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Vecchio 14-09-2012, 19:07   #26
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Grande Naga! Il tuo modo di viaggiare è sempre di grande interesse e un ottimo esempio da seguire.

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Vecchio 15-09-2012, 08:49   #27
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@ Tutti: grazie.

@ Antonio Tempora: ho pianificato il mio viaggio, anche grazie ai tuoi utilissimi spunti
http://www.quellidellelica.com/vbfor...ht=ossezia+sud
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Vecchio 15-09-2012, 08:51   #28
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Venerdì 8 Giugno 2012
Yerevan (ARM)

Sono tante le cose da fare appena mi sveglio; sembra che debba andare al lavoro!

Per prima cosa devo cercare la Rappresentanza del Nagorno - Karaback (NKR) per chiedere il visto e non perdere quindi tempo in frontiera, poi vorrei visitare il Tempo di Garni e il Monastero di Geghard che si trovano ad est della città, e quindi “fuori mano” rispetto la strada che dovrò percorrere l’indomani (verso sud) e, infine, dedicarmi alla visita della città.

Colazione con molta calma – non prima delle 0830; mi spiegano che prima non è possibile, come in Georgia, anche in Armenia se la prendono comoda, non c’è fretta! Basti pensare che nelle scuole, le lezioni non iniziano prima delle 9, gli uffici pubblici aprono solo alle 10, per non parlare dei musei, non prima delle 11 e alle 16 sono già chiusi.

Prendo la metropolitana e poi raggiungo a piedi la Rappresentanza del NKR (che apre alle 10.00!!), gentilissimi; comunico l’itinerario che intenderò percorrere e le cose da visitare. Mi viene detto di lasciare il passaporto e ripassare alle 15.00 per ritirare il tutto, compreso il lasciapassare, così da poter evitare, una volta arrivato a Stepanakert, la registrazione.

La Lonely (edizione 2008), lascia intendere che, in tutti i casi, occorre passare presso il Ministero degli Affari esteri a Stepanakert per la registrazione; così tuttavia non è stato – con il lasciapassare in mano si è a posto (qui le informazioni aggiornate http://www.nkr.am/en/the-procedure-o...to-the-nkr/92/).

Senza mezzi termini, l’addetta mi suggerisce anche l’albergo dove sostare a Stepanakert, forse sono suoi parenti! Ovviamente sorrido e ringrazio per la gentilezza.

Esco dalla Rappresentanza e mi metto alla ricerca di un taxi che mi porti al Tempo di Garni e al Monastero di Geghard – ne trovo uno che fa al mio caso, non ha insegne – credo quindi sia abusivo – ma è uno splendido Volga 3110, macchinone russo di vecchia memoria.



Lungo la strada per il Tempio di Garni, ci fermiamo ad ammirare l’Arco di Ararat, eretto in memoria del poeta armeno Charenz



In questa si intravede in lontananza il Monte Ararat (in pieno stile Alfred Hitchcock, la panza è quella del tassista ...)



Il Monte Ararat

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Vecchio 15-09-2012, 08:51   #29
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La visita al Tempio di Garni (edificato nel I secolo d.C) è d’obbligo, ma non mi entusiasma; sarà forse perché pare la piccola brutta copia del Partenone o forse per i turisti (guarda caso italiani …) appollaiati alla sua base...



Mi sposto poi a visitare il Monastero di Geghard, e del perchè sia entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO è presto detto – trattasi di un complesso di chiese, monasteri e sacrestie, parzialmente incastrati nella roccia ...







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Vecchio 15-09-2012, 08:52   #30
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Si è fatto tardi, rientriamo quindi in città e passiamo vicino alla statua della Madre Armenia, che guarda in direzione del confine con la Turchia e brandisce una spada a difesa del popolo armeno.

Ecco forse spiegata la ragione per la quale il confine turco è blindato!

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Vecchio 15-09-2012, 08:53   #31
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Mi faccio lasciare direttamente presso la Rappresentanza del NKR; non sono ancora le 15.00 ma il passaporto – con il suo coloratissimo visto – è già pronto.

Finalmente mi posso dedicare alla visita di Yerevan – seguo il consiglio della Lonely che suggerisce di percorrere un itinerario a piedi che taglia la città da nord a sud.

