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Vecchio 19-12-2009, 16:10   #76
Ballerino
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Che piacere leggere che sei incasinato col lavoro......ma per Natale ci fai un regalo eh?

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Vecchio 20-01-2010, 17:51   #77
Paul Inky
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Gran bel racconto...grazie x le tante info!
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Vecchio 20-01-2010, 18:29   #78
sergio escape
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complimenti, per il tuo viaggio, ma complimentoni per il tuo report. dettagliatissimo, nomi, città, veramente bello. Anch'io ho scritto un report, ma in confronto al tuo, sembra un telegramma.

Di nuovo complimneti, anche alla tua compagna. Stare un mese a fare il passeggero, è veramente incomiabile...

se vuoi leggerlo, questo è il mio report scusa telegramma....
[http://www.quellidellelica.com/vbfor...45#post4382745
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man mano che nuovi orizzonti scorrevano davanti ai nostri occhi,i nostri sogni diventavano realtÃ*
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Vecchio 20-01-2010, 18:48   #79
GSalvo
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bello, complimenti!
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Sikelia Bikers
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Vecchio 21-01-2010, 14:30   #80
milkplus
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Eccomi ragazzi, ce l'ho fatta!!! Grazie a tutti per i complimenti, ma soprattutto l'attesa...

domenica 02/08/09: Diyarbakir, Mardin – 100 km

La sveglia suona ad un'ora decente finalmente! Anche se oggi facciamo una tappa di trasferimento, sono solo un centinaio di chilometri, per cui possiamo dormire un po' di più...
Così dopo la nostra bella e ricca kahvalti verso le dieci lasciamo il Kaplan e usciamo dalla stupenda città di Diyarbakir. Alla periferia facciamo il pieno di benzina che fa ancora piuttosto schifo alla nostra motina, sia la rossa che la verde; pazienza terrò più alto il minimo...
La strada che va a sud verso Mardin e la Siria è quasi deserta ed è immersa in campagne veramente brulle e spoglie. Infatti la sensazione che abbiamo andando più avanti è di entrare sempre di più nel deserto siriano e fa parecchio caldo... Siamo però sempre più emozionati, stiamo praticamente entrando in Mesopotamia!
Dopo poco più di un'ora arriviamo a Mardin dal lato nord, la parte più moderna. A prima vista ci sembra molto ricca come città, veramente impressionante! Molto più curata e tenuta delle altre viste finora. Il traffico è addirittura ordinato e l'asfalto quasi perfetto, da non credere... Entrati nel cuore della città iniziamo a salire sulla collina dove si trova la parte vecchia della città; qui ci sono il castello, il Comune, le moschee antiche più belle e il bazar. Anche il centro storico è ben tenuto, anzi ci sono diversi cantieri di ristrutturazione di edifici e strade. Qua mi sa che girano molti soldi... Ci sono infatti tanti alberghi e tutti di livello abbastanza alto.
Mentre percorriamo il corso principale (Cumhuriyet Caddesi, che in turco significa Via della Repubblica) osserviamo in particolare gli edifici, tutti in pietra color miele, come descrive giustamente la Lonely.
Verso mezzogiorno arriviamo all'hotel “Artuklu Kervansaray” dove passeremo la notte. E' un antico caravanserraglio in mattoni di pietra, completamente ristrutturato e trasformato in albergo. E' un quattro stelle ed è piuttosto caro, ma per una volta ce lo meritiamo, siamo sempre stati abbastanza parsimoniosi, che possiamo permetterci di sgarrare...
Mentre parcheggio la moto sul piccolo spazio rialzato davanti alla hall dell'albergo, Silvia contratta il prezzo (non moltissimo per la verità, qui infatti non scendono più di tanto) e arriva a 110 lire compresa la colazione. Va benissimo, ci possiamo stare! Entrando nella hall ne ammiriamo la bellezza con la sua architettura in pietra antica. Vediamo però anche un sacco di turisti stranieri, americani e nordeuropei principalmente, tutti ben vestiti e lustrati... Siamo noi invece che con i nostri indumenti da moto completamente sporchi e puzzolenti diamo il vero spettacolo. Ma chi se ne frega, io sono stra gasato di essere arrivato fin qua in moto, vivendo fino ad ora l'esperienza più bella della mia vita, sia personalmente che motociclisticamente!
Una volta assegnataci la stanza un bambino di dieci o dodici anni ed un fattorino si caricano in spalla tutte le nostre borse e ci accompagnano. Ah vedi cosa vuol dire ogni tanto spendere un po' di più? La camera è piccola, ma affascinante. L'unica pecca è l'aria condizionata, che non funziona benissimo e un po' di caldo lo si soffre. Pazienza, ora facciamo una bella doccia e poi fuori a cercare un buon ristorantino! All'una circa siamo pronti, prima di uscire però rinchiudo i vestiti da moto nel mobiletto, sono veramente sporchi e puzzolenti... Chissà domani quando li tirerò fuori...
Sul corso principale troviamo un piccolo ristorante, dove con dieci lire a testa si mangia un bel piatto di kebab, verdure, pane e ayran. Il capocameriere parla italiano, ci saluta e ci spiega che Mardin è ormai diventata una delle città più turistiche dell'est della Turchia, sia per i Turchi che per gli stranieri e per questo motivo viene ben tenuta e... Finanziata! La cosa curiosa è che conosce l'italiano perchè lavora in un ristorante di Monaco, in Germania, dove il cuoco è italiano appunto; com'è piccolo il mondo!
Prima di visitare il centro storico, decidiamo di andare a fare una pennichella in albergo, o meglio decido... Infatti Silvia vorrebbe già vedere tutto, ma io sono colto da una fase di abbiocco accompagnato da insofferenza per il caldo, divenuto abbastanza opprimente rispetto ai giorni passati...
