Visualizza la versione completa : [lungo] report turchia luglio agosto 2009
milkplus
10-09-2009, 23:05
Eccomi! Finalmente posso iniziare a pubblicare il report della mia vacanza in moto con zainetto in Turchia! :cool:
INFORMAZIONI GENERALI
Giorni totali: 28
Km percorsi: 9400 circa
Soldi spesi in TOTALE: EUR 3500,00 circa (comprese l'assicurazione sanitaria e le gomme prima della partenza)
Moto: Oscar, BMW R 1100 GS del 1998
ASSICURAZIONI
RCA con carta verde, furto/incendio e assistenza stradale. Polizza sanitaria Mondial Assistance.
ATTREZZATURE BAGAGLIO
Valige laterali rigide in alluminio con borse interne; 1 sacca a rotolo impermeabile da 50 litri da legare sul portapacchi; 2 sacche a rotolo impermeabili da 10 l da legare sopra le valige laterali; borsa serbatoio.
ATTREZZATURE VARIE E RICAMBI
Cavo frizione; chiave per registrare la frizione; cinghie di scorta; attrezzi vari essenziali; fascette di plastica; fil di ferro; guanti; lampadine di ricambio.
INDUMENTI
Io per la moto: giacca e pantaloni Rallye 2 Pro; stivali goretex; guanti estivi e antipioggia.
Silvia per la moto: giacca e pantaloni impermeabili da moto; stivali goretex; guanti estivi e antipioggia.
Abbigliamento in generale essenzialmente estivo con un paio di jeans, una felpa e un giubbotto a testa.
GPS, CARTINE E GUIDE
Cartina stradale Eurocart della “Turchia” con scala 1:800000; navigatore GPS con cartografia europea e cartografia turca navigabile con dettaglio delle citta' maggiori; guida Lonely Planet della “Turchia”; frasario Lonely Planet “Capire e farsi capire in Turco”.
INTRODUZIONE
Eccomi qua, a scrivere il diario di un'altra splendida vacanza in moto: io, Silvia e la nostra moto in giro per la Turchia fino al Kurdistan turco.
Questo progetto di vacanza e' nato nei primi mesi del 2008 e avremmo dovuto realizzarlo l'estate dello scorso anno, ma ai primi di luglio salto' e andammo in Spagna del nord e in Portogallo, come alcuni di voi sanno. Di conseguenza il progetto fini' nel cassetto in serbo per l'anno successivo e cosi' e' stato con nostra immensa gioia! :)
Nei mesi che vanno da febbraio a giugno 2009 abbiamo cercato sempre piu' informazioni e racconti di esperienze simili su internet, abbiamo letto e riletto la nostra guida, la Lonely Planet, e infine messo a punto un programma di massima da seguire nel mese in cui saremmo stati in Turchia, da meta' luglio a meta' agosto. Inizialmente volevamo visitare anche la Turchia occidentale con tutta la costa mediterranea, da Troia a Pergamo, da Izmir a Pamukkale, da Efeso a Fethiye, la via licia e la costa fino ad Antalia. Poi abbiamo lasciato perdere, rinviato ad una seconda possibile vacanza e ci siamo concentrati sulle regioni interne, su una parte di costa del Mar Nero e su quelle piu' ad est ai confini con Georgia, Armenia, Iran, Iraq e Siria, diciamo quindi nel Kurdistan! :)
Eh si', perche' il nostro obbiettivo non e' stato la Turchia ricca e agiata dell'ovest, ma la Turchia piu' povera e vera, quella dove il turismo di massa non e' ancora arrivato, dove le persone vivono di semplice agricoltura e pastorizia in campagna o di piccoli negozi nelle citta' e dove quei pochi turisti presenti sono considerati tantissimo, da trattare con il massimo rispetto e ospitalita'.
Mi fermo qui con l'introduzione, vi lascio a leggere il nostro piccolo diario giorno per giorno e spero possa suscitare qualche emozione e che magari possa essere utile a chiunque abbia voglia di cimentarsi in una avventura simile.
Percorso di andata e ritorno fino a Edirne:
http://www.atzori.net/mix/turchia-map_andata.JPG
Percorso in Turchia:
http://www.atzori.net/mix/turchia-map.JPG
milkplus
10-09-2009, 23:13
giovedi' 16/07/09, Pisa – Fernetti 460 km
Il momento e' arrivato, oggi si parte finalmente! Alla fine abbiamo deciso di partire dopo cena in modo da viaggiare di notte in Italia e in una parte della Slovenia e avere così tutta una giornata davanti per proseguire fino a che il fisico e la mente lo consentono... :)
Nel pomeriggio carico la moto (sembra quasi un camion!) e mi riposo, o meglio l'intento e' quello di riposarsi, ma l'adrenalina della partenza e' troppa! Quindi dopo essermi rigirato nel letto per quasi due ore, esco e vado a salutare il mio amico Imdat al suo Kebab Restaurant a Cascina. Lo cito: “Nicola se hai qualche problema, tu chiama che io chiamo subito!”, che mito! :)
Dopo cena, dopo aver salutato i nostri genitori, alle 9,30 di sera finalmente partiamo, vestiti da buoni motociclisti e caricati al massimo per la vacanza! Direzione: Firenze, Bologna, Ferrara, Padova, Venezia e...
Fernetti:
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venerdi' 17/07/09, Fernetti – Nis 850 km
... Trieste con la frontiera Italia-Slovenia vicino a Fernetti! Era ora, sono le 2,30 di notte e ci fermiamo per una sosta all'Autogrill, la seconda dopo aver messo una volta benzina, questa volta piu' lunga anche per rifocillarsi un po' con panino e redbull, il sedere si sta gia' appiattendo... Qui compriamo la vignetta per l'autostrada slovena e un po' di sfortuna ci coglie subito: ci danno quella automobilistica e non quella motociclistica perche' non ce l'hanno e quindi la paghiamo il doppio, vabbeh pazienza! Rimettiamo il pieno di benzina e ripartiamo! :)
L'entrata in Slovenia e' stata un po' fredda, in moto di notte in autostrada fra le tre e le quattro fa veramente freddo anche se siamo a luglio. Direzione Ljubljana, la capitale slovena, e poi Zagreb, quella croata!!!
Piano piano le ore passano e arriva il giorno, ci vediamo l'alba in moto visto che la direzione e' verso est. Che spettacolo... L'autostrada slovena, non e' per niente male, il paesaggio che ci circonda e' parecchio vario e asfalto e segnaletica sono ottimi, quasi da invidiare rispetto ai nostri!
Lungo il tragitto notiamo sempre piu' auto provenienti da tutta l'Europa: Svizzera, Germania, Austria, Olanda, Belgio. Inizialmente pensiamo, accidenti quanti turisti... Poi ci rendiamo conto, osservando per bene le persone all'interno, che non sono turisti, ma Turchi che rientrano in patria per le ferie estive; migliaia di macchine europee piene di turchi! E infatti alla frontiera fra Slovenia e Croazia, abbiamo la conferma: c'e' una bella coda di auto davanti a noi, quasi tutte piene di famiglie turche, tante delle quali a bordo strada, che prendono il te' e dove la maggior parte delle donne adulte porta un velo in testa. Fortunatamente in moto si riesce a passare oltre la maggior parte dei veicoli in coda e cosi' verso le 10 siamo in Croazia!
La strada ora si fa piu' pesante da percorrere in quanto dal confine sloveno-croato fino a Belgrado, in Serbia, il paesaggio che ci circonda e' una enorme pianura quasi tutta uguale: campi di mais e girasoli alternati a zone di bosco e zone incolte; il caldo e la stanchezza si fanno sentire ancora di piu' su una lunghissima autostrada dritta e tutta sotto il sole di luglio... :(
Pranziamo con un panino e una redbull in una stazione di servizio dopo aver messo benzina e ci riposiamo un po'. Ah, qui in Croazia accettano tranquillamente l'Euro, speriamo solo che non applichino un cambio tutto a loro favore! ;)
Verso le due del pomeriggio arriviamo alla prima vera frontiera, fra Croazia e Serbia: siamo abbastanza tesi, qui ci vuole il passaporto e devono mettere il timbro di entrata in Serbia, che e' completamente fuori dalla UE e dall'Euro e dove quindi i controlli sono un po' piu' lunghi. Mentre superiamo lentamente la coda di macchine 'euroturche', ci blocca una pattuglia della polizia croata perche' siamo nella corsia di emergenza. Direte: 'Hanno fatto bene, si sta in fila!' Beh, credetemi se aspettaste in fila sotto il sole di luglio in fondo ad una coda di qualche chilometro e tutti vestiti bardati da moto, lo fareste anche voi... ;) E poi gli automobilisti in fila se possono si spostano per farci passare, quindi no problem, non si da' fastidio a nessuno! I poliziotti comunque, dopo qualche battuta sul fatto che fossimo italiani, con un italiano dall'accento abbastanza meridionale, tendente al siciliano, ci lasciano andare. Vi lascio pensare alla strana sensazione provata in questo momento... :(
Ed eccoci qua, siamo in Serbia. Che emozione seguire il cartello Beograd! Ormai siamo agli sgoccioli, la stanchezza si fa sentire e quasi ogni 120 km si fa una sosta per far rilassare le chiappe, piu che altro le mie, visto che Silvia e' una roccia ed e' sempre abbastanza carica. Mentre si va avanti sulla nostra strada, iniziamo a scorgere le sagome dei palazzoni grigi di Belgrado davanti a noi. Questa citta' si trova alla fine della pianura che parte dalla Slovenia e all'inizio di una regione collinare che arriva fino quasi in Bulgaria... !
L'autostrada purtroppo finisce alla periferia della citta' e dopo diventa una grande bretella a 4 corsie che passa all'interno con semafori, rampe e incroci a raso, un caos non indifferente, specialmente se pensiamo a tutto lo smog che respiriamo. Eh si' perche' qui in Serbia la maggior parte dei mezzi sono macchine, pullman, furgoni e camion di vent'anni fa, che vanno a gasolio e a benzina rossa e che inquinano un bel po'! Notiamo spesso tante macchine uguali, le Zastava 128 e Yugo, utilitarie dell'epoca socialista degli anni Settanta e Ottanta, quasi tutte rosse e scassate, rispettivamente quasi identiche alle Fiat 128 e 127. Che carine che sono! :)
Alle sei arriviamo a Nis, ultima citta' serba prima della Bulgaria, immersa tra i monti e in una bella vallata. Nella periferia notiamo che le auto sono vecchie e gli autobus ancora di piu'. La vita scorre tranquilla e non e' per niente frenetica, sembra di essere indietro di una ventina di anni, con tanti piccoli negozi e attivita' di base, come meccanici e gommisti. Ah, ovviamente ogni tanto si vede qualche macchina nuova, ma soprattutto macchinoni BMW, Audi e Mercedes; le proporzioni sono circa otto macchine vecchie a una nuova e abbastanza grossa! :) Nis e' piccola e molto accogliente, il centro storico somiglia un po' alle piccole citta' dell'Alto Adige, come Bolzano e Bressanone, con dei begli edifici in stile nordico abbastanza ben tenuti.
Adesso non ci resta che cercare un albergo per la notte e alla fine seguiamo i consigli di due passanti, da cui all'inizio diffidavamo e che conoscono l'inglese meglio di noi, e andiamo al 'The Regent Club', un quattro stelle, il migliore della citta' e con un bel parcheggio chiuso: si sa la moto deve stare al sicuro... ;) La stanza costa 80 euro compresa la colazione, ma li vale tutti, curata e pulita, diciamo che da noi una stanza simile costa tranquillamente dai 120 euro in su! :)
Dopo una bella doccia rigenerante ci buttiamo sul corso principale del centro che e' vivissimo! Tanti locali, ristoranti, bar, pub e negozi di abbigliamento pieni di persone. Tutti sono ben vestiti e all'ultima moda occidentale, uomini e donne, soprattutto dai 20 ai 40 anni. Beh, mentre si entrava in citta', sembrava di essere a vent'anni fa, ma qua per niente, evidentemente siamo nella zona piu' chic e ricca.
In un piccolo ristorantino mangiamo un piatto tipico serbo a base di carne, la pljeskvica, con contorno di pomodori, formaggio e una birra a testa. Il tutto per la modica cifra di 9 euro... Che bello! :)
Ma ora andiamo a letto, anche se sono solo le 10 siamo completamente distrutti, 1310 chilometri in moto in quasi 20 ore... Domani direzione Edirne in Turchia con attraversamento completo della Bulgaria, e vai! La meta e' vicina.
sabato 18/07/09, Nis – Edirne 540 km
Ore 7,30, suona la sveglia... Beh, e' ora di fare colazione per poi ripartire quanto prima! Anche perche' in Bulgaria scatta il fuso orario e l'orologio va avanti di un'ora.
La strada da Nis alla frontiera e' normale, una semplice statale a 2 corsie e di conseguenza e' un po' trafficata, visto che tutti passano da li', compresi i camion. Essendo comunque sabato si scorre abbastanza bene e anzi riusciamo anche a goderci il paesaggio, con tutti i piccoli paesi di campagna vicino a Pirot.
Ma eccoci alla frontiera: alla dogana serba ci chiedono il passaporto, lo timbrano e ci ritirano il cartellino di registrazione alle autorita' che ci hanno dato all'albergo. Alla dogana bulgara invece c'e' una corsia dedicata per i cittadini UE, quindi l'ingresso e' molto rapido. Appena passata la dogana ci fermiamo subito per acquistare la vignetta per l'autostrada bulgara, la quale e' gratuita per le motociclette, ottimo! :)
Man mano che maciniamo chilometri verso Sofia sulla mitica E80 che arriva fino all'Iran, ci accorgiamo che le strade sono sempre peggio: asfalto pessimo con spaccature, dossi e avvallamenti, dovuto sicuramente al traffico pesante. Arrivati nella periferia di Sofia insieme ai tanti turchi di rientro in patria, imbocchiamo la tangenziale, o meglio la statale che svolge tale funzione... Ci ritroviamo infatti su una strada a due corsie stretta, trafficatissima, piena di buche e molto dissestata. La ciliegina sulla torta sono i tanti posti di blocco della polizia con tanto di radar montato che non aspettano altro di far multe. E noi, essendo al momento l'unica moto in giro, veniamo un po' squadrati. Beh, inutile dire il disagio provato...
Superata Sofia, continuiamo sulla statale per poi prendere l'autostrada verso Plovdiv; uno stradone dritto, anche questo non in buone condizioni, ma si riesce a viaggiare bene per arrivare alla nostra meta! :)
Qui in Bulgaria le auto sono come in Serbia, se non peggio: tutte vecchie e mezze scassate. Per non parlare di camion, pullman e furgoni, vere e proprie ciminiere! Ma dobbiamo abituarci, anche in Turchia ci saranno tanti mezzi di questo genere. Dopo un pranzo in stazione di servizio ci avviciniamo sempre di piu' a Svilengrad, l'ultima citta' bulgara prima della Turchia. Il traffico e' notevole, centinaia di macchine piene di turchi vanno verso Edirne!
Arrivati alla frontiera l'uscita dalla Bulgaria e' rapida, ma l'entrata in Turchia no, ci parte un'ora buona con tutti i controlli e le registrazioni di routine. Fortunatamente la vista in lontananza di una coppia di minareti di una moschea ci fa trepidare, siamo arrivati!!! :)
Sono le 7 di sera e siamo appena arrivati nel centro di Edirne, citta' veramente curata, pulita e coloratissima fra edifici vecchi e nuovi e le tante aiuole. Ci fermiamo per cercare l'albergo e Silvia mette subito mano alla guida: se l'e' studiata per bene e ieri sera prima di dormire l'abbiamo ripassata! :) La fortuna vuole che imbocchiamo proprio la strada degli alberghi del centro, dove un ragazzo turco e un signore francese in viaggio di lavoro ci assistono nella ricerca di un buon hotel con il posto per la moto. Cosi' troviamo il “Park Hotel”, con tanto di parcheggio sotterraneo chiuso per la notte, ottimo! Staremo qui due notti per la modica cifra di 100 euro colazione compresa, o meglio, kahvalti compresa :).
Dobbiamo recuperare un po' di energie dopo i piu' di 1700 chilometri fatti in neanche due giorni... Cosi' dopo essersi sistemati nella nostra stanza, un po' anonima, ma pulita e con aria condizionata, ci facciamo una bella doccia e usciamo. Prima di andare a mangiare qualcosa per cena, cerchiamo un bancomat. Si', infatti abbiamo deciso di prelevare sempre con bancomat e di non cambiare gli euro negli uffici di cambio dove i tassi sono un po' troppo sfavorevoli. Ma arriviamo alla cena! Cosa avremmo potuto mangiare se non un bel piatto di kebab di mucca con tanto di verdure, yogurt e pane tipo piadina? Eheh, qui si inizia e si finisce veramente bene con un dolce tipico, il kunefe, fatto con frumento, formaggio fuso e servito caldo con il miele, una vera delizia! :)
Prima di rientrare in hotel ci facciamo una passeggiata lungo il corso principale, molto carino e pieno di persone a passeggio. Notiamo subito che in giro ci sono donne tranquillamente vestite alla maniera occidentale e donne con il velo in testa, sia con il viso coperto che scoperto.
Bulgaria:
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Dogana di Edirne:
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Edirne:
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Dai dai... leggerò tutto sognando a occhi aperti!!
E grazie del report, ovviamente! :) ;)
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milkplus
10-09-2009, 23:17
domenica 19/07/09, Edirne 0 km
Ah finalmente un giorno di relax! Oggi niente moto, facciamo solo i turisti ;).
Verso le 9 andiamo nella sala dell'albergo dove servono la kahvalti, bene si assaggia! Per lo piu' cosi' composta: te' nero (che si chiama cay e si legge ciai), pane, formaggi, pomodori, cetrioli, salame di mucca, uova sode. Poi ci sono le classiche aggiunte internazionali: latte, caffe' solubile, burro e marmellata. Beh, da buon italiano non ce l'ho fatta, mi sono mangiato solo pane, burro, marmellata e cay, sentendo la mancanza di un buon caffe'; Silvia invece assaggia quasi tutto. Ma devo farcela, i prossimi giorni devo assaggiare anche le altre cose! :)
Dopo la colazione scendiamo in strada e con guida alla mano giriamo il centro, pieno di ristoranti e bar che servono kebab e cay a tutte le ore, andiamo a vedere il bazaar, il caravanserraglio, ora albergo di lusso, e la Eski Cami, la vecchia moschea. Qui un anziano signore si propone per farci da guida, sa un po' di italiano, ma noi ringraziamo e rifiutiamo. Pero' alla fine ci accalappia, accompagnandoci all'interno della moschea e ci racconta un po' di storia e di caratteristiche dell'edificio. E' gentile e alla fine ci lasciamo guidare, ben consci del fatto che avrebbe gradito un piccolo compenso. Ci porta poi a vedere l'interno dell'hamam, il bagno turco, veramente affascinante e... Caldissimo! Si', d'accordo e' un bagno turco, peccato che noi siamo vestiti ed e' ora di pranzo a luglio! Dopo l'hamam ci accompagna a vedere un'altra moschea e ci rendiamo conto che dice quasi le stesse cose dell'altra, storia, architettura, ecc... Beh si' mi sa che non sa dire altro in italiano e che e' un bel furbacchione! Infatti dopo questo terzo posto visitato insieme cerchiamo di salutarlo ringraziandolo e offrendogli 10 lire turche (circa 5 euro), dicendogli che volevamo avviarci verso l'albergo e mangiare qualcosa per strada. Ci rendiamo conto subito dopo che gli abbiamo dato una marea di soldi, eh si' dobbiamo imparare ad essere piu' parsimoniosi, specialmente in questi casi... :) Purtroppo non si stacca da noi, e' comunque gentile ed educato, ci porta a bere un cay nel bar di un amico in centro. Qui si offre di portarci nel pomeriggio a vedere la moschea di Selim, la piu' importante della citta' e dello stesso architetto della Moschea Blu di Istanbul, Sinan. Noi pero' lo ringraziamo e salutiamo, dicendogli che nel pomeriggio preferiamo stare per conto nostro. Alla fine capisce, ci saluta e se ne va, meno male! :)
Nel pomeriggio, dopo un breve pasto a base di baklava, i tipici pasticcini turchi al miele (squisiti!!!), ce ne andiamo un'oretta in albergo per stare un po' al fresco, fa parecchio caldo e decidiamo di riuscire verso le 4.
Dopo il riposino, andiamo a vedere la moschea di Selim, veramente bella, con la sua posizione su di una collina che domina la citta', con i suoi bei giardini intorno e i suoi quattro imponenti minareti. Trascorriamo qui gran parte del tempo osservando anche le persone che entrano ed escono dalla moschea per pregare e aspettando che termini la funzione per visitarla all'interno. Alla fine entriamo, con le dovute predisposizioni del caso, scalzi e foulard in testa per Silvia, e ce la gustiamo con tutte le sue pareti decorate e la splendida cupola. Appena fuori dalla moschea e dal parco andiamo a berci un buon cay nell'arasta, una sorta di piccolo bazaar al di fuori delle moschee piu' importanti, con negozi e ristoranti.
E' quasi ora di cena, cosi' ci avviciniamo ad un ristorante consigliato dalla guida, 'Da Melek Anne' dove servono i manti fra i piu' buoni della Turchia! I manti sono una sorta di ravioli cotti al vapore e conditi con salsa piccante allo yogurt, bisogna provarli! :) Il ristorante e' molto accogliente, la titolare e' una simpatica signora sulla cinquantina e tutto il locale e' all'interno di una casa ottomana ben conservata, tutta legno, tappeti e finestre. La cena e' ottima, anche se non e' facile mangiare dei simil-ravioli con lo yogurt magro acidulo sopra, mischiato ad una salsa piccante... Pensavamo meglio, vabbeh saremo piu' fortunati con i prossimi assaggi! ;)
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la frontiera di edirne.. mi viene da piangere, un porta sul paradiso.. :sad11:
milkplus
14-09-2009, 12:54
lunedi' 20/07/09, Edirne - Safranbolu 660 km
Oggi e' un giorno particolare... Andiamo in Asia e lasciamo l'Europa! Infatti ci dirigiamo ad est sulla E80 per superare Istanbul, lo stretto del Bosforo e arrivare quindi a Safranbolu: piccola citta' vicina a Karabuk nell'Anatolia centrale del nord, ad una ottantina di km dal Mar Nero. Partiamo da Edirne alle 8 di mattina dopo una bella kahvalti e prendiamo l'autostrada E80 in direzione est: oggi ci spariamo piu' di 600 km... :) La strada e' ben realizzata, tutta a 3 corsie e il traffico e' normale; aumenta man a mano che ci avviciniamo alla megalopoli turca. Istanbul e' veramente immensa, ci sono volute quasi due ore per superarla dalla periferia ad ovest fino a quella ad est, passando per il nuovo ponte di Galata e il Bosforo. La citta' e' tutta distribuita su piu' colline che digradano rapidamente sul Mare di Marmara e sullo stretto: ci sono molti palazzoni, fabbriche sparse, ma soprattutto quelli che risaltano di piu' agli occhi sono i tantissimi minareti di tutte le moschee sparse per la citta' e tutte le bandiere turche sventolanti praticamente dappertutto! Quasi ogni palazzo, area di servizio e centro commerciale, praticamente tutto ha la sua fiera bandiera sventolante: e' proprio vero qui in Turchia il nazionalismo e' fortissimo!
Arrivati nei pressi del Ponte di Galata dobbiamo pagare il pedaggio e quindi al casello troviamo traffico e code di mezzi ad aspettare. Passato il ponte, il traffico si regolarizza e pian piano superiamo la citta': siamo ormai in Asia e l'Europa e' alle nostre spalle! Nei pressi della citta' di Adapazari, verso mezzogiorno, ci fermiamo a mangiare qualcosa e a mettere benzina in una delle piu' grandi stazioni di servizio mai viste in vita mia: nell'enorme parcheggio ci sono gli addetti al lavaggio delle auto e dei camion, ognuno col suo spazzolone che, appena arriva una macchina, si mette li' a lavarla di cima a fondo. La stazione di servizio ha un grande edificio con il ristorante, il market e le toilette; superato questo si arriva infine col proprio mezzo alle pompe di benzina.
Verso l'una si riparte, il tempo non e' il massimo: fa freddo e ci sono parecchie nuvole grige nella nostra direzione, per cui indossiamo gli antipioggia per evitare di perder tempo fermandoci una seconda volta. Superati pero' i monti vicino ad Adapazari, il tempo torna ad essere bello e a fare caldo: meno male! Oltrepassata Bolu, usciamo dall'autostrada (che continua per Ankara) e prendiamo la statale che porta a Karabuk. Qui finalmente vediamo la prima vera strada turca: asfalto pessimo, pieno di buche, avvallamenti e ghiaia sparsa! Vabbeh pazienza, dobbiamo abituarci visto che di autostrade non ne vedremo piu' fino al rientro fra una ventina di giorni... :). Arrivati a Karabuk, prendiamo la strada per Safranbolu, la citta' dello zafferano: e' un piccolo centro cittadino con un bellissimo centro storico ottomano, tutto arroccato su due colline ai lati di un torrente; e' patrimonio dell'Unesco, in quanto rimasto intatto e perfettamente conservato. Arrivati verso le 17,30 cerchiamo subito un buon albergo per le due notti che trascorreremo qui e mentre passiamo con la moto dalle stradine del centro, ci coglie all'istante la vista di un parcheggio custodito con altre tre moto all'interno: ottimo, andiamo a sentire disponibilita' e prezzi! E' la pensione dell'Universita' di Karabuk e Safranbolu, gestita da professori e studenti per i turisti. L'edificio e' la tipica casa ottomana su tre piani, tutta in legno e con un sacco di finestre. Per fortuna un ragazzo conosce un po' di inglese, per cui ci accordiamo subito per una stanza alla modica cifra di 80 lire turche a notte, circa 40 euro, con colazione! :) La stanza e' veramente carina: pavimento costituito da vecchi tavoloni di legno, 4 finestre, armadio a muro e... Bagno a muro! Infatti entrando si vedono due grandi armadi gemelli, uno dei quali nasconde pero' all'interno un bagno minuscolo con wc e doccia, praticamente uno sopra l'altro :).
Appena sistemati, Silvia si mette a lavare un po' di vestiti usati in questi giorni ed io strizzo per bene e stendo sul nostro filo da campeggio, improvvisato nel mezzo della stanza :). Finalmente dopo una bella doccia rigenerante usciamo a fare due passi nel centro storico, veramente carino, curato e pulito. Le case sono tutte in stile ottomano, le stradine ed i vicoli sono tutti a pietre. Notiamo subito che la maggior parte dei turisti presenti sono Turchi, ci sono pochissimi turisti stranieri: solo qualche francese e giapponese.
Passeggiando per i vicoli pieni di minuscoli negozietti, ci fermiamo a guardare i vari menu dei piccoli ristoranti sparsi qua e la'. E' infatti quasi ora di cena e abbiamo parecchia fame! :) Decidiamo di mangiare in un piccolo ristorante con una zuppa (la corba) e un gozleme a testa, una sorta di crepe salata, che si puo' avere o con verdure, o con formaggio, o con carne: veramente sfiziosa!
Fatti altri due passi per digerire un minimo, ci ributtiamo in albergo e lasciamo la giornata di domani per la visita vera e propria di Safranbolu... Siamo troppo stanchi, quasi una giornata intera passata in sella alla moto e circa 660 km!