La Cascade è una lunga rampa di gradini, ornata ai lati da statue dal sapore un po’ kitsch (almeno per i miei gusti)







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Vecchio 15-09-2012, 08:54   #32
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all’interno della struttura, qualche galleria artistica, anche qui con qualche pezzo di dubbio gusto ...



In compenso la vista che si gode dall’alto vale la visita





Sceso giù, passo per un giardino dove molti pittori espongono le proprie opere; pressoché scontato il tema …

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Vecchio 15-09-2012, 08:54   #33
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Riesco a scovare la minuscola chiesa di Katoghike del XIII secolo, nascosta dagli alti palazzi circostanti ...





La gente sorride, è educata, ben vestita – faccio fatica a pensare di trovarmi in Armenia – è evidente che questa non è la “vera” Armenia, e mi reputo fortunato di poter vedere altro, oltre a questa capitale cosmopolita, pulita, in ordine, ma non troppo diversa da una qualsiasi capitale europea. Arrivo in Piazza della Repubblica (Hanrapetutyan Hraparak) …



… e visito il monumentale Museo Statale della Storia Armena



Interessantissimo, specie la sezione riguardante il genocidio armeno – l’illustrazione del genocidio è chiara, senza un particolare astio nei confronti dei turchi e documenta, al di la degli evidenti fatti (oltre 1.000.000, i morti), il chiaro e premeditato disegno politico turco spinto dall’ideologia espansionistica del “panturchismo” (cito Treccani “movimento tendente a promuovere l’unità culturale e politica fra tutti i popoli di lingua turca”).

L’impressione e che gli armeni abbiano, loro malgrado, accettato il genocidio come un triste capitolo della loro storia; ora ciò che non tollerano è l’atteggiamento negazionista della Turchia.

Non chiedono vendetta, ma il solo giusto riconoscimento.
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Vecchio 15-09-2012, 08:55   #34
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Mi riavvio verso l’albergo, non prima di aver visitato la moderna Cattedrale di Surp Grigor ai cui piedi si erge la mastodontica statua raffigurante il Zoravar Andranik, generale che nel 1918 sconfisse i turchi durante la battaglia di Sardarapat.



Il ragazzino appollaiato sulla statua, nonostante le fucilate, non sono riuscito a farlo scendere !

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Vecchio 15-09-2012, 08:57   #35
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Sabato 9 Giugno 2012
Yerevan (ARM) – Stepanakert (NKR)
397 km.

La sveglia me la da mia moglie che con uno stringato sms mi informa che a Pordenone si è avvertito il terremoto – con il pensiero a quello che era capitato in Emilia – mi allarmo subito ma un ulteriore rapido scambio ti messaggini mi tranquillizza.

L’uscita da Yerevan è agevolata dal fatto che mi trovo già a sud della stessa, la cartografia digitale del GPS non mi aiuta e mi affido quindi alla sua bussola; direzione il Monastero di Khor Virap, splendido nella sua architettura, ancora di più per la sua posizione fronte il monte Ararat.



E’ indubbio che il fascino di Khor Virap, venga esaltato dalla vista del monte Ararat – il Monastero pare rappresentare l’ultimo baluardo armeno, ora che il monte si trova in territorio turco, e continua a rappresentare, nei cuori degli armeni, il simbolo nazionale dell’Armenia. Ultima curiosità, per gli armeni Ararat significa “Creazione di Dio” per i turchi il suo nome significa invece “montagna del dolore”; questo la dice lunga sui diversi punti di vista…

Arrivo al Monastero piuttosto presto e riesco a godermelo in tutta tranquillità.





Faccio per partire, ma vengo “placcato” da questo simpatico cagnolino che necessita di una dose energica di coccole, che ovviamente non gli rifiuto.



Riprendo la strada verso sud, direzione la Repubblica Autonoma del Nakhchivan (enclave dell’Azerbaijan in territorio armeno) e che mi lascio sulla mia destra per proseguire verso il complesso monastico di Novarank, dopo aver superato il passo di Tukh Manuk (1800 mt.).
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Vecchio 15-09-2012, 08:58   #36
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Novarank bisogna proprio andarlo a cercare, lasciata la strada principale, si gira a destra e ci si avventura per circa 8 km. lungo una stupenda gola.