Così verso le quattro del pomeriggio siamo belli carichi e performanti per ammirare questa antica e splendida città.
Appena fuori dall'albergo veniamo subito bloccati da due ragazzini che vogliono portarci in giro.
Dopo aver cortesemente rifiutato, i due continuano a starci intorno, diventano anzi un po' strafottenti e ci prendono in giro per il fatto che dopo un po' facciamo finta di niente... Alla fine sono costretto a mandarli via a muso duro, quando è troppo è troppo! Finalmente possiamo riprendere il “tour” e con guida alla mano, ci incamminiamo. Il panorama che si staglia davanti a noi è veramente stupendo: il centro storico, tutto arroccato su questa collina, infatti guarda verso sud in direzione della Siria e dall'alto si scorge l'inizio dell'immensa distesa colorata di campi coltivati nella Mezzaluna Fertile, la Mesopotamia!
Passeggiando su Cumhuriyet Caddesi, ci accorgiamo che il bazar nelle vie laterali purtroppo è chiuso, oggi è domenica dopotutto. Ad un certo punto un giovane ragazzo ci saluta e, vedendoci un po' arrancare con la guida, ci chiede cosa cerchiamo: la Sultan Isa Medresesi, l'edificio antico più importante della città. Il giovane, di nome Tunçay, si offre subito di accompagnarci per visitare i posti e noi accettiamo, memori della bellissima esperienza di ieri a Diyarbakir con Boz-o! Tutti e tre andiamo a vedere la Medresesi, con il suo stupendo portale, la moschea e i cortili interni e scattiamo fotografie un po' ovunque. Peccato per i troppi turisti presenti, beh forse ci siamo abituati male nei giorni scorsi nelle città poco turistiche dell'entro terra: da ora in poi infatti dovremmo trovarne sempre di più nei posti che visiteremo...
Prossima “tappa”: la Chiesa Caldea dei Quaranta Martiri. Prima però beviamoci qualcosa, fa un caldo pazzesco e poi voglio offrire qualcosa al nostro gentilissimo amico!
Prima di entrare nella chiesa Tunçay ci porta in casa di un suo amico cristiano ortodosso il quale ci fa accomodare nel salotto e ci offre del vino di produzione locale. Ringraziamo, ma rifiutiamo, fa troppo caldo e bere vino a stomaco vuoto non è fra le cose migliori da fare. Purtroppo non riusciamo a comunicare più di tanto, parla solo turco e dice poche parole... Meno male che ci sorride! Credo che abbia anche dato l'autorizzazione a Tunçay ad accompagnarci a vedere la chiesa. Infatti la prossima tappa è proprio questa: l'interno è molto particolare ed assomiglia moltissimo a quella di Diyarbakir di ieri, tutta piena di drappeggi.
Ultima tappa, visto che poi abbiamo deciso di salutare la nostra guida e girare da soli, la Ulu Cami, una antica moschea selgiuchide irachena. Qui una piacevole sorpresa: ritroviamo i due signori polacchi incontrati ieri a Diyarbakir, li salutiamo e scambiamo due parole; loro vanno a Urfa e molto probabilmente ci incontreremo là domani!
Salutiamo Tunçay e gli diamo cinque lire per il tempo dedicatoci. Dice però qualcosa portandosi la mano al petto, come se rifiutasse... Dopo un po' di gesti e continue incomprensioni capisco meglio: dice tristemente “baba” (papà) con una mano sul cuore e facendo il gesto di dormire... Ci sono, suo babbo è morto! Morale: vuole di più! Non so ovviamente se sia una balla o la verità, fatto sta che questa cosa ci spiazza un po'. Ci era sembrato onestissimo, addirittura aveva rifiutato la pepsi che gli avevamo comprato! Insistiamo però per le cinque lire, ma non si stacca, fa la faccia triste e ci segue. Alla fine gliene diamo dieci, potevamo anche desistere, ma la moto dopotutto è parcheggiata davanti alla hall dell'albergo, al sicuro, ma pur sempre all'aperto... E se domani mattina ci trovo qualche sorpresa? Ecco, abbiamo imparato la lezione: non fidarsi sempre è ingiusto, ma chiarire fin da subito le intenzioni, in questo caso economiche, è meglio! Ah Boz-o, fossero tutti come te...
Verso le sei e mezzo del pomeriggio troviamo la coppia di polacchi e decidiamo di berci un çay in loro compagnia. Raccontiamo così la nostra “disavventura” e ovviamente ci dicono che bisogna sempre chiarire: “No money”!
Salutati i nostri nuovi amici che forse ritroveremo a Urfa, ci mettiamo a cercare il ristorante per la sera. Decidiamo di andare al Cercis Murat Konagi, il ristorante più esclusivo (e caro) della città. Ma sì, oggi festeggiamo i nostri cinque anni insieme e non badiamo a spese!
Qui troviamo solo turisti, turchi ed europei, nemmeno un curdo. Cavolo, mi mancano già con la loro cordialità e amicizia verso chiunque... Qui invece sono tutti un po' snob, tutti ad eccezione di una ragazza americana che Silvia ha conosciuto stamani nella hall mentre io sistemavo la moto all'esterno. Decidiamo di unire i tavoli, visto che lei è sola e insieme mangiamo e parliamo delle nostre vacanze. Si chiama Babette, fa la scultrice, è di New York ed è affascinatissima dal nostro giro, specialmente per il fatto che siamo in moto. Ma noi lo siamo ancora di più! Lei infatti sta girando da sola con i mezzi pubblici da un paio di settimane: prima Istanbul, poi la Cappadocia e quindi il Kurdistan, con Urfa, Mardin e domani Diyarbakir... Fantastico! Ovviamente si è spostata e si sposta con le dovute attenzioni e precauzioni: sempre con il velo a portata di mano e in alberghi di categoria superiore per evitare di incappare in spiacevoli incontri. In maniera intelligente insomma, non da sprovveduta! E devo dire che Babette c'è riuscita alla grande finora, facendo una bellissima esperienza di vita, turismo e cultura.
Dopo un'ottima cena, riaccompagniamo Babette al suo albergo, ci salutiamo e rientriamo al nostro Caravanserraglio per una bella dormita.
Domani... Urfa, la città di Abramo sacra per i Musulmani! Beh... Hosçakal!








