Visualizza la versione completa : [Report] Seguendo le acque del Danubio.
Anche quest’anno il lavoro mi ha impegnato per tutta l’estate ed ho quindi dovuto condensare nei pochi giorni di ferie a me disponibili (sette per la precisione!) il maggior numero di km. percorribili in moto. Quindi perché non tornare nei Balcani o giù di lì? Sono “vicini” in termini chilometrici ma allo stesso tempo “lontani” in particolare sotto l’aspetto culturale.
In parte dei luoghi che ho visitato vi ci ero già stato in diverse occasioni nel corso degli anni. Questa volta ho voluto verificare quanto e se i Balcani si fossero nel frattempo “europeizzati”; l’occasione mi ha anche consentito di scoprire posti nuovi. Più i Balcani si girano in lungo e in largo e più ci si rende conto di quanto ci sia di nuovo e di interessante da scoprire ogni volta.
Toccando la Moldavia, la Romania e l’Ungheria – avendo dunque sconfinato la linea immaginaria che da Trieste va ad Odessa e che secondo molti geografi delimita l’area nord della penisola balcanica – ho dunque spostato il baricentro del mio viaggio più a settentrione in quella che è considerata essere l’Europa danubiana.
Il “Bel Danubio blu” lo incontrerò per la prima volta in Bulgaria a Ruse nell’entrare in territorio rumeno, e poi a Fetesti, a Tulcea da dove ha inizio il suo delta, poi ancora a Galati prima di entrare in Moldavia ma sarà in Ungheria, a Budapest dove ne potrò ammirare tutta la sua bellezza.
Questo è il tragitto che è stato percorso in 7 tappe, per complessivi 4300 km e che ha toccato 11 Stati (Croazia – Bosnia – Montenegro – Albania – Kosovo – Macedonia – Bulgaria – Romania – Moldavia – Ungheria – Slovenia).
vadocomeundiavolo
04-09-2009, 21:48
bel giro,io ho seguito il fiume blue,dalla sorgente a Donaueschingen in germania,fino a vienna,meraviglioso.
1^ Tappa di 7
Da : Casa (I)
A : Herceg Novi (MNE)
Km. tappa : 835
Km. progressivi : 835
Poco prima di partire riprende a piovere. Meglio così odio fermarmi lungo la strada per indossare l’antipioggia; tanto vale farlo fin da subito.
Veloce trasferimento sino al confine con la Slovenia subito dopo Basovizza (le code di una volta sono un lontano ricordo oramai). La pioggia cessa ma complice il fresco (15°) tengo su la tuta antipioggia.
Appena entrato in Croazia (qui i controlli ci sono ma sono comunque molto sbrigativi), prendo l’autostrada che con appena 50 centesimi di euro mi porta a Rijeka.
Ho già deciso che pernotterò in Montenegro e dovendo quindi attraversare la Croazia il più velocemente possibile opto per proseguire lungo l’autostrada (A1) che conduce verso Spalato, non prima però di aver percorso la costa lungo la statale nr. 8 sino a Senj, punto in cui entro in autostrada. Infatti, se da Rijeka si seguono le indicazioni per Spalato (autostrada A6) si è costretti a puntare verso nord-est (Karlovac e poi Zagabria) e poi rientrare nella A1, di fatto allungando non di poco il percorso.
Sebbene costi poco (10 €) e sia in ottime condizioni, l’autostrada è tuttavia da sconsigliare – è si più veloce rispetto alla strada costiera – ma è di gran lunga meno spettacolare. Di anno in anno, l’autostrada A1 viene comunque ampliata e la destinazione finale (Dubrovnik) si avvicina sempre di più. Quest’anno sono riuscito a percorrerla sino a Ravca (N43 13.221 E17 15.649), nel punto in cui si avvicina molto alla Bosnia.
Quindi perché non entrare in Bosnia? Mi eviterei così la strada costiera sino a Dubrovnik che ricordo essere trafficata e “calda”.
Isole di Krk e di Prvic viste dalla strada che da Senj (CRO) porta all'autostrada A1
I controlli alla frontiera con al Bosnia – forse perché abituati al continuo via-vai di turisti (Medugorje è li a pochi passi) – sono veloci ma non per questo meno accurati. Io poi da sempre uso la tattica “mostra tutto e mostra subito” – passaporto, patente internazionale e carta verde … e si passa subito. Questi tre documenti creano uno strano effetto cromatico (grigio, verde e marrone) che evidentemente ipnotizza favorevolmente i doganieri preposti ai controlli.
