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Vecchio 20-09-2009, 22:49   #1
MassimoB
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Ciao Massimo! Ok, fammi rimettere che sono mezzo malato e ci si incontra .
ok, allora auguri di pronta guarigione
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Vecchio 20-09-2009, 21:13   #2
milkplus
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Eccomi, vado avanti un altro po' col report...

venerdi' 24/07/09: Amasya – 0 km

Al nostro risveglio abbiamo fatto la piu' bella colazione turca fino a oggi: te', yogurt, cetrioli, pomodori, salame di mucca, olive, tre o quattro tipi di formaggio (tutti salatissimi!), anguria, pane, burro, marmellate e uova al tegamino belle calde e cotte a puntino!
Appena finito il pasto luculliano andiamo a visitare il sito archeologico delle tombe dei Re del Ponto. Si trovano sulla parete di roccia e dominano la vista dalla citta' guardando verso nord; sono completamente scavate nella roccia e risalgono al IV secolo a.C. L'ingresso costa 3 lire a testa; non abbiamo nessun opuscolo informativo, ma tanto ci affidiamo alla nostra mitica Lonely! Le rovine sono piuttosto mal ridotte, non c'e' moltissimo da vedere a parte i 'buchi' nella roccia... La cose che meritano sicuramente di piu' sono i panorami sulla valle e la citta'!
Dopo aver visto le tombe alterniamo le visite alle moschee a quelle nelle stradine piene di negozietti, dove non ci sono turisti, ma solo gente del posto e soprattutto dove i prezzi sono veri!
A pranzo assaggiamo per la prima volta le famose 'pide' turche, una sorta di pizza che si puo' avere in tutti i modi, principalmente con carne o con formaggio fuso. Sono veramente ottime, visto anche il loro prezzo che va dalle due alle cinque lire. Accompagniamo la pida con l'ayran, ormai non riusciamo piu a farne a meno!
Quello che ci manca, forse piu' a me che a Silvia, e' il dessert. Si', perche' ogni tanto al ristorante mi piace concludere con un dolcetto! E la cosa piu' strana qui in Turchia infatti e' che ci sono tante pasticcerie che vendono dolcetti di tutti i tipi, ma ai ristoranti invece nemmeno uno. Ed e' per questo che dopo pranzo andiamo a cercarci qualche buon negozio dove vendono dolci. Dopotutto e' da Edirne che non mangio un po' di baklava...
Nel pomeriggio visitiamo per bene tutto il centro storico di Amasya, da Ataturk Meydani alla Moschea di Beyazit II, dove ci sono anche una biblioteca ed una scuola coranica importante.
Concludiamo la nostra giornata cenando al nostro albergo, i prezzi sono molto piu' alti rispetto alla media, ma per oggi vogliamo esagerare! E poi i camerieri sono troppo simpatici: io cerco di imparare un po' il turco e loro l'italiano!