Arrivati in albergo scambiamo qualche parola con un paio di studenti che lavorano alla pensione e che parlano poco inglese: ci insegnano qualche parola in turco e correggono la pronuncia di quelle da me imparate finora con il frasario della Lonely Planet. Concludiamo la serata assaggiando un raki, la tipica grappa turca! :)
Beh, per restare in tema: iyi geceler, ovvero buona notte! :)
Istanbul:
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Safranbolu:
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motolibe
14-09-2009, 13:51
bel report e belle foto, complimenti
milkplus
14-09-2009, 15:22
martedi' 21/07/09, Safranbolu 0 km
Altro giorno di relax: sveglia alle 5!!! Si', visto che una moschea vicina alla pensione ci fa da sveglia con il richiamo alla preghiera... :) Beh, verso le 9 dopo una abbondante colazione, ce ne andiamo in giro per moschee, bazar e vicoletti! :)
Visitiamo il Cinci Hani, un antico caravanserraglio diventato hotel di lusso, esclusivamente da fuori visto che non ci va di pagare per visitare un albergo. Dopo di che ci dedichiamo alle due moschee principali costruite nel '600 e nel '700 con due minareti ciascuna, i quali dominano tutto il borgo. E' veramente carino ed interessante anche il bazar dell'arasta, veramente tipico e folkloristico, con i suoi piccoli negozi e le sale da te' (cay evi). Qui mi lascio andare e cerco di immortalare un po' di tutto con la macchina fotografica! Molti negozi vendono articoli artigianali realizzati sul posto, come le calzature e la pelletteria, mentre altri vendono prodotti alimentari e spezie. Ci sono anche tanti ninnoli da turisti, con dei prezzi ovviamente un po' alti: qui dopotutto si vive solo di turismo. Passiamo anche dai quartieri arroccati piu' in alto, dove si hanno delle splendide viste sulla citta' e le moschee. Poco prima di pranzo visitiamo una casa museo ottomana: a parte l'architettura che gia' un po' conosciamo, possiamo vedere gli interni con i mobili tradizionali posizionati all'interno dei muri e soprattutto i vecchi tappeti che ricoprono i grandi divani sotto le finestre.
Per pranzo ci mangiamo io un iskender kebab (a base di carne, verdure e yogurt), Silvia le kofte (a base di polpette e verdura) e pasteggiamo col nostro mitico ayran: il tutto e' veramente ottimo! Assaggiamo finalmente anche il caffe' turco, ma non ci piace piu' di tanto, anche perche' ormai ci stiamo abituando a bere il te' dopo i pasti e durante la giornata: sta prendendo il posto dell'espresso a tutti gli effetti :).
Nel pomeriggio girottoliamo ancora per il borgo e quando rientriamo in albergo per una doccia mi accorgo di un problema piuttosto grave... Sul passaporto alla dogana di Edirne hanno sbagliato a mettere la data di scadenza dell'assicurazione della moto! Che idiota, perche' non me ne sono accorto prima?! :( Infatti la mia assicurazione e' divisa in due rate semestrali e la prima scade il 30 luglio; io consapevole di cio' mi sono portato entrambi i certificati in accordo con il mio assicuratore, ma alla frontiera, nonostante li avessi consegnati entrambi hanno guardato solo il primo! Un disastro... E ora?! Ci prende un po' di sgomento, specialmente a Silvia che si preoccupa non poco; infatti noi il 30 di luglio dovremmo essere vicini all'Iran... :( Non sappiamo che fare, mi viene da pensare che se non ci sono soluzioni, devo andare minimo ad Ankara al Consolato Italiano o alla frontiera piu' vicina.
Decidiamo cosi' di andare a parlare con la polizia quanto prima, solo che sono le sei del pomeriggio e non so cosa ci si possa fare a quest'ora... Arrivati alla stazione, esponiamo al poliziotto di turno il problema, o meglio ci proviamo visto che parla solo turco! A gesti e con i documenti 'incriminati' alla mano riusciamo a farci capire e ci dice di aspettare il giorno seguente per andare a Karabuk, la citta' piu' vicina, dove c'e' una grande fabbrica siderurgica con all'interno una dogana commerciale.
E' ormai ora di cena: mangiamo un gozleme per strada, ma siamo un po' agitati; vorremmo essere gia' a domani per vedere di risolvere il nostro problema... Alla fine cerchiamo di tranquillizzarci e ci beviamo per strada una bella Efes, la birra turca, comprata in un apposito negozio; beh, dopo questa esperienza, mi sa che la prossima volta evitiamo di bere alcolici in pubblico, visto che ci guardano tutti un po' male e se proprio ci andra' ce la berremo in albergo o in un ristorante attrezzato... :)
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Ballerino
14-09-2009, 17:41
Vai Milkplus!!!! :lol::lol: Ti sto leggendo con interesse...ed invidia.... Nel mio viaggio in Turchia ho dovuto tralasciare tutto l'est...ma lo farò il prox anno. :lol::lol:
E se penso a tutti i problemi che hanno avuto in questo periodo, soprattutto ad Istanbul a causa del maltempo mi spiace veramente molto perchè sono persone speciali. Alla prox puntata...:D:D
milkplus
14-09-2009, 19:33
Grazie Ballerino! Effettivamente hanno avuto una bella botta a Istanbul in questi giorni... :(
Ah, la prossima puntata... ;)
milkplus
14-09-2009, 19:35
mercoledi' 22/07/09: Safranbolu, Karabuk, Kastamonu, Sinop – 350 km
Ore 7: decidiamo di alzarci, visto che non abbiamo chiuso occhio con i nostri pensieri a cercare soluzioni e idee per il nostro problemino... Oggi avremmo dovuto fare questo giro: Safranbolu, Amasra, sul Mar Nero, quindi tutta la costa fino a Sinop. Un giro a detta della guida stupendo, con una delle piu' belle strade costiere del Mar Nero. Purtroppo adesso dobbiamo pensare a risolvere la situazione! Cosi' facciamo colazione, carichiamo la moto, salutiamo i ragazzi dell'albergo e ci mettiamo in marcia verso Karabuk. Appena arrivati all'ingresso della fabbrica ci vengono incontro degli impiegati e alcune guardie, che gentilmente si offrono di accompagnarci alla dogana interna, dove forse ci possono aiutare. Appena entrati nell'ufficio abbiamo una piacevole accoglienza: praticamente tutti gli impiegati vengono a salutarci, ci fanno accomodare, ci offrono il te' e cercano di capire cosa c'e' che non va. Nessuno parla piu' di tanto l'inglese o il francese, che Silvia conosce, ma alla fine con i documenti alla mano capiscono. Ci dicono che non dobbiamo preoccuparci, in quanto conta il tagliando assicurativo con la carta verde e basta. Passiamo circa due ore parlando a gesti, tutti cercano di tranquillizzarci e in parte ci riescono, anche se io non sono del tutto convinto: e se in Kurdistan ad un posto di blocco militare vedono il timbro errato sul passaporto?! Alla fine una persona ci invita ad entrare nell'ufficio di un dirigente che vuole cercare di capire per bene la faccenda: dopo un'altra ora ed un altro cay, il problema e' risolto! Il dirigente, gentilissimo, fa un po' di fotocopie dei nostri documenti, riempie un po' di scartoffie e ci aggiorna il timbro sul passaporto con una sua certificazione... E vai!!!
E adesso? E' ora di pranzo e ormai fare il giro previsto e' improponibile, visto che e' troppo tardi per arrivare sul Mar Nero e fare la strada costiera, piuttosto accidentata e lunghissima da percorrere... Decidiamo cosi' di tagliare dall'interno e passare da Kastamonu per poi arrivare a Sinop.
Mentre ci prepariamo a ripartire due impiegati che erano stati con noi durante tutto il tempo negli uffici, ci offrono il pranzo alla mensa della fabbrica! E noi accettiamo volentieri! :)
Dopo questo piacevole pranzo in compagnia di operai e impiegati, tutti incuriositi dalla nostra presenza, salutiamo e ringraziamo piu' volte per la cortesia e la gentilezza dimostrateci. Andiamo verso la nostra moto, che viene immortalata in piu' fotografie, comprese quelle di un gruppo di giapponesi che si trovano in questa grande fabbrica siderurgica di Karabuk presumibilmente per scambi commerciali.
Usciti dalla citta' prendiamo la strada che va verso Kastamonu, da una parte un po' dispiaciuti per non fare la strada sul Mar Nero, ma dall'altra contenti per questa piacevole esperienza inattesa, con il nostro problema risolto grazie a delle persone gentilissime che ci hanno anche offerto te' e pranzo! :)
La strada che si staglia davanti a noi e' tutta fra i monti, con panorami brulli e selvaggi da mozzare il fiato, comprese le piccole case lungo la strada: sono poco piu' che baracche. Man a mano che si va avanti e maciniamo chilometri, la strada si fa sempre piu' brutta: lunghi tratti sterrati con lavori in corso di allargamento della carreggiata, o con ghiaia appena stesa o con asfalto asportato via per essere sostituito e sassi sparsi... Insomma tratti dove spesso non si riesce ad andare a piu' di 20 o 30 chilometri all'ora! :(
Lungo il tragitto ci fermiamo ad un'area di servizio un po' sperduta per mettere benzina e qui il titolare ci invita a prendere una cay con lui ed un amico, ottimo ci voleva! :)
Alle 7 di sera finalmente arriviamo nei dintorni di Sinop e in lontananza il Mar Nero, che si chiama Kara Deniz, compare lentamente all'orizzonte. Le strade sono piu' trafficate, ma in condizioni decisamente migliori della strada interna appena percorsa. Arrivati in periferia, prendiamo la guida e iniziamo a cercare un albergo con parcheggio. Sinop e' la tipica citta' di mare: movimentata, un po' sporca e confusionaria e con uno dei porti piu' importanti della Turchia sul Mar Nero. Le persone sono molto aperte e non fortemente religiose come nelle regioni piu' interne, le donne sono tendenzialmente vestite alla maniera occidentale o con al massimo un foulard in testa. Alla fine andiamo all'Otel Gonul, in pieno centro: non e' niente di particolare e il parcheggio e' sulla strada davanti alla hall. Inizialmente non mi ispira, poi l'arrivo di un motociclista turco con la moto nuova nuova che parcheggia tranquillamente accanto alla mia, mi fa rilassare: e' insieme alla moglie, vivono ad Istanbul e parla un ottimo inglese. Ah, lui si chiama Tuncay e lei Buko (e' il diminutivo di un nome che non riusciamo a capire, pazienza :)). Mi dice che la zona e' sicura e che si e' raccomandato per le motociclette con il portiere della hall, aperta tutta la notte. Scambiamo qualche parola, e' un Hondista convinto e quasi detesta le BMW... Beh poco male, ognuno ha i suoi gusti! :) Dopo una buona mezz'ora decido di invitarli a cenare con noi, cosi' ci diamo appuntamento per le 8,30 alla hall.
Tutti e quattro assieme ci dirigiamo verso il porto e il lungomare cercando un buon posto dove mangiare. All'inizio volevamo cenare con del pesce, poi visti i prezzi cambiamo idea e andiamo in un piccolo ristorante dove servono i manti. Durante la cena con i nostri nuovi amici turchi non proprio giovanissimi, sono sulla cinquantina e potrebbero quasi essere i nostri genitori, parliamo del nostro giro in moto fino a Erzurum, Kars e Van con ritorno dal Kurdistan e dalla Cappadocia. Ovviamente non parliamo di Kurdistan, ma soltanto di regione curda per non infastidirli, visto che i Turchi non riconoscono neanche tale parola. Infatti secondo loro la regione di Van e' da evitare, parole testuali: e' brutta... Vabbeh, a parte questa divergenza di vedute politiche ed etniche, trascorriamo una bella serata insieme e addirittura facciamo un giro in barca sul Mar Nero, Tuncay ci tiene tanto... Peccato che e' notte e non si vede molto! :) Tutti e quattro insieme piu' il marinaio, facciamo foto, ridiamo e scherziamo e parliamo ancora dei nostri rispettivi giri: loro vanno verso Trabzon, sempre sul Mar Nero e rientrano dall'interno, da Erzurum, Erzincan e poi Tokat.
Verso le undici rientriamo in albergo e, con un cay dopo l'altro, analizziamo i percorsi. Insieme guardiamo anche il meteo in TV e purtroppo le previsioni non sono buone: una forte perturbazione sta colpendo la regione fra Trabzon, Erzurum e Artvin vicino alla Georgia, proprio il giro che vogliono fare loro. Poco male, ci diamo appuntamento per la colazione la mattina seguente e decidiamo di arrivare insieme fino a Samsun sulla costa, dove loro avrebbero deciso se proseguire o rientrare con noi verso Amasya nell'interno.
Oggi ho imparato un po' di parole turche, specialmente per chiedere un po' di informazioni riguardo le condizioni delle strade. Un esempio? Eccolo: asfalt guzel? Tradotto: asfalto buono? Eheheh... Iyi geceler a tutti! :)
Karabuk:
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Verso Kastamonu:
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Verso Sinop:
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Sinop:
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Ho "divorato" la Vostra vacanza, complimenti!!!
ma quanto vi porta lontano quella motina??
Milk non ho parole :!: :!: :!: anzi una si : meraviglioso!!!!!!!
Complimenti vivissimi, gran bel viaggio e gran bella descrizione:D
Ottimo giro, io parto il 3 ottobre per la stessa meta!! Non male l'idea di farla via terra. All'andata prendo il traghetto al ritorno chissà!
Complimenti per il reportage
Ballerino
16-09-2009, 13:54
Ehi Robygs informati sullo stato delle strade soprattutto intorno a Istanbul....dopo i disastri che ha fatto il maltempo ci vorrà il canotto per attraversare certe zone. Cmq sono posti stupendi!!!
Mica ti sarai fermato??? Continua!
Bel giro complimenti
milkplus
16-09-2009, 14:16
Grazie a tutti per i complimenti! :)
Tranquilli, stasera butto su altre 2 tappe, e' che mi ci vuole un pochino... ;)
:D
milkplus
16-09-2009, 18:14
giovedi' 23/07/09: Sinop, Samsun, Amasya – 270 km
Di buon'ora facciamo una bella colazione insieme ai nostri due amici e per le 9,30 siamo gia' tutti seduti sulle moto. Insieme decidiamo di andare a vedere il faro di Sinop sul Mar Nero: si trova a 20 km ad ovest della citta' ed e' un po' sperduto nelle campagne lungo la costa. Sulla strada, quasi sterrata, percorsa per arrivare al faro troviamo un sacco di testuggini di terra e dobbiamo fare attenzione nella guida per evitare di cadere o far loro del male! :) Appena arrivati immortaliamo il panorama con il faro e per la prima volta da quando ce l'ho, mi cade la moto!!! Fortunatamente mi cade lentamente da fermo mentre la sto togliendo dal cavalletto centrale, ma la cosa spiacevole e' che il mio giessone cade sulla piccola honda del turco...!!! Che figura di m...!!! Meno male che non e' successo niente; insieme ispezioniamo le moto: la mia non ha neanche un graffio, la sua uno piccolo sulla valigia laterale. Scocciato e fortemente dispiaciuto mi scuso piu' volte con Tuncay, che mi sorride tranquillo e mi dice: 'No problem, Nicola, no problem!'. Bisogna dire che la colpa non e' stata solo mia, mi spiego: io parcheggio la moto sul laterale essendo sulla terra e non in piano, ma Tuncay mi dice piu' volte di mettere il centrale perche' vuole pulire i freni anteriori della mia moto, che fischiano dalla polvere presente sulle pasticche, con un apposito prodotto che si porta dietro per la sua. Risultato: i freni hanno smesso di fischiare, ma quando ho sceso la moto dal cavalletto centrale ho perso l'equilibrio ed e' caduta... Sulla sua! Povero, credo che da ora in poi pulira' soltanto i freni alla sua moto! :D
Bene, ripartiamo! La strada che costeggia il Mar Nero fino a Samsun e' stupenda: tutta tornanti fra colline boscose e promontori sul mare, spettacolare! Ogni tanto troviamo il solito cantiere aperto e ci facciamo un po' di sterrato, niente di paragonabile a quello terribile vicino a Kastamonu. Ad una sosta per la benzina, facciamo due chiacchiere col gestore che offre a tutti un buon cay e che quando scopre che io e Silvia siamo italiani inizia a farci l'elenco delle squadre di calcio: 'Milan, Inter, Giuentus, Udinese, Roma, Florentina... Fatih Terim!!!' :D
Poco prima di pranzo arriviamo a Samsun, decisamente piu grande e trafficata di Sinop e apparentemente piu' ricca. Qui salutiamo i nostri amici turchi che decidono di proseguire lungo la costa fino a Ordu mentre noi rientriamo andando verso Amasya, altra citta' ottomana dove staremo per due notti.
La strada non e' male: un po' di cantieri ogni tanto, ma ormai inizio a fare l'abitudine al pietrisco sull'asfalto, ai tratti sterrati e alle buche sparse... :)
Alle 5 del pomeriggio arriviamo ad Amasya, piccola citta' che si trova in una gola lungo il fiume Yesilirmak. Il centro storico vero e proprio e' tutto lungo una sponda, caratterizzata appunto da tante piccole case in stile ottomano perfettamente conservate. Ormai quasi ogni edificio e' un albergo o un ristorante, tolte ovviamente le moschee e l'hamam.
La ricerca dell'hotel e' abbastanza rapida. Infatti nel giro di mezzora ne troviamo uno nel centro storico. Siamo anche fortunati, visto che ci danno la suite quasi al prezzo di una stanza normale! E' andata cosi': entro nell'albergo, tutto in stile rustico ottomano, chiedo ad uno dei portieri la disponibilita' per una doppia e mi dice che e' tutto completo, c'e' solo la suite che costa pero' 140 lire a notte! Rifiuto subito ringraziandolo, ma e' troppo per il nostro budget. Il ragazzo per0' mi vuole far vedere la stanza: veramente veramente bella, c'e' una stanza che fa da ingresso con la scala che va alla piccola camera al piano superiore, il bagno con vasca idromassaggio e doccia, e la camera, enorme, tutta in legno e con nove finestre che danno sulla stradina principale del centro! Peccato per il prezzo... Cosi' scendo per tornare in strada da Silvia e cercare un altro alloggio, quando il proprietario mi ferma e mi chiede cosa c'e' che non va.. Semplice: il prezzo! Lui insiste un po' e alla fine sparo la mia offerta: 200 lire per due notti con colazione. Lui me la offre a 210... Andata: ci facciamo due notti in una suite con un risparmio di ben 70 lire!
Cosi' torno tutto contento da Silvia che mi aspetta alla moto sulla strada e la trovo seduta insieme a degli anziani signori che cortesemente le hanno offerto un te' e che parlano del nostro giro, ovviamente a gesti e poche parole: i nomi delle citta'! :)
Andiamo all'albergo dove tre fattorini ci aiutano a scaricare la moto e ci rinfranchiamo per bene con una bella doccia idromassaggio... :)
A cena ci scegliamo un bel ristorantino, tutto in stile prettamente turistico e dove servono anche alcolici come il vino e la birra; ci mangiamo due bei piatti a base di carne, verdure, riso e yogurt!
Dopo mangiato, passeggiata rilassante su entrambe le sponde del fiume ammirando le luci della citta' lungo il fiume e tutti i minareti delle moschee completamente illuminati. Notiamo che Amasya e' meta di turismo quasi esclusivamente turco e di un certo livello! Le auto non sono le solite carrette e le persone sono molto ben vestite... Forse e' anche un po' troppo chic per il nostro stile avventuriero, visto che l'obbiettivo piu' lontano e' Van, vicino all'Iran e all'Iraq! :)
Appuntamento a domani, ora a nanna... :)
Sinop:
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Vicino Gerze:
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Samsun:
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Amasya:
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bhuuuuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
smettila non ne posso piu :cry::cry::cry::cry:
MassimoB
19-09-2009, 17:39
complimenti,
sono stato in Turchia tre volte, sempre in aereo,
mi piacerebbe molto andarci almeno una volta in moto, chissà...
se riuscirò ad organizzarmi ti chiederò info, anche perchè partiamo dalla stessa città :)
milkplus
19-09-2009, 17:46
Grande! Ottimo, quando vuoi fammi un fischio che poi ci si beve qualcosa insieme! ;)
MassimoB
20-09-2009, 11:26
Grande! Ottimo, quando vuoi fammi un fischio che poi ci si beve qualcosa insieme! ;)
mi farebbe molto piacere incontrare di persona un QDE :),
puoi scrivermi sulla email del mio sito in firma, così ci incontriamo.
milkplus
20-09-2009, 20:50
Ciao Massimo! Ok, fammi rimettere che sono mezzo malato e ci si incontra ;).
milkplus
20-09-2009, 21:13
Eccomi, vado avanti un altro po' col report... ;)
venerdi' 24/07/09: Amasya – 0 km
Al nostro risveglio abbiamo fatto la piu' bella colazione turca fino a oggi: te', yogurt, cetrioli, pomodori, salame di mucca, olive, tre o quattro tipi di formaggio (tutti salatissimi!), anguria, pane, burro, marmellate e uova al tegamino belle calde e cotte a puntino! :)
Appena finito il pasto luculliano andiamo a visitare il sito archeologico delle tombe dei Re del Ponto. Si trovano sulla parete di roccia e dominano la vista dalla citta' guardando verso nord; sono completamente scavate nella roccia e risalgono al IV secolo a.C. L'ingresso costa 3 lire a testa; non abbiamo nessun opuscolo informativo, ma tanto ci affidiamo alla nostra mitica Lonely! Le rovine sono piuttosto mal ridotte, non c'e' moltissimo da vedere a parte i 'buchi' nella roccia... La cose che meritano sicuramente di piu' sono i panorami sulla valle e la citta'!
Dopo aver visto le tombe alterniamo le visite alle moschee a quelle nelle stradine piene di negozietti, dove non ci sono turisti, ma solo gente del posto e soprattutto dove i prezzi sono veri! ;)
A pranzo assaggiamo per la prima volta le famose 'pide' turche, una sorta di pizza che si puo' avere in tutti i modi, principalmente con carne o con formaggio fuso. Sono veramente ottime, visto anche il loro prezzo che va dalle due alle cinque lire. Accompagniamo la pida con l'ayran, ormai non riusciamo piu a farne a meno!
Quello che ci manca, forse piu' a me che a Silvia, e' il dessert. Si', perche' ogni tanto al ristorante mi piace concludere con un dolcetto! E la cosa piu' strana qui in Turchia infatti e' che ci sono tante pasticcerie che vendono dolcetti di tutti i tipi, ma ai ristoranti invece nemmeno uno. Ed e' per questo che dopo pranzo andiamo a cercarci qualche buon negozio dove vendono dolci. Dopotutto e' da Edirne che non mangio un po' di baklava... ;)
Nel pomeriggio visitiamo per bene tutto il centro storico di Amasya, da Ataturk Meydani alla Moschea di Beyazit II, dove ci sono anche una biblioteca ed una scuola coranica importante.
Concludiamo la nostra giornata cenando al nostro albergo, i prezzi sono molto piu' alti rispetto alla media, ma per oggi vogliamo esagerare! E poi i camerieri sono troppo simpatici: io cerco di imparare un po' il turco e loro l'italiano! :)
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sabato 25/07/09: Amasya, Erzincan, Erzurum – 560 km
Oggi sveglia presto! Ci aspetta una delle tappe di trasferimento piu' impegnative qui in Turchia: da Amasya ad Erzurum passando da Erzincan sulla E80, la strada europea che arriva al confine con l'Iran.
Il tragitto e' molto impegnativo: il tempo e' brutto e fa freddo, la strada e' piena di cantieri ed e' lentissima da percorrere in quanto semplice statale ad una carreggiata e due corsie... La fatica pero' e' ripagata in ogni momento dai panorami che si stagliano davanti ai nostri occhi: campagne brulle e montagne selvagge, con il GPS che mi indica costantemente i 14oo metri e passa di altitudine! La vacanza sta diventando sempre di piu' un'avventura, anche perche' il traffico e' quasi solo costituito da camion e poche macchine turche scassate: zero motociclette. Ai bordi delle strade troviamo spesso persone che vendono aglio e poco altro; ci sono mandrie di mucche e greggi di pecore e capre dove i pastori sono semplici bambini!
Arrivati ad Erzincan vediamo il primo tir iraniano da quando siamo in Anatolia: ha due targhe, una in arabo ed una internazionale con caratteri latini. L'emozione e' forte: ormai siamo arrivati in Kurdistan... :)
Ad una delle tante soste per la benzina (e le chiappe!) un gruppo di bambini viene a salutarci. Inizialmente erano quattro, alla fine una trentina! Ci chiedono da dove veniamo, dove andiamo ma soprattutto... Soldi! La parola piu' conosciuta da questi ragazzini e' infatti 'money'... :(
A meta' pomeriggio il tempo diventa veramente instabile, fortunatamente non piove, ma il cielo e' pieno di nuvoloni neri ed e' freddo: infatti siamo a piu' di 2000 metri. Arriviamo a Erzurum verso le 6 accompagnati da una bella pioggerellina e l'ingresso in citta' non e' dei migliori: la periferia e' piuttosto squallida e la strada fa pena, e' piena di buche, pozzanghere, fango e ghiaia sparsa. Arrivati in prossimita' del centro la vista migliora un po', passiamo infatti sulla strada principale del centro dove le due torri selgiuchidi, le meglio conservate della Turchia, ci danno il benvenuto! C'e' parecchio traffico, piove e siamo stanchi. Specialmente io, che ho guidato per quasi 600 km su strade di montagna e di campagna... Decidiamo cosi' di fermarci un attimo per consultare la guida e cercare un albergo. Non appena metto giu' i piedi dalla moto una coppia di ragazzi ventenni ci saluta e con un ottimo inglese ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto. Si chiamano Recep e Burak e sono studenti universitari. Erzurum infatti vanta una delle universita' piu' valide della Turchia. Non me lo faccio ripetere due volte e cosi' approfitto chiedendo dove possiamo trovare un albergo con un posto sicuro per la moto. Recep, il piu' sveglio fra i due, mi spiega dove andare, ma onestamente non capisco piu' di tanto... Cosi' lui si offre di farmi da guida, salta in groppa al mio Giessone tutto carico e mi porta all'albergo piu' vicino. Silvia resta con Burak, siamo in pieno centro e c'e' una marea di gente, per cui mi fido e parto con Recep nella ricerca. Dopo un tentativo a vuoto finalmente troviamo un albergo, l'Esadas. Non e' stato difficile, solo un po' spericolato, in quanto Recep mi diceva: 'Vai qua, passa li', supera questo, supera quello, fai inversione, prendi questa scorciatoia, vai vai!!!' Roba da matti, ma divertentissimo! Solo qualche pensiero a Silvia, che e' con un estraneo ed e' lontana da me... Infatti appena arrivati all'Esadas ho quasi obbligato Recep a telefonare al suo amico per sapere dove erano e dopo pochi minuti sono arrivati: Burak ha gentilmente offerto un cay a Silvia mentre noi facevamo il rally dentro il centro di Erzurum! :D
Dopo aver colonizzato la nostra camera d'albergo con tutti i nostri bagagli e dopo la solita doccia rigenerante, ci incontriamo con i nostri due nuovi amici per mangiare qualcosa insieme. Cosi' ci portano in un ristorante veramente folkloristico nel centro di Erzurum, tutto arredato a tema con tappeti turchi, curdi, iraniani, siriani e con mobili e suppellettili tipici della regione. E' ovviamente molto turistico, ma per niente forzato ed esagerato, e' proprio un bel posto. A tavola parliamo della nostra vacanza e dell'Italia: loro amano la nostra penisola e vogliono sapere tante cose, nonostante abbiano anche amici che studiano a Roma e Milano. Sono poi piuttosto colpiti dal giro che vogliamo fare in questa vacanza, anche perche' non vedono molti turisti all'infuori di Turchi qui ad Erzurum, specialmente Italiani in moto! ;)
Dopo la cena facciamo due passi in centro, visitiamo da fuori le due torri selgiuchidi e poi Recep, vedendomi interessato nel capire da dove provenisse ciascun tappeto che era nel ristorante, ci porta in un negozio di tappeti. Il gestore del negozio e' un curdo sulla sessantina, molto simpatico ed accomodante, ma che vuole vendere a tutti i costi! All'inizio ci viene da pensare che il motivo di tutta questa gentilezza da parte dei due ragazzi fino ad ora fosse solo per portarci qui, poi dopo, vedendoci non interessati, non hanno insistito e abbiamo parlato d'altro. Sono piuttosto tristi che non ci fermiamo ad Erzurum per piu' di una notte. Infatti dormiamo qua solo per poi andare domani a visitare le Valli Georgiane fino a Yusufeli per poi arrivare a Kars, vicino al confine con l'Armenia.