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Vecchio 21-01-2010, 15:46   #81
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Finalmente!!! Bentornato col tuo racconto, non vedevo l'ora di continuare a leggere delle tue avventure!
Ora vedi di non fermarti troppo e.....facci sognare!!!!
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Vecchio 21-01-2010, 15:52   #82
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Ciao Milk, mi fa piacere rivederti di nuovo sulle pagine, eravamo tutti in attesa delle nuove puntate spero invece che per te vada tutto bene
mi domandavo se hai una memoria da elefante o se tenevi un diario durante il tragitto
complimenti fissi....
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Vecchio 02-03-2010, 09:36   #83
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MILKPLUS dove seiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii??????? Aspettiamo le nuove puntate, non puoi abbandonarci così!!!!! Ciao e Grazie!!!
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Vecchio 02-03-2010, 12:07   #84
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Avete ragione, mi metto sotto... Anche perchè sennò la memoria da elefante inizia a diventare da ippopotamo...

Oggi vado avanti!
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Vecchio 02-03-2010, 20:30   #85
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Ottima notizia!
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Vecchio 07-03-2010, 20:44   #86
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Ti leggo con interesse, proprio in questi giorni con la mia signora pensavamo di fare un viaggio di un paio di settimane in Turchia; ma secondo te con una RT 1200 potrei avere problemi a causa delle strade rovinate ?
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Vecchio 07-03-2010, 21:25   #87
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@ tutti: sto lavorando al capitolo Urfa

Ciao Pier, secondo me grossi problemi non ne hai se non arrivi fino all'estremo est: fino ad Erzurum venendo da ovest va abbastanza bene, solo un po' di ghiaioni da cantieri, ma comunque belli compatti. Il brutto io l'ho trovato nel tratto Valli georgiane - Kars - Dogubayazit - Van - Tatvan - Bitilis e vicino ad Adiyaman venendo da Urfa. Bisogna stare attenti nelle strade di montagna più strette e con tante curve alle "sorprese" in terra: sassi, ghiaia e terra sparsa. Con l'RT magari devi andare più piano su queste strade, ma secondo me ce la fai bene! Io sui ghiaioni ogni tanto quando avevo visibilità ed ero solo mi lanciavo a 100-120 ed era una vera goduria!
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Vecchio 08-03-2010, 08:38   #88
Antonio Tempora
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Ciao
Nel 2005 durante il nostro secondo viaggio in Turchia ho incontrato all' Hotel Kervansaray sotto il Nemrut Dagi, il vice presidente dell' Harley Davidson Moto Club di Milano.
Faceva il nostro viaggio al contrario con la sua Electra Glide e passeggero....non aveva avuto alcun problema.
Con la tua R.T. vai ovunque, quando troverai strade in rifacimento, quasi ogni giorno ed in ogni parte della Turchia quindi non solo ad Est, dovrai rallentare e fare un pò più d' attenzione, schivando Pulmanns-Camion-taxi collettivi ed auto, niente di più.
Buon viaggio
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"Ama il tuo sogno ogni inferiore amore disprezzando" - Ezra Pound
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Vecchio 08-03-2010, 12:00   #89
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Alla grande !!! Ora datemi una mano e qualche consiglio visto che questo sarebbe il viaggio che vorrei fare:

- Sabato sera Lecce Brindisi e traghetto per la Grecia
- Domenica arrivo a Salonicco e pernotto
- Lunedì arrivo a Istambul e pernotto
- Martedì Istambul
- Mercoledì Istambul
- Giovedì partenza da Istambul e .......
- Venerdì.........
- Sabato ...........
- Domenica ...........
- Lunedì............
- Martedì.............
- Mercoledì.............
- Giovedì.............
- Venerdì............
- Sabato partenza da ........... ed arrivo in porto per il traghetto per Brindisi
- Domenica mattina arrivo del traghetto a Brindisi e rientro a Lecce

Divertitevi e riempire gli spazi con i puntini
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Vecchio 12-03-2010, 19:45   #90
Pier_il_polso
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Azz, un successone
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Vecchio 13-03-2010, 00:27   #91
TIGER
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ciao se ti interessa guarda il mio post in walwal noi turismo in moto e mandami una mail tiger.62@live.it sarebbe bello che tu partecipassi al programma.
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orgoglioso "rimasto" r1100gs Paris Dakar
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Vecchio 08-06-2010, 18:06   #92
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Resuscito dopo un po' di crisi da scrittore...

