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Vecchio 25-08-2017, 12:44   #1
Massimo
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predefinito Ladakh 2017 - La strada verso il cielo 2 (FOTO e REPORT)

LA SCINTILLA

La scintilla è scoccata a novembre dell’anno scorso quando ho letto su questo forum il post di Donato Nicoletti su un raid motociclistico percorso l’estate precedente. Ho così iniziato a documentarmi a fondo sul Ladakh, sulla sua gente e soprattutto sulle strade che l’attraversano. Ero affascinato da questi grandi spazi, dalle altezze vertiginose dei passi che cavalcano creste sconfinate, ma soprattutto dall’idea di sentirmi piccolo piccolo in questa terra di confine incastrata tra Cina e Pakistan.

Ho poi saputo che il tour veniva riproposto, con varianti significative, per quest’anno e così ho telefonato a Donato e l’ho anche incontrato in fiera a Verona.

DONATO NICOLETTI




Donato è un personaggio per me quasi mitologico, viaggiatore solitario infaticabile ed evoluto, reporter e fotografo, decisamente fuori dagli schemi.

Attento conoscitore di queste terre, che ha attraversato in lungo e in largo innumerevoli volte, e in generale del sud-est asiatico. Disponibile, paziente, ironico e autoironico, mai scontato. Un pozzo di conoscenza che è un piacere ascoltare per la semplicità e naturalezza con cui la sa proporre ed esporre.

Durante il viaggio ho apprezzato la sua grande esperienza e competenza, nonché l’approccio molto “zen” di fronte alle difficoltà. Quale miglior guida di lui, dunque?

LE PROPOSTE ALTERNATIVE

Non nascondo che, nella mia ricerca, ho valutato anche proposte alternative di un viaggio di gruppo in Ladakh ma ho avuto l’impressione che altri vendessero pacchetti già confezionati, come la Manali – Leh con puntata al Kardung La.

A me però interessava fa girare le ruote dove pochi vanno, per esempio sul Wari La o sul Chang La (il passo più alto di tutti), ma nessuno sembrava inserire queste mete nei pacchetti proposti e assolutamente immodificabili.

Il viaggio pensato da Donato risultava invece concettualmente diverso, una sorta di trifoglio con centro a Leh: la prima foglia era un anello con puntata in Kashmir, la seconda foglia un altro anello con vertice nella Nubra Valley e puntata al Pangong Tso, la terza foglia ancora un anello verso lo Tso Kar; il tutto condito da passi himalayani fuori dalle rotte classiche.



La decisione è stata presto presa. Si trattava dunque di mettere insieme un gruppetto di “capitani coraggiosi” che avesse le stesse predisposizioni mentali.

IL VIAGGIO

A giugno il gruppo era formato. Si trattava quindi di dar corso alle prenotazioni. Dei permessi, hotel e moto si è occupato Donato, mentre dei voli, e documenti di viaggio (visto e patente internazionale) ognuno ha fatto per sé. Personalmente, visto il lungo viaggio aereo, ho aggiunto un paio di giorni alla fine del raid per immergermi nell’India di pianura, visitando Delhi, Agra e Fatehpur Sikri… nonostante il monsone e quindi alta temperatura e umidità.

Chi mi conosce sa che amo viaggiare da solo, per cui un viaggio di gruppo, seppur con un accompagnatore carismatico ed unico, comporta compromessi, mediazioni, rinunce e spirito di adattamento che va messo bene in conto già prima di partire.

Io, ad esempio, amo fermarmi e fotografare molto e questo in gruppo non sempre è possibile anche in relazione alla lunghezza delle tappe e quindi ai tempi di percorrenza. Comunque sono ugualmente riuscito a scattare più di quattromila fotografie, per cui compromesso ben gestito direi.