sabato 25/07/09: Amasya, Erzincan, Erzurum – 560 km

Oggi sveglia presto! Ci aspetta una delle tappe di trasferimento piu' impegnative qui in Turchia: da Amasya ad Erzurum passando da Erzincan sulla E80, la strada europea che arriva al confine con l'Iran.
Il tragitto e' molto impegnativo: il tempo e' brutto e fa freddo, la strada e' piena di cantieri ed e' lentissima da percorrere in quanto semplice statale ad una carreggiata e due corsie... La fatica pero' e' ripagata in ogni momento dai panorami che si stagliano davanti ai nostri occhi: campagne brulle e montagne selvagge, con il GPS che mi indica costantemente i 14oo metri e passa di altitudine! La vacanza sta diventando sempre di piu' un'avventura, anche perche' il traffico e' quasi solo costituito da camion e poche macchine turche scassate: zero motociclette. Ai bordi delle strade troviamo spesso persone che vendono aglio e poco altro; ci sono mandrie di mucche e greggi di pecore e capre dove i pastori sono semplici bambini!
Arrivati ad Erzincan vediamo il primo tir iraniano da quando siamo in Anatolia: ha due targhe, una in arabo ed una internazionale con caratteri latini. L'emozione e' forte: ormai siamo arrivati in Kurdistan...
Ad una delle tante soste per la benzina (e le chiappe!) un gruppo di bambini viene a salutarci. Inizialmente erano quattro, alla fine una trentina! Ci chiedono da dove veniamo, dove andiamo ma soprattutto... Soldi! La parola piu' conosciuta da questi ragazzini e' infatti 'money'...
A meta' pomeriggio il tempo diventa veramente instabile, fortunatamente non piove, ma il cielo e' pieno di nuvoloni neri ed e' freddo: infatti siamo a piu' di 2000 metri. Arriviamo a Erzurum verso le 6 accompagnati da una bella pioggerellina e l'ingresso in citta' non e' dei migliori: la periferia e' piuttosto squallida e la strada fa pena, e' piena di buche, pozzanghere, fango e ghiaia sparsa. Arrivati in prossimita' del centro la vista migliora un po', passiamo infatti sulla strada principale del centro dove le due torri selgiuchidi, le meglio conservate della Turchia, ci danno il benvenuto! C'e' parecchio traffico, piove e siamo stanchi. Specialmente io, che ho guidato per quasi 600 km su strade di montagna e di campagna... Decidiamo cosi' di fermarci un attimo per consultare la guida e cercare un albergo. Non appena metto giu' i piedi dalla moto una coppia di ragazzi ventenni ci saluta e con un ottimo inglese ci chiede se abbiamo bisogno di aiuto. Si chiamano Recep e Burak e sono studenti universitari. Erzurum infatti vanta una delle universita' piu' valide della Turchia. Non me lo faccio ripetere due volte e cosi' approfitto chiedendo dove possiamo trovare un albergo con un posto sicuro per la moto. Recep, il piu' sveglio fra i due, mi spiega dove andare, ma onestamente non capisco piu' di tanto... Cosi' lui si offre di farmi da guida, salta in groppa al mio Giessone tutto carico e mi porta all'albergo piu' vicino. Silvia resta con Burak, siamo in pieno centro e c'e' una marea di gente, per cui mi fido e parto con Recep nella ricerca. Dopo un tentativo a vuoto finalmente troviamo un albergo, l'Esadas. Non e' stato difficile, solo un po' spericolato, in quanto Recep mi diceva: 'Vai qua, passa li', supera questo, supera quello, fai inversione, prendi questa scorciatoia, vai vai!!!' Roba da matti, ma divertentissimo! Solo qualche pensiero a Silvia, che e' con un estraneo ed e' lontana da me... Infatti appena arrivati all'Esadas ho quasi obbligato Recep a telefonare al suo amico per sapere dove erano e dopo pochi minuti sono arrivati: Burak ha gentilmente offerto un cay a Silvia mentre noi facevamo il rally dentro il centro di Erzurum!
Dopo aver colonizzato la nostra camera d'albergo con tutti i nostri bagagli e dopo la solita doccia rigenerante, ci incontriamo con i nostri due nuovi amici per mangiare qualcosa insieme. Cosi' ci portano in un ristorante veramente folkloristico nel centro di Erzurum, tutto arredato a tema con tappeti turchi, curdi, iraniani, siriani e con mobili e suppellettili tipici della regione. E' ovviamente molto turistico, ma per niente forzato ed esagerato, e' proprio un bel posto. A tavola parliamo della nostra vacanza e dell'Italia: loro amano la nostra penisola e vogliono sapere tante cose, nonostante abbiano anche amici che studiano a Roma e Milano. Sono poi piuttosto colpiti dal giro che vogliamo fare in questa vacanza, anche perche' non vedono molti turisti all'infuori di Turchi qui ad Erzurum, specialmente Italiani in moto!
Dopo la cena facciamo due passi in centro, visitiamo da fuori le due torri selgiuchidi e poi Recep, vedendomi interessato nel capire da dove provenisse ciascun tappeto che era nel ristorante, ci porta in un negozio di tappeti. Il gestore del negozio e' un curdo sulla sessantina, molto simpatico ed accomodante, ma che vuole vendere a tutti i costi! All'inizio ci viene da pensare che il motivo di tutta questa gentilezza da parte dei due ragazzi fino ad ora fosse solo per portarci qui, poi dopo, vedendoci non interessati, non hanno insistito e abbiamo parlato d'altro. Sono piuttosto tristi che non ci fermiamo ad Erzurum per piu' di una notte. Infatti dormiamo qua solo per poi andare domani a visitare le Valli Georgiane fino a Yusufeli per poi arrivare a Kars, vicino al confine con l'Armenia.
Verso le dieci e mezzo ci riavviciniamo tutti insieme all'albergo, ci scambiamo le email e ci salutiamo calorosamente. Recep e Burak sono stati veramente gentili e amichevoli in questa serata, cosi' offriamo loro ospitalita' in Italia qualora vogliano venire a farsi qualche giorno di vacanza!