Verso le dieci e mezzo ci riavviciniamo tutti insieme all'albergo, ci scambiamo le email e ci salutiamo calorosamente. Recep e Burak sono stati veramente gentili e amichevoli in questa serata, cosi' offriamo loro ospitalita' in Italia qualora vogliano venire a farsi qualche giorno di vacanza! :)
Sulla E80:
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Erzurum:
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Sinusoid
20-09-2009, 22:25
molto bello e interessante.........
aspetto le prossime puntate
MassimoB
20-09-2009, 22:49
Ciao Massimo! Ok, fammi rimettere che sono mezzo malato e ci si incontra ;).
ok, allora auguri di pronta guarigione :)
milkplus
20-09-2009, 23:07
Altra tappa... :D
domenica 26/07/09: Erzurum, Tortum, Yusufeli, Gole, Kars – 380 km
Oggi attraverseremo gran parte delle Valli Georgiane e passeremo tutto il giorno in moto, fermandoci per vedere alcuni posti, per fare tante foto ed immergerci nei paesaggi stupendi della regione!
Il tempo e' sempre piuttosto brutto, ma non piove per cui gambe in spalla, ehm in sella, e andiamo!
La strada che va a nord verso Tortum da Erzurum, e' di recente realizzazione ed e' perfetta. Pero' mentre guido mi viene da pensare... Ma a che serve questa superstrada immensa se non c'e' neanche una macchina o un camion? Misteri della Turchia...
Prima di arrivare nella zona montuosa di Tortum, il paesaggio e' tutto praterie. Poi iniziano appunto le Valli Georgiane, un tempo territorio del regno medievale di Georgia. Le campagne e i paesaggi circostanti sono stupendi, i pochi villaggi presenti sono minuscoli e le case spesso sono poco piu' che capanne in pietra o mattoni, ci sono pochissime macchine... Insomma sembra di essere in un'altra epoca! La strada infine e' tutta nostra. Ogni tanto devo fare attenzione: spesso in curva trovo dei massi in mezzo alla strada caduti dalle pareti di roccia vicine... Decidiamo di visitare le rovine della chiesa georgiana piu' bella a detta della guida: Oskvank, si trova vicino a Uzundere e lasciamo cosi' la strada principale non appena troviamo l'indicazione. Ci ritroviamo a su una piccola via locale, che passa attraverso villaggi e fattorie, in mezzo a boschi e valli dominate da tantissimi piccoli torrenti; qui le persone ci guardano un po' stralunate, per capire cosa cavolo siamo venuti a fare da queste parti... E in moto per giunta! :) Vivono di pastorizia e agricoltura quasi esclusivamente di sussistenza, ma i visi delle persone sono sereni, felici e ci sembra che non manchi loro quasi niente. Siamo in terra di Laz, una minoranza etnica completamente diversa da quella turca e che discende dalle popolazioni caucasiche.
Le rovine della vecchia cattedrale di Oskvank, del X secolo, sono piuttosto affascinanti e misteriose: il soffitto delle tre navate e la cupola sono ormai crollati, ci sono bassorilievi e affreschi deturpati dagli iconoclasti e dai musulmani nei secoli passati, e le mura sono annerite probabilmente da incendi provocati per cancellare la cultura cristiana dalla regione. Assolutamente un luogo da preservare il piu' possibile!
Appena lasciata Oskvank riprendiamo la strada che porta al Lago di Tortum e proseguiamo verso nord. Il cielo inizia a schiarire e compare finalmente un timido sole a riscaldarci un po'.
Oltrepassato il lago la strada si strettisce parecchio e ci ritroviamo praticamente in una gola, dove all'interno scorre il fiume Coruh. Le pareti della gola sono spettacolari, tutte di roccia rossa; il fiume scorre tortuoso al nostro fianco, peccato solo che nei giorni passati abbia piovuto molto e che pertanto sia solo un enorme torrente di fango.
Verso l'ora di pranzo arriviamo nel paese di Yusufeli, proprio in mezzo ad una delle tante vallate della zona: il paese e' piuttosto vivo, sicuramente migliore dei poveri villaggi visti durante la mattina. Andiamo a mangiare in un ristorante, praticamente l'unico in paese, dove servono carni e kebab in tutti i modi possibili! Silvia rimane un po' colpita dal fatto che in paese e nel ristorante in particolare non ci sia nemmeno una donna. Non oso mettermi nei suoi panni, dev'essere un po' a disagio poverina... Il pranzo e' comunque ottimo e le persone sono cordiali e sorridenti. Uscendo vediamo anche entrare un gruppo di donne, le quali pero' vanno a mangiare al piano di sopra: uomini giu' e donne su, ognuno per conto suo...
Lasciata Yusufeli, che nei prossimi anni verra' completamente distrutta per lasciare posto ad un lago artificiale, prendiamo la strada per Gole ad est. Gradualmente le valli georgiane diradano diventando vere e proprie pianure, i paesaggi sono sempre stupendi e soprattutto non c'e' un'anima, siamo proprio all'avventura! Troviamo solo un posto di blocco armato della Jandarma turca lungo la strada, ci sorridono e ci salutano senza chiedere niente.
Nei pressi di Gole sulla strada c'e' un bel cantiere di allargamento della carreggiata e purtroppo ci si ferma, non si va avanti. Stanno infatti 'tirando giu' con le ruspe mezzo monte per fare spazio alla strada e noi ci incolonniamo con le macchine presenti, in attesa che riaprano al traffico. Fortunatamente nel giro di pochi minuti una ruspa arriva sul posto e ripulisce dalle macerie: ottimo si riparte!
Verso le quattro ci ritroviamo piano piano ad uscire dalla regione montuosa con valli e boschi e iniziamo a salire, salire sempre di piu'. E' freddo, nuvoloso e siamo su un altopiano a piu' di 2500 metri di altitudine: ai nostri lati ci sono solo steppe e praterie, siamo in mezzo al niente! Ci fermiamo obbligatoriamente, visto che non voglio rischiare, a fare benzina in un'area di servizio, l'unica vista da una settantina di chilometri, che si trova su uno spiazzo sterrato e con ghiaia, dove l'edificio e' quasi una baracca, la pompa e' vecchissima e dove la benzina fa pena! Infatti nel tragitto successivo fino a Kars la moto non mi tiene il minimo e devo tenerla accelerata durante le soste a motore acceso... Cavolo, era meglio se portavo un integratore di ottani! :(
Nei pressi di Kars, la strada diventa praticamente una grande pista sterrata con ghiaione, larga quasi una ventina di metri.
Arriviamo cosi' dopo questa giornata avventurosa e tutti sporchi di fango da capo a piedi, per le 7 circa con il cielo sempre piu' nero e con la pioggia. Un po' stanco guido per entrare in citta', la periferia sembra un villaggio di campagna, con la strada tutta spaccata, le papere e le mucche al bordo... Andiamo a cercare subito un albergo della guida, troviamo cosi' il 'Gungoren Otelcilik', onestamente un po' squallido, ma pulito e con tanti clienti che sembrano essere qui per lavoro. Il portiere mi fa parcheggiare lungo la strada, davanti alla hall: e' uno dei parcheggi peggiori trovati finora qui in Turchia per la notte, pazienza... Mi assicurano che non ci sono problemi e ci danno la stanza che si affaccia proprio sulla strada, cosi' che io possa ogni tanto controllare la mia motina.
Dopo la doccia usciamo, purtroppo e' tardi e non possiamo andare a vedere il castello, che e' l'unica attrazione della citta'. Pazienza, dopo tutto non era in programma una sosta turistica in questa citta' se non per una notte da trascorrere in vista della visita alla citta' archeologica di Ani.
Ceniamo in un piccolo locale dove servono esclusivamente 'lamachun', un altro tipo di piatto simile alla pizza, con la differenza che e' a base di carne e che e' fatto a strati impilati uno sopra l'altro. Non e' male, ma la pida e' tutta un'altra cosa! ;)
Andando verso Tortum:
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Oskvank:
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Lago di Tortum:
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Yusufeli:
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Verso Gole:
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Verso Kars:
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E poi?
Mica bello lasciarci così sul gusto.... :mad:
Dai, che stavi andando forte...:D
minchiazza nic, complimentissimi!
...una curiosità...ci saresti riuscito anche con la giessina?
milkplus
28-09-2009, 22:01
Ragazzi, ancora un po' di pazienza vi prego... Sono dietro a cercar lavoro e il tempo scarseggia. Appena posso vado avanti! :)
@ breeze: ciao Fabrizio, grazie! Con la giessina forse da soli e' fattibile, ma in due con bagagli secondo me e' la morte... Specialmente per i 2000 km di autostrada fino a Istanbul! :-o
milkplus complimenti per il viaggio, leggendo mi hai fatto sognare ad occhi aperti, complimenti ancora
Ciao Milk veramente un bel report.. belle foto.. bello viaggio.. spero proprio di ripercorrere le tue tappe.. in bocca al lupo per la tua ricerca sicuramente è più importante.. aspetto le prox puntate
Visto che è per una buona, anzi ottima, causa ..... si aspetterà.
Auguri! :)
Ciao, complimenti Nicola, anche io ed altri due amici abbiamo visitato la Turchia questa estate (seconda metà di agosto) ma abbiamo visitato solo la parte più occidentale della Turchia (Izmir, Selcuk, Pamukkale, Fethyie, ecc. ecc. + Istambul) ma ci siamo resi conto che più vai "dentro" più scopri la vera Turchia e assapori con piacere l'accoglienza dei turchi. Prenderò nota delle tue tappe e delle tue esperienze per la prossima volta che certo non mancherà: non puoi lasciar fuori la Cappadocia e tutto il resto. Attendo anch'io la fine del report. Ciao
milkplus
03-10-2009, 14:54
Eccomi ragazzi, grazie ancora per i complimenti e gli in bocca al lupo per il lavoro! :)
Allora... Dove eravamo rimasti, ah si'!
lunedi' 27/07/09: Kars, Ani, Kars, Igdir, Dogubayazit – 290 km
Oggi dedicheremo una mezza mattinata ad una tappa obbligatoria: Ani, le rovine dell'antica capitale armena al confine turco armeno. Prima di lasciare l'albergo di Kars durante la colazione, ci accorgiamo di non essere i soli italiani presenti... Incredibile! Conosciamo cosi' Antonella e Alessandro di Belluno. Sono fratelli, sulla quarantina e sono venuti dall'Italia per visitare un po' l'est della Turchia: hanno iniziato il loro tour indipendente da Van, dove sono arrivati con l'aereo, e hanno girato un po' con i dolmus nella regione per poi salire verso Dogubayazit, Igdir e Kars. I dolmus sono i pulmini minivan che fanno servizio taxi e la Turchia ne e' piena. Di solito sono Ford Transit degli anni '90, dei muli insomma.
Ma torniamo a noi... Con Alessandro e Antonella parliamo un po' dei rispettivi giri e sono inevitabilmente colpiti dal nostro! Devo dire pero' che sono i primi a non prenderci per matti e anzi sono fortemente affascinati! :) Dopo aver scambiato quattro chiacchiere ci salutiamo e ci diamo appuntamento ad Ani dove anche loro andranno appena lasciato l'albergo.
Prima di uscire da Kars mi fermo a mettere benzina e do una sciacquata alla moto per togliere un po' di fango: e' troppo sporca e come la tocchiamo ci sporchiamo! Beh, dopo tutta le strade bianche e la pioggia di ieri e' comprensibile... ;)
La strada che porta ad Ani e' in mezzo a pascoli verdissimi sui 2000 metri, dove spesso troviamo grosse mandrie di mucche a bordo carreggiata. E' una giornata stupenda, finalmente il tempo sta migliorando e possiamo goderci i panorami di questo angolo di mondo.
Arrivati nei pressi di Ani troviamo Ocakli, un tranquillo villaggio di capanne basse con i tetti di paglia e teli di nylon blu. Il custode all'ingresso del sito archeologico con i suoi due amici ci saluta calorosamente... 'Italia... Milan, Inter, Giuentus... Super!' :D Orgogliosamente ci fa parcheggiare la moto sotto “i leoni” in rilievo sulle mura dell'omonima porta di ingresso di Ani!
Questo posto e' veramente affascinante e lo consiglio vivamente a chiunque venga da queste parti. Mentre camminiamo vicino alla Chiesa del Redentore, in piedi solo per meta', ci raggiungono i nostri amici di Belluno appena arrivati con il pulmino e decidiamo di girare un po' insieme e farci le foto a vicenda :). Alla vicina Chiesa di San Gregorio troviamo un gruppo di operai addetti al restauro. Inizialmente non ci fanno entrare perche' il capo cantiere non vuole turisti durante i lavori, ma alla fine tra una chiacchiera e l'altra ci fanno passare per qualche minuto; l'interno e' veramente molto bello, pieno di affreschi abbastanza ben conservati, anche se con le figure prive dei visi come a Oskvank.
Oltre al fascino della citta' in rovina, la cosa forse piu' bella del posto e' la vista sul canyon che divide la Turchia dall'Armenia: veramente stupendo!
Verso le 11 salutiamo i nostri amici e andiamo a riprendere la moto: destinazione Igdir per il pranzo e poi Dogubayazit, ai piedi del Monte Ararat... !
La strada che percorre tutto il confine con l'Armenia e' da urlo! Anche se un po' disastrata, ma ormai ci siamo abituati, offre viste stupende con collinette di roccia rossastra completamente spoglie dalla vegetazione. E poi non c'e' un'anima, solo un pullman GT che viaggia a piu' non posso in direzione di Igdir su questa stradina di campagna mezza sterrata, da pazzi... Ad un certo punto troviamo un bivio con una strada che porta verso la frontiera con l'Armenia, c'e' pero' un posto di blocco militare fortemente armato con mezzi pesanti, carri armati e torrette: i confini sono chiusi. Beh, si sapeva, ma fa comunque un certo effetto vedere una cosa del genere con tanto di torrette di avvistamento...
Per pranzo arriviamo a Igdir: e' una citta' tipo Kars, ma molto piu' movimentata e caotica, piena di auto, furgoni, camion e motorette tutti mezzi scassati! Ci fermiamo ad un ristorante lungo la strada principale e ci mangiamo un bel kebab. Qui le persone ed il modo di vivere ci sembrano diversi, sono meno chiusi e riservati rispetto ai villaggi e le citta' viste nella regione nord orientale della Turchia, e' tutto molto familiare e accogliente.
Dopo aver mangiato andiamo verso Dogubayazit e appena usciti da Igdir un gruppo di soldati armati ad un posto di blocco ci ferma per il controllo dei passaporti: ovviamente siamo in regola, ma e' la prima volta in tutta la vacanza...
Arrivati finalmente vicino alla montagna biblica, non riusciamo a vederne la vetta, e' nascosta dalle nuvole. E che cavolo, io voglio immortalarlo con un sacco di foto! Vabbeh, andiamo avanti che Dogubayazit e l'Ishak Pasa sono vicini!
Dogubayazit e' piccola, ma parecchio movimentata: e' l'ultima citta' turca (solo geograficamente, visto che sono tutti curdi all'infuori di militari e polizia) e ci sono tantissimi camion e furgoni che vanno in Persia. Andiamo direttamente all'albergo consigliatoci da Alessandro e Antonella, l'Isfahan Hotel: e' gestito da ragazzi giovani e molto aperti al turismo straniero. Dopo aver contrattato il prezzo per due notti (90 lire in tutto!) chiedo a Sedef, il proprietario, dove posso parcheggiare la moto e lui molto cortesemente me la fa mettere nella hall!!! :)
La nostra stanza e' un po' spoglia, ma pulita anche se in terra c'e' la solita dubbia moquette; dopo il bucato e la doccia rinfrancante scendiamo a fare due passi. Troviamo pero' un fattorino e Sedef accanto alla moto con un gruppo di cinque ragazzi che ammirano il mio destriero bavarese: sono motociclisti iraniani e si congratulano per l'impresa! Ah, Silvia e' come se non esistesse, parlano solo a me... Oltre a loro un po' tutti i turisti dell'albergo immortalano la moto nella hall, compreso un gruppo di ragazze coreane in giro per il Kurdistan! :)
Pian piano ci rendiamo conto che l'hotel e' pieno di turisti occidentali che sono qua per fare escursionismo sull'Ararat. Questa meta e' infatti gettonatissima da tanti amanti del trekking. Ah, nemmeno un italiano... Si sa, per la maggior parte degli italiani questo e' un 'postaccio' pericoloso e pieno di musulmani terroristi! Mah, lasciamo stare gli aspetti politici e' meglio, anche perche' mi sto veramente rendendo conto di quanto la Turchia e il Kurdistan siano belli! In Italia invece c'e' parecchia ignoranza riguardo queste regioni e questi popoli, non si puo' fare come al solito di tutta un'erba un fascio... Ok, stop!
Camminando sulla strada principale del centro, veramente minuscolo, troviamo un ragazzo sui quindici anni che ci saluta con un ottimo inglese e che ci chiede se vogliamo andare a vedere il negozio di tappeti e kilim di suo fratello Osman: e' simpatico, andiamo! Mentre camminiamo e parliamo con lui, ci ricordiamo che anche gli amici di Belluno avevano incontrato queste persone. Ci avevano infatti parlato di Osman, del suo negozio, di suo fratello e di un'altra persona, Norman. Norman e' un uomo scozzese che vive a Prato da piu' di vent'anni e che da qualche anno trascorre l'estate dal suo amico curdo venditore di tappeti e dalla sua famiglia per aiutarlo nel commercio con i turisti, visto che parla diverse lingue. Appena arrivati al negozio li conosciamo entrambi e raccontiamo loro di Alessandro e sua sorella e del nostro viaggio. Sono ovviamente colpiti e anzi Norman, con il suo accento inglese fiorentino simpaticissimo, ci dice che siamo semplicemente mezzi matti! :)
I kilim e tutto il negozio di Osman sono stupendi e i prezzi veramente buoni, forse ci scappa un tappeto... ;)
Dopo una bella chiacchierata fra un cay e l'altro ad ammirare tappeti, principalmente curdi, ma di regioni diverse, salutiamo i nostri ennesimi nuovi amici e andiamo a mangiare qualcosa al ristorante accanto. Dopo la cena rientriamo in hotel anche perche' piove e fa un po' freddo e poi non e' che ci sia piu' di tanto da vedere in questo piccolo paese di frontiera specialmente al buio verso le dieci di sera. Comunque Dogubayazit ci piace, non so, ha qualcosa di magico questo posto, sara' che siamo lontanissimi da casa e le emozioni sono fortissime!
Per strada troviamo una coppia di ragazzi che avevamo intravisto ad Ani e che stanno cercando un albergo con la Lonely alla mano: ci siamo riconosciuti tutti e quattro e cosi' ci presentiamo. Loro si chiamano Milos e Jovana, sono Serbi di Belgrado e sono studenti universitari che girano da un mese in autostop e con i mezzi pubblici la Turchia dell'est, la Georgia e l'Armenia! :)
Dopo esserci salutati ci diamo appuntamento al nostro Hotel fra una mezzora per fare due chiacchere, visto che loro devono trovare prima un alloggio.
Concludiamo cosi' tutti insieme la serata sorseggiando una Efes e parlando con Sedef e un suo amico dell'Ishak Pasa, il palazzo 'da mille e una notte', per citare la guida, che si trova a sei chilometri da Dogubayazit e che e' il simbolo di questa regione insieme alla montagna di Noe'.
Ah, il mio turco migliora! Peccato che in questa citta' i piu' parlano curdo. Beh, mi applichero'! :)
Ani:
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Benzinaio! :)
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Strada verso Igdir... :eek:
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Sotto l'Ararat
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Moto nella hall dell'albergo a Dogubayazit con Mnuri in posa! :D
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Ballerino
03-10-2009, 17:07
Finalmente!!!! Stavo aspettando con impazienza il proseguio del tuo racconto. Leggo che cmq col tempo non sei stato proprio proprio fortunato...acqua e temperature freddine eh?! Però posti fantastici!! Non vedo l'ora di tornarci!!! E vai!!!! :lol::lol::lol::lol:
motolibe
03-10-2009, 17:56
complimentoni davvero un viaggio molto interessante
milkplus
03-10-2009, 21:20
Grazie grazie! :)
Effettivamente il tempo e' stato un po' nuvoloso, umido e freddolino nei giorni verso Erzurum, le Valli Georgiane, Kars e Ani. Diciamo che il nord est e' fortemente a rishio come meteo anche a luglio-agosto, considera che non sono mai sceso sotto i 1500 km anzi spesso ero oltre 2000! ;)
Pero' non ho mai avuto freddo, io avevo la rallye 2 pro senza goretex e maglietta in microfibra sempre. La maglia termica della bikers e l'antipioggia li ho messi solo nel pezzo erzurum-yusufeli-kars che ero oltre 2200 con il cielo nuvoloso e pioggerelloso a tratti, mai preso temporali o nubifragi. ;)
Dalla prossima puntata in poi caldo bestiale fino a casa, come scrivero' nei prossimi giorni; il giorno piu' caldo? Van-Tatvan-Bitlis-Diyarbakir, 40 gradi sotto il sole con vento caldo secco!
Via domani vado avanti... ;)
Ballerino
03-10-2009, 23:56
Vai vai...non vedo l'ora......peccato non esserci al raduno dei rimasti avremmo magari potuto conoscerci e scambiarsi opinioni....live. :D
e allora andiamo.... vai milk... ti tocca ripartire per scriverne un altro..
THE BEAK
04-10-2009, 11:42
Nico!!grande davvero un bel diario(avevi il pc dietro?) e un bellissimo viaggio complimenti a te e Silvia, stare dietro per tutto quel tempo non è non è com guidare!!
bravi
ps col desierto oscar è più incazzato eh!!;)
milkplus
06-10-2009, 23:01
Grazie a tutti, troppo buoni! ;)
Andre, non aveo il pc, lo sto scrivendo da quando sono tornato e utilizzo il presente, mi piace cosi'. L'hard disk e' la mia testa... ;)
Proseguiamo...
martedi' 28/07/09: Dogubayazit – 0 km
Ah che bello... Oggi si dorme e ci preserviamo le chiappe! Ebbene si', niente moto! ;)
Verso le nove e mezzo andiamo al negozio di Osman, dove accanto c'e' la fermata del dolmus che porta all'Ishak Pasa. Abbiamo infatti deciso di prendere questo mezzo per fare i sei chilometri di strada fino la'. Appena arrivati da Osman troviamo lui, Norman e suo fratello che ovviamente ci offrono un cay, ma non possiamo in quanto abbiamo il pulmino da prendere. Osman allora ci fa presente che non c'e' problema, il dolums ci aspettera', tanto finche' non e' pieno non parte. Ricordo, giusto per la cronaca, che si tratta di un Transit e che di norma ci sono otto posti a sedere piu' quello dell'autista... ;)
Dopo una mezzora arrivano anche Milos e Jovana, beh e' ora di andare. L'autista infatti ci viene a chiamare e cosi' andiamo alla fermata. Pazzesco, il pulmino e' pieno di donne e bambini piu' l'autista e altri due uomini! Saliamo con i nostri amici di Belgrado e letteralmente ci strippiamo sui sedili in fondo; Silvia conta diciannove bambini e una decina di adulti. Partiamooo! :D
Arrivati al parcheggio del palazzo scendiamo e salutiamo l'allegra combriccola: tutti sono completamente affascinati dalla nostra presenza, in particolare osservano e ridono dell'apparecchio ortodontico di Silvia.
La vista sull'Ishak Pasa dal parcheggio e' notevole in quanto domina tutta la vallata della citta'. Con Milos e Jovana andiamo verso il palazzo, che dista mezzo chilometro e all'ingresso cerchiamo il custode per pagare il biglietto. Invece del custode troviamo un gruppo di operai che ci fa cenno di entrare liberamente: in questi giorni non si paga visto che ci sono i lavori per la realizzazione della copertura in vetro di tutto il palazzo per preservarne le parti a cielo aperto. Beh, un po' di fortuna non guasta! :)
L'Ishak Pasa e' interessante, ma ci aspettavamo qualcosa di piu'; la parte piu' bella e' la sala da pranzo del pascia', dove colonne e archi sono estremamente curati nei particolari e con bassorilievi selgiuchidi, persiani e ottomani.
Dopo una buona ora ad ammirare e a far foto usciamo e facciamo qualche parola con Milos e Jovana, godendoci il panorama. Insieme decidiamo di riscendere in citta' a piedi, dopo tutto sono solo sei chilometri e in discesa. A meta' strada pero' Milos si stufa e mentre passa un autocarro fa cenno col dito per chiedere un passaggio. Il proprietario si ferma e ci fa salire dietro sul cassone aperto; non appena riparte ci ritroviamo a tenerci stretti, in quanto la strada non e' il massimo e le scosse ci fanno fare dei bei salti! Beh, siamo a posto, abbiamo provato anche questa esperienza! :)
Appena rientrati in citta', verso mezzogiorno, accompagniamo Milos e Jovana a comprare i biglietti dell'autobus per Erzurum; loro infatti hanno finito la vacanza e devono essere dopo domani a Istanbul per prendere il treno per Belgrado. Dopo varie contrattazioni Milos, che in questa cosa e' il numero uno, riesce a spuntare due biglietti a 40 lire passando da un autista all'altro come se niente fosse, dopo che il primo interpellato era partito da 60... Che grande, io contratto abbastanza spesso qui in Turchia, ma mai cosi' tanto e con tale scioltezza! :)
Dopo esserci salutati e scambiati i recapiti con Milos e la sua dolce meta', andiamo a mangiare al ristorante Yoresek Yemek Evi, gestito da una cooperativa di donne curde con i mariti in prigione per terrorismo. Non si sa se tutti siano realmente terroristi del PKK, ma qua nella regione curda la polizia e l'esercito fanno repressione bruta di qualsiasi atto o cosa che anche soltanto richiamino l'etnia curda con il risultato che sono tutti infelici e fortemente aggrappati alla propria etnia e vivono ognuno per conto suo, senza un briciolo di integrazione reciproca... Peccato! Su questo credo infatti che ci sia da lavorare tantissimo in Turchia.
Ma torniamo a noi... Dopo aver pranzato alla grande dalle donne, come dice Norman, andiamo a riposarci un po' in albergo. Verso le cinque torniamo al negozio di Osman dove troviamo suo fratello, Norman e un ragazzo americano in vacanza qua per fare trekking sull'Ararat. Tutti insieme ci mettiamo a guardare kilim e tappeti, uno piu' bello dell'altro. Ovviamente accompagnati da qualche bicchiere di immancabile cay! :)
Alla fine decidiamo di comprare un piccolo tappeto di lana, realizzato recuperando una vecchia culla curda per bambini riadattata appunto a tappeto. Osman infatti lavora moltissimo con una cooperativa di donne curde che trascorrono l'inverno a tessere, cucire e sistemare tappeti. Quindi ancora piu' volentieri paghiamo l'importo ad Osman con il quale lui supportera' economicamente diverse famiglie povere. E dopo tutto per 200 euro ci possiamo stare alla grande! :)
Tutti e due felicissimi andiamo col nostro bel tappeto in albergo a provare se entra nel borsone... Accidenti, non ci sta! :( Cosi' torniamo nuovamente dal nostro amico, il quale si impegna a spedircelo a casa quando vogliamo. Perfetto, per meta' agosto va bene, visto che rientreremo in quei giorni.
A cena altra bella mangiata di kebab, formaggi, riso e verdure grigliate in un altro ristorante del centro. Ah che bonta'! :)
Prima di andare a dormire scambiamo quattro chiacchiere nella hall dell'Isfahan con Sedef, il suo amico, un inglese e il gruppo di ragazze coreane, completamente affascinate dal nostro viaggio: in ogni momento del nostro racconto nella hall risuonava un coro stupito di 'Ohhhhhh!!!' :)
Beh, oggi e' stata una giornata stupenda, sicuramente una delle migliori finora... :) Ah, ho imparato a dire grazie in curdo: spas! :)
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Andreanet
07-10-2009, 00:53
ma che spettacolo di viaggio!
penso di aver visto la tua moto diverse volte a Cascina ... non sai quante volte mi son chiesto di chi fossero quelle valigie d'alluminio... si vedeva che avevano voglia di viaggiare!
complimenti!
milkplus
07-10-2009, 14:11
Grazie! Allora se qualche volta sei in zona possiamo beccarci per un giretto! ;)
Devo pero' sistemare un paraolio, ora sono ai box... :lol:
:D:D....complimenti vivissimi davvero!
bel viaggio, belle foto, bel report...