Una volta giunti sul posto, la visita delle Chiese di Surp Astvatsatsin e di San Karapet, ne vale proprio la pena.





Mi immetto nuovamente sulla M2 e punto decisamente verso est; la calura è infermale ma il passo di Vorotan con i suoi quasi 2500 mt. mi rinfresca un poco.

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Vecchio 15-09-2012, 08:58   #37
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La deviazione per il successivo Monastero di Tatev è più lunga rispetto a quella di Novarank, oltre 25 km., di cui gli ultimi 5 su strada sterrata in discreta pendenza. Una lunga serie di tornanti, da percorrere con attenzione per non scivolare ...



Giunto in cima, scopro che – evidentemente da poco – è in funzione una funivia (chiamata “le ali di Tatev”) e che ai tanti turisti, evita la lunga salita in auto (ai bus non è comunque consentito salire, in quanto la strada è troppo stretta).





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Vecchio 15-09-2012, 09:00   #38
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Come si dice … si è fatta “na certa” ed è ora che mi sbrighi a raggiungere il posto di frontiera con il Nagorno.

Ma poi sarà un posto di frontiera vero e proprio o semplicemente un posto di controllo?

La sana curiosità mi assale; una volta lasciatomi alle spalle Goris (l’ultimo grande abitato in Armenia prima del Nagorno) la strada è deserta; per chilometri e chilometri non incontro nessuno lungo ambedue i sensi di marcia.

Ad un certo punto, dopo un piccolo ponte ed una curva a gomito intravedo la caratteristica bandiera del Nagorno, uguale a quella armena tranne per un disegno bianco sul lato destro che (cito Wikipedia) “vuole sia richiamare i tipici disegni dei tappeti locali che rappresentare la separazione dall'Armenia”.



(PS = la bandiera del NKR è quella di destra, ma senza vento non riuscivo a farla sventolare!)

Apro una breve parentesi: non credo che la bandiera del Nagorno voglia rappresentare la separazione dall’Armenia – semmai dall’Azerbaijan, di cui territorialmente ne fa parte; sempre Wikipedia corregge infatti il tiro, riportando che la bandiera del Nagorno “allude più realisticamente alle divisione politica del paese da quella che è considerata la madrepatria”, cioè l’Armenia. Chiusa la parentesi.

Torniamo alla strada, arrivo al posto di controllo – senza sbarra ne reti che ne delimitano l’area; semplicemente un cartello che invita a fermarsi e mostrare, al poliziotto di turno, i documenti. Una rapida occhiata al visto sul passaporto e al lasciapassare e posso ripartire – al massimo avrò perso 30 secondi.

Prima di risalire in moto, noto una 206 con targa iraniana (in realtà le targhe sono due, quella originale più una dedicata agli escursionisti esteri che, evidentemente, viene loro rilasciata quando escono dal Paese) – ovviamente mi avvicino (sono attratto dagli iraniani !), la coppia di ragazzi a bordo sta studiando una mappa stradale, non con qualche perplessità.

Sono di rientro nel sud dell’Iran, dopo un viaggio in Turchia, Georgia e Armenia, e mi spiegano che non li lasciano entrare in Nagorno perché da qui non potrebbero raggiungere l’Iran, atteso che di entrare in Azerbaijan non se ne parla proprio … tiro fuori la mia di mappa – che mi pare più aggiornata – e scopriamo assieme che devono ritornare indietro, verso l’Armenia e, a Goris puntare decisamente a sud.

Mi auguro gli sia andata bene ed abbiano ritrovato la strada per casa!
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Vecchio 15-09-2012, 09:01   #39
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Mi rimetto in moto, poco più di 30 km. mi separano dalla capitale Stepanakert. Lungo la strada, incontro qualche monumento, chiaro riferimento alla vittoria sugli azeri.



Contrariamente a quanto riportato dalla mappa – la strada non è assolutamente diritta; mi trovo sui 900 mt. e la strada, fatta di curve e tornanti, tira sino a raggiungere i 1800 mt..

Ecco Stepanakert vista dall’alto.



Affaticato arrivo a Stepanakert, noto subito che c’è maggiore polizia in giro nonché molti camion militari.