Sulla E80:








Erzurum:


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Vecchio 20-09-2009, 22:25   #3
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molto bello e interessante.........

aspetto le prossime puntate
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Vecchio 20-09-2009, 23:07   #4
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Altra tappa...

domenica 26/07/09: Erzurum, Tortum, Yusufeli, Gole, Kars – 380 km

Oggi attraverseremo gran parte delle Valli Georgiane e passeremo tutto il giorno in moto, fermandoci per vedere alcuni posti, per fare tante foto ed immergerci nei paesaggi stupendi della regione!
Il tempo e' sempre piuttosto brutto, ma non piove per cui gambe in spalla, ehm in sella, e andiamo!
La strada che va a nord verso Tortum da Erzurum, e' di recente realizzazione ed e' perfetta. Pero' mentre guido mi viene da pensare... Ma a che serve questa superstrada immensa se non c'e' neanche una macchina o un camion? Misteri della Turchia...
Prima di arrivare nella zona montuosa di Tortum, il paesaggio e' tutto praterie. Poi iniziano appunto le Valli Georgiane, un tempo territorio del regno medievale di Georgia. Le campagne e i paesaggi circostanti sono stupendi, i pochi villaggi presenti sono minuscoli e le case spesso sono poco piu' che capanne in pietra o mattoni, ci sono pochissime macchine... Insomma sembra di essere in un'altra epoca! La strada infine e' tutta nostra. Ogni tanto devo fare attenzione: spesso in curva trovo dei massi in mezzo alla strada caduti dalle pareti di roccia vicine... Decidiamo di visitare le rovine della chiesa georgiana piu' bella a detta della guida: Oskvank, si trova vicino a Uzundere e lasciamo cosi' la strada principale non appena troviamo l'indicazione. Ci ritroviamo a su una piccola via locale, che passa attraverso villaggi e fattorie, in mezzo a boschi e valli dominate da tantissimi piccoli torrenti; qui le persone ci guardano un po' stralunate, per capire cosa cavolo siamo venuti a fare da queste parti... E in moto per giunta! Vivono di pastorizia e agricoltura quasi esclusivamente di sussistenza, ma i visi delle persone sono sereni, felici e ci sembra che non manchi loro quasi niente. Siamo in terra di Laz, una minoranza etnica completamente diversa da quella turca e che discende dalle popolazioni caucasiche.
Le rovine della vecchia cattedrale di Oskvank, del X secolo, sono piuttosto affascinanti e misteriose: il soffitto delle tre navate e la cupola sono ormai crollati, ci sono bassorilievi e affreschi deturpati dagli iconoclasti e dai musulmani nei secoli passati, e le mura sono annerite probabilmente da incendi provocati per cancellare la cultura cristiana dalla regione. Assolutamente un luogo da preservare il piu' possibile!
Appena lasciata Oskvank riprendiamo la strada che porta al Lago di Tortum e proseguiamo verso nord. Il cielo inizia a schiarire e compare finalmente un timido sole a riscaldarci un po'.
Oltrepassato il lago la strada si strettisce parecchio e ci ritroviamo praticamente in una gola, dove all'interno scorre il fiume Coruh. Le pareti della gola sono spettacolari, tutte di roccia rossa; il fiume scorre tortuoso al nostro fianco, peccato solo che nei giorni passati abbia piovuto molto e che pertanto sia solo un enorme torrente di fango.
Verso l'ora di pranzo arriviamo nel paese di Yusufeli, proprio in mezzo ad una delle tante vallate della zona: il paese e' piuttosto vivo, sicuramente migliore dei poveri villaggi visti durante la mattina. Andiamo a mangiare in un ristorante, praticamente l'unico in paese, dove servono carni e kebab in tutti i modi possibili! Silvia rimane un po' colpita dal fatto che in paese e nel ristorante in particolare non ci sia nemmeno una donna. Non oso mettermi nei suoi panni, dev'essere un po' a disagio poverina... Il pranzo e' comunque ottimo e le persone sono cordiali e sorridenti. Uscendo vediamo anche entrare un gruppo di donne, le quali pero' vanno a mangiare al piano di sopra: uomini giu' e donne su, ognuno per conto suo...