Andreanet
10-10-2009, 09:33
Grazie! Allora se qualche volta sei in zona possiamo beccarci per un giretto! ;)
Devo pero' sistemare un paraolio, ora sono ai box... :lol:
oooooooooK! ...volentieri;)
milkplus
12-10-2009, 15:56
Vado avanti... :)
mercoledi' 29/07/09: Dogubayazit, Van – 180 km
Oggi si riparte, lasciamo la nostra amata Dogubayazit verso le nove e andiamo a Van, dove staremo due notti. Dopo aver salutato e ringraziato Sedef, che ci ha fatto parcheggiare la moto nella hall, e tutti gli altri ragazzi che lavorano con lui all'albergo, carichiamo i bagagli e partiamo. Prima di uscire dalla citta' andiamo tutti bardati a salutare Osman e Norman al negozio e nel vederci confermano che non siamo normali! :)
La strada per Van e' una sola e sfiora l'Iran, passando attraverso alti pascoli montani sui 2000 e passa metri di altitudine, ma il tempo e' stupendo con un bel sole e un cielo limpidissimo, quindi il tragitto si prevede stupendo. Appena usciti dalla citta' in direzione sud ovest, una sagoma ben nota mi compare nello specchietto retrovisore della moto... E' lui! Il Monte Ararat, l'Agri Dagi come lo chiamano qua! Finalmente riesco a vederne la vetta, dopo due giorni con il cielo coperto dalle nuvole. Mi fermo all'istante a bordo strada e lo faccio vedere a Silvia che subito tira fuori la fotocamera e immortala me, la moto e l'amico dal 'cappello bianco' con il suo fratellino (il piccolo Ararat) sullo sfondo! Uno dei momenti piu' belli fino ad ora in questa vacanza, forse il piu' memorabile a quasi 5000 km da casa: lo ricordero' sempre e custodiro' questa fotografia gelosamente, garantito!
Approfitto per fare benzina, visto che 200 metri davanti a noi c'e' un benzinaio dove il ragazzo ci offre l'ennesimo cay e che noi ovviamente non rifiutiamo, ormai siamo 'cay addicted'... :)
Al bivio per Van la strada inizia a salire parecchio, e' una statale deserta e l'unico a farci compagnia e' l'Ararat che domina sempre la vista. L'asfalto non e' male, solo un po' grossolano, ma si guida benissimo; la strada e' tutta un saliscendi di curve e il paesaggio e' costituito quasi esclusivamente da pascoli. Ogni tanto troviamo qualche villaggio curdo sperduto con le case di mattoni di fango e paglia, dove le persone vivono di pastorizia. Ci colpisce il fatto che quasi sempre troviamo dei bambini a fare da pastori ai greggi e alle mandrie. Abituati a salutare sempre tutti, ci rendiamo conto che qui non siamo molto graditi. Infatti nessuno risponde al saluto, anzi due bambini pastori sui dieci anni al massimo ci mostrano un dito dall'inequivocabile significato... Forse e' meglio lasciar perdere, non salutiamo piu' e' meglio. Continuando il tragitto verso Caldiran, una citta' vicina, notiamo in lontananza una coppia di ragazzini, ovviamente pastori, che corre verso la strada come per venirci incontro e vederci piu' da vicino, ma non per salutarci... Infatti nel giro di pochissimi istanti, mi vedo arrivare addosso un ramo d'albero di circa un metro, usato come bastone, lanciato da uno di loro con una mira da vero cecchino! Alzo d'istinto il braccio destro, tanto ho la protezione nella giacca e cercare di evitarlo con la moto sarebbe pericoloso, rischieremmo una caduta... Un vero missile, considerato anche che ho accelerato a piu' di 100 all'ora per cercare di evitarlo. Fortunatamente l'impatto avviene col cupolino della moto e non succede niente di piu'... Cavolo! In Italia altri amici motociclisti me lo avevano detto che qui nelle campagne piu' remote avremmo potuto trovare dei bambini pastori che prendono di mira le motociclette, anche se di solito con le pietre.
Dopo questa spiacevole ma particolare esperienza, continuiamo il nostro tragitto e cerco di non farmi sentire troppo con la moto levando un po' di gas quando ci avviciniamo ai bambini pastori. Infatti ne troviamo tanti altri sulla strada e le probabilita' che ci lancino qualcosa sono piuttosto alte...
Superata la citta' di Caldiran, che non e' altro che un villaggione di campagna, ci avviciniamo a Muradiye e quindi al lago di Van. Arrivati sul lago prendiamo la strada verso Van e dove la vetta innevata del monte Nemrut sulla costa settentrionale opposta alla nostra, domina il paesaggio. Anche qua la strada e' semideserta e enorme, al solito e' una superstrada a quattro corsie appena finita non si sa per chi, visto che ci sono poche auto e camion. Troviamo pero' una famiglia intera sopra una motocicletta tutta scassata con tanto di carrello appendice posteriore che ci saluta! :)
Arriviamo a Van per mezzogiorno e in lontananza, entrando dalla periferia nord che rimane piu' alta rispetto al resto della citta', ci rendiamo conto di quanto e' grande e moderna rispetto agli ultimi posti visitati in questi giorni. Decidiamo di fermarci un attimo e prendere la guida alla mano per poter cercare un albergo in centro. Poco dopo ci troviamo nel caos cittadino, dove tutti guidano un po' come vogliono... Ma tanto anche io ormai ho imparato e guido alla turca! ;)
Arrivati all'albergo che avevamo scelto, il Sahin, parcheggiamo per poi andare a chiedere prezzi e disponibilita'. Beh, nel parcheggiare ci rendiamo conto di essere una vera e propria attrazione per le persone intorno: ragazzi, uomini e anziani, nessuna donna. Tutti sono abbastanza cordiali e salutano, ma non ai livelli delle altre citta' e paesi visitati. Qui infatti rispondono ai miei saluti e basta e ci squadrano per bene. Silvia nota che non ci sono praticamente donne in giro, ma non se la prende, anzi dimostra di essere molto forte e fiera, dopotutto si e' sparata 6000 km da passeggero e non sa quanti di questi uomini farebbero altrettanto! Decido di entrare io nella hall per chiedere il prezzo di una doppia e del garage per la moto. Il portiere parla qualche parola di inglese giusto quello che mi serve e mi spiega che una doppia costa 50 lire. Provo a trattare un po', ma non scende e mi dice che il garage e' 'super'... Cosi' chiedo di vedere la stanza ed un fattorino mi accompagna al piano di sopra. La stanza e' grande e ci sono due letti, uno matrimoniale e uno singolo. Mi spiega a gesti che il grande e' per me e il piccolo e' per 'lei'... Pazzesco, mi viene da ridere e penso gia' a quando lo raccontero' a Silvia! :D Chiedo pero' al fattorino se c'e' una stanza piu' piccola e dopo qualche istante arriva un altro ragazzo dell'albergo che parla meglio l'inglese e che mi porta a vedere un'altra camera, piu' piccola e con solo un letto matrimoniale. Beh, potrebbe andare, sicuramente costa meno penso io... E invece quando chiedo il costo, il ragazzo mi 'spara' 55 lire! Ma come? Nella hall mi davano la grande a 50 e questo qui la piccola a 55? Faccio presente la cosa e lui testualmente: 'Mmm... Little fifty, big fiftyfive!'. Beh, sentendomi preso in giro, alzo i tacchi scocciato ed esco! Cerchiamone un altro va...
Cosi' vado all'hotel accanto, il 'Guzel Paris', quasi gemello del precedente, dove sono tutti piu' cordiali e accettano la mia offerta a 90 lire per due notti con colazione e garage. Prima di confermare pero' vado a vedere la camera: e' identica alla prima dell'altro albergo, con un matrimoniale e un singolo... Per chi saranno rispettivamente? ;) Dopo aver visto la camera voglio vedere anche il garage, definito anche qui 'super'. Cosi' usciamo e un fattorino mi porta davanti ad una larga porta di ferro alta due metri scarsi alla base dell'edificio, apre e... Discesa vertiginosa e buio pesto! Il ragazzo scende e accende una fioca luce, che illumina il garage: uno spiazzo tutto sterrato ricavato nelle fondazioni dell'edificio e con la discesa ripidissima e sterrata! Beh se non altro e' sicuro penso io. Ma come scendo giu'? Non e' facilissimo con 300 chili di moto ed io sopra, anche per il fatto che in fondo alla discesa c'e' una curva secca a sinistra. Come faccio a frenare? Beh, mi viene un'idea e non ci penso due volte! :) Torno nella hall e confermo la camera, ma precetto due fattorini ad aiutarmi a scendere giu' nel garage a moto spenta: io salgo in sella e dispongo i due dietro a sostenermi nello scendere! Che risate, dopo neanche mezzo metro i due 'esplodono' e scivolano con i piedi! Cosi' urlo e chiamo il ragazzo di passaggio che assisteva divertito alla scena dalla porta del garage... Beh alla fine in tre piu' io in sella ce l'abbiamo fatta, moto parcheggiata! :D
Torno all'ingresso da Silvia, che si era divertita nell'assistere alla scena, ma che era anche sbiancata dalla paura di una caduta rovinosa e andiamo nella nostra stanza, doccia e via a cercare un ristorantino in centro!
Il centro di Van e' costituito da Cumhuriyet Caddesi, il corso principale, e da tante viuzze laterali. Questo corso e' veramente particolare per essere nella Turchia povera dell'est: i negozi sono in stile fortemente occidentale e cari! Sembra di essere in una citta' europea, se non fosse per le donne vestite con gli impermeabili lunghi e i foulard in testa. La maggior parte delle persone sono ragazzi giovani tutti vestiti e pettinati all'ultima moda. Gli sguardi su di noi sono pero' un po' troppo 'lunghi', siamo extraterrestri: io perche' in bermuda e cappellino in testa, Silvia perche' donna occidentale e quindi assolutamente da ammirare... Beh, cerchiamo di non pensarci piu' di tanto e cerchiamo un posto dove mangiare. Troviamo cosi' una via piena di ristoranti con i tavoli all'aperto dove i gestori e i camerieri urlano verso di noi per accalappiarci. Alla fine andiamo a sederci in uno di questi dove il menu' e' fotografico e dove dovremmo spendere circa 15 lire a detta del cameriere... Infatti sui menu' di tutti i ristoranti non c'e' nemmeno l'ombra di un prezzo esposto!
Silvia al solito e' l'unica donna in questa via, a tutti i tavoli sono seduti solo uomini, beh pazienza ci stiamo abituando (ma le donne dove mangiano??). A tempo di record ci servono e non appena io finisco il mio piatto, mi chiedono subito se voglio un cay. Silvia mi guarda sbigottita, con la bocca piena e mezzo piatto da finire ed io faccio cenno al cameriere di aspettare. Dopo qualche istante, arrivano i cay ed uno finisce rovinosamente addosso a Silvia! Al ragazzino cameriere scivola il bicchierino, ma come se niente fosse, lo toglie e ne mette un altro sul tavolo andandosene... Cavolo che maleducato! Parecchio scocciati, Silvia e' infuriata, finiamo e ci alziamo per andare a pagare. E qua i nostri amici maschilisti di Van si sono ritrovati davanti una donna occidentale tutta infuriata che chiede loro 'discount' indicando i vestiti tutti sporchi di te'! Purtroppo sorridono facendo finta di niente e addirittura ci salutano. Beh, lasciamo stare... Questo inizio a Van non e' stato dei migliori, per ora sono quasi tutti una massa di cafoni guardoni e maleducati!
Dopo una sosta in albergo per riposino e un po' di bucato verso le quattro del pomeriggio usciamo a fare un giro. Nel centro non c'e' molto da vedere, Van e' una citta' moderna e tutta di recente costruzione, non c'e' piu' un vero e proprio centro storico. C'e' soltanto il castello che decidiamo di visitare domani. Cosi' ci ritroviamo a guardare un po' di negozi e compriamo un CD di musica curda per il nostro amico Imdat in Italia. Passeggiando davanti alla vetrina di un negozio, il titolare ci invita a vedere l'interno e ci offre un te'. Noi accettiamo volentieri e scambiamo qualche parola in inglese: gli parliamo di dove siamo, del giro che stiamo facendo e ne e' molto contento, in quanto in questa regione non vengono molti turisti. E' curdo e ci spiega che Van e' una citta' dove vivono Turchi e Curdi insieme, percio' l'aria che si respira non e' delle migliori, in quanto i Turchi, in minoranza, snobbano e denigrano i Curdi, mentre questi stanno piu' nell'ombra cercando di vivere o come loro o in completo isolamento. Anche se ci sembra un uomo per bene, e' orgoglioso del PKK e ci chiede cosa ne pensiamo. Non e' facile rispondergli, pero' alla fine gli dico che ovviamente non e' giusto che i Turchi vogliano cancellare tutti gli usi e i costumi di questa etnia, ma anche che e' sbagliato rispondere usando la forza e il terrorismo. Lui annuisce ed e' d'accordo con noi, dopo tutto le cose stanno cambiando piano piano ed il terrorismo separatista sta crollando per passare ad un movimento di resistenza piu' intellettuale e democratico. Dopo un secondo cay lo salutiamo e lo ringraziamo della chiacchierata.
Passeggiando in cerca di un ristorante per la cena, riflettiamo su quello che ci ha detto e ci rendiamo conto che in questa citta' effettivamente una via e' turca, come il corso principale, mentre un'altra piu' nell'ombra e' curda. Ed onestamente fra le due quella piu' vera e che ci piace di piu' e' quella curda. Anche se non e' facile distinguere tra le due etnie, i Turchi ci sembrano in generale piu' maleducati, strafottenti e che vogliono essere i superiori in tutto. Non e' facile da spiegare, ma le citta' che abbiamo visitato i giorni scorsi, quindi completamente turche, erano diverse e molto piu' accoglienti, qua sono piu' che altro i Curdi ad essere accoglienti e amichevoli.
Dopo una buona cena in uno dei piu' rinomati ristoranti del centro, rientriamo in albergo e letteralmente crolliamo dalla stanchezza... Buona notte!
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milkplus
12-10-2009, 16:55
giovedi' 30/07/09: Van – 0 km
Siamo a meta' del viaggio, oggi niente moto, andiamo a vedere l'antico castello di Van sul promontorio in riva al lago a sei chilometri dal centro. Decidiamo di andarci a piedi e stare fuori fino a dopo pranzo, cosi' ci abbuffiamo con una bella kahvalti per fare scorta di energie! Durante la colazione viene a salutarci un cameriere che letteralmente ci tratta da super signori. E' infatti innamorato del calcio italiano e ci parla di tutte le squadre italiane, ha persino la foto di Pirlo come sfondo sul cellulare... No comment! :)
Finita la colazione, verso le nove e mezzo usciamo e iniziamo la scarpinata fino al castello, anche per vivere un po' la citta' e le persone. Invece, niente di speciale: arrivati al castello dopo un rettilineo lunghissimo, monotono, su una strada trafficata e con enormi palazzoni anonimi e un po' fatiscenti, ci accorgiamo che il castello non e' altro che un ammasso di rovine e di sassi in cima ad una collina rocciosa. Non trovando l'ingresso con la biglietteria, alla fine chiediamo come fare per entrare ad un gruppo di donne e bambini li' vicino. Ci dicono di salire a piedi arrampicandoci fino alle mura... Con un po' di diffidenza ci arrampichiamo e troviamo un buco nelle mura: siamo dentro e in cima al castello! Con la nostra guida ci leggiamo un po' di informazioni a riguardo, siamo gli unici turisti, ci sono solo alcuni ragazzini che giocano e corrono sulle mura, completamente abbandonate e in stato di disfacimento... Cerchiamo di arrivare in cima alla torre piu' alta, ma da qua in cima non si puo', bisogna scendere e risalire dalle mura piu' esterne. Non mi fido pero', vedo alcune brutte facce e qualche 'branco' di ragazzini dagli sguardi poco raccomandabili... Decidiamo di andarcene, immortaliamo con foto e riprese solo la vista sul lago e sulla valle al di sotto della collina, dove un tempo sorgeva l'antica citta' di Van.
Finalmente scesi da questo rudere incontriamo un vecchietto che passeggia, ci saluta calorosamente e ci spiega che ci troviamo in Kurdistan e non in Turchia, facendoci l'elenco di tutte le citta' curde: Mardin, Urfa, Diyarbakir, Erzurum, Van, Igdir, Antep... Simpaticissimo! :)
Sono quasi le due e abbiamo voglia di mangiar qualcosa. Cosi' ripercorrendo lo stradone verso il centro, ci fermiamo quando troviamo un cartello 'Alabalik Lokantasi', un ristorante dove servono pesce. Il titolare e' un simpatico ragazzo curdo, probabilmente mio coetaneo, che ci offre l'unico piatto disponibile: trota di lago arrosto con spezie, verdure e riso! Beh, anche se il menu' e' un po' misero, la trota e' veramente ottima! :)
E' primo pomeriggio e fa piuttosto caldo, cosi' rientriamo in albergo per un pisolino. Siamo piuttosto delusi da Van... Ieri e oggi non abbiamo visto niente di particolare, la citta' e' squallida e forse avremmo dovuto prendere la moto per andare a visitare il castello di Hosap o il sito di Cavustepe, a 25 chilometri ad est di Van, ma sinceramente non abbiamo avuto voglia anche perche' i giorni 'break', cioe' senza moto e centinaia di chilometri, ci servono... Pazienza, ci rifaremo piu' avanti!
La sera decidiamo di cenare in un ristorante della Lonely, l'"Ikizler" in pieno centro, dove servono ottimi lamachun e pide. Non riuscendo pero' a trovarlo, chiediamo in giro e alla fine un gruppo di tre giovani studenti universitari si offre di accompagnarci in macchina. Io ringrazio e rifiuto, non mi fido... Con le facce che ho visto qua in questi due giorni voglio evitare rischi inutili. Dopo un po' che vaghiamo alla ricerca del locale li rincontriamo e alla fine decidiamo di fidarci: tutto a posto, sono gentilissimi e ci accompagnano al ristorante. Assistiamo solo ad un paio di manovre azzardate, come ad esempio una rotonda fatta per meta' contro senso con tutte le auto vicine a suonare il clacson e ad infamarci, ma va bene cosi' siamo in Turchia! :)
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Milk ora il tuo report è alla stregua di un beautifull televisivo si aspetta solo la prossima puntata.. però ha due vantaggi la tua soap.. la prima è che non ci sono interruzioni pubblicitarie la seconda è che è meglissimo di beautifull anche se è beautifull.. azz mi sono incartato traduco tutto complimenti
Oh....ma se facessi un libro illustrato?
Mettimi pure in lista...voglio essere il primo!
milkplus
13-10-2009, 12:49
Fabri, l'obbiettivo e' proprio quello... ;)
Fabri, l'obbiettivo e' proprio quello... ;)
:D tienimi aggiornato sugli sviluppi allora e...preparamene una copia auografata!
Ballerino
13-10-2009, 23:31
Sto leggendo sempre con interesse, attenzione e curiosità il tuo viaggio.....ma se farai il libro sarà ancor meglio!!! Vai così! Alla prox puntata!:D:D
SingleMax GS
21-10-2009, 14:57
PER PIACERE VAI AVANTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII III!!!!!
ORAMAI è COME UNA DROGA!!!
Grazie, Max
milkplus
21-10-2009, 19:00
Eccomi! Ragazzi, scusate mi sto lasciando prendere la mano... Ormai sta venendo un poema!!! ;)
venerdi' 31/07/09: Van, Tatvan, Bitlis, Silvan, Diyarbakir – 400 km
Direzione ovest, inizia il riavvicinamento all'Europa! Oggi ci faremo tutta la costa meridionale del lago di Van fino a Tatvan; poi andremo verso Bitlis, Silvan e quindi arriveremo a Diyarbakir, la capitale del Kurdistan! :)
Sveglia alle otto e clima stupendo, ma andiamo con ordine... Colazione: beh ormai ci mangiamo praticamente tutto, dal salato alle verdure fino al dolce. Il cameriere di ieri, innamorato del nostro calcio, torna per salutarci e ci porta un vassoio pieno di fette di anguria tutto per noi... Che bravo! :)
Finita la colazione, porto nella hall tutti i bagagli e vado alla reception per pagare e salutare. Ora bisogna pensare a tirar fuori la moto dal bunker! Con un fattorino vado al garage e sorpresa... Davanti al portone c'e' una macchina parcheggiata. Vabbeh, la faremo spostare. Unico problema: non si sa di chi sia! Dopo un po' di tentativi a cercare il proprietario, mi dicono che devo uscire sulla strada passando dal metro e mezzo che c'e' fra il portone e l'auto parcheggiata! E come faccio?! Vista la ripida salita sterrata devo andare deciso e piuttosto lanciato, non posso fermarmi e frenare per non andare addosso alla macchina, andrei in terra e ruzzolerei giu' indietro con la moto! Cosi', come ho fatto per scendere giu' l'altro ieri, decido di fare il bis! :) Vado tutto fiero nella hall per precettare stavolta minimo quattro fattorini. Me ne danno tre, ma io con lo sguardo ne adocchio altri due che vengono ad assistere. Cosi' in fondo al bunk... Ehm garage, mi piazzo di fianco alla moto per guidarla e frenare all'occasione e con i tre ragazzi dietro a spingere. Ovviamente, come io sapevo gia', non bastiamo! Scena da piangere dalle risate: un bestione da quasi 300 chili fermo in salita con quattro uomini che piangono dal ridere o dagli sforzi, non lo so! :D
Alla fine una volta arrivati in cima tutti insieme vittoriosi ci guardiamo e abbracciamo: ce l'abbiamo fatta! Dopo i dovuti ringraziamenti e gli altrettanti saluti, carichiamo la moto, impostiamo il GPS e via verso Tatvan!
L'uscita da Van e' abbastanza rapida e dopo aver messo benzina prendiamo la statale D300 che costeggia la riva meridionale del lago. Lungo questa strada troviamo tanti piccoli paesi, alcuni dei quali anche abbastanza attrezzati con degli stabilimenti balneari; la maggior parte pero' sono villaggi di pescatori.
Ad una cinquantina di chilometri da Van, scorgiamo in lontananza l'isoletta di “Akdamar” con l'omonima chiesa armena; decidiamo tuttavia di andare avanti e non vederla, ci vorrebbe come minimo mezza giornata e non ce la facciamo. Forse l'avremmo potuta visitare ieri invece di stare tutto il giorno a Van, ma ormai e' andata cosi', pazienza! Dopo le foto di rito proseguiamo verso la nostra meta.
Superato Tatvan verso le undici, ci lasciamo alle nostre spalle lo stupendo Lago di Van e prendiamo la E99 verso la vicina Bitlis. Questa citta' e' un paesone di montagna, che fa da vero e proprio crocevia, tutti passano da qui in quanto e' l'unica via per andare verso Diyarbakir; infatti troviamo parecchio traffico, tutto passa dal centro di questo paese: auto, furgoni, camion, autobus e... Una moto! :) In questo posto pero' nessuno saluta anzi, non ci guardano nemmeno tanto bene e un bambino addirittura ci “sputa” dal finestrino di un “dolmus”... Mi rendo conto che evidentemente qui in Kurdistan non tutti apprezzano l'adesivo con la bandiera turca che ho messo sulla moto...
Lasciata Bitlis, i “giochi” si fanno parecchio impegnativi... La strada infatti e' pessima: come quasi tutte le altre percorse nei giorni scorsi nell'est della Turchia, anche questa e' in fase di allargamento “massiccio” della carreggiata. Beh, questa zona pero' e' parecchio montuosa e i cantieri sono dislocati su piccole strade di montagna fra curve, discese e salite! Mi ritrovo infatti a guidare quasi sempre su strade sterrate di montagna piene di sassi o ghiaione con tanto di traffico pesante e mezzi di tutti i tipi. Spesso sono anche costretto a fermarmi perche' non vedo niente davanti a me con il polverone alzato dagli altri e in altre occasioni invece trovo le strade bagnate e semi allagate dagli operai proprio per evitare i polveroni, con il risultato che io, in moto, scivolo con le ruote e devo tenere i piedi giu' per aiutarmi... Insomma, anche se ho una moto che mi permette tranquillamente di guidare in queste situazioni, dopo due ore e' veramente stancante considerato anche che Silvia, ad ogni scivolata evitata, si impaurisce sempre di piu'... :(
Alla fine ce la facciamo e per l'una e mezzo siamo nei pressi di Baykan, un piccolo paese alla fine della regione montuosa di Bitlis e all'inizio della grande pianura del fiume Tigri.
Il clima e' veramente splendido e iniziamo a sentire il caldo dei vicini deserti di Siria e Iraq. Nel giro di mezzora infatti la temperatura supera i 40 gradi, non posso neanche tenere la visiera del casco aperta perche' l'aria calda mi secca la pelle e le labbra... Cosi' ci fermiamo per mangiare qualcosa e riposarci un po' in una bella stazione di servizio in mezzo al niente prima della citta' di Silvan. Appena arrivati, completamente sporchi di polvere e fango, parcheggiamo la moto davanti all'ingresso del ristorante. Ci vengono subito incontro due camerieri che ci salutano calorosamente e ci chiedono da dove veniamo. Inutile dire che rimangono veramente folgorati dal nostro viaggio e ci fanno entrare orgogliosamente nel ristorante richiamando l'attenzione di tutti. Uno di loro e' il titolare e con grande felicita' ci stringe la mano (ho scritto bene: “ci stringe la mano”, anche a Silvia quindi), e' un curdo di Batman ed e' fiero di averci li' nel suo ristorante. Infatti ci da' il tavolo migliore al centro della stanza, dice a tutti i presenti (una trentina di uomini) chi siamo, cosa facciamo e da dove veniamo. Mette perfino l'aria condizionata al massimo! Io pero' sono completamente sudato dopo aver guidato per ore e sotto il sole a 40 gradi e chiedo di abbassarla che senno' “mi tronco in due”... :)
Nel giro di pochi minuti ci porta praticamente di tutto: kebab, riso, verdure grigliate, ayran, pane, fagioli... E si mette a sedere accanto a me al tavolo. E' interessatissimo e vuole sapere tutto del nostro giro, ci consiglia vivamente Batman e Hasankeyf, dove c'e' uno splendido sito archeologico. Vedremo... :) Mentre mangio gli dico del mio amico curdo Imdat in Italia e alla fine decido di chiamarlo, cosi' si salutano e parlano un po' fra di loro.
Terminato il pranzo con gli immancabili cay, il titolare e i camerieri ci salutano sempre piu' calorosamente, ci offrono la colonia per lavarsi le mani e ci accompagnano alla moto. Il capo mi dice con il tipico gesto: “Nicola, motor cok guzel!!!” (trad. : “Nicola, la moto e' proprio bella!!!”).