Sebbene abbia già percorso oltre 600 km., non vedo l’ora di buttarmi sulla M6 che da Ljubuski mi porterà a Capljina, Stolac e poi Trebinje. Un mini-viaggio nella storia della Bosnia, passando dalla Federazione di BiH a quella della Repubblica Srpska, dalle moschee alle chiese ortodosse, dalle donne con velo all’ostentazione di mostrare la bandiera della cara “Madre-Serbia”. La M6 è fantastica – curve e contro-curve, ottimo asfalto e poco traffico. Per fortuna non c’è polizia in giro.
Giunto a Trebinje punto verso sud per rientrare in Croazia a Dubac (20 km. sud di Dubrovnik). Di li sono al confine con il Montenegro in un baleno.
Chiesa Ortodossa nei pressi di Trebinje (Republika Srpska di BiH)
I controlli alla frontiera sono veloci ma il traffico è tanto. Tutti in vacanza! Il Montenegro è bello come la Croazia ma costa di meno.
Contrariamente a quanto riportato sul sito del MAE (http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/?montenegro) non mi viene richiesto il pagamento della “tassa ecologica” in vigore dal 14 giugno di questo anno – che invece vedo viene riscossa agli altri “automobilisti”. Bravo Montenegro – noi motociclisti siamo ecologici! Ovviamente non insisto per pagare.
Appena superata la frontiera raggiungo Herceg Novi (in italiano Castelnuovo di Cattaro) – splendida cittadina turistica – dove trascorro la notte pensando agli oltre 450 km. di “pura” montagna che affronterò domani per raggiungere il Kosovo passando per l’Albania.
Sullo sfondo Cavtat (CRO), sulla strada che dalla BiH riporta in Croazia
2^ Tappa di 7
Da : Herceg Novi (MNE)
A : Pristina (KS)
Km. tappa : 463
Km. progressivi : 1298
Durante la colazione Božidan – il proprietario dell’albergo – mi spiega con dovizia di particolari le bellezze della strada che dovrò percorrere; poi il discorso cade sul politico e mi racconta di come “Madre-Serbia” abbia da sempre supportato il Kosovo e la maggioranza albanese che vi abita ricevendo in cambio solo schiaffi in faccia. “Ma che vuoi pretendere da un popolo che ha oltre 10 figli per famiglia?”, mi dice.
Oggi quindi si entra in Kosovo e, rispetto a due anni fa quando vi entrai dal Sangiaccato Serbo (quindi da nord), questa volta la voglio fare più complicata ed entrare da sud lungo la vecchia strada che da Scutari porta a Kukes e poi a Prizren in Kosovo appunto.
Alla fine sarà una tappa durissima, oltre 450 km ad appena 39 km/h di media, sotto una pioggia incessante e che in Kosovo si trasformerà in pioggia torrenziale. Ma ne varrà la pena (come sempre d’altronde!).
Da Herceg Novi mi dirigo quindi verso Kotor (Cattaro) avendo cura di costeggiare le splendide bocche di Cattaro e da li mi dirigo verso Cetinje già capitale del regno del Montenegro e città natale di Elena del Montenegro consorte di Vittorio III Emanuele di Savoia.
Sv Dorde di fronte a Perast (MNE)
La strada si inerpica sino a 1100 mt. di altezza regalando un paesaggio mozzafiato, una splendida vista su Kotor. La bellezza di Kotor è direttamente proporzionale alla distanza da cui la si può ammirare. Kotor dall’alto è stupenda! E spero le foto le rendano merito.
Kotor (MNE) vista dalla strada che porta a Cetinje (MNE)
La strada è una continua serpentina di tornanti che vogliono figurare, nell’intenzione del suo costruttore, la M di Montenegro.
Giunto a Cetinje, riprendo la strada in direzione sud verso Budva da dove mi dirigo prima verso Petrovac e poi verso Bar, avvicinandomi al confine albanese che attraverso a Sukobin senza alcun particolare problema.