Decido di non seguire il suggerimento della tizia della Rappresentanza del Nagorno a Yerevan e punto alla ricerca dell’albergo che avevo già individuato sulla guida; si rivelerà una scelta azzeccata (Hotel Nairi, moto all’aperto ma guardata a vista dal guardiano).

In albergo, oltre ad una coppia orientale, non c’è nessun altro – doccia rapida e via a piedi per la città, il cui centro dista poche centinaia di metri.
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Vecchio 15-09-2012, 09:01   #40
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Non è che si navighi nell’oro …



… e il contrasto con le recenti costruzioni è evidente e, forse, eccessivo ...



Ovunque sono presenti le bandiere del Nagorno, a ricordo del ventennale dal termine della guerra con gli azeri ...



Anche questa foto è stata scattata sul vialone principale di Stepanakert



Mi colpiscono molti i balconi, “restaurati” alla meno peggio

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Vecchio 15-09-2012, 09:02   #41
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Ancora onore ai caduti della guerra





Chissà cosa dice il regolamento di condominio su come stendere i panni a Stepanakert …



La tappa di oggi:

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Vecchio 15-09-2012, 09:03   #42
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Domenica 10 Giugno 2012
Stepanakert (NKR)

Sto diventando pigro, decido di visitare il Monastero di Gandzasar (del XIII secolo) ricorrendo ad un taxi, alla reception dell’albergo chiedo di trovarmene uno, con la speranza che l’autista parlicchi un po’ di inglese, così da poter scambiare due chiacchere e cercare di capire un po’ di più di questo strano posto che è il Nagorno.

Kamal è il nome dell’attempato signore a bordo del suo taxi, la guida è molto più prudente rispetto a quella di “professional” incontrato in Georgia – mi dice che ha combattuto la guerra contro gli azeri, non in prima linea, ma – quale meccanico – nelle retrovie. Non so se credergli, la cosa – detta ad un turista quale sono – mi appare fin troppo scontata.

Ci dirigiamo a nord e prima di raggiungere il Monastero, passiamo per l’abitato di Vank, citato nella guida per il suo caratteristico albergo



Poco dopo arriviamo al Monastero di Gandzasar



Nulla a che vedere con i monasteri armeni, ma ha del fascino …



All’interno della chiesa di Surp Hovhannes Mkrtich si tiene un battesimo



All’esterno enormi gelsi



Se mai vi chiedeste come è possibile identificare una chiesa armena, cercate al suo interno o nei paraggi uno o più khachkar; trattasi di cippi funerari scolpiti su pietra, quasi sempre a forma di croce (raramente rappresentano un crocifisso) dall’alto valore simbolico, non solo religioso.

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Vecchio 15-09-2012, 09:04   #43
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Rientrando verso Stepanakert, Kamal, molto gentile, insiste per offrirmi un caffè. Spero mi ospiti in un locale tipico – finiamo purtroppo in un’area dedicata ad un parco giochi, con un albergo dalla dubbia architettura ed adornato da una mega statua di una tigre scavata nella roccia.






Rientrato in albergo, prendo la moto per completare la visita della città e vado alla ricerca di quello che è considerato essere il simbolo del Nagorno, il Tatik yev Papik (il nonno e la nonna), anche conosciuto come “Siamo le nostre montagne”.

La delusione è forte, lo trovo infatti in fase di restauro, e le impalcature non gli donano affatto...





E’ domenica, e contrariamente a quanto riportato nella guida, il Museo Statale è chiuso; non mi resta quindi da visitare dall’esterno (anche questo è infatti chiuso) il Museo dei Soldati Caduti durante la guerra contro l’Azerbaijan.

Interessanti le armi, costruite in modo artigianale, con le quali è stato affrontato il ben più equipaggiato esercito azero (a sua volta supportato dalla Turchia).

Questi sono un cannone artigianale,



una piastra lanciarazzi



e altro cannone, fabbricato alla meno peggio;



dubito fortemente circa la loro precisione, ma visto il risultato finale, devono essere serviti al loro scopo....

Considerazioni conclusive sul Nagorno.