lunedì 03/08/09: Mardin, Sanli Urfa – 185 km

Direzione ovest: Urfa. Purtroppo le previsioni per il clima non sono delle migliori: tutti ci dicono che Urfa è la città più calda della Turchia e perciò soffriremo tanto! Beh, è anche l'ora di trovare un po' di caldo vero estivo, finora solo a Diyarbakir l'abbiamo un po' sentito... Dopo tutto siamo ad agosto!
Urfa non è lontanissima, perciò ce la prendiamo comoda e partiamo verso le nove e mezzo dal nostro “Artuklu Kervansaray” dopo una delle colazioni più ricche con lo yogurt naturale più buono finora mangiato .
Usciti dalla ricca città di Mardin, dove le strade sono quasi perfette e tutti guidano con calma e prudenza, ripiombiamo sulle strade tipicamente turche: tutte un cantiere con ghiaia, asfalto scadente e traffico. Decido subito di fare il pieno alla moto e mi fermo al primo distributore fuori Mardin. Il gestore è un ragazzo della mia età che dopo il rifornimento ci chiede: “Çay?” Ovviamente sì! Parliamo un pochino a gesti e in turco, con le parole imparate finora. Ci chiede in particolare cosa pensiamo di Mardin. Noi rispondiamo che è molto bella, ma forse un po' troppo turistica e non accogliente come altre città visitate finora, soprattutto Diyarbakir. A lui brillano gli occhi, visto che è curdo e ci spiega che Mardin è quasi completamente turca, dove vanno solo turisti e turchi in vacanza. E questo quadra con le forti “pressioni” che ci aveva fatto Tunçay a Sinop per andare solo a Mardin e saltare le altre città dell'est...
Dopo una decina di minuti ci alziamo, Urfa ci aspetta! Salutiamo così il nostro amico benzinaio con un bel... “Spas!”
Questo tratto di strada diventa sempre più trafficato, specialmente all'altezza della cittadina di Viransehir. Riusciamo comunque a svicolare sempre bene con la moto grazie al nostro bel gipiessino e alla fine verso le undici e mezzo arriviamo a Urfa.
Andiamo subito verso uno degli alberghi della Lonely, il “Bakay”: dalla descrizione non ci sembra male, è in centro ed ha il parcheggio... Bisogna vedere però di che tipo! Fa davvero caldo, squagliamo nelle tute e così appena davanti all'albergo ci spogliamo subito di giacca e paraschiena. Metto la moto davanti alla hall ed entro lasciando Silvia fuori a fare la guardia. Il gestore ci dà la doppia con colazione alla modica cifra di 95 lire per due notti dopo una mia breve contrattazione, e ci dice che ci fa mettere la moto dentro... Ottimo! L'albergo non ha però un garage o un cortile, ma una stanza chiusa da un cancello di fianco alla hall dove c'è una cappella per la preghiera. Insomma, alla fine parcheggio in mezzo ad un gruppo di anziani signori che si alternano a pregare in uno stanzino al piano terra dell'albergo, più al sicuro di così...
Andiamo con tutti bagagli nella nostra stanza al secondo piano: è pulita, ma un pochino squallida e soprattutto stretta! Ci sono due letti, un matrimoniale e un singolo... Con le nostre valige, borse, caschi e vestiti da moto ci entriamo giusti giusti. Però c'è l'aria condizionata: meno male, così possiamo stemperarci un po'!
Dopo una bella doccia usciamo a cercare un bel posticino dove mangiare qualcosa. Urfa è famosa per un tipo di kebab, l'”Urfa Kebab” appunto: è tipo una “salsicciona” spellata e schiacciata fatta a mo' di spiedino accompagnata come sempre da pane piadina, peperoni grigliati e verdure. È l'antagonista del “Adana Kebab”, praticamente identico, ma piccante, originario della città di Adana. L'altra prelibatezza culinaria di Urfa invece è un baklava: l'”Imam svenuto”. Il nome è tutto un programma...
La strada che dall'albergo porta al bazar e al centro storico è piena di negozi, di ristoranti e brulica di gente. Ci sono turchi alla maniera occidentale e altri più religiosi, in cui le donne vestono tutte con “Chador” o “Niqab”: poverine, tutte coperte di nero con questa temperatura e umidità...