Il paesaggio ben preso cambia radicalmente e sembra essere nel “far-west”. Strade in pessime condizioni, sporcizia ovunque, pascoli improvvisati lungo la strada, fogne a cielo aperto e chi più ne ha più ne metta. Giunto a Skutari la situazione non cambia – anzi il traffico ci mette la sua. Lussuose BMW e Mercedes ovviamente la fanno da padrona. Il 25% delle macchine è targato con targa italiana e, vista la faccia di coloro che ne sono al volante, ho come la sensazione che non sia stato fatto un “regolare passaggio di proprietà”…
Fatico a trovare la strada per Kukes, stante la totale mancanza di indicazioni stradali e l’incredulità da parte degli albanesi (gentilissimi) nel fatto che io mi voglia ostinare a raggiungere il Kosovo lungo la vecchia strada e non attraverso l’autostrada in costruzione (Durazzo – Pristina ora completata sino a Kukes) e che potrei intercettare più a sud tra Lehze e Lac. Autostrada di cui gli albanesi – mi pare di capire – sono orgogliosissimi.
Strada che conduce a Kukes (ALB)
Alla fine trovo la strada e mi avventuro in quella che sarà un finale di tappa molto duro – oltre 150 km. di pura montagna, di quelle che in giro non se ne vedono più. La strada segue fedelmente la morfologia del terreno; non una galleria, un tunnel o un viadotto a pagarlo oro. A questo si aggiunga la pioggia sempre più copiosa e i torrenti di acqua che si riversano sulla strada.
La mukka tiene (come al solito) e mi porta al confine con il Kosovo (che in confronto all’Albania pare la Svizzera). Il valico di frontiera non è assolutamente in grado di smaltire l’enorme volume di traffico proveniente da sud e la fila è interminabile … faccio lo gnorri e nonostante le proteste della Diaspora kosovara scavalco tutti.
I controlli sono veloci, come pure il rilascio dell’assicurazione temporanea (la carta verde qui non è valida), pagata 20 € per 15 giorni (taglio minimo).
Altre due ore di guida (sotto la pioggia) e raggiungo Pristina dove pernotto.
Distributore di benzina abusivo nel nord del Kosovo
C'è da dire che il cartello vietato fumare è in posizione molto visibile.
Naga, se hai già fatto, oppure farai un diario di viaggio con tutte le indicazioni su strade percorse, pernottamenti, se hai il file gps ecc ecc io sono fortemente interessato.
Casomai la mia mail è fumello81@gmail.com
grazie cmq
ettore61
07-09-2009, 22:09
dai va avanti con la storia......................
paulposition
08-09-2009, 10:51
complimenti per il viaggio!!
ma....
sarebbe meglio se le foto le caricassi su un server esterno.
;) ;) ;)
sarebbe meglio se le foto le caricassi su un server esterno.
;) ;) ;)
Ho fatto una prova con la prima foto presa dal server esterno - ma la dimensione è troppo piccola.
Le altre fanno fatica a caricarsi? Sono appena 120 kb!
Nostalgia dell’UCK, nel sud del Kosovo
Alquanto tamarro il tipo ... ma la foto lascia pensare
3^ Tappa di 7
Da : Pristina (KS)
A : Bucarest (ROU)
Km. tappa : 704
Km. progressivi : 2002
Oggi dovrò attraversare tre posti di frontiera, i vacanzieri in giro sono tanti e dunque parto da Pristina alla volta della Macedonia molto presto.
I controlli in ingresso in Mecedonia (Blace) sono molto accurati, il passaporto viene scannerizzato e la carta di circolazione controllata accuratamente.
Circa 20 km. dopo il confine mi immetto in un nuovo tratto di autostrada (“tranzit”) direzione Kumanovo e che mi eviterà di attraversare Skopje. Giunto a Kumanovo punto verso est in direzione di Kriva Palanka, ultimo cittadina prima del confine con la Bulgaria.
La strada si inerpica sino ai 1200 mt. di altezza – bella strada se non fosse per l’asfalto pieno di buche.
L’ingresso in Bulgaria è piuttosto veloce, ma provenendo da un Paese “non-UE” i controlli sono accurati. Come per la frontiera macedone, gli interessi dei doganieri sono per la moto e, in particolare, per il navigatore. Credo che lo Zumo non abbia mai ricevuto tante attenzioni in vita sua …
Anche qui, contrariamente a quanto indicato chiaramente sul sito del MAE, il pagamento della vignetta per le moto non è dovuto.
La strada per Sofia corre veloce, mano a mano che mi avvicino attraverso quartieri satelliti – pieni di brutti casermoni zeppi di antenne paraboliche.