Cosi' con la pancia piena e l'abbiocco in arrivo, alle tre del pomeriggio ci accingiamo a percorrere gli ultimi 100 chilometri fino a Diyarbakir sotto un sole sempre piu' cocente. Dopo una quarantina di minuti pero' ci fermiamo di nuovo per bere un po' d'acqua ad una stazione di servizio lungo la strada. C'e' anche un autobus GT fermo con tutti i passeggeri che pranzano li' vicino: sono Iraniani in viaggio verso Urfa, un gruppo di circa dieci uomini e quaranta donne vestite con il “Chador” islamico. Io e Silvia ci guardiamo e ci capiamo al volo: novantanove su cento tutte queste donne sono mogli e figlie di questi pochi uomini... Ovviamente appena parcheggiata la moto, saluto e vengo subito ricambiato. Addirittura un uomo che sta pranzando con la sua famiglia sul proprio tappeto mi invita a mangiare qualcosa con loro, ma io rifiuto anche perche' sono pieno! :) Silvia invece viene quasi fagocitata dalle donne, che la guardano incuriosite, le parlano e la “sgridano” non appena lei racconta loro del nostro viaggio: infatti per loro abbiamo fatto male a non andare anche in Iran! Beh, sara' per un'altra volta... :)
Cosi' dopo un'altra buona mezzora di sosta, ripartiamo alla volta della capitale curda, ormai manca poco! :D
Arrivati alla periferia di Diyarbakir, ad un posto di blocco della “Trafik Polis” ci fermano! Penso subito ad un controllo e invece... Multa! Eccesso di velocita': andavo a 114 dove c'era il limite a 70 km/h. Inizialmente con il poliziotto non ci capivamo, poi a gesti e indicando il tachimetro della moto, capisco... Ahime', l'ho beccata! Dopo tutto andavo davvero a quella velocita' sul lungo rettilineo di qualche chilometro fa... Pazienza, c'e' poco da contestare. I poliziotti molto gentilmente, lo sottolineo, mi chiedono la patente, il libretto e la “sigorta” (l'assicurazione) e mi compilano un bel verbale da 260 lire da pagare con calma quando torneremo alla frontiera. E anche questa esperienza e' fatta... :(
Arriviamo finalmente a Diyarbakir per le quattro e mezzo. Neanche a farlo apposta entriamo nel centro storico circondato dalle mura medievali proprio dalla porta vicina alla via degli alberghi, “Inonu Caddesi”. Dopo un tentativo a vuoto al primo hotel, parcheggio in un vicoletto vicino dove ce ne sono altri tre: vado a sentire un attimo e lascio Silvia e guardia della moto, tanto c'e' un sacco di gente li' vicino. Ah, tutti a guardare noi e la moto ovviamente, siamo extraterrestri! Pero' ci guardano diversamente da Van, sono tutti molto sorridenti nei nostri confronti, ci salutano con grande piacere e mi dicono di andare a sentire agli alberghi li' vicino rassicurandomi per la moto e i bagagli. Vado all'hotel Kaplan, a 20 metri dalla moto e da Silvia e chiedo informazioni: vogliono 120 lire per due notti con colazione e garage (anche questo “super” ovviamente!). Io testualmente: “Ci penso un attimo, sento mia moglie!” :)
Torno da Silvia, che di fatto qui in Turchia e' “diventata mia moglie” per evitare antipatie da parte delle persone piu' integerrime e religiose, e la trovo seduta al bar vicino in compagnia di simpatici signori che le hanno offerto un cay nell'attesa. Come ormai ogni volta, sono colpiti dal nostro viaggio, ma allo stesso tempo orgogliosi che siamo arrivati fino a qui nella capitale del Kurdistan! Vedendomi stanco, sporco e sudato, mi offrono un bicchiere d'acqua gelata, ma di rubinetto... Non ce la faccio, e' troppo invitante e la ingurgito... Alla faccia della diarrea del viaggiatore! :)
Cosi' dopo due chiacchiere in compagnia, sposto la moto davanti al Kaplan e con Silvia entro nella hall. Alla fine, dopo varie trattative e per il fatto che siamo italiani, ci danno la stanza a 100 lire per le due notti. Si' qua, come in gran parte della Turchia adorano noi italiani e percio' ci fanno gli sconti! :)
Una volta parcheggiata la moto nel garage (sotterraneo, ma migliore di quello di Van) e fatta una super doccia rigenerante, usciamo a fare due passi! :)
Il centro e' vivissimo e brulica di gente che gira per negozi, questa volta molto piu' veri e tipici rispetto al centro di Van. Sui marciapiedi ci sono venditori ambulanti di te' e cola dai folkloristici vestiti sgargianti di colore rosso. Qui finalmente ci sentiamo osservati il giusto, con curiosita', non come a Van, dove ti squadravano per bene senza mai un sorriso...
Vicino ad un negozio un signore ci ferma e ci saluta in italiano, o meglio quasi in italiano! :) Si chiama Sait, e' ovviamente curdo ed ama l'Italia e gli Italiani! Anche perche' gestisce un negozio di tappeti e antiquariato nella piazza centrale della citta' ed evidentemente “noi” siamo potenziali clienti... ;) E' molto simpatico, ci dice che sta dimenticando l'italiano e che gli farebbe piacere scambiare qualche parola con noi. Va bene, domani andremo a trovarlo al suo “Bazaar 21” cosi' guarderemo altri tappeti bevendo altrettanti cay, ormai ci abbiamo preso gusto! :D
Continuando la nostra passeggiata arriviamo all'hotel “Buyuk Kervansaray”, un caravanserraglio del '500 tutto restaurato con hotel, negozi e ristorante all'interno. Mentre osserviamo il suggestivo cortile interno, un uomo ci saluta, chiedendoci la provenienza e ci invita a vedere il suo negozio di tappeti, abbigliamento e chincaglierie di antiquariato. Si chiama Mehmet, detto “Montana”, e' simpatico e gentile... Ma si', andiamo! E via di cay e chiacchiere!!! :)
Mehmet, dopo aver visto che non siamo piu' di tanto interessati ai tappeti, ci chiede di parlargli dell'Italia. Cosi' gli spieghiamo che per la maggior parte degli italiani la Turchia si ferma in Cappadocia e sul Mediterraneo, in quanto questa regione e' considerata pericolosa per la guerra contro il separatismo curdo. Lui resta allibito, in quanto gli episodi terroristici sono sempre meno e anzi il turismo sta iniziando ad arrivare anche qua; addirittura ci dice che organizza regolarmente escursioni di gruppo per turisti da lui guidate nel vicino Kurdistan iracheno. Cavolo!
Parliamo anche delle nostre prossime tappe e, sentendo che andremo in Cappadocia, decide di telefonare ad un suo amico italiano che vive la' per aiutare i turisti. Mi passa il cellulare... Si chiama Enrico, vive ad Uchisar e mi da' consigli sulle prossime tappe, ottimo! :)
Salutato Mehmet, con la promessa di ripassarci domani, andiamo verso l'albergo. Decidiamo di mangiare con una bella pida e una “Cola turka”; cosi' ci fermiamo ad un piccolo ristorante vicino al “Kaplan”. Il posto non e' pero' dei migliori: il salone e' piuttosto sporco e ci danno una insalata che sembra un po' vecchiotta, e che quindi non mangiamo. Le pide invece sono ottime. Il problema si pone all'uscita, quando per due pide e due cole ci chiedono la bellezza di 17 lire!!! Dopo un po' di trattativa scocciata arriviamo a 15 lire... Abbiamo sbagliato, non abbiamo chiesto i prezzi prima di sederci, ma sapendo che una pida non costa di solito piu' di 4 lire, ci siamo fidati! Ecco, abbiamo imparato: chiedere sempre i prezzi!!! :(
Verso le nove e mezzo siamo veramente cotti, cosi' rientriamo in hotel e andiamo a letto. Oggi e' stata una giornata ricca di esperienze, ma intensa e parecchio stancante.
Ah, lezione di turco di oggi: “cucuk” significa piccolo, “buyuk” grande! :)
Lungo la strada...
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Diyarbakir
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MassimoB
21-10-2009, 21:10
Parliamo anche delle nostre prossime tappe e, sentendo che andremo in Cappadocia, decide di telefonare ad un suo amico italiano che vive la' per aiutare i turisti. Mi passa il cellulare... Si chiama Enrico, vive ad Uchisar e mi da' consigli sulle prossime tappe, ottimo! :)
Enrico?
allora hai parlato sicuramente con il protagonista di questa clip :):
http://www.raccontidiviaggio.com/faruktappeti%20video.html
milkplus
21-10-2009, 22:01
Si' e' proprio lui! Infatti poi l'ho anche conosciuto, ma questa e' un'altra puntata... ;)
Ballerino
24-10-2009, 14:21
Vai Nicola!!!! :D Altra puntata ed altra gustosa lettura! :lol::lol:
milkplus
24-10-2009, 15:07
Grazie Alex! Domani vado avanti e in serata posto il giorno piu' bello della vacanza... La capitale curda! :D
WOW!!!
E' il primo 3D che leggo in QDE, e se le premesse son queste...!
Complimenti per il viaggio e per il racconto.
qde chiama milk.. comunicazione ufficiale: Ci hai lasciato a secco
Ballerino
08-11-2009, 15:11
E come ritorniamo a csa noi???!!! :mad::mad: Non puoi lasciarci così!!!!:!::!:
Dai spero innanzi tutto che tu abbia risolto i tuoi problemi di lavoro.....però vai avanti eh...;)
milkplus
13-11-2009, 16:09
Eccomi! Ragazzi, non me ne vogliate, ma ci metto quasi 3 ore a scrivere un episodio... ;)
sabato 01/08/09: Diyarbakir – 0 km
Eccoci qua, nella capitale storica del Kurdistan, teatro fino a poco tempo fa di manifestazioni e gravi scontri fra militari turchi e appartenenti al movimento del PKK (pekekè, come si pronuncia qua).
Bene, dopo la nostra bella colazione, verso le nove e mezzo usciamo con borraccia piena, cappellino e lonely alla mano! Come prima cosa ci dirigiamo verso il quartiere del castello (Ic Kale) sulla collina più alta della città, a nord est, che guarda la vallata dove scorre il fiume Tigri. Appena arrivati all'Ic Kale, l'impressione non è delle migliori, gli edifici sono un po' fatiscenti e semi abbandonati e soprattutto non c'è un' anima. Sarà il caso? Non è per niente rassicurante... Neanche a farlo apposta ci viene incontro un ragazzo sui vent'anni tutto ben vestito, ma con dei sandali di pelle logora, che lavora per il Comune e ci invita a visitare il complesso di corti della fortezza con le sue mura, i palazzi, l'hamam, la moschea e il caravanserraglio. Noi gli mostriamo la cartina sulla nostra guida e vede che non c'è praticamente niente del castello, così molto gentilmente si offre di farci da guida e ci regala un opuscoletto turistico multilingua (tra cui l'inglese) molto ben fatto sulla città, ottimo! :)
Visitiamo così tutto il complesso in completa autonomia, siamo solo noi tre; l'hamam è la parte più bella, tutto in pietra di basalto come le mura della città. Dall'angolo più a nordest delle mura saliamo su e immortaliamo la veduta sul Tigri, bellissimo... L'emozione della valenza storica di questi posti è troppo grande! Dopo aver visitato la moschea e il caravanserraglio, salutiamo la nostra guida e ci avventuriamo nelle viuzze più esterne al centro della città, lungo le mura. Passeggiando ci rendiamo conto veramente della povertà di questi posti, le case sono poco più che baracche scalcinate e i vicoletti ancora peggio; soprattutto vediamo tante donne che trafficano tra una casa e l'altra, tanti bambini e nessun uomo. Gli uomini infatti sono al lavoro e le donne esclusivamente dietro alla casa e alla famiglia. Mentre camminiamo un gruppo sempre più nutrito di bambini sotto i dieci anni, sia maschi che femmine, ci “ronza” intorno, alcuni di loro ridono e ci dicono cose incomprensibili, siamo ovviamente una novità e una attrazione, specialmente io con bermuda, cappello e Rayban... :) Però non mi sento per niente a disagio, anzi la prendo a ridere e mi metto a scattare foto; inutile dire che ho dovuto fotografarli tutti... ! :D
Dopo aver passeggiato in questi vicoletti rientriamo verso il corso principale, Gazi Caddesi, e ci dirigiamo verso il quartiere storico centrale dove ci sono le due chiese in rovina, la Caldea e l'Armena, e quella ancora in uso di rito siriano ortodosso. Dopo aver vagato per le viuzze e aver sorseggiato un cay offertoci per strada da un gruppo di anziani signori venditori di sigarette di dubbia provenienza, veniamo distratti dal profumo di kebab e verdure arrosto che c'è nell'aria. Così decidiamo di rimandare la ricerca delle chiese a dopo pranzo e ci dedichiamo ad un'altra ricerca: quella di un buon ristorantino... :)
Entriamo così nel piccolissimo ristorante di Suleyman, un giovane tutto vestito di bianco con tanto di cappa e zoccoli, sembra un dottore! :) Il locale è minuscolo, ci sono cinque tavoli da giardino, anche questi bianchi, ma soprattutto non c'è la cucina! Infatti i pasti arrivano da un altro negozio, o abitazione non lo sappiamo, e le carni vengono cotte in un piccolo braciere sulla strada. Prima di sederci, memori delle pide “salate” di ieri, chiediamo il prezzo per un piatto di siskebab (spiedini di pollo) e verdure grigliate con un ayran a testa: quindici lire per tutti e due (sette euro e ciquanta), perfetto! Così ci sediamo e nel giro di dieci minuti Suleyman ci porta due piattoni con pane tipo piadina, ma molto più buona, i due spiedini e le verdure grigliate. Ah, che buoni... Ormai non ci facciamo mai mancare niente, pranzo e cena sempre al ristorante! Ah, ovviamente a fine pasto arrivano due bei cay, gentilmente offerti dalla casa! :)
Sono quasi le due del pomeriggio, siamo sazi e soddisfatti; decidiamo così di farci una passeggiata nel parco lungo le mura per poi andare un'oretta in albergo a riposare un po', a fare una pennichella insomma! :)
Il parco principale di Diyarbakir all'ora di pranzo è un ritrovo per tante persone, specialmente in estate. Molti infatti si siedono all'ombra delle mura e degli alberi per stare in compagnia, fumare e bere cay sopra qualche kilim logoro di famiglia.
Noi con la pancia bella piena e il solito abbiocco in arrivo, ci sediamo su una panchina a fare due chiacchiere e a stabilire un po' il da farsi nel pomeriggio. Dopo pochi istanti due bambine sui dieci anni si fermano davanti a noi sorridenti e ci fissano. Le salutiamo sorridendo e cercando di instaurare un dialogo, purtroppo non è facile, parlano solo curdo e turco. Alla fine diciamo loro da dove veniamo, ma la cosa più importante per loro è ammirare Silvia, sono completamente affascinate da lei e le dicono più volte indicandola: “Cok guzel”. Così immortalo il “trio” con due belle foto e le salutiamo. Non è però finita e mentre le due bambine se ne vanno, ne arrivano altre due che vogliono una foto, ovviamente con Silvia. C'è anche la madre, così prima di fotografare chiedo il permesso e la risposta è un sorriso che non lascia spazio a dubbi! :)
Dopo questa piccola ma bella esperienza, ci incamminiamo nel parco: ad ogni passo tutti, uomini, donne e famiglie intere, ci salutano e ci sorridono. Una di queste famiglie ci invita a sederci con loro per bere un cay insieme. Sono curdi: tre uomini, due donne e otto bambine. Ci fanno sedere sul loro kilim, io in mezzo agli uomini in posizione centrale con tanto di cuscini per la schiena e Silvia accanto alla donna più anziana e alle bambine. Tutti insieme beviamo il tè sorridendo e parlando... Ehm, cercando di parlare. Infatti alla fine ci riduciamo ai gesti, visto che non ci intendiamo molto, ma questi pochi piccoli gesti valgono mille parole! Decido di fare una foto, il capofamiglia Mihittin è d'accordo, e così ci mettiamo tutti in posa. Prima di ringraziare e salutare, chiedo loro l'indirizzo, voglio spedire infatti le foto dall'Italia, sono stati troppo ospitali e gentili, è il minimo!
Continuiamo la nostra passeggiata nel parco, incrociamo qualche altro ragazzino e un gruppo di uomini disposti in cerchio che sbraitano intorno a qualcosa... Galli! Galli da combattimento! Povere bestiole... Andiamo è meglio, visto che Silvia non regge questo genere di cose. Beh, dopo tutto sono usanze antiche che in molte parti del mondo esistono ancora e per quanto siano disumane sarà la naturale evoluzione sociale a far cambiare le abitudini, anche in un'ottica più occidentale di sostenibilità dell'ambiente. Ok, mi fermo! :)
Arriviamo al nostro albergo per le tre e ci stendiamo un po' sul letto per riposarci.
Dopo poco più di un'ora riusciamo e torniamo in centro, dobbiamo trovare le due chiese abbandonate e quella ortodossa! Così con la guida in mano mi metto a cercare tra i vicoletti che pullulano di gente che entra ed esce dai negozietti, venditori, bambini, anziani che fumano e bevono il tè... Mentre cerco di interpretare la mappina della città sulla guida, un giovane ragazzo sulla trentina ci saluta e ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto: si chiama Boz-o, è un barbiere ed ha un bell'atelier, dallo stile piuttosto moderno ed occidentale. Gli faccio vedere i nomi delle chiese che stiamo cercando e lui ci dice di seguirlo. Inizialmente non ci piace la cosa, è un tipo strano, abbastanza taciturno e dalla camminata un po' “strascicata”, mah... Dove ci porterà? Mi tengo a distanza... Dopo qualche minuto bussa ad un portone di legno e ferro di un edificio piuttosto vecchio. Un giovane ragazzo ci apre e ci fa entrare: davanti a noi c'è un bel cortile curato e l'ingresso della chiesa siriana ortodossa. Boz-o ci dice di andare e che ci aspetta fuori visto che è musulmano. Entriamo: la chiesa è minuscola, col soffitto basso e un po' buia, ma veramente affascinante, con larghi archi a sesto acuto, tutta piena di ornamenti e drappeggi sull'altare e le mura.
Dopo qualche minuto usciamo e fuori troviamo la nostra strana guida che ci chiede quale sia la prossima tappa, ma noi diffidenti, ringraziamo e salutiamo. Mi metto a guardare la guida, ma non è facile con tutti questi vicoletti e mi rendo conto di quanto sia approssimativa la cartina della città. Così Boz-o si rifà avanti e gentilmente ci dice che ci accompagna alla chiesa armena in rovina, visto che sicuramente sarà chiusa e bisognerà chiedere al custode di mostrarcela. Iniziamo a rilassarci un po', avrà un atteggiamento strano, ambiguo ed eccessivamente pacato, ma è gentilissimo! Grazie a lui riusciamo ad entrare nella chiesa armena di Surpagab, chiusa e con il soffitto crollato.
Sull'ingresso troviamo un bambino che Boz-o saluta affettuosamente e ci mostra la chiesa, le cappelle quasi intatte e ci racconta alcuni aneddoti in un inglese elementare, ma efficace! Ci accorgiamo che Boz-o è più rilassato e sorridente, ci dice che è sposato, che ha dei figli e che ama i bambini. Salutato il nostro piccolo amico, Boz-o ci porta a vedere una casa museo ottomana, anche questa chiusa, dove lui riesce a farci entrare chiedendo alla custode; ci avverte subito che dovremo lasciare cinque lire di mancia, ma va bene, non ci sono problemi. La casa è piccola, ma molto bella e nelle stanze l'arredamento e i suppellettili sono intatti. Nell'uscire il nostro amico, ormai ci rendiamo conto di essere stati un po' troppo diffidenti nei suoi confronti, si mette un po' a discutere con la signora custode. Alla fine capiamo che non vuole cinque lire, bensì dieci. Boz-o è un po' scocciato per noi, prova a trattare, ma la donna non cede... Così io pago, dopo tutto sono due euro e cinquanta in più. Una volta usciti, Boz-o mortificato si mette una mano in tasca per restituirci le cinque lire in più. E questo gesto ci ha conquistato! Ci siamo detti: “Che fessi ad aver dubitato di lui, è veramente in gamba, strano, ma in gamba”. :)
Dopo questo giro turistico, il nostro amico barbiere ci invita al suo atelier per bere un cay e ovviamente accettiamo! Così nel giro di una mezzora, conosciamo i suoi due fratelli, un gruppetto di giovani clienti e praticamente tutti i negozianti vicini. Io e Silvia siamo al centro dell'attenzione e il gruppetto si mette a ridere e a scherzare con noi; Boz-o ci prende un po' in giro sul fatto che noi “avevamo paura” all'inizio e che ora siamo qua con lui quasi da un'ora! Effettivamente... :) Ci dice inoltre che è veramente felice di aver fatto la nostra conoscenza, che è un pacifista e che ama tutte le persone, diciamo quasi in un modo un po' “hippy”; si mette addirittura a pregare in terra in mezzo a tutti noi, rivolto ovviamente verso La Mecca, per ringraziare il Signore di questa esperienza... Pazzesco! :) Alla fine dopo tre o quattro cay dagli svariati gusti, ci facciamo delle belle fotografie di gruppo e ci scambiamo gli indirizzi email.
Salutato Boz-o e la sua combriccola, andiamo a vedere la Ulu Cami, la moschea più antica e importante del centro della città. E' veramente stupenda, in stile più arabo che ottomano, con un cortile interno tutto circondato da colonnati a due piani e con al centro una fontana per le abluzioni rituali dalla forma conica.
Una volta usciti, andiamo al negozio di tappeti di Sait, il signore che ieri avevamo incontrato per strada e che conosce un po' di italiano. Appena entrati ci fa accomodare e iniziamo a parlare del nostro giro parlando un po' in inglese e un po' in italiano. Insieme a noi nel negozio c'è una coppia di Polacchi, che sta girando in auto il Kurdistan: sono marito e moglie sulla cinquantina e stanno comprando tappeti! :) Ci mettiamo anche noi a guardare, Silvia si mette insieme alla signora polacca a srotolare decine e decine di tappeti, il più bello in assoluto, un kilim curdo iracheno di sei metri per tre di una settantina di anni sui colori bianco, azzurro e rosa, che spettacolo! Peccato che voglia quasi 2000 dollari... Ma credetemi, li vale tutti, mai visto niente di simile!
Dopo il negozio di Sait ripassiamo per l'ennesima volta dal bazar, anche se ormai lo conosciamo quasi a memoria, ma è troppo bello, ogni negoziante o persona in giro ci ferma e ci saluta... :) Passiamo anche dal bazar dei formaggi, veramente caratteristico e da acquolina in bocca. Tra le viuzze di negozi, troviamo anche un venditore di tè: ha solo ed esclusivamente tè nero dello Sri Lanka. Infatti qui in Kurdistan non si trova il tè turco, ma solo quello asiatico. Figurati se i curdi si mettono a comprare tè dai turchi... :)
Sono le sette di sera, decidiamo di fare un ultimo salto da Montana al suo negozio di tappeti per salutarlo. Fra una parola e l'altra mi cadono gli occhi su un servito in ottone antico molto bello che c'è in un angolino del negozio... E' mio, lo voglio! Ci chiede cento lire, ma chi se ne frega, è stupendo: completamente fatto e inciso a mano.
Rientrando verso l'albergo ci fermiamo a mangiare un paio di siskebab lungo la strada dove un simpatico ragazzo ha il chioschetto e li cucina lì per lì. Ahhh, che bontà! Il tutto accompagnato dal pane a piadina e... Una bella brocca d'acqua fresca di rubinetto... Ma sì! :D
Bene, è ora di rientrare in albergo, domani si va a Mardin, vicino al confine con la Siria e la stanchezza si fa già sentire.
Oggi è stata una giornata memorabile, sicuramente la più bella fino ad ora! Diyarbakir e i suoi abitanti sono veramente fantastici, l'ospitalità e la gentilezza sono valori importantissimi per i curdi e qui a Diyarbakir, come a Dogubayazit, ce ne siamo resi davvero conto!
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joesimpson
13-11-2009, 17:21
solo una cosa, ....... grazie! :cool:
3 ore della tua scrittura servono a te per rivivere le emozioni e a noi per riempirci la testa di sogni
Veramente bello!
Grazie per il tempo che ci dedichi.
Ballerino
15-11-2009, 16:56
Ci hai fatto "penare" nell'attesa....ma ne vale sempre la pena leggere ogni tuo giorno....è 1 emozione continua. Alla prox...
milkplus
15-11-2009, 19:57
Grazie ragazzi, troppo buoni! :!:
A presto! ;)
Ballerino
25-11-2009, 15:11
Toc toc....ehm è permesso?....No solo per dire che stiamo aspettando....di tornare a casa dal viaggio....non lasciarci in mezzo al guado!!! :mad::mad:
Dai un piccolo sforzo....:lol::lol:
per natale torni a casa.... o resti ancora Diyarbakir
milkplus
11-12-2009, 15:59
Ragazzi, vi chiedo scusa lo so che mi odiate... Però sono veramente incasinato col lavoro e lo studio. Portate pazienza, ho scritto un po' della giornata di Mardin, vedo di finirla prima possibile e postare! ;)
PS vi comunico che da martedì darò lezioni di italiano al mio amico curdo Imdat e alla sua fidanzata Damla! :)
PPS vi comunico inoltre che siamo stati invitati al loro matrimonio il 26 dicembre! :)
Quando potrai, sarà un piacere continuare l'avventura!
caro Milk nessuno ti odia da queste parti solo che il tuo racconto diventa un thrilling se non vai avanti.. come dice smile aspetto Posso dirti che mi fa piacere vederti incasinato col lavoro
Ballerino
19-12-2009, 16:10
Che piacere leggere che sei incasinato col lavoro......ma per Natale ci fai un regalo eh? :lol::lol:
Paul Inky
20-01-2010, 17:51
Gran bel racconto...grazie x le tante info!
sergio escape
20-01-2010, 18:29
complimenti, per il tuo viaggio, ma complimentoni per il tuo report. dettagliatissimo, nomi, città, veramente bello. Anch'io ho scritto un report, ma in confronto al tuo,:-p sembra un telegramma.:confused::confused:
Di nuovo complimneti, anche alla tua compagna. Stare un mese a fare il passeggero, è veramente incomiabile...:D:D:D
se vuoi leggerlo, questo è il mio report:mad: scusa telegramma....:lol::lol:
[http://www.quellidellelica.com/vbforum/showthread.php?p=4382745#post4382745
milkplus
21-01-2010, 14:30
Eccomi ragazzi, ce l'ho fatta!!! Grazie a tutti per i complimenti, ma soprattutto l'attesa... :)
domenica 02/08/09: Diyarbakir, Mardin – 100 km
La sveglia suona ad un'ora decente finalmente! Anche se oggi facciamo una tappa di trasferimento, sono solo un centinaio di chilometri, per cui possiamo dormire un po' di più... :)
Così dopo la nostra bella e ricca kahvalti verso le dieci lasciamo il Kaplan e usciamo dalla stupenda città di Diyarbakir. Alla periferia facciamo il pieno di benzina che fa ancora piuttosto schifo alla nostra motina, sia la rossa che la verde; pazienza terrò più alto il minimo...
La strada che va a sud verso Mardin e la Siria è quasi deserta ed è immersa in campagne veramente brulle e spoglie. Infatti la sensazione che abbiamo andando più avanti è di entrare sempre di più nel deserto siriano e fa parecchio caldo... Siamo però sempre più emozionati, stiamo praticamente entrando in Mesopotamia! :)
Dopo poco più di un'ora arriviamo a Mardin dal lato nord, la parte più moderna. A prima vista ci sembra molto ricca come città, veramente impressionante! Molto più curata e tenuta delle altre viste finora. Il traffico è addirittura ordinato e l'asfalto quasi perfetto, da non credere... Entrati nel cuore della città iniziamo a salire sulla collina dove si trova la parte vecchia della città; qui ci sono il castello, il Comune, le moschee antiche più belle e il bazar. Anche il centro storico è ben tenuto, anzi ci sono diversi cantieri di ristrutturazione di edifici e strade. Qua mi sa che girano molti soldi... Ci sono infatti tanti alberghi e tutti di livello abbastanza alto.
Mentre percorriamo il corso principale (Cumhuriyet Caddesi, che in turco significa Via della Repubblica) osserviamo in particolare gli edifici, tutti in pietra color miele, come descrive giustamente la Lonely.