Decidiamo di fermarci ad un bel ristorante da cui esce un profumino allettante! Dopo il nostro “spuntino”, accompagnato dai complimenti dei ristoratori e dei camerieri per il fatto che siamo i primi italiani che vedono, andiamo a visitare il piccolissimo quartiere delle case più vecchie della città. Somiglia moltissimo a Diyarbakir ed è pieno di bambini che giocano per le strade.
Sono le due e mezzo: con il caldo e la pancia piena ci prende il solito abbiocco, per cui andiamo a sdraiarci un'oretta al fresco in albergo. Per una volta anche Silvia è d'accordo, fa un caldo bestiale e si “gocciola” dal sudore anche stando fermi all'ombra... In albergo ci sdraiamo e accendiamo un po' di aria condizionata, non tantissimo, altrimenti ci stronchiamo, sicuro!
Dopo esserci rigenerati usciamo e andiamo in giro nel centro. Passeggiando inizia a sentirmi la pancia. Mah, speriamo bene... E' un dolore strano, a fitte. Nel giro di mezz'ora dopo essere usciti dall'albergo, i dolori alla pancia diventano forti, devo andare in bagno e subito! Meno male che c'è una moschea a portata di mano con dei bagni pulitissimi. Riesco dopo un bel po', Silvia intanto è rimasta fuori a bere un çay col custode dei bagni. Sto meglio, mi sono ripreso.
Andiamo così verso il bazar: ormai ci piace troppo! Anche se non compriamo niente le persone sono tutte sorridenti, accoglienti e ad ogni istante ci fermano per un çay in compagnia . Questo bazar è veramente stupendo ed autentico, ci sono i settori dell'oro, delle stoffe, del cibo, delle spezie, dei vestiti, ma quello più bello è quello della lavorazione del peltro e dei metalli, dove artigiani bravissimi realizzano dei serviti da tè completamente incisi a mano e tantissimo altro. In questo momento rimpiango un pochino di non avere spazio sulla moto per fare qualche bell'acquisto... Vabbeh, tanto li troveremo anche a Istanbul e valuteremo l'acquisto lì che saremo più vicini, si fa per dire, a casa!
Dopo esserci “ubriacati” di bazar andiamo verso la zona più bella della città: il complesso monumentale dei quartieri di “Dergah” e “Golbasi” fino ad arrivare alla collina della “Kale”, la Cittadella con il castello, dove la leggenda narra che Abramo precipitò nel vuoto. “Dergah” e “Golbasi” costituiscono un grande parco con giardini, moschee, laghetti e canali fino ad arrivare alle due grandi vasche: tutti questi invasi artificiali sono popolati dalle carpe sacre. È divertentissimo vedere tutte le persone che si fanno in quattro per comprare il mangime per poi fare ingrassare questi stupendi pesci. Non vi dico quanto sono grossi... Ma guai a toccarli!
Silvia mi guarda: sono bianco, quasi giallastro! E sono fradicio dal sudore, ma freddo di temperatura. Ho bisogno di un tè caldo con limone, così ci fermiamo ad uno dei grandi bar del parco e ordino una “fincan çay”, una tazza di tè, con limone. Dopo questa subito un'altra... Beh, sto abbastanza bene, però forse è meglio rientrare in albergo tanto sono quasi le otto. Per strada mi riprendono le forti fitte, ma resisto fino all'hotel. Non appena dentro la stanza via di nuovo in bagno! Decido così di prendere l'antidiarroico portato da casa e di stare sdraiato con la pancia coperta. Capisco finalmente cosa è successo: mi è presa una congestione stando dopo pranzo in albergo con il condizionatore acceso, bravo bischero...
Finalmente mi riprendo un po', così verso le nove decido di andare a comprare qualcosa da mangiare al market lì vicino anche perchè Silvia, che sta bene, altrimenti non mangia niente. Compriamo così acqua, pane, qualche pesca e albicocca e... Un cartoccio da sei yogurt activia! In albergo io me ne “sparo” cinque, Silvia uno... Incrociamo le dita e speriamo di riprendermi davvero per domani!