Ingresso in Macedonia provenendo dal Kosovo
Più mi avvicino a Sofia e più l’asfalto si fa sconnesso e pieno di buche. Sofia mi appare piuttosto caotica, pericolosa con i suoi “sampietrini” e le numerose rotaie per tram (mi immagino d’inverno!); in compenso la si attraversa in un baleno. Direzione nord-est, verso la Romania.
So che l’euro non viene accettato di buon grado, non ho acquistato Lev ma devo fare il pieno. Mi fermo presso un grosso distributore ma mi viene detto che la Carta di Credito non è accettata, mi fermo poco più avanti dove il simbolo del circuito VISA è ben visibile. Faccio il pieno, vado a pagare alla cassa e con mia sorpresa la carta non funziona o pare non vogliono farla funzionare. Che famo? Alla fine accettano gli euro.
In uscita da Sofia, ad un semaforo accosto un Italiano su ADV 1200 rosso 1200. Nel giro di 30 secondi mi dice che proviene dalla Giordania, si trova a Sofia per prelevare un amico all’aeroporto per poi recarsi a Velico Ternovo dove ha una casa. Wow.
In caldo si fa sentire (siamo oltre i 30°), ma la statale che mi conduce verso Pleven è scorrevole e riesco a tenere una media rispettabile.
Attraverso piccoli agglomerati urbani dall’aspetto poverissimo, il puzzo di fogne a cielo aperto è a tratti nauseabondo. Povera gente. Non mi sorprendono quindi le innumerevoli prostitute lungo la strada sotto il sole. Molte di loro sono giovanissime. Bambine.
Campagna bulgara; girasoli bruciati dal sole
motolibe
10-09-2009, 13:35
splendido viaggio, complimenti
Mi fermo spesso per bere, il caldo è veramente insopportabile. Le aree di sosta che incontro lungo il cammino sono spesso a conduzione familiare; sono estremamente gentili ed incuriositi dalla mukka.
Raggiungo la frontiera con la Romania poco dopo Ruse dopo aver attraversato il Danubio sul famoso ponte di ferro.
I controlli in frontiera sono praticamente inesistenti sia in uscita dalla Bulgaria, sia in ingresso in Romania. Sebbene i due Paesi facciano parte sell’UE non mi pare abbiano ancora aderito al trattato di Schengen. Ma così è.
Appena entrato in Romania mi colpiscono i numerosi cani randagi che popolano minacciosi i lati della strada. Quelli che girano in branco hanno un aspetto non rassicurante. Anni fa avevo sentito parlare delle campagne di sterminio contro gli “stray dog”. Vedo che il problema è ancora vivo.
Ingresso in Romania, ponte di ferro sul Danubio
Raggiungo velocemente l’albergo da me prenotato, non distante dal centro città. La gentile receptionista mi “consiglia” di parcheggiare la moto non in vista e mi suggerisce il retro dell’albergo. Noterò poi le numerose grate alle finestre e alle porte. Lo stesso portone dell’albergo è permanentemente chiuso per ragioni di sicurezza.
Doccia e poi raggiungo a piedi il centro (zona Parlamento) dove posso ammirare i bellissimi viali e contro-viali. Mi colpisce molto la maestosità di certi palazzi.
Osservo anche una moltitudine di gente che si ingegna in mille modi per raggranellare qualche centesimo di Leu. In particolare mi colpisce una vecchietta che offre i propri servigi mettendo a disposizione la propria bilancia che evidentemente si è portata da casa. Il costo della pesa è appena di 0,10 Leu, pari a 2 centesimi di €.
A nanna presto, domani si entra in Moldavia – non prima però di aver visitato il Delta del Danubio.
Bucarest (ROU), il Parlamento dove 20 anni fa Nicolae Ceauşescu ce ne ha prese tante, ma così tante ....
4^ Tappa di 7
Da : Bucarest (ROU)
A : Chisinau (MOL)
Km. tappa : 638
Km. progressivi : 2640
L’uscita da Bucarest è veloce nonché facilitata dalle ottime indicazioni stradali.
Mi immetto sulla A2 direzione Costanza ma all’altezza di Slobozia esco e prendo la bella statale. Molto meglio, meno monotona anche se è da dire che l’autostrada è gratis. Almeno credo – in quanto come in Bulgaria, la vignetta non l’ho pagata – sebbene nessuno sia stato in grado di dirmi se le moto siano esenti.