Verso mezzogiorno arriviamo all'hotel “Artuklu Kervansaray” dove passeremo la notte. E' un antico caravanserraglio in mattoni di pietra, completamente ristrutturato e trasformato in albergo. E' un quattro stelle ed è piuttosto caro, ma per una volta ce lo meritiamo, siamo sempre stati abbastanza parsimoniosi, che possiamo permetterci di sgarrare... :)
Mentre parcheggio la moto sul piccolo spazio rialzato davanti alla hall dell'albergo, Silvia contratta il prezzo (non moltissimo per la verità, qui infatti non scendono più di tanto) e arriva a 110 lire compresa la colazione. Va benissimo, ci possiamo stare! Entrando nella hall ne ammiriamo la bellezza con la sua architettura in pietra antica. Vediamo però anche un sacco di turisti stranieri, americani e nordeuropei principalmente, tutti ben vestiti e lustrati... Siamo noi invece che con i nostri indumenti da moto completamente sporchi e puzzolenti diamo il vero spettacolo. Ma chi se ne frega, io sono stra gasato di essere arrivato fin qua in moto, vivendo fino ad ora l'esperienza più bella della mia vita, sia personalmente che motociclisticamente! :D
Una volta assegnataci la stanza un bambino di dieci o dodici anni ed un fattorino si caricano in spalla tutte le nostre borse e ci accompagnano. Ah vedi cosa vuol dire ogni tanto spendere un po' di più? La camera è piccola, ma affascinante. L'unica pecca è l'aria condizionata, che non funziona benissimo e un po' di caldo lo si soffre. Pazienza, ora facciamo una bella doccia e poi fuori a cercare un buon ristorantino! All'una circa siamo pronti, prima di uscire però rinchiudo i vestiti da moto nel mobiletto, sono veramente sporchi e puzzolenti... Chissà domani quando li tirerò fuori... :D
Sul corso principale troviamo un piccolo ristorante, dove con dieci lire a testa si mangia un bel piatto di kebab, verdure, pane e ayran. Il capocameriere parla italiano, ci saluta e ci spiega che Mardin è ormai diventata una delle città più turistiche dell'est della Turchia, sia per i Turchi che per gli stranieri e per questo motivo viene ben tenuta e... Finanziata! La cosa curiosa è che conosce l'italiano perchè lavora in un ristorante di Monaco, in Germania, dove il cuoco è italiano appunto; com'è piccolo il mondo! :)
Prima di visitare il centro storico, decidiamo di andare a fare una pennichella in albergo, o meglio decido... Infatti Silvia vorrebbe già vedere tutto, ma io sono colto da una fase di abbiocco accompagnato da insofferenza per il caldo, divenuto abbastanza opprimente rispetto ai giorni passati...
Così verso le quattro del pomeriggio siamo belli carichi e performanti per ammirare questa antica e splendida città.
Appena fuori dall'albergo veniamo subito bloccati da due ragazzini che vogliono portarci in giro.
Dopo aver cortesemente rifiutato, i due continuano a starci intorno, diventano anzi un po' strafottenti e ci prendono in giro per il fatto che dopo un po' facciamo finta di niente... Alla fine sono costretto a mandarli via a muso duro, quando è troppo è troppo! Finalmente possiamo riprendere il “tour” e con guida alla mano, ci incamminiamo. Il panorama che si staglia davanti a noi è veramente stupendo: il centro storico, tutto arroccato su questa collina, infatti guarda verso sud in direzione della Siria e dall'alto si scorge l'inizio dell'immensa distesa colorata di campi coltivati nella Mezzaluna Fertile, la Mesopotamia!
Passeggiando su Cumhuriyet Caddesi, ci accorgiamo che il bazar nelle vie laterali purtroppo è chiuso, oggi è domenica dopotutto. Ad un certo punto un giovane ragazzo ci saluta e, vedendoci un po' arrancare con la guida, ci chiede cosa cerchiamo: la Sultan Isa Medresesi, l'edificio antico più importante della città. Il giovane, di nome Tunçay, si offre subito di accompagnarci per visitare i posti e noi accettiamo, memori della bellissima esperienza di ieri a Diyarbakir con Boz-o! :) Tutti e tre andiamo a vedere la Medresesi, con il suo stupendo portale, la moschea e i cortili interni e scattiamo fotografie un po' ovunque. Peccato per i troppi turisti presenti, beh forse ci siamo abituati male nei giorni scorsi nelle città poco turistiche dell'entro terra: da ora in poi infatti dovremmo trovarne sempre di più nei posti che visiteremo... :)
Prossima “tappa”: la Chiesa Caldea dei Quaranta Martiri. Prima però beviamoci qualcosa, fa un caldo pazzesco e poi voglio offrire qualcosa al nostro gentilissimo amico!
Prima di entrare nella chiesa Tunçay ci porta in casa di un suo amico cristiano ortodosso il quale ci fa accomodare nel salotto e ci offre del vino di produzione locale. Ringraziamo, ma rifiutiamo, fa troppo caldo e bere vino a stomaco vuoto non è fra le cose migliori da fare. Purtroppo non riusciamo a comunicare più di tanto, parla solo turco e dice poche parole... Meno male che ci sorride! Credo che abbia anche dato l'autorizzazione a Tunçay ad accompagnarci a vedere la chiesa. Infatti la prossima tappa è proprio questa: l'interno è molto particolare ed assomiglia moltissimo a quella di Diyarbakir di ieri, tutta piena di drappeggi.
Ultima tappa, visto che poi abbiamo deciso di salutare la nostra guida e girare da soli, la Ulu Cami, una antica moschea selgiuchide irachena. Qui una piacevole sorpresa: ritroviamo i due signori polacchi incontrati ieri a Diyarbakir, li salutiamo e scambiamo due parole; loro vanno a Urfa e molto probabilmente ci incontreremo là domani! :)
Salutiamo Tunçay e gli diamo cinque lire per il tempo dedicatoci. Dice però qualcosa portandosi la mano al petto, come se rifiutasse... Dopo un po' di gesti e continue incomprensioni capisco meglio: dice tristemente “baba” (papà) con una mano sul cuore e facendo il gesto di dormire... Ci sono, suo babbo è morto! Morale: vuole di più! Non so ovviamente se sia una balla o la verità, fatto sta che questa cosa ci spiazza un po'. Ci era sembrato onestissimo, addirittura aveva rifiutato la pepsi che gli avevamo comprato! Insistiamo però per le cinque lire, ma non si stacca, fa la faccia triste e ci segue. Alla fine gliene diamo dieci, potevamo anche desistere, ma la moto dopotutto è parcheggiata davanti alla hall dell'albergo, al sicuro, ma pur sempre all'aperto... E se domani mattina ci trovo qualche sorpresa? Ecco, abbiamo imparato la lezione: non fidarsi sempre è ingiusto, ma chiarire fin da subito le intenzioni, in questo caso economiche, è meglio! Ah Boz-o, fossero tutti come te... :(
Verso le sei e mezzo del pomeriggio troviamo la coppia di polacchi e decidiamo di berci un çay in loro compagnia. Raccontiamo così la nostra “disavventura” e ovviamente ci dicono che bisogna sempre chiarire: “No money”! :(
Salutati i nostri nuovi amici che forse ritroveremo a Urfa, ci mettiamo a cercare il ristorante per la sera. Decidiamo di andare al Cercis Murat Konagi, il ristorante più esclusivo (e caro) della città. Ma sì, oggi festeggiamo i nostri cinque anni insieme e non badiamo a spese! :)
Qui troviamo solo turisti, turchi ed europei, nemmeno un curdo. Cavolo, mi mancano già con la loro cordialità e amicizia verso chiunque... Qui invece sono tutti un po' snob, tutti ad eccezione di una ragazza americana che Silvia ha conosciuto stamani nella hall mentre io sistemavo la moto all'esterno. Decidiamo di unire i tavoli, visto che lei è sola e insieme mangiamo e parliamo delle nostre vacanze. Si chiama Babette, fa la scultrice, è di New York ed è affascinatissima dal nostro giro, specialmente per il fatto che siamo in moto. Ma noi lo siamo ancora di più! Lei infatti sta girando da sola con i mezzi pubblici da un paio di settimane: prima Istanbul, poi la Cappadocia e quindi il Kurdistan, con Urfa, Mardin e domani Diyarbakir... Fantastico! Ovviamente si è spostata e si sposta con le dovute attenzioni e precauzioni: sempre con il velo a portata di mano e in alberghi di categoria superiore per evitare di incappare in spiacevoli incontri. In maniera intelligente insomma, non da sprovveduta! E devo dire che Babette c'è riuscita alla grande finora, facendo una bellissima esperienza di vita, turismo e cultura. :)
Dopo un'ottima cena, riaccompagniamo Babette al suo albergo, ci salutiamo e rientriamo al nostro Caravanserraglio per una bella dormita. :)
Domani... Urfa, la città di Abramo sacra per i Musulmani! Beh... Hosçakal! :)
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Ballerino
21-01-2010, 15:46
Finalmente!!! Bentornato col tuo racconto, non vedevo l'ora di continuare a leggere delle tue avventure! :!::!:
Ora vedi di non fermarti troppo e.....facci sognare!!!! :lol::lol:
Ciao Milk, mi fa piacere rivederti di nuovo sulle pagine, eravamo tutti in attesa delle nuove puntate spero invece che per te vada tutto bene
mi domandavo se hai una memoria da elefante o se tenevi un diario durante il tragitto
complimenti fissi....
SingleMax GS
02-03-2010, 09:36
MILKPLUS dove seiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii??????? Aspettiamo le nuove puntate, non puoi abbandonarci così!!!!! Ciao e Grazie!!!
milkplus
02-03-2010, 12:07
Avete ragione, mi metto sotto... Anche perchè sennò la memoria da elefante inizia a diventare da ippopotamo... :lol:
Oggi vado avanti! ;)
Pier_il_polso
07-03-2010, 20:44
Ti leggo con interesse, proprio in questi giorni con la mia signora pensavamo di fare un viaggio di un paio di settimane in Turchia; ma secondo te con una RT 1200 potrei avere problemi a causa delle strade rovinate ?
:)
milkplus
07-03-2010, 21:25
@ tutti: sto lavorando al capitolo Urfa ;)
Ciao Pier, secondo me grossi problemi non ne hai se non arrivi fino all'estremo est: fino ad Erzurum venendo da ovest va abbastanza bene, solo un po' di ghiaioni da cantieri, ma comunque belli compatti. Il brutto io l'ho trovato nel tratto Valli georgiane - Kars - Dogubayazit - Van - Tatvan - Bitilis e vicino ad Adiyaman venendo da Urfa. Bisogna stare attenti nelle strade di montagna più strette e con tante curve alle "sorprese" in terra: sassi, ghiaia e terra sparsa. Con l'RT magari devi andare più piano su queste strade, ma secondo me ce la fai bene! Io sui ghiaioni ogni tanto quando avevo visibilità ed ero solo mi lanciavo a 100-120 ed era una vera goduria! :eek:
Antonio Tempora
08-03-2010, 08:38
Ciao
Nel 2005 durante il nostro secondo viaggio in Turchia ho incontrato all' Hotel Kervansaray sotto il Nemrut Dagi, il vice presidente dell' Harley Davidson Moto Club di Milano.
Faceva il nostro viaggio al contrario con la sua Electra Glide e passeggero....non aveva avuto alcun problema.
Con la tua R.T. vai ovunque, quando troverai strade in rifacimento, quasi ogni giorno ed in ogni parte della Turchia quindi non solo ad Est, dovrai rallentare e fare un pò più d' attenzione, schivando Pulmanns-Camion-taxi collettivi ed auto, niente di più.
Buon viaggio
Pier_il_polso
08-03-2010, 12:00
Alla grande !!! Ora datemi una mano e qualche consiglio visto che questo sarebbe il viaggio che vorrei fare:
- Sabato sera Lecce Brindisi e traghetto per la Grecia
- Domenica arrivo a Salonicco e pernotto
- Lunedì arrivo a Istambul e pernotto
- Martedì Istambul
- Mercoledì Istambul
- Giovedì partenza da Istambul e .......
- Venerdì.........
- Sabato ...........
- Domenica ...........
- Lunedì............
- Martedì.............
- Mercoledì.............
- Giovedì.............
- Venerdì............
- Sabato partenza da ........... ed arrivo in porto per il traghetto per Brindisi
- Domenica mattina arrivo del traghetto a Brindisi e rientro a Lecce
Divertitevi e riempire gli spazi con i puntini :!::!::!::!::lol:;)
Pier_il_polso
12-03-2010, 19:45
Azz, un successone :mad::mad::mad::mad:
ciao se ti interessa guarda il mio post in walwal noi turismo in moto e mandami una mail tiger.62@live.it sarebbe bello che tu partecipassi al programma.
milkplus
08-06-2010, 18:06
Resuscito dopo un po' di crisi da scrittore... ;)
lunedì 03/08/09: Mardin, Sanli Urfa – 185 km
Direzione ovest: Urfa. Purtroppo le previsioni per il clima non sono delle migliori: tutti ci dicono che Urfa è la città più calda della Turchia e perciò soffriremo tanto! Beh, è anche l'ora di trovare un po' di caldo vero estivo, finora solo a Diyarbakir l'abbiamo un po' sentito... Dopo tutto siamo ad agosto!
Urfa non è lontanissima, perciò ce la prendiamo comoda e partiamo verso le nove e mezzo dal nostro “Artuklu Kervansaray” dopo una delle colazioni più ricche con lo yogurt naturale più buono finora mangiato :).
Usciti dalla ricca città di Mardin, dove le strade sono quasi perfette e tutti guidano con calma e prudenza, ripiombiamo sulle strade tipicamente turche: tutte un cantiere con ghiaia, asfalto scadente e traffico. Decido subito di fare il pieno alla moto e mi fermo al primo distributore fuori Mardin. Il gestore è un ragazzo della mia età che dopo il rifornimento ci chiede: “Çay?” Ovviamente sì! Parliamo un pochino a gesti e in turco, con le parole imparate finora. Ci chiede in particolare cosa pensiamo di Mardin. Noi rispondiamo che è molto bella, ma forse un po' troppo turistica e non accogliente come altre città visitate finora, soprattutto Diyarbakir. A lui brillano gli occhi, visto che è curdo e ci spiega che Mardin è quasi completamente turca, dove vanno solo turisti e turchi in vacanza. E questo quadra con le forti “pressioni” che ci aveva fatto Tunçay a Sinop per andare solo a Mardin e saltare le altre città dell'est...
Dopo una decina di minuti ci alziamo, Urfa ci aspetta! Salutiamo così il nostro amico benzinaio con un bel... “Spas!” :)
Questo tratto di strada diventa sempre più trafficato, specialmente all'altezza della cittadina di Viransehir. Riusciamo comunque a svicolare sempre bene con la moto grazie al nostro bel gipiessino e alla fine verso le undici e mezzo arriviamo a Urfa.
Andiamo subito verso uno degli alberghi della Lonely, il “Bakay”: dalla descrizione non ci sembra male, è in centro ed ha il parcheggio... Bisogna vedere però di che tipo! :) Fa davvero caldo, squagliamo nelle tute e così appena davanti all'albergo ci spogliamo subito di giacca e paraschiena. Metto la moto davanti alla hall ed entro lasciando Silvia fuori a fare la guardia. Il gestore ci dà la doppia con colazione alla modica cifra di 95 lire per due notti dopo una mia breve contrattazione, e ci dice che ci fa mettere la moto dentro... Ottimo! L'albergo non ha però un garage o un cortile, ma una stanza chiusa da un cancello di fianco alla hall dove c'è una cappella per la preghiera. Insomma, alla fine parcheggio in mezzo ad un gruppo di anziani signori che si alternano a pregare in uno stanzino al piano terra dell'albergo, più al sicuro di così... :)
Andiamo con tutti bagagli nella nostra stanza al secondo piano: è pulita, ma un pochino squallida e soprattutto stretta! Ci sono due letti, un matrimoniale e un singolo... :) Con le nostre valige, borse, caschi e vestiti da moto ci entriamo giusti giusti. Però c'è l'aria condizionata: meno male, così possiamo stemperarci un po'!
Dopo una bella doccia usciamo a cercare un bel posticino dove mangiare qualcosa. Urfa è famosa per un tipo di kebab, l'”Urfa Kebab” appunto: è tipo una “salsicciona” spellata e schiacciata fatta a mo' di spiedino accompagnata come sempre da pane piadina, peperoni grigliati e verdure. È l'antagonista del “Adana Kebab”, praticamente identico, ma piccante, originario della città di Adana. L'altra prelibatezza culinaria di Urfa invece è un baklava: l'”Imam svenuto”. Il nome è tutto un programma... :)
La strada che dall'albergo porta al bazar e al centro storico è piena di negozi, di ristoranti e brulica di gente. Ci sono turchi alla maniera occidentale e altri più religiosi, in cui le donne vestono tutte con “Chador” o “Niqab”: poverine, tutte coperte di nero con questa temperatura e umidità... :(
Decidiamo di fermarci ad un bel ristorante da cui esce un profumino allettante! Dopo il nostro “spuntino”, accompagnato dai complimenti dei ristoratori e dei camerieri per il fatto che siamo i primi italiani che vedono, andiamo a visitare il piccolissimo quartiere delle case più vecchie della città. Somiglia moltissimo a Diyarbakir ed è pieno di bambini che giocano per le strade.
Sono le due e mezzo: con il caldo e la pancia piena ci prende il solito abbiocco, per cui andiamo a sdraiarci un'oretta al fresco in albergo. Per una volta anche Silvia è d'accordo, fa un caldo bestiale e si “gocciola” dal sudore anche stando fermi all'ombra... In albergo ci sdraiamo e accendiamo un po' di aria condizionata, non tantissimo, altrimenti ci stronchiamo, sicuro!
Dopo esserci rigenerati usciamo e andiamo in giro nel centro. Passeggiando inizia a sentirmi la pancia. Mah, speriamo bene... E' un dolore strano, a fitte. Nel giro di mezz'ora dopo essere usciti dall'albergo, i dolori alla pancia diventano forti, devo andare in bagno e subito! Meno male che c'è una moschea a portata di mano con dei bagni pulitissimi. Riesco dopo un bel po', Silvia intanto è rimasta fuori a bere un çay col custode dei bagni. Sto meglio, mi sono ripreso.
Andiamo così verso il bazar: ormai ci piace troppo! Anche se non compriamo niente le persone sono tutte sorridenti, accoglienti e ad ogni istante ci fermano per un çay in compagnia :). Questo bazar è veramente stupendo ed autentico, ci sono i settori dell'oro, delle stoffe, del cibo, delle spezie, dei vestiti, ma quello più bello è quello della lavorazione del peltro e dei metalli, dove artigiani bravissimi realizzano dei serviti da tè completamente incisi a mano e tantissimo altro. In questo momento rimpiango un pochino di non avere spazio sulla moto per fare qualche bell'acquisto... Vabbeh, tanto li troveremo anche a Istanbul e valuteremo l'acquisto lì che saremo più vicini, si fa per dire, a casa! :)
Dopo esserci “ubriacati” di bazar andiamo verso la zona più bella della città: il complesso monumentale dei quartieri di “Dergah” e “Golbasi” fino ad arrivare alla collina della “Kale”, la Cittadella con il castello, dove la leggenda narra che Abramo precipitò nel vuoto. “Dergah” e “Golbasi” costituiscono un grande parco con giardini, moschee, laghetti e canali fino ad arrivare alle due grandi vasche: tutti questi invasi artificiali sono popolati dalle carpe sacre. È divertentissimo vedere tutte le persone che si fanno in quattro per comprare il mangime per poi fare ingrassare questi stupendi pesci. Non vi dico quanto sono grossi... Ma guai a toccarli! :)
Silvia mi guarda: sono bianco, quasi giallastro! E sono fradicio dal sudore, ma freddo di temperatura. Ho bisogno di un tè caldo con limone, così ci fermiamo ad uno dei grandi bar del parco e ordino una “fincan çay”, una tazza di tè, con limone. Dopo questa subito un'altra... Beh, sto abbastanza bene, però forse è meglio rientrare in albergo tanto sono quasi le otto. Per strada mi riprendono le forti fitte, ma resisto fino all'hotel. Non appena dentro la stanza via di nuovo in bagno! Decido così di prendere l'antidiarroico portato da casa e di stare sdraiato con la pancia coperta. Capisco finalmente cosa è successo: mi è presa una congestione stando dopo pranzo in albergo con il condizionatore acceso, bravo bischero... :(
Finalmente mi riprendo un po', così verso le nove decido di andare a comprare qualcosa da mangiare al market lì vicino anche perchè Silvia, che sta bene, altrimenti non mangia niente. Compriamo così acqua, pane, qualche pesca e albicocca e... Un cartoccio da sei yogurt activia! In albergo io me ne “sparo” cinque, Silvia uno... Incrociamo le dita e speriamo di riprendermi davvero per domani!
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grande milk finalmente...
milkplus
08-06-2010, 18:12
martedì 04/08/09: Sanli Urfa – 0 km
Notte quasi bianca... Caldo (abbiamo dormito con la sola finestra aperta) e dolori alla pancia, comunque meno forti di ieri sera. Ci alziamo tardi, almeno per i nostri standard vacanzieri, sono le dieci. A colazione prendo solo tè e yogurt, Silvia invece si strafoga un po' visto che ieri a cena non ha praticamente mangiato.
Andiamo a fare due passi e a rivedere un po' il bazar. Girottolando ci accorgiamo di un cortile interno che ieri ci era sfuggito: il “Gumruk Hani”. E' un cortile pieno di tavolini con uomini di tutte le età che bevono çay, fumano e giocano a backgammon; non c'è una donna, ma l'atmosfera è tranquillissima e anzi tutti ci sorridono, Silvia compresa. Decidiamo di sederci e prendere un tè quando dopo pochi minuti si avvicina un signore sulla sessantina e ci chiede in italiano, quasi correttamente, se può sedere con noi e offrirci il tè... Senz'altro! :) Si chiama Mehmet e ha lavorato in Italia e in Turchia negli anni '80-90 per la grossa azienda costruttrice che ha partecipato al consorzio per la realizzazione dell'immensa diga-invaso dell'”Ataturk Baraji” ad est di Adiyaman e a nord di Urfa. E' veramente simpatico, un fumatore accanito e un po' insolito, visto che bestemmia continuamente in italiano, le sa tutte, e con un accento prettamente lombardo... Si ricorda infatti dell'ingegnere milanese e del suo staff che continuamente imprecavano sui cantieri della diga! :) Ci racconta anche un po' della città e prende in giro tutti i musulmani che vanno a dare da mangiare alle carpe sacre nella “Golbasi”, testuali parole: “Io me le mangio quelle carpe, dio... [censura]!” Che personaggio! :D Dopo quattro o cinque çay andiamo a fare due passi con lui nel bazar e poi ci salutiamo.
E' ora di pranzo e decido di mangiare qualcosa, visto che comincio a star meglio e ad avere un po' fame; così prendiamo ad un chioschetto uno spiedino di pollo (che cortesemente mi cuociono senza troppe spezie sopra) e un ayran a testa. Mangiamo lungo una strada nei pressi del bazar, dove ci divertiamo ad osservare la frenesia della gente che compra, mangia, passeggia, guida... Un caos bello e buono di macchine e moto con sidecar completamente scassate e smarmittate, persone che attraversano fra un veicolo e l'altro e tante altre che mangiano a bordo strada come noi... :)
Finalmente sto bene, decido però di andare un po' in hotel e rigorosamente col condizionatore spento! Poche decine di metri prima dell'albergo Silvia nota sopra una porta mezza scalcinata la scritta “Hamami”; così entra nella prima stanzina e chiede alla signora anziana che lo gestisce qual è l'orario per le donne: dalle due alle sei. Ottimo! Così decide di accompagnarmi in stanza e di andare poi a “fare l'hamam” dalle tre alle quattro :).
Mentre sonnecchio sul letto sento bussare, è Silvia, è rientrata... E' rossa come un peperone, ha un caldo pazzesco, ma è contentissima! Infatti si è divertita un sacco: la signora, insieme ad un'altra, si è messa a lavarla da capo a piedi con delle spugne leggermente abrasive e acqua caldissima e successivamente è stata insieme a tutte le altre donne nella sala grande del bagno turco, ovviamente l'unica non-turca. Esperienza unica! Per la semplice cifra di... Dieci lire! :)
Nel pomeriggio torniamo per l'ennesima volta in centro, poi nel bazar e di nuovo nel parco di “Golbasi” e “Dergah” in mezzo ai turisti turchi e non, che si prodigano nel dare da mangiare alle carpe... :)
Ci manca da visitare il castello, ma onestamente non abbiamo voglia. Infatti siamo a posto così, abbiamo vissuto tante belle esperienze e anche brutte, vedi la mia congestione di ieri... ;)
Così ci ritroviamo all'ora di cena e decidiamo di mangiare solo un po' di frutta comprata ad un banco del bazar.
Prima di andare a dormire mi metto a guardare un po' di TG meteo nella hall dell'albergo e vedo che ad est di Adiyaman e di Malatya domani pioverà; è proprio nella zona del parco del monte Nemrut Dagi, la celebre montagna con le teste e le tombe dei parenti del sovrano Mitridate II, di epoca preromana. Mah, speriamo che il tempo migliori altrimenti fare la strada bianca che porta su al parco con la pioggia e il fango non mi sembra una buona idea... :(
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Ah, ora sì che andiamo!
Vai così che vai bene!
Grazie!
Ballerino
10-06-2010, 23:07
Finalmente!!! :D:D Vai così NIcola!!! Il sogno continua....:!::!:
milkplus
11-06-2010, 16:35
Grazie ragazzi! Ecco un'altra puntata... ;)
mercoledì 05/08/09: Sanli Urfa, Adiyaman, Kahramanmaras, Kayseri – 500 km
I giorni stanno finendo e pian piano ci stiamo riavvicinando all'Europa... :(
Oggi andiamo verso il Parco Nazionale del “Nemrut Dagi”, ma le previsioni di maltempo sono confermate. Beh, intanto partiamo e quando saremo vicini al massiccio montuoso nei pressi di Adiyaman valuteremo se salire o andare verso la Cappadocia.
Fatta una buona “kahvalti” in compagnia di qualche turco di passaggio qui a Urfa, prendiamo la moto dal suo bel parcheggio e verso le otto e un quarto siamo già sulla strada che va a nord-ovest in direzione di Bozova. Costeggiamo per un bel pezzo il lago artificiale dell'”Ataturk Baraji”, formatosi dopo la realizzazione dell'immenso sistema di dighe idroelettriche, ancora in fase di sviluppo, sul fiume Eufrate.