Mi aspettavo di meglio, Stepanakert (specie di domenica) non offre nulla di particolare, tanto da giustificare il viaggio. Sicuramente più interessante, dal punto di vista paesaggistico, l’area a nord – e per chi ama il brivido, avvicinarsi alla linea del cessate il fuoco (comunque vietatissimo), può rappresentare un fattore in più.

Secondo me, si può ridurre la visita ad un giorno solo.

Basta ed avanza.
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Vecchio 15-09-2012, 09:05   #44
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Lunedì 11 Giugno 2012
Stepanakert (NKR)- Tbilisi (GEO)
585 km.

Oggi voglio raggiungere Tbilisi, capitale della Georgia, i chilometri non sono pochi (poco meno di 600), le cose da vedere lungo il percorso sono tante, ma non mi preoccupa arrivare sul tardi, avrò infatti tutta la giornata di martedì per visitare con calma la città.

Riprendo la strada verso il “confine” con l’Armenia, la temperatura è fresca ed è un piacere viaggiare; arrivato al posto di controllo una rapida stretta di mano e via, non prima di aver riconsegnato il lasciapassare che ho, senza successo, chiesto di poter conservare per ricordo.

Lungo la strada percorsa due giorni prima, dopo essere ripassato per il Passo di Vorotan (freddino…) arrivo a Getap e punto a nord lungo la M10, direzione il Lago di Sevan che raggiungo dopo aver superato un altro passo (quello di Vayots, 2400 mt., anche qui freddino...).



Lungo la strada, parzialmente nascosto da una curva, trovo il Caravanserraglio di Selim (del 1300), costruito in un periodo, nel quale la Via della Seta tra Iran e Europa passava da queste parti.



Nulla a che vedere con i caravanserragli in terra persiana – quelli visti in Iran sono ben più grandi, in grado di ospitare, oltre ai cammellieri e le bestie, anche le provviste.

Giungo a Martuni, ed inizio a costeggiare la sponda occidentale del Lago di Sevan, e mi dedico ad una veloce visita al Monastero di Hayravank (del 1100) che sorge su di un promontorio,



A mio parere, ben più imponente di quanto la guida lasci supporre. Gli interni del monastero ...



e la vista sul lago di un bellissimo azzurro



a terra, incastonato nella roccia, ho trovato questo



se fossimo in Italia, azzarderei nel dire che è un punto trigonometrico. Tutto attorno è un fiorire di colori ...

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Riprendo il viaggio verso nord, arrivato a Dilijan, punto a ovest, lungo la M8, per proseguire per Vanadzor (Kirovakan) e mettermi alla ricerca di due altri Monasteri, ambedue patrimonio dell’UNESCO.

Il primo, Sanahin, è immerso nel verde e non mi pare goda di buona salute; la Chiesa di Surp Astvatsatsin, del 928, meriterebbe maggiori attenzioni.









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Vecchio 15-09-2012, 09:08   #46
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Prima di passare al secondo Monastero, quello di Haghpat, poco distante – mi fermo a visitare la parte esterna del Museo Mikoyan, dedicato ai due fratelli nati proprio a Sanahin; uno dei due Artëm Ivanovič, è niente popò di meno colui il quale, assieme ad un altro compatriota – Michail Iosifovič Gurevič – ha fondato la Mikoyan-Gurevich, meglio nota come MiG;



peccato che non ci possa salire sopra!

Giungo al Monastero di Haghapat, anche lui vecchio di mille anni, ma meglio conservato e valorizzato; nel tempo divenuto un vero e proprio complesso monastico con chiesa, torre campanaria, biblioteca e refettorio.



















Mi rimetto in moto, c’è ancora un po’ di strada da fare.

Arrivo alla frontiera (Sadakhto – Bagratashen) con la Georgia. Le procedure per uscire ed entrare sono rapidissime, specie dalla parte georgiana, specie quando vedono – dai timbri sul passaporto – che ero già entrato/uscito nel Paese in settimana.

Non posso fare a meno di voltarmi indietro e lanciare il mio ultimo sguardo all’Armenia; a parte le buche per le strade (alle quali, ci si abitua), ne conserverò un gradevolissimo ricordo. Gente ospitale, educata, sempre sorridente. Su tutto, mi ha colpito il contrasto (forse eccessivo) della capitale Yerevan, con il resto del Paese, come pure l’atteggiamento di "apertura" verso il genocidio armeno.

