Guest
|
2.000 chilometri d'un fiato in sella alla K1200RS
Qualcuno mi conosce qui dentro, ma la maggioranza no; due righe di presentazione: motociclista dall’età di 16 anni (Benelli 125), fino ad oggi ho guidato, per lavoro e per passione, praticamente tutte le moto del mondo, incluse le Americane (una mia foto è stata in copertina della rivista Moto Tecnica, in sella alla Harley 1200 Screamin’ Eagle, in occasione del test).
Tra le moto “personali”, ho consumato 4 BMW (una R100S “teste nere” da 70cv, una 100CS, una K75C, quest’ultima ancora in garage con 165.000 Km sul cruscotto), e molte altre.
Negli ultimi 7 anni la mia attività nelle Corse (ho schierato la RSV 1000 nel Campionato Europeo Superstock dal 1999 al 2004, e, grazie alla mia fantastica Squadra, con successo, devo dire…) ha assorbito la totalità del mio tempo, tanto che i “giretti” in moto sono praticamente precipitati a “zero” (se facevo 1.000 chilometri all’anno in moto, erano molti…).
Ma non di sole vittorie (2: a Valencia e a Misano) e soddisfazioni (moltissime) vive l’Uomo, e tantomeno di solo Pista… per cui quest’anno, anche riconoscendo i giusti mugugni della Santa Donna che sopporta le mie lunghe assenze per le trasferte nei finesettimana di gare in giro per tutta Europa, ho deciso di “ridimensionare” il mio impegno nelle Corse (utopia: ma ho chiesto di essere assegnato, da chi per ora lavoro, solo alla attività Nazionale, quindi basta Mondiale…), per avere qualche giornata in piu’ da dedicare alla famiglia, e ai giri in moto; è la cosa piu’ che mi è mancata nel perseguire la realizzazione di un Sogno (organizzare un Team mio, battermi nel massimo Capionato della Categoria, con una moto “nata” a 35 km da casa mia, e portarla ai massimi livelli).
Sapendo che comunque non avrei potuto sfruttarla “in pieno”, non mi sono rivolto al “nuovo”: mi sono accontentato di cercare un buon usato (non vivo nell'Oro: di Corse non si è mai arricchito nessuno, forse Ecclestone...)
Caratteristiche principali richieste alla moto: affidabilità assoluta, gran “stradista”, tecnicamente avanzata (mi piacciono le “realizzazioni particolari”, come contenuti tecnici, essendo io un tecnico), comfor elevatissimo in 2 persone + bagaglio, veloce, con preferenza di utilizzo autostrada-superstrada.
Il perché è presto spiegato: non ho piu’ il tempo di fare le “gitarelle fuoriporta”; la mia idea era di utilizzare la moto per veloci “trasferimenti” in luoghi lontani (il Triveneto, dopo 20anni di giri, dal 125 alle 1000 supersportive, lo conosco come le mie tasche…), per portare il mio Amore in quei posti meravigliosi che ho conosciuto viaggiando per le Corse in tutta Europa.
Ho scelto una K1200RS, 78.000 Km, Full Optionals, pagata 6.000 euro, garanzia 1 anno Stillnovo.
Le impressione dei primi chilometri in sella a questa moto le ho già postate qui; qualcuno le avrà già lette, e già conosce la mia contentezza per l’acquisto fatto.
Ma forse erano un po’ “fuorviate” dal fatto che, dopo anni di lontananza dalla sella “su strada”, il piacere di guidare nella Libertà che ti regala il “girare una chiave e andare via”, ti riempie il Cuore, e ti fa sembrare tutto meraviglioso…
Attendevo il momento di fare una “prova” piu’ approfondita e completa; in fondo, 2-300 chilometri in una domenica, sono capaci di farlo tutte le moto. Ma una BMW 1200 RS non è una moto come tutte le altre: gli obiettivi di progetto erano quelli di fornire ai “motociclisti di lungo corso” una Ammiraglia vicino alla perfezione, raggiunta con anni di evoluzione, iniziata nel 1985 con quel capolavoro di Design e innovazione Tecnica che è stata la K100RS.
Ho cominciato a covare nella mia mente un “giretto” di un finesettimana a salutare dei Grandi Personaggi, conosciuti su Internet prima come Tifosi appassionati della mia Squadra e delle mie RSV, e poi incontrati e diventati Amici. Elio, di Roma (poi assoldato nello Staff della mia Squadra), e i Leccesi Nico (Avvonico), Pier (il polso), e Gigi “Flyng Fifty” (che ha una Replica dell’ultima mia RSV schierata nell’Europeo Superstock del 2004, un vero “missile”…).
In pratica, un giretto di 2.000 chilometri da fare in un finesettimana.
Top Case BMW in cordura sul codino, con l’abbigliamento impermeabile e un gilè imbottito per l’eventuale “meteo avverso”, una piccola borsa da serbatoio con 2 cambi di intimo, un paio di Jeans e una felpa, Beauty e via, senza borse laterali: nella guida “a solo” non le sopporto, e non servono quando viaggi per “stare in sella”, a macinare chilometri incontro all’Orizzonte.