Alle dieci siamo al bivio: a destra si va verso est e il “Nemrut Dagi” e a sinistra verso ovest e quindi verso casa... Purtroppo il cielo non promette niente di buono, sicuramente in quella regione sta diluviando... Alla fine decidiamo di non andare e proseguire verso Kahramanmaras e quindi la Cappadocia. Pazienza sarà per la prossima volta, tanto qui in Kurdistan ci torneremo sicuramente, è troppo bello! Magari quando faremo Siria e Giordania... :)
Nei pressi di Besni faccio il pieno ad un'area di servizio spersa in mezzo al niente delle campagne trebbiate o incolte della zona e ovviamente ci offrono un “çay”. Fa caldo e si respira a fatica, ma non possiamo rifiutare e anzi facciamo un break di un quarto d'ora svaccati sulle seggioline del benzinaio... :)
La strada è sempre dello stesso tipo: cantieri sparsi con ghiaione senza asfalto. In più in questi tratti, logicamente rallentati, troviamo pullman, furgoni e camion che alzano grandi nugoli di polvere. Fino a Kaharamanmaras non ci sono città, ma solo tanti piccoli villaggi un po' fatiscenti e diroccati, ma pur sempre belli frenetici, visto che siamo vicini all'ora di pranzo. E' quasi l'una infatti e la fame è già arrivata da un pezzo; ovviamente un ristorantino di periferia con diversi camion parcheggiati davanti è sinonimo di cibo buono, ergo ci fermiamo! ;)
All'interno troviamo delle belle tavolate di uomini in pausa pranzo che ci squadrano un po' incuriositi, ma io con il mio solito “Merhaba” a tutti e Silvia con in suoi bei sorrisi, li conquistiamo e i saluti vengono ricambiati subito. I piatti ci sembrano veramente succulenti, ma stavolta prima di sedermi e ordinare vado alla vetrina delle carni e chiedo i prezzi. Alla fine prendiamo con nove lire a testa un bel piatto di kebab di agnello arrosto con pane, cipolle, pomodori grigliati, cetrioli e peperoni, squisito! Ovviamente dopo aver finito... “Çay” rigorosamente offerto dalla casa! :)
Ripartiamo... Belli sazi prendiamo la strada verso Goksun e Kayseri dove molto probabilmente ci fermeremo per una notte. Purtroppo non ci sono strade abbastanza veloci dirette da Kahramanmaras alla Cappadocia, ma soltanto piccole strade di campagna che sicuramente non ci permetterebbero di arrivare in tempo per l'albergo a Uchisar, dove ci ha consigliato telefonicamente il signor Enrico quando eravamo da Montana a Diyarbakir. Così ci facciamo le stupende strade di montagna prima di Goksun, in piena Anatolia e salutiamo il Kurdistan. Questa zona è veramente selvaggia e semideserta: pochissime macchine e tanti bei panorami rocciosi misti a zone boscose. Ovviamente ogni tanto troviamo un bel cantiere di allargamento della carreggiata, eh sì dobbiamo fare spazio altrimenti code e file di traffico infinite... ;)
Ennesimo rifornimento, sia per la moto che per noi! Infatti il caldo e la sete si fanno sentire, così ci fermiamo ad un'area di servizio spersa fra i monti e compriamo due redbull. Peccato che quando chiedo: “Ne kadar? (Quanto costa?)” il benzinaio mi risponde: “On lira”... Dieci lire?! Questo è matto! Ne prendo una sola e ce la dividiamo, per principio. Ovviamente il prezzo non era esposto, ma il tipo sicuramente ha voglia di “farci la cresta”. Un po' dispiaciuto ci regala un pannetto personalizzato per la pulizia della moto, ma io me ne faccio dare due e ne approfitto, che cavolo... Ma devo essere sempre io il “frescone”? ;)
Alle sei arriviamo a Kayseri: città trafficata e piuttosto moderna e ricca, tanto che le strade sono perfette, pulite e con tanto di aiuole fiorite, la linea del tram completamente inerbita, insomma sembra una città europea. Siamo quasi in centro, tutte le strade sono addobbate a festa con bandierine rosse svolazzanti, chissà cosa c'è in questi giorni... Dobbiamo però trovare un albergo, così ci fermiamo sulla brulicante “Park Caddesi” e ci mettiamo a consultare la guida. Dopo neanche due minuti ci saluta un anziano signore che inizia a parlarci in tedesco... Ovviamente è turco, ma forse vedendo la nostra moto ci scambia per tedeschi. Faccio presente che sono italiano, ma niente. Continua così per un bel po' e io cerco di ascoltarlo, è molto gentile e sarebbe scortese interromperlo bruscamente! :) Alla fine riusciamo a capirci: tiene particolarmente ad aiutarci e vuole accompagnarci ad un bell'albergo, il “Çapari”, che guarda caso è fra le nostre opzioni sulla guida; è dietro l'angolo per cui lascio Silvia a piedi col simpatico vecchietto e io proseguo da solo per duecento metri. Eccoci arrivati, l'albergo non sembra per niente male: è in una traversa poco trafficata con un bel “marciapiedone” per la moto. La parcheggio subito qui legata per bene, tanto è davanti alla vetrina della hall, aperta tutta la notte; nel frattempo un fattorino aspetta per aiutarmi a scaricare i bagagli... Ah evviva la comodità... :)
Salutiamo e ringraziamo (in tedesco!) l'anziano signore e saliamo nella nostra stanza al secondo piano con aria condizionata e colazione compresa. Qui ci costa un po' di più, ottanta lire per una notte, ma va bene, tanto siamo alla grande nel budget e abbiamo sempre speso meno finora! :)
La stanza è dall'aspetto un po' “invernale”... Piumone, poltroncine e tende di velluto pesante bordeaux, più la solita moquette. A parte questi elementi un po' fuori stagione è perfetta: pulita e spaziosa.
Sono le sette, usciamo a fare due passi visto che siamo vicinissimi al centro e appena troviamo un posto carino per la cena ci fermiamo. Appena fuori dall'hotel, c'è una piccola sala da tè (çay evi) con diversi signori a giocare a dadi ai tavolini e a bere. Il titolare ci saluta subito e ci invita a bere con lui. Si chiama Sahin, è molto affabile e sorridente, parla un inglese quasi perfetto ed è contentissimo di averci lì con lui, visto che non vede molti turisti da quando si è trasferito da Istanbul, dove aveva un negozio nel Gran Bazar. Ci chiede cosa pensiamo della città e noi diciamo che ci sembra parecchio moderna e “dotata” di servizi e strutture veramente all'avanguardia, una città europea insomma. Ci viene inevitabilmente da fare il paragone con le città viste nei giorni scorsi e così gli facciamo presente che forse c'è una po' troppa differenza tra le città dell'est e questa... Dopo tutto non è nemmeno turistica, ci sono solo l'università e una zona industriale. Lui dopo queste osservazioni si rattrista un po' e conferma che la maggior parte dei cittadini sono insofferenti proprio per il grande investimento dell'amministrazione comunale nei servizi urbanistici e nelle strutture, a completo discapito dei servizi sociali e scolastici, nessun contributo ai piccoli artigiani e professionisti, insomma tanto “fumo e poco arrosto”. E' inoltre un po' depresso per il fatto che da un mese circa è entrato in vigore in Turchia il divieto di fumo negli spazi chiusi pubblici (come da noi già da qualche anno) e per questo motivo non lavora più come prima, ci dice proprio che lavora meno della metà di prima, il suo “business” sta crollando... Poi cambia discorso visto che ci vede un po' pensierosi (ed effettivamente siamo un po' dispiaciuti del suo malessere) e ci dice sorridendo di andare in centro che forse riusciamo a trovare il bazar ancora aperto. Mentre ci alziamo per salutarlo, arriva un ragazzo sui vent'anni, dal nome impronunciabile, che ci saluta in italiano e ci dice che studia ingegneria qui a Kayseri. Conosce molti italiani che lavorano qua e si offre di accompagnarci in centro al bazar dove suo zio ha un negozio di tappeti... E vai. Ci scappa un'altra chiacchierata in mezzo ai kilim! :)
Durante la passeggiata il ragazzo ci racconta della sua amica italiana Roberta e degli altri, parla solo lui... Dopo una decina di minuti senza praticamente aver visto niente ci ritroviamo seduti nel negozio di tappeti dello zio e se ne va. Mah, che strano, tornerà dopo... E qui lo zio inizia il rito, offrendoci un tè e iniziando a chiederci delle vacanze per poi arrivare a presentare i tappeti in vendita. Ringraziamo, ma lo blocchiamo subito, visto che siamo a posto e i nostri acquisti li abbiamo già fatti. Molto gentilmente ci dice che non ci sono problemi e commenta un po' le nostre vacanze, che giudica insolite, ma belle. Proprio in quell'istante entra nel negozio una signora che saluta il negoziante. Si gira e ci guarda... “Italiani?” Noi: “Sì, salve!” ... “Piacere, mi chiamo Roberta e sono di Pistoia!” Ah, ecco l'amica italiana di cui ci parlava il ragazzo, noi: “Com'è piccolo il mondo, noi siamo di Pisa” :)
Ci ritroviamo così a parlare un po' anche con Roberta, lavora qui a Kayseri da quasi un anno per una nota azienda italiana, la “Ansaldo Breda”, per la realizzazione delle nuove linee tranviarie... Proprio così, noi italiani stiamo lavorando per questa città e stiamo costruendo la bellezza di dodici linee del tram. Ieri c'è stata l'inaugurazione delle prime cinque ed ecco spiegate tutte le bandierine a festa in giro per la città. Dopo averci illustrato la mole di lavoro italiano (compreso l'impegno economico del comune...) ci chiede come troviamo la città. Ovviamente le facciamo i complimenti per il suo lavoro e da italiani un po' ne siamo orgogliosi, però mi viene inevitabilmente da chiedere come mai una città sconosciuta come Kayseri faccia così tanti investimenti urbanistici. E' presto detto. Roberta ci dice che il Presidente della Repubblica Gul è di qua e il Primo Ministro Erdogan di un paese vicino, quindi il comune ha costantemente accesso a dei fondi statali speciali... Parole testuali di Roberta: “Poi Erdogan è amico del Berlusca e quindi si lavora noi!” No comment... Ci viene da pensare a tutte quelle persone povere che magari avrebbero bisogno di un aiuto economico e invece qui “ci si fa belli”... Sorvoliamo sulla questione e anzi chiediamo a Roberta e il “tappetaio” se ci consigliano un buon ristorantino. Dopo averli salutati usciamo e ci dirigiamo verso la via consigliataci, piena di negozi e ristoranti. Entriamo in uno piuttosto “chic” dove però con ventiquattro lire in totale mangiamo entrambi un bel piattone di pesce, verdure cotte e insalata, comprese le bevande. Ci viene subito da pensare alle nostre belle città curde dell'est, molto più vere, rustiche, ma soprattutto diverse dai nostri standard europei... Qui sembra di essere a Pisa, non in Turchia...
Vabbeh, non pensiamoci troppo, è ovvio che sia così, stiamo rientrando! ;)
E' tardi, siamo cotti: oggi abbiamo fatto più di cinquecento chilometri di strade di montagna, con tratti sterrati eccetera eccetera... Via, siamo sazi, possiamo rientrare! :)
Prima però voglio fare un saluto al nostro amico Sahin e ai suoi clienti nel “Yagmur Okeysalonu”. Ci saluta e ci chiede com'è andata col ragazzo turco di prima. Noi gli raccontiamo della scena: accompagnati dallo zio che vende tappeti e poi via per i fatti suoi... Sahin è molto dispiaciuto e ci dice che queste persone scorrette rovinano il turismo in Turchia, facendo infastidire i turisti e basta. Dopo tutto ne sa qualcosa, visto che ha lavorato una vita al Gran Bazar di Istanbul... Facciamo una foto tutti insieme e decido che gliela spedirò come per gli amici di Diyarbakir! :)
A nanna ora e a domani. Cappadocia arriviamo!!! :)
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joesimpson
11-06-2010, 16:46
vai milk, ormai avevo perso ogni speranza :rolleyes::rolleyes:
patrizio
11-06-2010, 23:54
ciao nicola complimenti per il viaggio me ne avevi già parlato a cena...è come sognare ad occhi aperti vedere le foto ma soprattutto leggere le tappe che hai fatto ti ho scritto anche sul litorale per quest'estate...ciao Patrizio
milkplus
12-06-2010, 10:20
grazie patrizio! per noi finora è stata la più bella vacanza in assoluto, nelle prossime sicuramente torniamo in turchia per poi andare in siria e giordania, O in georgia, armenia, azerbaijan O (sogno nel cassetto) a samarcanda ;)
milkplus
12-06-2010, 16:26
giovedì 06/08/09: Kayseri, Avanos, Goreme, Uçhisar – 80 km
Sveglia tranquilla oggi, tanto dobbiamo fare solo ottanta chilometri per arrivare in Cappadocia dove staremo tre notti; alle nove e mezzo finiamo di caricare la moto, ma prima di partire un saluto al nostro amico Sahin al suo çay evi è d'obbligo! :)
Uscendo dalla città prendiamo per Nevsehir e in poco meno di un'ora siamo già al caravanserraglio di “Sarihan” alla periferia di Avanos. Il paesaggio, illuminato da un sole stupendo, è veramente caratteristico e unico nel suo genere: campagne piuttosto brulle, con poche coltivazioni di vite a terra e tanti affioramenti di roccia calcarea. Man a mano che ci avviciniamo a Çavusin e Goreme iniziamo a vedere i primi camini delle fate sparsi, le tipiche formazioni rocciose a cono con il “cappello” in cima! Silvia c'è già stata qualche anno fa e me l'aveva descritta, avevo poi visto un sacco di foto, ma effettivamente vederla dal vivo è impressionante! Specialmente le piccole valli sparse che si vedono dalla strada sono bellissime...
Mentre guido, il fatto di essere venuto qua in moto mi esalta un sacco, alla faccia di tutti i tour organizzati! :)
Entriamo a Goreme, il paesino è tipicamente a misura di turista ed è invaso dai pullman vacanzieri. Poco male, noi tanto in moto andremo dove ci pare! Proseguiamo e saliamo su fino a Uçhisar, altro paese che domina tutta la vallata dell'”Open air Museum” dall'alto. Sulla strada principale che porta al castello nella roccia di Uçhisar, ci fermiamo a consultare la Lonely. Mentre mi tolgo il casco iniziando un po' a “smontarmi”, visto che è parecchio caldo, ci passano accanto due moto italiane con due coppie di turisti e si fermano a salutarci: vengono da Vicenza e da Avellino e hanno rispettivamente un BMW GS 1200 e un KTM ADV 950. Dopo aver scambiato due parole, con la promessa di ritrovarci più tardi per passare la sera insieme, ci consigliano di andare alla “Kaya Pension”, una pensioncina molto carina con posto per le moto nel relativo cortile e una bellissima terrazza panoramica. Sulla guida non c'è, ma andiamo a vedere visto che è subito dietro la curva. Appena arrivati, parcheggiamo ed entriamo: il proprietario parla solo turco e francese, che io non conosco, ma tanto per questo c'è Silvia... ;) Gli diciamo che ci hanno consigliato gli altri ragazzi italiani e lui ci offre lo stesso sconto praticato a loro dandoci la stanza per settanta lire a notte compresa la colazione. Beh, è sicuramente di più di quello che abbiamo speso finora, ma siamo in Cappadocia si sapeva che avremmo speso qualcosa in più... :)
La nostra stanza è veramente carina: ci sono due letti singoli, l'arredamento è minimalista, ma curato, è tutta completamente scavata nella pietra calcarea, pulitissima e... Fresca! Il condizionatore non c'è, infatti non serve visto che siamo all'interno della roccia della collina. Anzi notiamo subito che ci sono i piumoni sui letti e quasi sicuramente li utilizzeremo! :)
Ci facciamo subito la nostra bella doccia rinfrescante, le tute da moto infatti puzzano talmente tanto che se ce le infiliamo anche solo per un'ora il risultato è inevitabile... :) Appena piazzati e dopo aver fatto un po' di bucato con la nostra solita catena di montaggio (Silvia lava mentre io strizzo e stendo), usciamo per le stradine di Uçhisar e immortaliamo subito delle belle vedute panoramiche sulle valli intorno. La prima che notiamo è quella detta dei “Piccioni”, che collega il paese con Goreme, così chiamata per le numerose piccionaie sparse.
E' ormai ora di pranzo così entriamo in un piccolo ristorante e, oltre al nostro solito piatto di carne con pane e verdure, prendiamo anche due belle “Efes” fresche e grandi! Ahhh, ci mancava un po' la birra visto che nell'est non la si trovava nei ristoranti, ma soltanto nei chioschetti attrezzati e non la potevamo bere per strada in mezzo alla gente... ;)
Dopo aver mangiato riprendiamo l'esplorazione del paese e arriviamo fino alla piazza centrale davanti al castello di Uçhisar; notiamo diversi turisti, principalmente francesi. Scopriamo infatti che qui quasi tutti gli alberghi e pensioni sono gestiti da loro; lo avevamo letto sulla guida, ma non pensavamo fino a questo punto. La piazza è piena di negozi di souvenir e tappeti; beh, domani o dopodomani compreremo qualcosa sicuramente! :)
Camminando trovo una bella Africa Twin parcheggiata davanti ad un negozio ed entriamo a guardare. Saluto il ragazzo all'interno e gli faccio i complimenti per la “Regina”. Per chi non lo sapesse l'Africa Twin è una moto enduro di una quindicina di anni fa, chiamata appunto così... :)
Il giovane turco si chiama Edip e fa il “leatherman” come si definisce lui: d'estate lavora la pelle e il cuoio qui in Cappadocia mentre d'inverno fa il contadino ad Adana. Parliamo per quasi un'ora illustrando io il nostro viaggio e lui il suo lavoro! In realtà un po' a gesti, un misto fra il turco e l'inglese, il “turkese” come l'ho ribattezzato poi io, ma ci capiamo alla grande! Alla fine mi viene un'idea... Perchè non mi faccio fare una bella cintura di cuoio e sopra mi ci faccio incidere qualche simbolo della Turchia? Così per ricordo... Mentre gli spiego come la vorrei l'idea migliora nella mia testa: quasi quasi ci faccio incidere l'Ararat, i Camini delle Fate e la scritta “Turkiye 2009”. Diventerà così un piccolo diario per immagini di questa splendida vacanza! Ok, non è una cosa originale visto che l'ha fatta prima di me Christopher McCandless, lo sfortunato ragazzo americano a cui si è ispirato Jon Krakauer per il suo romanzo “Into the Wild”, però mi sembra veramente ottimo e unico come souvenir... :) Edip mi dice che mi costerà sessanta lire e che sarà pronta domani sera... Ottimo! :D
Verso le sette vediamo un'altra coppia di motociclisti intorno alla loro moto parcheggiata sulla strada, così ci facciamo avanti e ci presentiamo. Loro sono di Rovereto, si chiamano Roberto e Elena e sono arrivati in Turchia da pochi giorni passando dalla Grecia dove sono sbarcati col traghetto proveniente da Ancona. Fra una chiacchiera e l'altra decidiamo di passare la serata insieme e di andare a vedere il tramonto dal castello per poi andare a cena al ristorante del nostro albergo. Fuori dalla biglietteria troviamo anche le altre due coppie di italiani che sono appena tornati da un giro in moto tutto il giorno. Facciamo così un bel gruppone e andiamo a goderci il tramonto e la salita della luna dalla cima.
Alla “Kaya Pension” mangiamo “çorba”, carne alla brace, verdure fresche, ayran, pane e per finire “baklava”... :)
Domani i ragazzi di Vicenza e Avellino andranno a vedere il “Tuz Golu”, il Lago Salato vicino ad Aksaray, mentre io, Silvia e i ragazzi di Rovereto staremo insieme nei dintorni di Goreme, Çavusin, Zelve e Avanos. Infatti vorrebbero chiedere informazioni e consigli domani mattina presto ad un signore italiano di nome Enrico, che hanno trovato in paese appena sono arrivati e che si è offerto di dar loro una mano... Ma certo! Enrico, l'amico di Montana di Diyarbakir! Cavolo, ce ne eravamo completamente dimenticati... Beh, ovviamente approviamo e ci diamo appuntamento a domani mattina fuori dal nostro albergo per poi andare a ricevere qualche dritta sulle cose da vedere... ;)
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Accipicchia, non ti ferma più nessuno!
WOW!
:D :D :D
milkplus
14-06-2010, 10:31
Grazie Andrea! ;)
Ballerino
14-06-2010, 17:54
Ora ci stai viziando...ogni giorno una nuova avventura....VAI COSI'!!!!!!:lol::lol::lol:
Ehm.............
Ciao, Nicola!
Sinusoid
07-07-2010, 23:14
ormai la frittata è fatta
ci hai contagiato con il tuo bellissimo racconto
e di sicuro la Turchia sarà la meta di qualche futuro viaggio
:)
milkplus
20-07-2010, 16:49
Eccomi! ;)
venerdì 07/08/09: Uçhisar, Çavusin, Zelve, Goreme, Uçhisar – 20 km
Sveglia alle sette e mezzo! Abbiamo una mezzora per fare colazione, visto che fra poco arrivano Roberto ed Elena per andare da Enrico. Durante la colazione salutiamo i ragazzi di Vicenza e Avellino che stanno partendo per il Lago Salato e ci diamo appuntamento eventualmente per la sera se torniamo in tempo.
Nel giro di un'ora siamo tutti e quattro seduti al negozio di tappeti e kilim di Faruk, sulla piazza vecchia di Uçhisar, dove Enrico ha la sua “base” per istruire e aiutare i turisti. Scopriamo di non essere i soli italiani presenti... Ci sono infatti anche altre tre coppie, che gireranno con degli scooter noleggiati. Mentre Enrico illustra su una piccola mappa turistica della Cappadocia i vari posti da vedere in base ai tempi e alle esigenze di ciascuno di noi, non ci facciamo mancare un buon çay in compagnia... Ormai non possiamo più farne a meno! :)
Con la cartina di Enrico “scotchata” sul mio serbatoio iniziamo il giro tutti e quattro insieme: passiamo da una stradina sterrata che va da Uçhisar a Çavusin; siamo immersi nella campagna tipica della Cappadocia con vigneti a terra e frutteti di albicocche, uno spettacolo... Procedendo lentamente con le moto per gustarci il panorama, arriviamo a costeggiare la Valle delle Rose dall'alto, bellissima con tutti i suoi alti camini delle fate. Il bello è che non ci sono turisti sulla nostra stradina sterrata, siamo soli, e nella valle stessa le poche persone presenti si contano sulle dita di una mano! :)
Dopo aver fatto un po' di foto, come da programma ci dirigiamo verso Çavusin, dove abbiamo appuntamento con una guida locale, Mehmet, amico di Enrico, che ci porterà a spasso nelle grotte labirintiche e scoscese su più livelli, scavate nella collina rocciosa a ridosso del paese. Appena incontrato e fatte le presentazioni, iniziamo il giro andando “a fare i topini nel formaggio” per usare una simpatica frase di Enrico... :)
Con la nostra guida ci addentriamo nel complesso roccioso, veramente affascinante, visitiamo la Chiesa di San Giovanni Battista e ammiriamo le piccionaie vicine. I cunicoli si alternano a viottoli aperti che costeggiano la roccia della collina e spesso dobbiamo arrampicarci, soprattutto per salire o scendere. Ogni tanto Mehmet azzarda un po' troppe scalate pericolose e qualche brividino per la paura di scivolare c'è... Tutto però procede alla grande! Così all'ora di pranzo abbiamo finito il giro (durato più di un'ora) e ci ritroviamo sulla piazzetta del paese. Salutiamo il nostro amico e gli diamo cinque lire a testa per il giro; cerchiamo infine un posticino dove mangiare qualcosa. Decidiamo di stare leggeri e mangiare solo un gozleme e un ayran per evitare l'abbiocco post pranzo. Anche se è caldo si sta veramente bene, la giornata è comunque ventilata per cui... Gambe in spalla e a visitare Zelve!
Arrivati al Museo all'aperto di Zelve ci avventuriamo su di un sentiero un po' nascosto (indicatoci sempre da Enrico) che ci permette di salire sopra i camini delle fate e ammirare la valle dall'alto. Vedute stupende, assolutamente da immortalare! :)
Sono quasi le quattro, rientriamo così verso Uçhisar e ci fermiamo a Goreme sulla piazza centrale per chiedere un po' di informazioni ai vari uffici turistici riguardo i giri in mongolfiera. Roberto ed Elena infatti ci tengono particolarmente e sicuramente dopodomani ne faranno uno. Noi abbiamo valutato per bene la cosa e, anche se sembra che sia una cosa memorabile e bellissima da fare, ci è sembrato un po' troppo caro e abbiamo rinviato a momenti economici per noi più felici. Insomma 120 euro a testa per un'ora di volo non sono pochi...
Verso le sei siamo di nuovo ad Uçhisar, ci salutiamo con i nostri amici e ci diamo appuntamento a stasera per cenare insieme.
Prima di andare a cena passo davanti al negozio di Edip ed entro per chiedere a che punto è la cintura... Beh, ovviamente è pronta! Così, non stando più nella pelle come un bambino davanti ad un negozio di giocattoli, strabuzzo gli occhi per il capolavoro creato dalle brave mani del mio amico turco, c'è inciso di tutto! I camini delle fate, l'Ararat, il trifoglio, il narghilè e la scritta “Turkiye 2009”... Bellissima! La chiamerò “Supertramp”, in onore di Christopher McCandless. ;)
Dopo aver pagato Edip per la sua strepitosa creazione, ci scambiamo le email per poterci tenere in contatto anche più avanti. Così tutto fiero esco dal piccolo negozio e fuori incontro un signore turco che parla italiano benissimo, visto che ha sposato una siciliana e che l'estate torna qui a casa sua in vacanza, il quale mi dice che la mia idea è stata geniale e che me la copierà sicuramente! Chissà che l'anno prossimo Edip non si metta a creare cinture personalizzate per i turisti di passaggio... ;)
E' ora di cena... E dopo il pranzettino leggero leggero di oggi, stasera ci vuole un bel ristorante! Così con Roberto ed Elena andiamo al “Center Cafè & Restaurant” sulla piazza del Comune di Uçhisar e ci mangiamo delle belle portate tipiche turche a base di carni kebab e insalate grigliate, tutto come sempre accompagnato dall'immancabile ayran... Yum!!!
FOTO:
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Grazie.
Come sempre, piacevolissimo da leggere.
Alla prossima!
danilo61
20-07-2010, 19:21
bello, davvero bello
milkplus
22-07-2010, 14:05
Grazie, sempre troppo buoni! :)
sabato 08/08/09: Uçhisar, Goreme, Ozluce, Avanos, Uçhisar – 50 km
Bene, anche per oggi Cappadocia in moto! Dopo aver salutato gli altri ragazzi italiani che oggi lasciano Uçhisar per andare a est sul Nemrut Dagi, alle nove ci ritroviamo con Roberto ed Elena fuori dal loro appartamento.
Il programma di stamani prevede il Museo all'aperto di Goreme e una piccola città sotterranea, probabilmente Ozluce, la più piccola, a seconda del tempo che ci rimarrà prima di pranzo.
Appena arrivati al parcheggio del museo, troviamo già parecchie auto e pullman: non promette bene, mi sa che nel giro di un'ora qui si riempe tutto... Dopo aver parcheggiato le moto, ci avviamo subito verso la biglietteria. Un biglietto costa quindici lire! Lo so non è tantissimo, ma in confronto ai biglietti pagati per gli altri siti meno famosi è un po' un ladrocinio... Iniziamo così la visita: il posto è affascinante, ma onestamente pensavamo meglio. Sarà per le centinaia di turisti presenti che non ci permettono di vedere con calma le chiese scavate nella roccia, visto che bisogna fare la fila per entrare in ognuna di queste ed essere costretti ad uscire subito per far posto ad altri. Per non parlare dei gruppi con guida che devono sempre entrare tutti insieme... Insomma una gran confusione! Dopo nemmeno un'ora abbiamo già finito di vedere tutto e siamo piuttosto delusi, anche perchè all'interno del complesso archeologico, ci sono due chiese per le quali si devono pagare altre cinque lire a testa per visitarle... Ok, basta, direi che è ora di andarsene! L'unico intermezzo piacevole è un gruppo di spagnoli per i quali mi metto a fare il fotografo di gruppo e che dopo aver finito, ci invitano per unirci a loro e scattarne delle altre ridendo e scherzando come ragazzini idioti, ma va bene così! :)
Per le undici arriviamo a Ozluce; la Lonely non è molto chiara a riguardo, per cui andiamo un po' a senso per arrivarci e alla fine troviamo un piccolo cartello nel centro di Kaymakli che ci dovrebbe portare a destinazione. Dopo circa sei chilometri arriviamo in un minuscolo villaggio di campagna, completamente diverso dagli altri della zona: all'apparenza disabitato e senza turisti, è formato da case molto vecchie e rovinate, le strade sono pessime e a noi ricorda subito i villaggi di campagna dell'est... Ecco, qui siamo nella vera Turchia, quella povera, lontana dai circuiti turistici e dalle città! Girovagando un po' fra i tre o quattro vicoli presenti, alla fine troviamo un signore che ci saluta in turco, sicuramente è un contadino del posto. Ovviamente ricambiamo subito, ma non è un contadino, è il proprietario della cittadella sotterranea! Infatti fra gesti e parole sconnesse riusciamo a capirlo. Ci porta così all'ingresso del sito archeologico e ci dice che per entrare ci vogliono dieci lire a testa più altre cinque se vogliamo la luce accesa all'interno... Questo è matto come un cavallo!!! Va bene che si deve contrattare, ma qui si esagera. Così lo salutiamo e anzi scocciati gli diciamo che è troppo caro, visto che questa è la città sotterranea più piccola della regione. Alla fine dopo un tira e molla non indifferente e belli fermi sulle nostre decisioni, riusciamo ad arrivare a cinque lire a coppia luce compresa! E che cavolo, come può pensare che si vada sotto terra senza luce... Le gallerie sono tutte su un livello, il posto è piccolo, ma comunque è molto affascinante. Ovviamente in pochi minuti lo visitiamo ed usciamo. Questi posti sono veramente particolari e fanno un certo effetto, sicuramente quando torneremo in Cappadocia visiteremo anche le città più grandi di Kaymakli e Derinkuyu, sperando di non incappare in attacchi di claustrofobia... ;)
E' quasi l'ora di pranzo, decidiamo così di andare a Kaymakli per mangiare qualcosa. Parcheggiamo così le moto davanti ad un piccolo locale dove servono solo ed esclusivamente pide, fatte su di un bancone davanti ai clienti e cotte in gran bel forno a legna. E' quasi pieno e tutti mangiano di buon gusto... Beh, non ci sono dubbi, entriamo qua! Non posso fare a meno di notare che siamo gli unici turisti in mezzo a tante famiglie del posto. Il locale è un pochino squallido, ma comunque minimale e pulito, a parte qualche mosca svolazzante... Ahhh, ora sì che mi sento a casa, nella mia Turchia! :)
Dopo aver mangiato le nostre ottime pide e bevuto un'ayran, usciamo a fare due passi nel piccolo centro del paese sulla strada che porta all'ingresso della omonima città sotterranea. Ci sono tante bancarelle e così ci mettiamo a girovagare e a curiosare un po'...