Difficile la vita per l’Armenia, qui nelle alte montagne del Caucaso, con il rischio di restare isolati dal mondo; con due – sui quattro Paesi confinanti – con i quali non ha allacciato salde relazioni diplomatiche (Turchia e Azerbaijan), con il “peso” ingombrante del Nagorno, oltre a quello dell’enclave azera del Naxcivan.

E’ proprio il caso di dire che in terra armena, più che in ogni altra parte della regione, l’”equilibrio è instabile”.

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Martedì 12 Giugno 2012
Tbilisi (GEO)

L’arrivo di ieri sera a Tbilisi è stato alquanto problematico, non riuscivo infatti a localizzare l’albergo da me prescelto (il Kartli). La città è piena di cantieri, con conseguenti deviazioni, ed alla fine mi sono orientato grazie al fiume Mtkvari che taglia la città da nord a sud.

La prima impressione dell’albergo non è stata delle migliori, alla reception un ragazzo troppo giovane per ricoprire quella posizione, non sapeva come districarsi con il passaporto e la carta di credito, inoltre ciancicava continuamente la gomma da masticare ed era difficile per me comprendere il suo scarso inglese. Ho chiesto di parlare con il proprietario (che so essere tedesco) ma era impegnato a schlerare e sbraitare in georgiano/tedesco con delle donne, forse inservienti dell’albergo. La moto ha trovato posto in un mini cortile all’aperto, di meglio non c’era …



La mattina, a colazione, il crucco – si scusa per il suo comportamento di ieri sera, appare mortificato ma mi lascia intendere che per dirigere l’albergo ci vuole il pugno duro ed ogni tanto bisogna alzare la voce. Forse il problema è lui e non i suoi impiegati!

La giornata la trascorrerò a piedi, a zonzo per la città – qui il foto racconto di quello che ho visto:

L’ingresso della Basilica di Anchinkhanti, la chiesa più antica della città (VI secolo).



Cattedrale di Tsminda Sameba vista dalla fortezza di Narikala



La Fortezza di Narikala e la vista sul fiume Mtkavari







Chiesa di Kashveti (del primo 900) e i suoi affreschi







La Chiesa di Metekhi (fine 1200), affiancata dalla statua equestre del re Vakhtang Gorgasali



Dalla quale si gode una bella vista della città

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Vecchio 15-09-2012, 09:11   #48
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Scorci della città vecchia, con qualche pezzo di strana, ma gradevole, architettura













Il Parlamento



Piazza della Libertà con la statua di San Giorgio





L’interessantissimo Museo della Georgia, in particolare l’ala dedicata all’occupazione russa; una mappa, su tutto, lascia intendere cosa ne pensino, al riguardo, i georgiani (… l’occupazione continua)



Un enorme ponte pedonale sul fiume Mtkavari, pare costato una cifra sproporzionata.





Dall’alto del fiume intravedo due moto, parcheggiate davanti ad un albergo, cariche di bagagli e pneumatici di riserva.

Sono i primi motociclisti che incontro da quando sono partito, non faccio in tempo a scendere che sono già ripartiti!; non posso quindi sapere chi siano e soprattutto dove vanno o da dove arrivano … ma con quei tassellati una mezza idea ce l’ho....
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Vecchio 15-09-2012, 09:12   #49
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Ancora qualche pezzo particolare













Considerazioni su Tbilisi: come per Yerevan, è spropositato il contrasto con il resto del Paese ma anche all’interno della stessa città. Estremamente puliti i suoi viali, ma nei sottopassaggi e nei cortili della case la puzza di urina e la sporcizia è impressionante.

In molti esercizi commerciali è addirittura possibile pagare con tecnologia applicata a telefonino ma, per contro, si trovano numerose mini bancarelle che vendono a pochissimi lari (ma la gente tratta comunque il prezzo) semi di noccioline, sigarette al pezzo singolo, piantine di fiori su fondi di bottiglia di plastica ed addirittura bottoni usati!

Nei numerosissimi sottopassaggi (i viali sono larghi e le strisce pedonali sono pressoché assenti) c’è poi un microcosmo a parte; pieno di ambulanti e mini negozi che offrono i servizi più disparati a prezzi irrisori (almeno per noi turisti).



