Un sasso nello stagno - Il mito del motociclista ribelle
Cari colleghi,
in questa piovosa primavera seguendo i Vostri interventi mi è sembrato di cogliere nella Comunità una visione quantomeno schizzofrenica di se stessi.
Da un lato abbiamo levate di scudi sul tema sicurezza: guard rail ghigliottina, buche, automobilisti "distratti", paraschiena non omologati. Non parliamo poi in merito alla qualità delle nostre amate cavalcature: il minimo difetto fa gridare allo scandalo ed alla mancanza di serietà da parte di produttori, meccanici e concessionari. Per carità tutto giusto! E' indiscutibile la possibiltà di protestare i nostri diritti. E' assolutamente corretto mobilitarsi perchè la "categoria" non debba rischiare la pelle tutte le volte che un po' per forza (la moto è anche mobilità), un po' per piacere ce ne andiamo in giro.
D'altro canto però vedo ciclicamente comparire sul forum thread ed interventi che, consapevolmente o no, si compiacciono di comportamenti al minimo scorretti, spesso fuori legge. Che spessissimo i limiti di velocità siano "ad minchiam" è cosa condivisa ciò non toglie che ci sono e se ti prendi un autovelox puoi solo prendertela con te stesso. Peggio ancora trovo gli attacchi alle forze dell'ordine che sono lavoratori come noi e non credo vengano arruolati tra i sadici. L'eccesso di velocità, la targa occultata, la guida in stato di ebrezza, gareggiare su strada, e la guida pericolosa sono reati e stop. Non ci si offenda poi quando sui mezzi di informazione il motociclista nel 99% dei casi è dipinto come "brutto, sporco e cattivo".
Ora, senza falsi moralismi, senza ergermi a paladino della giustizia perchè non sono ipocrita ed ho la moto stra-modificata e qualche Velox all'attivo, mi chiedo da dove viene tutto ciò? Perchè se pur siamo quasi tutti lavoratori con redditi medio alti e, molti, padri di famiglia ci facciamo affascinare dal mito del motociclista ribelle? E' vero che la moto è sinonimo di libertà, di fisicità, di giovanilità ma alcuni Vostri interventi a volte mi lasciano interdetto, sarebbe come dire che il "vero" tifoso di calcio è quello che va allo stadio con il coltello.
Che sia colpa di Marlon Brando e Dennis Hopper?
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Chi non muore si rivede
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