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Vecchio 08-06-2010, 18:08   #93
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Vecchio 08-06-2010, 18:12   #94
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martedì 04/08/09: Sanli Urfa – 0 km

Notte quasi bianca... Caldo (abbiamo dormito con la sola finestra aperta) e dolori alla pancia, comunque meno forti di ieri sera. Ci alziamo tardi, almeno per i nostri standard vacanzieri, sono le dieci. A colazione prendo solo tè e yogurt, Silvia invece si strafoga un po' visto che ieri a cena non ha praticamente mangiato.
Andiamo a fare due passi e a rivedere un po' il bazar. Girottolando ci accorgiamo di un cortile interno che ieri ci era sfuggito: il “Gumruk Hani”. E' un cortile pieno di tavolini con uomini di tutte le età che bevono çay, fumano e giocano a backgammon; non c'è una donna, ma l'atmosfera è tranquillissima e anzi tutti ci sorridono, Silvia compresa. Decidiamo di sederci e prendere un tè quando dopo pochi minuti si avvicina un signore sulla sessantina e ci chiede in italiano, quasi correttamente, se può sedere con noi e offrirci il tè... Senz'altro! Si chiama Mehmet e ha lavorato in Italia e in Turchia negli anni '80-90 per la grossa azienda costruttrice che ha partecipato al consorzio per la realizzazione dell'immensa diga-invaso dell'”Ataturk Baraji” ad est di Adiyaman e a nord di Urfa. E' veramente simpatico, un fumatore accanito e un po' insolito, visto che bestemmia continuamente in italiano, le sa tutte, e con un accento prettamente lombardo... Si ricorda infatti dell'ingegnere milanese e del suo staff che continuamente imprecavano sui cantieri della diga! Ci racconta anche un po' della città e prende in giro tutti i musulmani che vanno a dare da mangiare alle carpe sacre nella “Golbasi”, testuali parole: “Io me le mangio quelle carpe, dio... [censura]!” Che personaggio! Dopo quattro o cinque çay andiamo a fare due passi con lui nel bazar e poi ci salutiamo.
E' ora di pranzo e decido di mangiare qualcosa, visto che comincio a star meglio e ad avere un po' fame; così prendiamo ad un chioschetto uno spiedino di pollo (che cortesemente mi cuociono senza troppe spezie sopra) e un ayran a testa. Mangiamo lungo una strada nei pressi del bazar, dove ci divertiamo ad osservare la frenesia della gente che compra, mangia, passeggia, guida... Un caos bello e buono di macchine e moto con sidecar completamente scassate e smarmittate, persone che attraversano fra un veicolo e l'altro e tante altre che mangiano a bordo strada come noi...
Finalmente sto bene, decido però di andare un po' in hotel e rigorosamente col condizionatore spento! Poche decine di metri prima dell'albergo Silvia nota sopra una porta mezza scalcinata la scritta “Hamami”; così entra nella prima stanzina e chiede alla signora anziana che lo gestisce qual è l'orario per le donne: dalle due alle sei. Ottimo! Così decide di accompagnarmi in stanza e di andare poi a “fare l'hamam” dalle tre alle quattro .
Mentre sonnecchio sul letto sento bussare, è Silvia, è rientrata... E' rossa come un peperone, ha un caldo pazzesco, ma è contentissima! Infatti si è divertita un sacco: la signora, insieme ad un'altra, si è messa a lavarla da capo a piedi con delle spugne leggermente abrasive e acqua caldissima e successivamente è stata insieme a tutte le altre donne nella sala grande del bagno turco, ovviamente l'unica non-turca. Esperienza unica! Per la semplice cifra di... Dieci lire!
Nel pomeriggio torniamo per l'ennesima volta in centro, poi nel bazar e di nuovo nel parco di “Golbasi” e “Dergah” in mezzo ai turisti turchi e non, che si prodigano nel dare da mangiare alle carpe...
Ci manca da visitare il castello, ma onestamente non abbiamo voglia. Infatti siamo a posto così, abbiamo vissuto tante belle esperienze e anche brutte, vedi la mia congestione di ieri...
Così ci ritroviamo all'ora di cena e decidiamo di mangiare solo un po' di frutta comprata ad un banco del bazar.
Prima di andare a dormire mi metto a guardare un po' di TG meteo nella hall dell'albergo e vedo che ad est di Adiyaman e di Malatya domani pioverà; è proprio nella zona del parco del monte Nemrut Dagi, la celebre montagna con le teste e le tombe dei parenti del sovrano Mitridate II, di epoca preromana. Mah, speriamo che il tempo migliori altrimenti fare la strada bianca che porta su al parco con la pioggia e il fango non mi sembra una buona idea...











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Vecchio 10-06-2010, 20:45   #95
smile50
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Ah, ora sì che andiamo!

Vai così che vai bene!

Grazie!
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Vecchio 10-06-2010, 23:07   #96
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Finalmente!!! Vai così NIcola!!! Il sogno continua....
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Vecchio 11-06-2010, 16:35   #97
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Grazie ragazzi! Ecco un'altra puntata...