In ogni modo devo dire che alla Romania l’ingresso nell’UE ha “fatto bene”; complice forse particolari sovvenzioni o la necessità di doversi adeguare agli standard imposti, le condizioni delle strade sono eccellenti. Ottimo asfalto e, come già accennato, indicazioni stradali esemplari.
Le varie arterie (autostrade, strade statali, provinciali e comunali) sono chiaramente indicate da cartelli di vario colore. Lo stesso vale per le stazioni di servizio; spesso ubicate nel nulla, sono tuttavia confortevoli e dotate di tutti i servizi (in alcune vi ho trovato anche la rete Internet wireless gratuita).
Il raffronto tra quanto sopra e le numerose Dacia (quella vecchia, pre-Renault per intenderci) che circolano ancora, è quindi stridente. Come pure i tanti carretti di legno trainati da cavalli che però – con l’ingresso in UE – sono ora dotati di catarifrangenti e luci di posizione. Il conduttore è anche obbligato ad indossare il giubbetto riflettente giallo. Che forse da solo è costato un mese di fieno per il povero cavallo.
Mi pare quindi di trovarmi in un Paese a due velocità dove talvolta il risultato è stridente.
Enorme industria nei pressi di Slobozia (ROU), cosa producesse non lo so, ma non mi pare nulla di buono sentita la puzza
Il confort delle stazioni di servizio in Romania. Anche il gancio per “parcheggiare” il proprio beneamato cane. Se poi si pensa al fenomeno del randagismo...
Giungo velocemente sul delta del Danubio nei pressi di Tulcea e punto a nord-est verso Smardan dove una comoda chiatta (17 leu) mi traghetta dall’altra parte del Danubio a Braila. Nei periodi di bassa stagione – i tempi di attesa sono più lunghi. La chiatta parte solo quando è piena.
Incontro una coppia di spagnoli su BMW 1200 R che mi dicono aver percorso le nostre Alpi, aver raggiunto prima Budapest (che non gli è piaciuta…?.?.?) e poi Bucarest. Parlando del mio viaggio, scopro con stupore che gli amici iberici disconoscono l’esistenza di uno Stato che si chiama Moldavia, convinti che il nome si riferisse esclusivamente alla omonima regione della Romania. Ho come la sensazione non avessero pianificato il viaggio con i dovuti accorgimenti.
Mi rimetto in moto e raggiungo Galati e di li la frontiera con la Moldavia. I controlli per uscire dalla Romania sono stranamente lunghi (se confrontati all’ingresso) – il giovanissimo poliziotto si prodiga nel controllo del passaporto, della carta di circolazione, della carta verde (… ma se sono in uscita dal Paese!!!). Poi, inspiegabilmente, inizia a registrarmi sul terminale del computer ma viene redarguito dal suo Capo che gli fa notare che io sono italiano, membro della UE. Tante scuse e mi lascia andare – non prima di rivolgermi le solite domande sullo Zumo (!).
L’ingresso in Moldavia (a Giurgiulest) è stile “far-west”, ognuno si organizza come può.
La frontiera è delimitata dal fiume Prut ed occorre accalcarsi su di uno stretto ponte in ferro arrugginito (speriamo regga). La fila è interminabile, almeno 70/80 macchine sotto il sole cocente – non conoscendo la reazione dei moldavi e non riuscendo a vedere dove la fila termini , decido di aspettare, valutare la situazione e (per una volta) … “non fare l’italiano”.
Passano 15 minuti e siamo ancora fermi, mezz’ora ed ancora nulla. Ma non si va avanti?
All’improvviso il coas! Tutti saltano su in macchina e si lanciano all’impazzata verso lo stretto ponte.
E io? – faccio lo stesso … riesco a scavalcare almeno 40 macchine. Nessuno si lamenta, uno con un Mercedes vecchio di 30 anni mi taglia la strada e a momenti mi butta per terra. E’ una lotta senza quartieri e non si guarda in faccia a nessuno.
Riesco ad oltrepassare il ponte e scopro che subito dopo tocca rifermarsi – praticamente l’accesso alla dogana viene filtrato a non più di 20 veicoli alla volta – ecco spiegata la lunga attesa.
Dietro di me il caos. Ovviamente tutti quanti si sono intasati sul ponte e non vanno avanti, ma non fanno neanche passare coloro i quali sono in uscita dalla Moldavia e sono in ingresso in Romania.