Ora che ci sono stato, me la sentirei di affrontare un viaggio in solitaria, sulla Manali – Leh, ma non sulle altre strade che si infilano per le valli o su per i monti del Ladakh. Troppe le incertezze: la benzina, le strade, la moto. Trovarsi fermo in certe zone in mezzo al nulla assoluto può diventare un problema anche serio e venirne fuori non è semplice.

Dico subito, per chi non lo sapesse, che in Ladakh si va piano, molto piano, sia per le condizioni delle strade che possono risultare talvolta sterrate, impegnative e molto sconnesse, sia per l’altitudine che va affrontata a ritmo lento e progressivo, previo acclimatamento e, se del caso, trattamento farmacologico preventivo.

Già una tappa di 200 km al giorno richiede molte ore di viaggio e alla sera si arriva stanchi e affaticati. Si viaggia in media a 40-50 Km/h dove si può e si procede ancor più lentamente dove non si può. Occorre poi buon spirito di adattamento per il vitto e alloggio: le strutture fuori Leh, talvolta si riducono a campi tendati ad altitudini sopra i 4000 metri, dove di notte fa freddo e si fatica a prendere sonno.

LA MOTO



Una sola: Royal Enfield 500 Classic. E ho detto tutto. Moto essenziale, spartana, primordiale, ma, a mio avviso, bellissima e perfetta per queste strade. Inoltre è leggera, facilmente trasportabile “di peso” quando la strada è stata divorata dal fiume, bassa il giusto per consentire di controllarla in ogni situazione. Praticamente non fa differenza lo sterro o l’asfalto, lei va sempre come un trattore, senza soluzione di continuità.

Dimenticatevi le finezze a cui tutti siamo abituati, l’elettronica e la potenza. La moto va piano ma va lontano, anche se il battito al minimo è lento come quello cardiaco, anche se non frena, anche se la meccanica è quella di una moto del secolo scorso. Eppure, con rincorsa, sono riuscito a farle toccare i 109 km/h: un record!

Desideravo cavalcare questa motoretta e, a dirla tutta, vorrei averla in garage.

Il percorso di viaggio in formato gpx (per navigatori Garmin) e kml (per Google Earth) è scaricabile QUI

* * *

Ciò premesso, inizio il report di questo viaggio non proprio dietro casa.

GIORNO 1 - 05 AGOSTO 2017
Verona – Delhi ( zero km in moto)

Per risparmiare il più possibile affronto il trasferimento aereo con Lufthansa che si è dimostrata la soluzione più economica, anche se spezzata in tre voli.

Il mio bagaglio è ben compresso negli 89 litri di una sacca stagna giallo fastidio più una borsa da serbatoio come bagaglio a mano.



Il primo volo parte da Verona alle 6:45 del mattino e arriva a Monaco un’ora dopo. E’ sempre bello vedere le Dolomiti dall’alto: queste, ad esempio dovrebbero essere le Dolomiti di Brenta.



Sono ancora bello gasato e fresco, ma la strada è ancora lunga.




A Monaco, ho tutto il tempo per imbarcarmi verso Francoforte. L’aeroporto è ben organizzato e alle 10:00 prendo il secondo volo. Lo scalo dove atterro è bello grosso, ma il cambio terminal è agevole grazie ad un trenino elettrico automatico.

Ho un po’ di tempo che trascorro gironzolando e facendo colazione.





Qui sono proprio avanti! C’è spazio per tutti…



Alle 13:55 parte il terzo volo. Na palla che vi risparmio. Non ho mai viaggiato su un areo così grande e per passare il tempo guardo le nuvole… fino a quando si vedono





Vedo la Russia e il Kazakistan dall’alto, e un pezzo di Uzbekistan, ma è già buio pesto sopra l’Afganistan e il Pakistan, quindi dormo.

Verso mezzanotte si intravedono le luci indiane... [CONTINUA se lo volete]
__________________
Massimo Adami
BMW F800GS Adventure
YAMAHA XT600E

Ultima modifica di Massimo; 01-06-2018 a 17:41
Massimo non è in linea   Rispondi quotando
 


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