone. La cosa triste è che questi bambini vengono continuamente lodati ed abbracciati per le loro prestazioni "eccezionali", quasi fossero amati per quello e non perché un padre ama un figlio incondizionatamente.Questa è una visione auspicabile che ti appoggio pienamente, ma che rispecchia forse più un ideale che la realtà delle cose Citate sempre Mozart e Mozart è stato un genio unico, un regalo all'umanità, ma Mozart ha pagato un prezzo altissimo per essere Mozart e morì solo ed in disgrazia. Mozart era un illustre testa di ca@@o come uomo, viziato, incapace di prendersi alcuna responsabilità, con le mani bucate, abituato alla bella vita. Il padre era una delle personalità più eminenti della sua epoca nel suo strumento e il suo Trattato di violino è stato usato fino ai giorni nostri. Era una specie di Uto Ughi dell'epoca, e i figli (Mozart aveva una sorella più grande) hanno potuto girare di corte in corte, essere vezzeggiati da regine e sovrani, essere quello che nessuno dei loro coetanei avrebbe mai potuto essere. Non pensare con la mente del poi, magari dopo aver visto Amadeus, perché quella è la visione romantica del genio, ma nei fatti ci sono tante cose che non tornano, a partire dall'originalità di molte sue composizioni come ad esempio Nozze di Figaro o la Jupiter. Pensa poi che all'epoca erano rarissimi i bambini a cui era concesso studiare musica a livello professionale, ed era un privilegio assoluto, non essendo nobili, potersi permettere una tale visibilità.
All'epoca il musicista era un servo come tanti altri (non che oggi sia molto diverso) e suonare uno strumento era complesso allora come lo è oggi, con la differenza che allora c'era solo Mozart (e pochi altri) e oggi i bambini prodigio sono migliaia. E se le leggi della domanda ed offerta non valgono solo per le patate, il livello richiesto probabilmente era molto più basso.
Comunque leggiti se ti fa piacere:Giorgio Taboga L'assassinio di Mozart
http://itis.volta.alessandria.it/episteme/ep5/Ep5-mozart.htm
Sembra che il must sia, meglio 30.000 giorni da pecora (la vita media) che 10 da leone, anche se tu SEI un leone, perché la vita è il bene più prezioso.
Per stemperare la situazione mi viene in mente la battuta di troisi a lello Arena ........ Tonino ma perchè sempre a dire meglio un giorno da leone che 100 da pecora .... fai 50 giorni da orsacchiotto così non fai la figura della pecora e campi di + del leone!!! :lol:
http://www.youtube.com/watch?v=ANURdM6d_4A
Troisi: geniooooo
ecco, mi sono ribaltato dalla sedia e mi sono rotto un braccio
:sign5:
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