Tra questi una coppia ucraina su un Carotone 990 diretti in Bulgaria e che non riesce a passare per il ponte ostruito, complice anche le enormi valige Zega. Impreca. In russo.
Ingresso in Moldavia (fiume Prut); tutti in fila ordinatamente – o quasi. Il ponte è a doppio senso di circolazione e lo Sprinter ha bloccato l'uscita dalla Moldavia per oltre un'ora!
Altra mezz’ora di attesa e finalmente si accede alla zona doganale dove i controlli sono lunghi e meticolosi. Viene anche verificata la corrispondenza del numero del telaio sulla carta di circolazione (solo in occasione delle frontiere dove occorre presentare il carnet i controlli sono così accurati).
Fila al controllo passaporti, fila alla dogana, fila per pagare la “una tassa” di 2 €, e fila ancora per ritirare il passaporto. Che nel frattempo spero nessuno se lo sia perso nel caos generale. Nessuno parla una parola di inglese e non capisco quello che mi viene detto – ma sono tutti gentili ed alla fine capisco.
Alla fine quasi 2 ore di attesa per entrare in Moldavia. Si è fatto tardi e mancano oltre 220 km. per raggiungere Chisinau dovendo percorrere strade che so non essere delle migliori. Avrei potuto entrare in Moldavia molto più a nord ad Albita (dopo Husi) – ma mi sarei perso buona parte del territorio moldavo.
Ben presto mi accorgo che le condizioni delle strade si rivelano essere ben più peggiori di quanto avevo sentito dire. Un susseguirsi di buche, crateri e – talvolta – vere e proprie voragini. Ovviamente il tutto non segnalato. La pioggia dei giorni precedenti ha peraltro lasciato in mezzo alla strada numerosi detriti.
Moldavia, le strade
Ingresso a Chisinau (MOL)
Proseguo verso nord ed attraverso Cahul, Leova, Cimislia, Hancesti e finalmente arrivo a Chisinau alla folle media di 55 km orari. Di più non si poteva.
Mi metto alla ricerca di un albergo, lo trovo giusto in centro. Niente acqua calda, lenzuola pulite ma letto da rifare.
In compenso Chisinau è bella da visitare a piedi – con quei suoi vialoni alberati e tanta gente a passeggio. Complice forse il sabato sera, ma c’è molta gente in giro per le strade. Vengo colpito subito dalla bellezza delle donne. Molte di loro potrebbero fare le mannequin. Andiamo a letto che è meglio.
Chisinau (MOL), il Parlamento
Camera d'albergo a Chisinau (MOL) tre stelle in pieno centro cittadino
5^ Tappa di 7
Da : Chisinau (MOL)
A : Cluj Napoca (ROU)
Km. tappa : 551
Km. progressivi : 3191
Partenza molto presto per rientrare in Romania.
Mi appresto ad uscire da Chisinau ma vengo subito fermato dalla polizia (a bordo di una Lada di oltre 20 anni) che mi contesta di aver percorso il viale di fronte al Parlamento nella direzione vietata. Gli faccio notare che non c’è nessuno divieto e che mentre parlano con me altre macchine percorrono il viale nella stessa direzione.
Gli spiego che mi devo dirigere a ovest, verso il confine con la Romania. Decidono dunque di scortarmi – facendomi peraltro percorrere il viale nel senso che volevo io. Poco dopo, superato l’incrocio per Tiraspol accostano, mi augurano buon viaggio e non prima di essersi accertati che avessi compreso la giusta direzione da prendere, se ne vanno.
Capisco dunque che il loro interesse era quello di non farmi andare (o quanto meno scoraggiarmi) verso Tiraspol, “capitale” della auto-proclamatasi Repubblica della Transdnistria. Non potendomelo impedire, hanno quindi cercato di “mettermi sulla retta via”.
Mi viene in mente il film Rambo quando all’inizio della trama Stallone viene “invitato” dal poliziotto di turno a “lasciare la città” e viene accompagnato oltre il ponte che delimita la contea. Rambo tornerà indietro ed innescherà una sequenza di fortunati films. Io – che Rambo non sono – tiro dritto verso la Romania.
Un solo giorno trascorso in terra moldava, appena 400 km percorsi – ma credo di poter affermare che la Moldavia offra veramente poco. La visita della Transdnistria non credo avrebbe aggiunto molto al mio breve viaggio.