Sono le tre, decidiamo così di rientrare e andare a vedere il Sarihan, il caravanserraglio in stile selgiuchide vicino ad Avanos: ora è un locale museo, dove organizzano gli spettacoli dei dervisci rotanti. Appena arrivati entriamo e all'ingresso ci fermano: dobbiamo pagare dieci lire a testa anche solo per entrare a vedere l'edificio, senza assistere agli spettacoli, che comunque ci sono solo la sera. Beh, per oggi basta così... Usciamo e torniamo alle moto.
Ci salutiamo con Roberto ed Elena e ci diamo appuntamento per le sette. Infatti loro vogliono andare a fare un giro in moto verso Soganli, mentre noi vogliamo vedere Avanos e i laboratori di ceramica rossa tipici del paese.
Dopo aver fatto una passeggiata lungo il fiume Kizilirmak e aver visitato un paio di negozi di ceramica, ci dedichiamo ad un momento della giornata oramai imprescindibile: la bevuta del çay. Ci sediamo così in tutto relax all'ombra dei tigli e dei platani di un “Çay bahcesi”. Ottimo! :)
Rientriamo a Uçhisar, passando da strade diverse giusto per gustare panorami e posti nuovi; però quando arrivo a Çavusin mi infilo nella stradina sterrata di ieri mattina per fare altre due foto e divertirmi con la moto, mentre Silvia coglie un po' di albicocche dai tanti alberi presenti... ;)
Arrivati per le sei alla pensione, andiamo a vedere il laboratorio del vicino artigiano che lavora l'onice e non possiamo fare a meno di fare qualche acquisto per noi da portare a casa. Decidiamo di prendere anche un regalo per i nostri amici turchi di Istanbul conosciuti a Sinop, Tunçay e Buko, che ci hanno invitati ad andare a trovarli e stare da loro per quando arriveremo nella capitale. Non è sicuro che potremo andare da loro, perchè avevano un impegno fino a ieri, però meglio che arrivare a mani vuote, eventualmente ce lo terremo noi... ;)
Sono quasi le sette... Cavolo dobbiamo sbrigarci che fra poco ci raggiungono Roberto ed Elena!!!
Tutti e quattro insieme ci chiediamo dove andare a mangiare. Qui a Uçhisar ci sono molti ristoranti che servono cucina francese, che però preferiremmo gustare in Francia e non qua in Cappadocia... Così all'unanimità decidiamo di tornare a mangiare turco nel ristorante di ieri sera! :)
Prima di andare a dormire facciamo una passeggiata e andiamo alla nostra pensione. Roberto infatti vuole vedere un po' tutta l'attrezzatura per la moto e i bagagli, in quanto ha comprato la moto da poche settimane e dovrà fare acquisti nei prossimi mesi: tuta, borse, stivali... Loro staranno qua anche domani e poi andranno verso il Nemrut Dagi e Urfa, visto che li abbiamo convinti a fare almeno una città curda dell'est, mentre noi dobbiamo avvicinarci a Istanbul. Ci scambiamo infine i recapiti per risentirci prossimamente e ci salutiamo con un arrivederci e un buon viaggio a tutti! ;)
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milkplus
23-07-2010, 12:11
domenica 09/08/09: Uçhisar, Aksaray, Ankara, Istanbul – 750 km
Oggi salutiamo la Cappadocia, siamo stati benissimo e sicuramente ci torneremo quindi... Hosçakal Kapadokya! :)
Paghiamo la pensione e ripartiamo! Usciti da Uçhisar andiamo in direzione di Aksaray e da qui, costeggiando il grande Lago Salato (“Tuz Golu”), andremo ad Ankara. Non sappiamo ancora se ce la faremo ad arrivare fino ad Istanbul in una tirata, è piuttosto lontano: più di 700 chilometri. Forse facciamo una tappa logistica ad Ankara, anche se ci rompe un po' visto che non c'è comunque niente da vedere... Mah, vediamo intanto dove arriviamo per pranzo. ;)
Fino ad Aksaray la strada è in condizioni più che buone, si vede che stiamo andando nella parte occidentale: è più ricca e le vie di comunicazione sono meglio tenute. Il traffico è quasi inesistente e iniziamo a trovarlo quando prendiamo la “quasi” autostrada nei pressi del Lago Salato verso Ankara. Il Lago Salato... Fin da quando sono partito avevo questo mito da vedere. Beh, ora che ci sono non è niente altro che una grande salina in mezzo ad una pianura brutta, per cui facciamo solo qualche fotografia sparsa e mi fermo per fare un rabbocco di olio alla moto. Sicuramente la parte a sud vicino a “Sultanhani”, il famoso caravanserraglio, è più bella, ma sarà per un'altra volta, ora dobbiamo rientrare... :(
E' l'una e siamo nei pressi della capitale. Prima di entrare in autostrada, decido di fermarmi a Golbasi per fare benzina ad una bella stazione di servizio di quelle turche dove c'è di tutto oltre alle pompe: market, lavatori di macchine, bagni, ristoranti... Ed è in uno di questi che decidiamo di entrare per guardare il menù. Incredibile, ci sono i prezzi esposti! Beh, quando abbiamo poi visto le vetrine con le pietanze da cuocere e come venivano realizzati i piatti, ci siamo seduti e abbuffati! Uno dei pasti migliori di tutta la vacanza per la modica cifra di quindici lire in due, compresi ayran e çay. Ci è piaciuto talmente tanto che ci portiamo via uno dei volantini-menù con le foto di tutti i piatti, i nomi e i prezzi! Ottimo memorabilia da portare a casa... ;)
Ieri avevo mandato un sms a Tunçay, l'amico di Istanbul, dicendogli che forse saremmo arrivati oggi o domani in serata. Non avendo ricevuto risposta imposto il GPS con la destinazione “Sultanahmet”, il quartiere storico di Istanbul, della Moschea Blu e di Santa Sofia. Ci aspettano quasi 400 chilometri, ma sono solo le due e non possiamo buttare via mezza giornata e una notte ad Ankara, per cui... Via verso Costantinopoli!!! :D
L'autostrada è quasi perfetta, c'è traffico, ma si scorre alla grande! Alle quattro e mezzo siamo nei pressi di Bolu e inizio ad accusare un po', sono già diverse ore che siamo in sella e ci manca ancora un bel pezzo da fare... Così mi fermo per una sosta benzina e una redbull. Mentre bevo il mio energy drink, penso all'entrata in Istanbul alle sette di sera e onestamente sono un po' impensierito all'idea. Tutti quelli che ci sono stati, mi hanno sempre detto che è un vero massacro entrare nel centro storico di Istanbul, ma io ho fiducia nel mio buon turco imparato finora e i cartelli li so leggere abbastanza bene. E poi c'ho il mio navigatorino che finora non ha mai sbagliato un colpo, a parte non “conoscere” una strada nuova nei dintorni di Sinop. :)
Sono quasi le sette quando arriviamo nel groviglio autostradale vicino al Bosforo e al nuovo ponte immenso a pagamento che collega l'Asia all'Europa e che abbiamo percorso anche all'andata. Piccoli piccoli, sopra un piccolo mezzo di trasporto quale è una moto, guidiamo fra centinaia di auto, furgoni, pullman, camion, in un caos immenso, ma io sono tranquillo: ho imparato ormai a conoscere la guida dei Turchi, per cui l'occhio ce l'ho e anzi ogni tanto sono costretto anche io a guidare così, in un modo diciamo un po' spericolato... ;)
Nel giro di mezz'ora, dopo una quindicina di semafori fedele al mio navigatore, mi ritrovo davanti ad un cartello che indica il quartiere di Sultanahmet a destra, giro... Una, due, tre curve e per magia mi ritrovo con la Moschea Blu a sinistra e Santa Sofia a destra, in mezzo a decine di turisti! Che spettacolo, ora sì che sono un motociclista “completo”! ;)
E' stato facilissimo entrare in Istanbul, quasi sicuramente perché sono le otto di sera ed è domenica, però un po' di fortuna ogni tanto ci vuole!
Beh, sarà meglio che cerchiamo un albergo ora. Mi fermo davanti ad uno dei tanti del quartiere storico e mando Silvia in missione! Dopo due minuti, esce... Hanno solo la suite, vogliono centocinquanta euro a notte e non c'è il parcheggio per la moto; dicono che la possiamo lasciare davanti alla hall, non sul marciapiede, ma sulla strada dove passano, tram, auto, pullman e taxi... Ma sono fuori di testa! Via, andiamo da un'altra parte. Inizio ad essere un po' agitato, mi sa che se non vogliamo rimanere per strada dobbiamo sborsare una bella cifra per una stanza di albergo disponibile in centro storico a Istanbul, per di più una domenica sera di agosto... :(
Mentre mi risistemo sulla moto, vedo un gruppo di persone che sorseggiano un çay seduti davanti ad un negozio di souvenir e decido di chiedere aiuto. Non finisco nemmeno di spiegare la situazione, che uno di loro, in un inglese più che buono mi dice di seguirlo e che forse qualche speranza c'è! Lascio Silvia con la moto e gli altri signori, dopotutto è al sicuro, in una strada in pieno centro e fra una marea di gente. ;)
A piedi con Mehmet, l'ennesimo di questa vacanza, andiamo ad un albergo con parcheggio custodito... Niente, completo! Alla fine mi dice che conviene andare ad una “Travel Agency” per farci aiutare nella ricerca. Così facciamo ed entriamo in una delle tante che ci sono vicino a Santa Sofia. Le mie indicazioni sono chiare: l'albergo meno costoso con parcheggio custodito per la moto! :)
Alla fine, dopo una ventina di minuti, mi trovano una stanza all'hotel “Almina”, vicinissimo al bazar “arasta” della Moschea Blu. Il ragazzo dell'agenzia dice che hanno il parcheggio per la moto e che per tre notti con la colazione ci vogliono centottanta lire a notte, novanta euro... Beh, non posso dire di no, siamo a Istanbul a Sultanahmet una domenica di agosto alle otto di sera e questo hotel è un quattro stelle! Ma sì, rilassiamoci... ;)
Torno da Silvia che ritrovo seduta sorridente a parlare del nostro giro con il gruppo di signori che ovviamente intanto le avevano offerto un çay e dopo, con un altro dipendente dell'agenzia in sella dietro di me, vado all'albergo. E' in una viuzza molto curata e ce ne sono altri con super macchinoni parcheggiati fuori, ma appena spengo la moto non vedo un cancello o un posto dove poterla lasciare. Un fattorino mi saluta e mi dice che posso tranquillamente lasciarla fuori sul marciapiede di fianco alla scalinata di ingresso alla hall... E qui perdo le staffe, inizio subito a scaldarmi e faccio chiamare il direttore. Gli dico subito che ero stato chiaro con l'agenzia e che volevo il parcheggio custodito. Alla fine mi spiega molto gentilmente che la via è a fondo chiuso e pedonale, che è sicurissima (mi mostra le macchine lì intorno...), che mi fa parcheggiare sotto la telecamera di sorveglianza e che mi dà la camera al primo piano con le finestre sulla strada e sulla moto. E va bene, fidiamoci... Però la lego con il super catenaccione alla balaustra della scalinata e metto il bloccadisco! :)
Scarico i bagagli e mi riavvio a piedi verso Silvia che avevo lasciato in centro. Ci ritroviamo nel giro di pochi minuti, le racconto la vicenda e si preoccupa un po'. Quando poi arriviamo e vede il tutto si tranquillizza. Questo sì che è un albergo! Il confronto regge solo con la suite di Amasya. L'arredamento è completamente nuovo e la pulizia impeccabile, insomma è proprio bello... ;)
Una volta sistemati per bene nella stanza e fatta una bella doccia rigenerante, usciamo per cercare un buon ristorantino dove mangiare qualcosa. Anche se siamo letteralmente cotti, dopo aver cenato ci fiondiamo per vedere di notte la piazza di Sultanahmet: veramente stupenda con tutti i giochi di luce sulla Moschea Blu e su Santa Sofia!
Ma ora a nanna, domani ci aspetta una giornata intensa, visto che staremo qui solo due giorni pieni e da vedere ce ne sarebbe per una settimana... :)
Prima di addormentarci, non possiamo non pensare che la vacanza è ormai agli sgoccioli... Oggi è domenica nove agosto e sembra ieri il sedici luglio quando siamo partiti la sera da casa alla volta dell'Asia. La malinconia ci assale, ma dobbiamo essere positivi e pensare alla prossime vacanze in futuro, tra le quali ci sarà sicuramente un altro po' di Turchia... ;)
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Ballerino
23-07-2010, 21:06
Grazie Nicola...che ci stai riportando a casa!!!:lol::lol: Quanti ricordi...e sopratutto quanta voglia di ripartire!!!
milkplus
23-07-2010, 21:13
Non lo dire a me, ripartirei domani per la Turchia!!! :eek:
Intanto però giovedì parto per Bosnia, Montenegro e Serbia... :lol:
illupo6969
26-07-2010, 15:07
Non lo dire a me, ripartirei domani per la Turchia!!! :eek:
Intanto però giovedì parto per Bosnia, Montenegro e Serbia... :lol:
Grazie per le bellissime e vivissime emozioni che mi hai trasmesso.
Mi sono stampato la tua storia e io e mia moglie la sera prima di dormire ci rubiamo di mano il tuo racconto!!!!
Il tuo modo di raccontare il viaggio è semplicemente fantastico, sei coinvolgentissimo; coltivalo!!!!!
Grazie ancora.
roberto
milkplus
26-07-2010, 20:53
Grazie, troppo buono! :)
SingleMax GS
30-07-2010, 10:17
Ciao Milkplus,volevo chiederti se secondo te è sufficiente un giubbino, tipo l'Airflow della BMW, per affrontare la Turchia in agosto con naturalmente sottotuta tecnico e antiacqua al seguito. Non faremo la parte sud mo gli altipiani centrali e la costa nord. Ciao e grazie,Max
pieroesilvia
11-08-2010, 10:40
Wow nicola....me lo hai raccontato a cena il viaggio e la tua silvia ha fatto altrettanto con la mia....ma leggere il racconto.....dio mancano ancora 30 gg alla mia partenza ma nn vedo l'ora.....x adesso siamo soli spero qualkuno si unisca al mio viaggio anche x brevi tappe....ma sono sicuro che qualke centauro lo trovero' magari strada facendo....ti aspetto a cena appena torni come concordato....ciao
ciccio77
11-08-2010, 18:11
Ciao a tutti io adesso sono a Istanbul. Caldo e umido. Una giacca traforata va benissimo. Tra 3 giorni si va in cappadocia.
complimenti veri da un nottambulo impenitente... bello rivedere le immagini di un paese rimasto "dentro"... ho intenzione di tornare per visitare la parte orientale. Vale la pena?
milkplus
14-08-2010, 10:50
Ciao grava, decisamente sì senza pensarci due volte. Io appena posso ci torno! ;)
Ballerino
14-08-2010, 10:59
Bentornato Nicola.....ora dopo le meritate ferie 2010....portaci a casa dalla Turchia!! :lol::lol: e vedi di non accavallare i ricordi eh!!??
milkplus
14-08-2010, 11:05
ahahahahahahahah ballerino!!!! m'hai fatto morì, ok vi riporto a casa quanto prima :lol:
riporto su....questo racconto è meraviglioso. Complimenti!!!! Adoro il tuo modo di viaggiare visto che è molto vicino al mio...purtroppo la grande differenza è che nel tuo caso possiamo parlare di realtà, nel mio siamo molte volte nel mondo dei sogni...per ora.
Grazie
milkplus
09-10-2010, 10:59
Ciao Rainbow, non disperare e mai dire mai!!! ;)
Proseguo, così piano piano vi riporto a casa... :lol:
lunedì 10/08/09: Istanbul – 0 km
Ah, che bel risveglio oggi... Abbiamo dormito beatamente in questa stupenda stanza dell'Almina Hotel. Ma ora alziamoci, abbiamo un sacco di cose da vedere qui a Istanbul, per cui vestiamoci e andiamo subito a fare colazione. E che colazione! :)
Alle otto e mezzo siamo già in fila per entrare nella Moschea Blu e meno male che non siamo venuti troppo tardi altrimenti invece di venti minuti stavamo più un'ora ad aspettare. Come sempre ci fanno togliere le scarpe, Silvia si mette il suo bel foulard e per la prima volta ne danno uno anche a me, azzurro ovviamente, per coprire le gambe visto che indosso un paio di bermuda... Così entriamo in una delle più belle e più famose moschee del mondo, insieme ad una moltitudine di turisti europei, italiani compresi. Bellissima con le sue maioliche blu-verdi di Iznik. Dopo aver visto l'interno usciamo dalla porta che dà sul parco di Sultanahmet e proprio davanti a noi si staglia nella sua bellezza Santa Sofia, l'altra Moschea simbolo di Istanbul, che in origine era una chiesa e ora un museo. Usciamo e scattiamo un po' di foto nel parco, la giornata è stupenda, c'è il sole, ma non è un caldo asfissiante, si sta proprio bene! :)
Ci dirigiamo verso Santa Sofia, districandoci nella moltitudine di turisti, ma quando arriviamo alla biglietteria notiamo una fila immensa... Beh, torniamo dopo, è meglio!Passiamo vicino all'ingresso del Topkapi, l'immenso complesso di palazzi e corti oggi museo, in passato dimora dei sultani ottomani. Decidiamo di non andare a visitarlo, Silvia l'ha già visto nel suo precedente tour in Turchia e non ne è rimasta più di tanto colpita. E anche io non ho voglia, ho bisogno di stare con la gente e girovagare per vicoli, stradine e negozi. Così andiamo verso il Kapali Çarsi, il Gran Bazar. Ovviamente è bellissimo, ma per noi è anni luce inferiore per fascino e realismo rispetto a quelli dell'est di Diyarbakir e Urfa. I colori e i negozi qui sono stupendi, ma le facce dei venditori ti guardano assenti, o meglio ti guardano come l'ennesimo turista da spennare... E poi, niente çay! Qui a Istanbul non c'è verso di scambiare due parole con qualche turco sorseggiando un çay e parlando del più e del meno... No, non ci siamo. Il culmine lo raggiungiamo quando troviamo un negozio che vende brocche e serviti in peltro stupendi... Non ci credo, sono quelli che abbiamo visto realizzare dal vivo nel bazar di Urfa! E costano centocinquanta lire, tre volte tanto! Ok, usciamo. Questo bazar purtroppo non fa per noi, quantomeno al termine di questa vacanza bellissima, dopo aver visto l'est, questi posti ci fanno storcere il naso: tutto troppo finto e a misura di turista occidentale. La riprova? Pochi Turchi in giro per i vicoli...
Usciti dal Gran Bazar mi infilo in una stradina mezza nascosta e quasi buia... Fatti due tre vicoli, ci ritroviamo davanti a minuscoli negozi, in mezzo ai Turchi che fanno il loro vero shopping quotidiano, non ci sono turisti e sono tutti molto sorridenti. Ci ritroviamo piano piano al Bazar delle spezie, il Misir Çarsisi. Anche questo è invaso dai turisti, ma per noi subito a prima vista molto più bello e vero del Gran Bazar. I profumi e i colori sono paradisiaci! Decidiamo di comprare qualcosa da portare a casa e alla fine scegliamo due miscele di spezie, per condire rispettivamente carni bianche e carni rosse.
Beh, è quasi ora di pranzo e con tutto questo bendidio l'acquolina in bocca si fa sentire. Mangiamo un bel piatto di carne in uno dei tanti ristorantini lì vicino al Bazar delle spezie e poi torniamo verso Sultanahmet, passando dal parco vicino alle mura del Topkapi.
Più tardi andiamo a vedere la moschea chiamata Piccola Santa Sofia, che è a soli due isolati dal nostro albergo e subito dopo ci dirigiamo verso l'Ippodromo, l'antico fulcro della vita di Bisanzio e dei primi secoli dell'Impero Ottomano, con l'Obelisco di Teodosio, la Colonna Serpentina, la Fontana del Kaiser Guglielmo e l'Obelisco in muratura. Qui ci concediamo una pannocchia arrostita e un po' di relax seduti su una panchina di fronte al maestoso gazebo della fontana.
La giornata si conclude con una passeggiata serale lungo il Bosforo, fino al vecchio Ponte di Galata, dove sul livello inferiore ci sono decine di ristoranti, molto belli, ma anche molto, troppo turistici... Vabbeh, l'economia deve girare per tutti, è giusto così! :)
Rientrando in albergo, ci fermiamo per l'ennesima volta in un negozio di souvenir vicino a Santa Sofia... Ho deciso, dobbiamo comprare i bicchierini tipici per il çay (bardak çay) da portare a casa, è tutta la vacanza che li desideriamo! Così dopo aver contrattato un po' in turco col simpatico venditore, mi “aggiudico” il servito per quindici lire da una partenza di quaranta. La scena... Il venditore: “Cinquanta”; io: “On bes (15)”; lui: “Quaranta”; io: “On bes” e così via fino alla mia “vittoria”, ovviamente... “On bes”!!! ;)
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milkplus
09-10-2010, 14:09
martedì 11/08/09: Istanbul – 0 km
Sveglia alle nove, oggi è l'ultimo giorno di “relax” e domani ci aspetta la prima tappa di rientro verso casa: Bulgaria, Serbia, Croazia, Slovenia...
Mentre ci gustiamo la nostra luculliana colazione inizio a pensare un po' alla logistica per il rientro: domani ci conviene partire al massimo alle sei e mezzo, in modo da poter uscire dal centro della città evitando il traffico massacrante del centro e poter entrare in autostrada tranquillamente. Così, una volta finito di mangiare, vado dal direttore e gli chiedo gentilmente se domani è possibile fare colazione alle sei, ovviamente... No problem! :)
Verso le nove e quaranta siamo già fuori in giro, l'obbiettivo per la mattinata è andare verso il quartiere di Beyoglu passando per la Torre di Galata e per la via pedonale di Istiklal Caddesi fino in cima alla collina, in piazza Taksim. Beyoglu era il quartiere europeo della città sviluppatosi quasi completamente nell'800, secolo in cui era la zona vip di tutta Istanbul. Una volta attraversato il Ponte di Galata, in mezzo a decine di Turchi improvvisati pescatori, imbocchiamo una strada stretta stretta e ripidissima di quasi un chilometro dove circa a metà troviamo la Torre di Galata. Decidiamo di non andare a visitarla, visto che non ci interessa più di tanto, ma ci fermiamo lo stesso per guastarci un buon çay in uno dei tanti e minuscoli bar ristorante della via.
Continuando l'arrampicata arriviamo finalmente su Istiklal Caddesi, la famosa strada un tempo sede di rinomate boutique, ristoranti e ambasciate, dove tutti gli edifici sono realizzati negli stili architettonici in voga nel diciannovesimo secolo in Europa. Qui troviamo anche la vecchia linea tranviaria chiamata Tunel, che ci ricorda moltissimo quella di Lisbona.
Arrivati a Taksim immortaliamo il monumento alla Repubblica di Ataturk sulla piazza e ci riavviamo su Istiklal Caddesi. Sulla guida leggiamo infatti di una traversa con il famoso mercato del pesce, “Balik Pazar”, dove possiamo trovare anche un buon ristorante dove ci piacerebbe pranzare. Arrivati, già con l'acquolina in bocca, come al solito, notiamo però che i prezzi non sono proprio abbordabilissimi, per cui rinunciamo al “balik” e ci fermiamo più in giù, verso il Corno d'Oro, in un piccolo ristorante vicino alla Torre di Galata per mangiare il nostro buon piatto di carne kebap accompagnato da verdure grigliate e pane. Siamo in mezzo a turisti inglesi e tedeschi, manco un turco... :(
Dopo pranzo rientriamo verso “Sultanahmet” e decido di entrare a visitare la Cisterna Basilica, la cisterna bizantina costruita da Giustiniano nell'anno 532, per la raccolta dell'acqua. Silvia decide di aspettarmi fuori, visto che l'ha già visitata tre anni fa. Appena entrato, anche se c'è una marea di gente, ne rimango affascinato e impressionato! E' assolutamente il posto che mi è piaciuto di più qui a Istanbul: troppo magico e quasi surreale. Mi ricorda quando giocavo a Dungeons and Dragons e mi ritrovavo con il mio personaggio in posti simili... Ci passo più di un'ora e poi torno dalla mia dolce metà.
Sono quasi le cinque del pomeriggio, siamo sazi di posti da visitare, vista anche la scarpinata di stamani e così ci ributtiamo un po' nel Gran Bazar, dove Silvia trova una sciarpa di seta rosa morbidissima e stupenda che aveva già adocchiato in un altro negozio e dove costava cento lire. Qui il giovane commesso ci spara la stessa cifra, ma io dico subito di no e ne offro quaranta senza tanti tentennamenti. Il ragazzo riflette qualche secondo e cede subito. Azz! La crisi deve essere comunque arrivata anche qua se si arrende così facilmente...
Concludiamo la giornata con una bella passeggiata sul lungomare fino al Ponte di Galata, gustandoci la nostra ultima tappa in terra turca di questa splendida vacanza.
A domani...
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ankorags
09-10-2010, 22:32
Ma è possibile che dopo un anno sei sempre qui a scrivere :lol:
Ma lo sai che ti devo dare dei Grandi Saluti dal proprietario della Kaya Pension di Uchisar :)
Lo scorso agosto quando siamo arrivati li mi sono connesso alla wi-fi con il cell. sono entrato in questo thread e gli ho fatto vedere la foto di te con la cintura dicendogli che gli avevi fatto pubblicità su internet quindi ha esclamato "ohh... he is very special person" e oltre ai saluti per te c'ha dato per 80 lire la suitte accanto alla terrazza del ristorante!
Inoltre il caso ha voluto che nelle tre notti che siamo rimasti li ci fossero anche due coppie di Lucca, una con il GS1200 e l'altra con RT1150 e due ragazze fiorentine che viaggiavano in aereo più auto a noleggio quindi sembrava d'essere in Toscana invece che in Cappadocia e poi in quell'alberghetto ci si sta davvero bene, grazie per averlo consigliato ;)
milkplus
09-10-2010, 23:25
La Turchia è stampata nel mio cuore, per questo continuo a scrivere dopo un anno... ;)
Ahhh, grazie mille per i saluti! Non sai quanto mi facciano piacere... :)
Complimenti per il viaggio ed altrettanti per il tuo racconto.
Sono solo alle prime tappe ma è veramente avvincente.
Spero proprio di riuscire a fare qualcosa di simile, anche se, purtroppo, con un percorso forzatamente "ridotto".
Proseguo con la lettura....
Ciao.
milkplus
28-03-2011, 23:33
Grazie Nicola! Pensa, se tutto va bene a luglio ci torno e vado ancora un po' più in là... ;)
PS ti chiami come me! :cool:
Forse parto!!!
attorno al 15/16 Luglio, utilizzerò il tuo itineriario come base per poi adattarlo ad un percorso più breve. Il tempo è tiranno purtroppo.
Devo capire in un paio di settimane dove posso arrivare.
Magari ci si incrocia per strada.
milkplus
18-04-2011, 18:45
Grande! :D :D :D
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