mercoledì 05/08/09: Sanli Urfa, Adiyaman, Kahramanmaras, Kayseri – 500 km

I giorni stanno finendo e pian piano ci stiamo riavvicinando all'Europa...
Oggi andiamo verso il Parco Nazionale del “Nemrut Dagi”, ma le previsioni di maltempo sono confermate. Beh, intanto partiamo e quando saremo vicini al massiccio montuoso nei pressi di Adiyaman valuteremo se salire o andare verso la Cappadocia.
Fatta una buona “kahvalti” in compagnia di qualche turco di passaggio qui a Urfa, prendiamo la moto dal suo bel parcheggio e verso le otto e un quarto siamo già sulla strada che va a nord-ovest in direzione di Bozova. Costeggiamo per un bel pezzo il lago artificiale dell'”Ataturk Baraji”, formatosi dopo la realizzazione dell'immenso sistema di dighe idroelettriche, ancora in fase di sviluppo, sul fiume Eufrate.
Alle dieci siamo al bivio: a destra si va verso est e il “Nemrut Dagi” e a sinistra verso ovest e quindi verso casa... Purtroppo il cielo non promette niente di buono, sicuramente in quella regione sta diluviando... Alla fine decidiamo di non andare e proseguire verso Kahramanmaras e quindi la Cappadocia. Pazienza sarà per la prossima volta, tanto qui in Kurdistan ci torneremo sicuramente, è troppo bello! Magari quando faremo Siria e Giordania...
Nei pressi di Besni faccio il pieno ad un'area di servizio spersa in mezzo al niente delle campagne trebbiate o incolte della zona e ovviamente ci offrono un “çay”. Fa caldo e si respira a fatica, ma non possiamo rifiutare e anzi facciamo un break di un quarto d'ora svaccati sulle seggioline del benzinaio...
La strada è sempre dello stesso tipo: cantieri sparsi con ghiaione senza asfalto. In più in questi tratti, logicamente rallentati, troviamo pullman, furgoni e camion che alzano grandi nugoli di polvere. Fino a Kaharamanmaras non ci sono città, ma solo tanti piccoli villaggi un po' fatiscenti e diroccati, ma pur sempre belli frenetici, visto che siamo vicini all'ora di pranzo. E' quasi l'una infatti e la fame è già arrivata da un pezzo; ovviamente un ristorantino di periferia con diversi camion parcheggiati davanti è sinonimo di cibo buono, ergo ci fermiamo!
All'interno troviamo delle belle tavolate di uomini in pausa pranzo che ci squadrano un po' incuriositi, ma io con il mio solito “Merhaba” a tutti e Silvia con in suoi bei sorrisi, li conquistiamo e i saluti vengono ricambiati subito. I piatti ci sembrano veramente succulenti, ma stavolta prima di sedermi e ordinare vado alla vetrina delle carni e chiedo i prezzi. Alla fine prendiamo con nove lire a testa un bel piatto di kebab di agnello arrosto con pane, cipolle, pomodori grigliati, cetrioli e peperoni, squisito! Ovviamente dopo aver finito... “Çay” rigorosamente offerto dalla casa!
Ripartiamo... Belli sazi prendiamo la strada verso Goksun e Kayseri dove molto probabilmente ci fermeremo per una notte. Purtroppo non ci sono strade abbastanza veloci dirette da Kahramanmaras alla Cappadocia, ma soltanto piccole strade di campagna che sicuramente non ci permetterebbero di arrivare in tempo per l'albergo a Uchisar, dove ci ha consigliato telefonicamente il signor Enrico quando eravamo da Montana a Diyarbakir. Così ci facciamo le stupende strade di montagna prima di Goksun, in piena Anatolia e salutiamo il Kurdistan. Questa zona è veramente selvaggia e semideserta: pochissime macchine e tanti bei panorami rocciosi misti a zone boscose. Ovviamente ogni tanto troviamo un bel cantiere di allargamento della carreggiata, eh sì dobbiamo fare spazio altrimenti code e file di traffico infinite...
Ennesimo rifornimento, sia per la moto che per noi! Infatti il caldo e la sete si fanno sentire, così ci fermiamo ad un'area di servizio spersa fra i monti e compriamo due redbull. Peccato che quando chiedo: “Ne kadar? (Quanto costa?)” il benzinaio mi risponde: “On lira”... Dieci lire?! Questo è matto! Ne prendo una sola e ce la dividiamo, per principio. Ovviamente il prezzo non era esposto, ma il tipo sicuramente ha voglia di “farci la cresta”. Un po' dispiaciuto ci regala un pannetto personalizzato per la pulizia della moto, ma io me ne faccio dare due e ne approfitto, che cavolo... Ma devo essere sempre io il “frescone”?
Alle sei arriviamo a Kayseri: città trafficata e piuttosto moderna e ricca, tanto che le strade sono perfette, pulite e con tanto di aiuole fiorite, la linea del tram completamente inerbita, insomma sembra una città europea. Siamo quasi in centro, tutte le strade sono addobbate a festa con bandierine rosse svolazzanti, chissà cosa c'è in questi giorni... Dobbiamo però trovare un albergo, così ci fermiamo sulla brulicante “Park Caddesi” e ci mettiamo a consultare la guida. Dopo neanche due minuti ci saluta un anziano signore che inizia a parlarci in tedesco... Ovviamente è turco, ma forse vedendo la nostra moto ci scambia per tedeschi. Faccio presente che sono italiano, ma niente. Continua così per un bel po' e io cerco di ascoltarlo, è molto gentile e sarebbe scortese interromperlo bruscamente! Alla fine riusciamo a capirci: tiene particolarmente ad aiutarci e vuole accompagnarci ad un bell'albergo, il “Çapari”, che guarda caso è fra le nostre opzioni sulla guida; è dietro l'angolo per cui lascio Silvia a piedi col simpatico vecchietto e io proseguo da solo per duecento metri. Eccoci arrivati, l'albergo non sembra per niente male: è in una traversa poco trafficata con un bel “marciapiedone” per la moto. La parcheggio subito qui legata per bene, tanto è davanti alla vetrina della hall, aperta tutta la notte; nel frattempo un fattorino aspetta per aiutarmi a scaricare i bagagli... Ah evviva la comodità...
Salutiamo e ringraziamo (in tedesco!) l'anziano signore e saliamo nella nostra stanza al secondo piano con aria condizionata e colazione compresa. Qui ci costa un po' di più, ottanta lire per una notte, ma va bene, tanto siamo alla grande nel budget e abbiamo sempre speso meno finora!
La stanza è dall'aspetto un po' “invernale”... Piumone, poltroncine e tende di velluto pesante bordeaux, più la solita moquette. A parte questi elementi un po' fuori stagione è perfetta: pulita e spaziosa.