La strada che da Chisianau porta al confine è leggermente migliore rispetto a quanto visto sino ad ora. Attraverso velocemente Straseni, Calarasi, Ungheni e mi appresto a riattraversare il fiume Prut nei pressi di Sculeni per (ri)entrare in Romania.
Alla frontiera moldava una piacevole sorpresa. Una poliziotta estremamente gentile si incarica di seguire tutte le (rapide) pratiche per uscire dal Paese. Pago la solita tassa e mentre sono in attesa vengo fatto accomodare su di una panchina all’ombra. Dopo 10 minuti mi viene riconsegnato il passaporto e augurato buon viaggio. Osservo la poliziotta e noto che il trattamento a me riservato è diretto a tutti coloro che escono dalla Moldavia. La signora è disarmante; si sposta da una parte all’altra, si occupa di uno e poi dell’altro, controlla l’operato dei suoi sottoposti, risponde al telefono e si intrattiene con i turisti. Che dire! una piacevole sorpresa.
La frontiera Rumena mi accoglie con un caloroso “Welcome in European Union” ed una bella poliziotta che, in un ottimo inglese, mi augura buon viaggio.
Mi rimetto in moto con l’intenzione di fare più strada possibile – compatibilmente con il gran caldo. Direzione Oradea al confine con l’Ungheria.
Ingresso in Romania, proveniendo dalla Moldavia
Attraverso velocemente la bellissima Iasi, apprezzo il maestoso Palazzo di Cultura e mi butto in mezzo i Carpazi Orientali nella speranza di trovare un po’ di refrigerio.
Ritrovo con piacere le belle strade rumene e mi dirigo verso Targu Frumos, Pascani, Targu Neamnt, Toplita, Reghin e giungo a Cluj Napoca dove passerò la notte.
Devo dire che questa parte dei Carpazi (quella orientale) non mi ha entusiasmato particolarmente. Forse mi aspettavo di più o forse mi sarei dovuto tenere più a nord. Ma il tempo è tiranno e tra due giorni devo tornare al lavoro.
La sera rifletto su quante macchine con targa italiana abbia incontrato in Romania ma anche in Moldavia. A differenza dell’Albania (dove le macchine sono quasi certamente di provenienza illecita) – credo si tratti di immigranti che risiedono stabilmente in Italia e che ora trascorrono le vacanze nella loro terra di origine. Se dovessi azzardare una cifra – direi che per ogni 10 macchine incontrate, almeno una era con targa italiana.
Mi viene anche in mente che nessuno usa il clacson e che – tutto sommato – la guida è prudente e rispettosa del codice della strada. Tutti indossano la cintura di sicurezza e non usano il cellulare mentre sono alla guida. Credo sia solo questione di tempo – poi si “europeizzeranno” anche loro.
Iasi (ROU), il Palazzo di Cultura
La sera visito la bella Cluj Napoca, capitale storica della Transilvania. L’influenza ungherese la si avverte. Nei primi del 900 la città era abitata praticamente solo da ungheresi – oggi la percentuale è scesa a meno del 15%.
Apprezzo la Chiesa Ortodossa di Theotokos e il Teatro Nazionale e mi incuriosisce una statua con Lupa Capitolina e targa con sopra inciso “Alla città di Cluj – Roma Madre – MCMXXI”.
Scoprirò poi che si tratta di una delle cinque statue donate dallo Stato Italiano alle città di Bucarest, Timisoara e Targu Mures in Romania e Chiusinau in Moldavia – volte a ricordare il legame storico di queste con l’antica Roma nonché “l’unità dei Romani e la loro latinità”.
Che strano, la statua è stata donata nel 1921, fosse stata donata l’anno successivo (il primo anno dell’era fascista) sono sicuro che non l’avrei trovata al proprio posto
Cluj Napoca (ROU), Teatro Nazionale
Cluj Napoca (ROU), Chiesa Ortodossa
Cluj Napoca (ROU), Lupa Capitolina
6^ Tappa di 7
Da : Cluj Napoca (ROU)
A : Budapest (HUN)
Km. tappa : 497
Km. progressivi : 3688
Partenza sul presto per poi poter passare il più tempo possibile a Budapest. La strada che mi porta ad ovest, verso il confine ungherese è bella e veloce. L’asfalto è nuovo di pacca e contrasta con le casupole ai lati della stessa.
