Beh... probabilmente avete ragione. Il fatto è che io sto diventando un po'troppo una macchina da chilometri: nell'ultimo giretto di quattro giorni ho fatto 2600 chilometri, di cui circa la metà di strade montane tra Francia e Svizzera, salendo in moto alle otto di mattina e scendendo alle otto di sera. Una pausa veloce per mangiare qualcosa e poi di nuovo in sella. Però devo ammettere che in un tour de force del genere i ricordi poi si confondono e si sovrappongono gli uni agli altri: dovessi descrivere il Grimsel o il Col d'Allos, francamente non li ricorderei con precisione. Mi sono rimasti il freddo nelle ossa dell'Izoard a luglio, il bel misto veloce intervallato da tratti stretti del Moncenisio, gli stambecchi e le marmotte del Susten con i suoi meravigliosi paesaggi. A me in fondo piace così, perché alla fine gli stessi chilometri li potevo fare in cinque giorni invece che in quattro e me li sarei probabilmente goduti di più, non so.
Di conseguenza mi viene da pensare che partendo per un viaggio del genere tenderei a voler fare tutto per poi non godermi appieno niente: è un mio modo di viaggiare che devo trovare il modo di frenare. Guidare la moto in viaggio mi dà un piacere tale che non scenderei mai, ma rischio delle indigestioni che poi mi fanno riflettere. Va detto che da poco la mia fidanzata ha iniziato a seguirmi in moto e spero la cosa continui a piacerle, e quindi questo mi spinge ad andare un pochino più per gradi. Anche se alla prima uscita "seria" abbiamo fatto oltre 500 chilometri in giornata invece di fermarci fuori per la notte come preventivato...
E' questione di autoeducarsi al viaggio rilassante: con il tempo spero ce la faremo. Il prossimo fine settimana proviamo una due/tre giorni e vediamo come va; per l'estate prossima magari due settimane in Irlanda... chissà che la Norvegia non ci faccia da viaggio di nozze fra due anni...