La città è inoltre piena di macchinette mangia soldi per strada, in molti tentano infatti la fortuna.

A nanna, domani si va verso il confine russo!
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Vecchio 15-09-2012, 09:13   #50
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Mercoledì 13 Giugno 2012
Tbilisi (GEO) – Kazbegi (GEO)
173 km.

Di nuovo in sella, puntando decisamente a nord. L’uscita da Tbilisi è agevole, anche qui mi aiuta molto il fiume Mtkvari e la bussola del GPS.

Ben presto arrivo a Mtskheta, già capitale del regno di Georgia attorno al IV secolo, luogo ove i georgiani si convertirono al Cristianesimo e città in cui ha sede la Chiesa ortodossa e apostolica georgiana. Al pari della città santa di Echmiadzin, vicino a Yerevan in Armenia, Mtskheta è dunque un luogo sacro per i georgiani.



Limito la mia visita alla cattedrale di Svetitskhoveli, maestosa nella sua architettura.





Ritorno sui miei passi e trovo ad aspettarmi il custode al quale avevo lasciato in affidamento la moto, e al quale riservo qualche coccola …



La voglia di percorre la famosa Strada Militare Georgiana è molta e quindi mi rimetto presto in marcia.

La strada è lunga poco più di 200 km. e collega Tbilisi con Vladikavkaz, capitale dell’Ossezia del Nord in Russia. Costruita dai russi nei primi dell’800, è stata ultimata nel 1860, con soluzioni architettoniche all’avanguardia per l’epoca; ponti in ferro, tratti con due corsie per senso di marcia – il tutto con materiali fatti per resistere alle alte quote (Passo di Jvari di circa 2400 mt.) e, quindi, ai geli invernali.

Contrariamente a quanto si pensa, la Strada Militare Georgiana non è stata utilizzata durante il conflitto tra Russia e Georgia nel 2008, in quanto i russi, per entrare in Ossezia del Sud, hanno utilizzato la Strada Militare Osseta, che si trova più ad ovest di quella georgiana.

Lungo la strada che, lentamente ma inesorabilmente continua a salire, incontro la cittadella fortificata di Anuri e visito velocemente la Chiesa dell’Assunzione





La strada è, tutto sommato, in buoni condizioni, ad eccezione di un tratto non asfaltato di circa 15 km. dopo Gadauri. Il traffico è scarso, pochissimi turisti, peraltro solo russi o locali.

Giunto al Passo di Jvari (mt. 2380, il punto più alto della strada), mi fermo in questo coloratissimo anfiteatro



Dal quale si gode uno stupendo panorama



A sud la valle ...



... mentre a nord si erige maestoso, in secondo piano, il monte Kazbek ...



Ripresa la salita, vedo provenire da nord due motociclisti su BMW – faccio quasi fatica a fermarli, mi devo mettere in mezzo la strada, altrimenti avrebbero proseguito diritto!

Sono inglesi (ecco spiegato il tutto!) gli chiedo se provengono dalla Russia e se sono quindi riusciti a varcare il confine; mi dicono di no, non hanno previsto di varcare il confine e sono stupiti dalla mia domanda.

Gli spiego allora che a seguito della guerra del 2008, la frontiera tra Russia e Georgia è stata chiusa ai cittadini non-CSI; da poco la frontiera dovrebbe essere stata riaperta a tutti, da qui la mia domanda.

Mi guardano allibiti e mi rendo conto che girano a vuoto; come si fa a visitare un Paese come la Georgia (ma il discorso vale per tutti) e non conoscerne la storia, alemno quella recente?

Ancora una volta mi viene in mente il film “I due nemici” laddove un grande Alberto Sordi fa notare all’inglesissimo David Niven che “i nostri compatrioti costruivano le fognature quando gli inglesi si dipingevano ancora la faccia di blu”! Ahahahahah!

La mia potrà essere scambiata per presunzione; ritengo invece che presentarsi in un Paese non conoscendone la storia, la cultura e le tradizioni, costituisca un atto arrogante.

Poco più avanti, una formazione rocciosa calcarea, dalla quale sgorga un’acqua rossastra.

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