Entro in Transilvania e dopo aver raggiunto i 700 mt. di altezza, inizio a scendere dolcemente verso Oradea.
Visto il traffico, decido di superare il confine più a nord rispetto a Oradea (precisamente a Valea Lui Mihai) – così da trovarmi, una volta entrato in territorio ungherese, in direzione di Debrecen da dove parte l’autostrada per Budapest.
L’ingresso in Ungheria è veloce (almeno per gli “europei”) – l’uscita dalla Romania non è neanche presidiata.
Entro in autostrada e dopo aver pagato la vignetta al primo distributore (taglio minimo 4 giorni per 5 €) mi fiondo verso Budapest.
Budapest (HUN), Accademia delle Scienze
Budapest (HUN), Castello di Vajdahunyad
Budapest (HUN), Chain Bridge
Non credo di affermare nulla di nuovo nel dire che Budapest è bellissima; si gira comodamente in bus e metrò, le indicazioni turistiche sono sufficientemente chiare e poi con il Danubio di mezzo, l’orientamento è sempre garantito.
Complice il caldo, e la lunga passeggiata per le strade di Budapest – la sera sono cotto e crollo a letto.
Budapest (HUN), Danubio dall’alto
Budapest (HUN), Parlamento
Definirlo mestoso è riduttivo.
http://i37.tinypic.com/2aeqy3d.jpg
Budapest (HUN), Piazzale degli Eroi
paulposition
18-09-2009, 08:25
non mi sembra molto più piccola di quella che hai postato tu....
;)
http://img11.imageshack.us/img11/908/39244849528c84f34fe4m.jpg (http://img11.imageshack.us/i/39244849528c84f34fe4m.jpg/)
è una "richiesta" che facciamo a chiunque inserisca delle foto nel server
di qde e non su siti esterni.
il fatto di caricare foto su server esterni, serve solo ad alleggerire
il più possibile il forum di qde.
;);)
e visto che ci sono : ribadisco i miei complimenti per il viaggio e le foto!! :D :D
Si certo, condivido la necessità di non appesantire QDE.
Tutavia pur affidandomi a server esterni - non mi consente di caricare foto "decentemente grandi", tanto da rendere la foto gustosa.
Vedo che qualcuno riesce a postare foto sulle quali - cliccandoci sopra - è possibile zommarle- Come si fa?
7^ Tappa di 7
Da : Budapest (HUN)
A : Casa (ITA)
Km. tappa : 663
Km. progressivi : 4351
Oggi tappa velocissima che mi porta a casa. Nulla di particolare da segnalare.
Evito di entrare in Croazia per non perdere tempo alla frontiera. Entro dunque in Slovenia. Oramai l’autostrada che passa per Maribor è praticamente completata e si viaggia spediti. Si può pranzare a Venezia ed essere a Budapest per l’ora di cena.
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Il report è concluso. Spero possa tornare utile a qualcuno.
Purtroppo lo scarsissimo tempo a mia disposizione non mi ha consentito di visitare con la dovuta calma molti dei luoghi da me attraversati. Ma avevo bisogno di farmi una bella sgroppata in moto e 4300 km. in una settimana lo sono stati.
Qualche considerazione finale.
Viaggiare in Europa diventa sempre più facile. Rispetto a meno di 10 anni fa – attraversare le frontiere (se mai se ne incontrano più), trovare un albergo, fare rifornimento, preparare la documentazione necessaria – è cosa veramente da poco. Basta una settimana di ferie, qualche centinaio di euro in tasca e si trascorre una bella settimana in giro, senza alcun minimo problema.
I paesaggi, le facce, le culture rendono tuttavia questo genere di viaggi ancora particolare. Spero che l’euro, il trattato di Schengen, l’allargamento dell’Europa e l’asfalto non rendano tutto monotono negli anni a venire.
Per me che abito vicino al confine Sloveno – sino a 20 anni orsono si entrava in Jugoslavia sempre con un po’ di apprensione. E mai mi sono sognato di entrarci in moto – era già un’avventura recarsi in Austria.
Mi è piaciuto leggerti.
Grazie per aver voluto dedicare il tuo tempo a raccontare questo bel giro.
ettore61
22-09-2009, 22:52
L'ho letto tutto e ho aspettato paziente, i tuoi nuovi aggiornamenti, avevo gia una piccola scimietta, mo ho un Orango.
Complimenti e grazie.
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