Partenza Venerdì alle 12, discesa verso Roma lungo la Raticosa-Futa, cena di pesce abbontante a Roma in un Ristorantino “selezionato”, sosta per la notte a casa di Elio per conoscere mio “Nipote” Angelo Daniel di pochi mesi, sabato “trasferimento” a Lecce, e domenica ritorno, con il “tappone” di 900 chilometri per tornare a casa, a Padova.
Chi era a conoscenza dell’idea mi pigliava per matto: ma sei “fuori”??? Guarda che non sei piu’ il ragazzino che girava per l’Europa col Kappino, oggi tieni 45 anni e non c’hai piu’ fisico, 2.000 chilometri in 2 giorni e mezzo ti massacrano…
In effetti, sono anni che non sono “allenato” a stare in sella così a lungo, pensavo.
La “resistenza” di ore e ore alla guida l’ho costruita negli ultimi anni in trasferte no-stop attraverso l’Europa in occasione delle Gare (nelle Corse, si viaggia sempre… “di corsa”…), il record assoluto è Padova-Valencia da solo in 18 ore consecutive, soste solo per rifornimento di gasolio e Red Bull, ma una cosa è guidare seduto in un abitacolo con Radio, Aria Condizionata, sigarette e viveri, altra cosa è stare in sella… ma pian piano che si avvicinava il W-end per il mio “giretto”, una sottile euforia invadeva la mia Anima: 2 giorni e mezzo in sella, per la nostra bellissima Italia, che mi fraga di qualche dolorino??? Eppoi ho comprato una BMW RS, mica Pizze & Fichi…
Vi anticipo una cosa: sono stati i 2 giorni piu’ fantastici che potevo vivere. Sono entusiasta della RS.
Ha superato la “prova” con una naturalezza che nemmeno io mi aspettavo, e credetemi, quando “giudico” una moto, non sono di parte, nemmeno se è la mia. Ha superato tutte le aspettative.
Senza scendere nei particolari, che racconterò piu’ avanti, insieme alle sensazioni intime del Viaggio, vi dirò che dopo 2.000 chilometri ero fresco come una rosa, senza la benchè minima stanchezza, né fisica né mentale, tanto che sulla Circonvallazione di Padova, verso casa, ho pensato seriamente di continuare verso nord (Austria? Germania?) e di fregarmene bellamente degli impegni di lavoro del giorno dopo…
E considerate che domenica sono partito da Ostuni (poco sopra Lecce) alle 11.30, e a casa sono arrivato alle 20.00, con 3 soste di mezz’ora per rifornimento e sigaretta, e 1 di un’ora per un incontro assolutamente straordinario poco sopra a Pescara, in un’area di sosta… (si fanno incontri fantastici a girare in Moto, me l’ero scordato…).
Fate 2 conti, e vi accorgerete che significa viaggiare controllando il tacho per non avvicinarsi troppo ai 200 Km/h (dove, anche considerando gli “scarti” dello strumento e gli “abbuoni” della taratura Autovelox, scatta il ritiro della patente…), con una “souplesse” di marcia francamente nemmeno mai immaginata. Quando leggevo sulle riviste “con questa moto si puo’ viaggiare a medie di 200 all’ora per chilometri e chilometri” pensavo: impossibile; questa è l’ipotesi acquisita nel breve chilometraggio della prova, che non prevede mai “long run” (per esigenze di realizzazione dell’articolo: ho fatto anche io test per riviste e trasmissioni TV), ma la pratica effettiva è un’altra cosa… io ho fatto “tapponi” da 1.200 km in un giorno, e so bene cosa vuol dire…
Alla fine, devo dire che non ci vuole nulla a fare un giro così; non è stata assolutamente una “impresa”, come molti credevano che fosse, e anche io.
In fondo, mettersi “alla prova”, scoprire la proria fatica, i propri limiti, è un desiderio sempre latente in noi, e come la lingua stuzzica dove il dente fa male, crearci “situazioni limite” è per alcuni di noi un divertimento intimo.
Chi di voi non conosce il piacere dell’esaurimento fisico e mentale nel divertimento??
Stancarsi nel divertirsi è tra le cose piu’ belle che ci sono state donate.
Invece non un dolorino (nemmeno alla schiena, che invece sulla K75 mi duoleva, viaggiavo con la fascia lombare), un indolenzimento, un fastidio; ne alla guida, né il giorno dopo, al lavoro alle 8.
Porca miseria, il primo Round l’ha vinto Lei.
Ho trovato una moto che ridicolizza le distanze, con la quale è effettivamente una sofferenza scendere di sella; al ritorno a casa ero felice per il Viaggio, ma con un velo di malinconia…
Questo è il percorso effettuato.
Ultima modifica di blacktwin; 13-04-2006 a 00:30
|