Sono le sette, usciamo a fare due passi visto che siamo vicinissimi al centro e appena troviamo un posto carino per la cena ci fermiamo. Appena fuori dall'hotel, c'è una piccola sala da tè (çay evi) con diversi signori a giocare a dadi ai tavolini e a bere. Il titolare ci saluta subito e ci invita a bere con lui. Si chiama Sahin, è molto affabile e sorridente, parla un inglese quasi perfetto ed è contentissimo di averci lì con lui, visto che non vede molti turisti da quando si è trasferito da Istanbul, dove aveva un negozio nel Gran Bazar. Ci chiede cosa pensiamo della città e noi diciamo che ci sembra parecchio moderna e “dotata” di servizi e strutture veramente all'avanguardia, una città europea insomma. Ci viene inevitabilmente da fare il paragone con le città viste nei giorni scorsi e così gli facciamo presente che forse c'è una po' troppa differenza tra le città dell'est e questa... Dopo tutto non è nemmeno turistica, ci sono solo l'università e una zona industriale. Lui dopo queste osservazioni si rattrista un po' e conferma che la maggior parte dei cittadini sono insofferenti proprio per il grande investimento dell'amministrazione comunale nei servizi urbanistici e nelle strutture, a completo discapito dei servizi sociali e scolastici, nessun contributo ai piccoli artigiani e professionisti, insomma tanto “fumo e poco arrosto”. E' inoltre un po' depresso per il fatto che da un mese circa è entrato in vigore in Turchia il divieto di fumo negli spazi chiusi pubblici (come da noi già da qualche anno) e per questo motivo non lavora più come prima, ci dice proprio che lavora meno della metà di prima, il suo “business” sta crollando... Poi cambia discorso visto che ci vede un po' pensierosi (ed effettivamente siamo un po' dispiaciuti del suo malessere) e ci dice sorridendo di andare in centro che forse riusciamo a trovare il bazar ancora aperto. Mentre ci alziamo per salutarlo, arriva un ragazzo sui vent'anni, dal nome impronunciabile, che ci saluta in italiano e ci dice che studia ingegneria qui a Kayseri. Conosce molti italiani che lavorano qua e si offre di accompagnarci in centro al bazar dove suo zio ha un negozio di tappeti... E vai. Ci scappa un'altra chiacchierata in mezzo ai kilim!
Durante la passeggiata il ragazzo ci racconta della sua amica italiana Roberta e degli altri, parla solo lui... Dopo una decina di minuti senza praticamente aver visto niente ci ritroviamo seduti nel negozio di tappeti dello zio e se ne va. Mah, che strano, tornerà dopo... E qui lo zio inizia il rito, offrendoci un tè e iniziando a chiederci delle vacanze per poi arrivare a presentare i tappeti in vendita. Ringraziamo, ma lo blocchiamo subito, visto che siamo a posto e i nostri acquisti li abbiamo già fatti. Molto gentilmente ci dice che non ci sono problemi e commenta un po' le nostre vacanze, che giudica insolite, ma belle. Proprio in quell'istante entra nel negozio una signora che saluta il negoziante. Si gira e ci guarda... “Italiani?” Noi: “Sì, salve!” ... “Piacere, mi chiamo Roberta e sono di Pistoia!” Ah, ecco l'amica italiana di cui ci parlava il ragazzo, noi: “Com'è piccolo il mondo, noi siamo di Pisa”
Ci ritroviamo così a parlare un po' anche con Roberta, lavora qui a Kayseri da quasi un anno per una nota azienda italiana, la “Ansaldo Breda”, per la realizzazione delle nuove linee tranviarie... Proprio così, noi italiani stiamo lavorando per questa città e stiamo costruendo la bellezza di dodici linee del tram. Ieri c'è stata l'inaugurazione delle prime cinque ed ecco spiegate tutte le bandierine a festa in giro per la città. Dopo averci illustrato la mole di lavoro italiano (compreso l'impegno economico del comune...) ci chiede come troviamo la città. Ovviamente le facciamo i complimenti per il suo lavoro e da italiani un po' ne siamo orgogliosi, però mi viene inevitabilmente da chiedere come mai una città sconosciuta come Kayseri faccia così tanti investimenti urbanistici. E' presto detto. Roberta ci dice che il Presidente della Repubblica Gul è di qua e il Primo Ministro Erdogan di un paese vicino, quindi il comune ha costantemente accesso a dei fondi statali speciali... Parole testuali di Roberta: “Poi Erdogan è amico del Berlusca e quindi si lavora noi!” No comment... Ci viene da pensare a tutte quelle persone povere che magari avrebbero bisogno di un aiuto economico e invece qui “ci si fa belli”... Sorvoliamo sulla questione e anzi chiediamo a Roberta e il “tappetaio” se ci consigliano un buon ristorantino. Dopo averli salutati usciamo e ci dirigiamo verso la via consigliataci, piena di negozi e ristoranti. Entriamo in uno piuttosto “chic” dove però con ventiquattro lire in totale mangiamo entrambi un bel piattone di pesce, verdure cotte e insalata, comprese le bevande. Ci viene subito da pensare alle nostre belle città curde dell'est, molto più vere, rustiche, ma soprattutto diverse dai nostri standard europei... Qui sembra di essere a Pisa, non in Turchia...
Vabbeh, non pensiamoci troppo, è ovvio che sia così, stiamo rientrando!
E' tardi, siamo cotti: oggi abbiamo fatto più di cinquecento chilometri di strade di montagna, con tratti sterrati eccetera eccetera... Via, siamo sazi, possiamo rientrare!
Prima però voglio fare un saluto al nostro amico Sahin e ai suoi clienti nel “Yagmur Okeysalonu”. Ci saluta e ci chiede com'è andata col ragazzo turco di prima. Noi gli raccontiamo della scena: accompagnati dallo zio che vende tappeti e poi via per i fatti suoi... Sahin è molto dispiaciuto e ci dice che queste persone scorrette rovinano il turismo in Turchia, facendo infastidire i turisti e basta. Dopo tutto ne sa qualcosa, visto che ha lavorato una vita al Gran Bazar di Istanbul... Facciamo una foto tutti insieme e decido che gliela spedirò come per gli amici di Diyarbakir!
A nanna ora e a domani. Cappadocia arriviamo!!!












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vai milk, ormai avevo perso ogni speranza
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ciao nicola complimenti per il viaggio me ne avevi già parlato a cena...è come sognare ad occhi aperti vedere le foto ma soprattutto leggere le tappe che hai fatto ti ho scritto anche sul litorale per quest'estate...ciao Patrizio
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Vecchio 12-06-2010, 10:20   #100
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grazie patrizio! per noi finora è stata la più bella vacanza in assoluto, nelle prossime sicuramente torniamo in turchia per poi andare in siria e giordania, O in georgia, armenia, azerbaijan O (sogno nel cassetto) a samarcanda
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