Lasciata Yusufeli, che nei prossimi anni verra' completamente distrutta per lasciare posto ad un lago artificiale, prendiamo la strada per Gole ad est. Gradualmente le valli georgiane diradano diventando vere e proprie pianure, i paesaggi sono sempre stupendi e soprattutto non c'e' un'anima, siamo proprio all'avventura! Troviamo solo un posto di blocco armato della Jandarma turca lungo la strada, ci sorridono e ci salutano senza chiedere niente.
Nei pressi di Gole sulla strada c'e' un bel cantiere di allargamento della carreggiata e purtroppo ci si ferma, non si va avanti. Stanno infatti 'tirando giu' con le ruspe mezzo monte per fare spazio alla strada e noi ci incolonniamo con le macchine presenti, in attesa che riaprano al traffico. Fortunatamente nel giro di pochi minuti una ruspa arriva sul posto e ripulisce dalle macerie: ottimo si riparte!
Verso le quattro ci ritroviamo piano piano ad uscire dalla regione montuosa con valli e boschi e iniziamo a salire, salire sempre di piu'. E' freddo, nuvoloso e siamo su un altopiano a piu' di 2500 metri di altitudine: ai nostri lati ci sono solo steppe e praterie, siamo in mezzo al niente! Ci fermiamo obbligatoriamente, visto che non voglio rischiare, a fare benzina in un'area di servizio, l'unica vista da una settantina di chilometri, che si trova su uno spiazzo sterrato e con ghiaia, dove l'edificio e' quasi una baracca, la pompa e' vecchissima e dove la benzina fa pena! Infatti nel tragitto successivo fino a Kars la moto non mi tiene il minimo e devo tenerla accelerata durante le soste a motore acceso... Cavolo, era meglio se portavo un integratore di ottani!
Nei pressi di Kars, la strada diventa praticamente una grande pista sterrata con ghiaione, larga quasi una ventina di metri.
Arriviamo cosi' dopo questa giornata avventurosa e tutti sporchi di fango da capo a piedi, per le 7 circa con il cielo sempre piu' nero e con la pioggia. Un po' stanco guido per entrare in citta', la periferia sembra un villaggio di campagna, con la strada tutta spaccata, le papere e le mucche al bordo... Andiamo a cercare subito un albergo della guida, troviamo cosi' il 'Gungoren Otelcilik', onestamente un po' squallido, ma pulito e con tanti clienti che sembrano essere qui per lavoro. Il portiere mi fa parcheggiare lungo la strada, davanti alla hall: e' uno dei parcheggi peggiori trovati finora qui in Turchia per la notte, pazienza... Mi assicurano che non ci sono problemi e ci danno la stanza che si affaccia proprio sulla strada, cosi' che io possa ogni tanto controllare la mia motina.
Dopo la doccia usciamo, purtroppo e' tardi e non possiamo andare a vedere il castello, che e' l'unica attrazione della citta'. Pazienza, dopo tutto non era in programma una sosta turistica in questa citta' se non per una notte da trascorrere in vista della visita alla citta' archeologica di Ani.
Ceniamo in un piccolo locale dove servono esclusivamente 'lamachun', un altro tipo di piatto simile alla pizza, con la differenza che e' a base di carne e che e' fatto a strati impilati uno sopra l'altro. Non e' male, ma la pida e' tutta un'altra cosa!

Andando verso Tortum:




Oskvank:







Lago di Tortum:




Yusufeli:




Verso Gole:




Verso Kars:



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Vecchio 27-09-2009, 20:36   #5
smile50
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E poi?
Mica bello lasciarci così sul gusto....

Dai, che stavi andando forte...
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Vecchio 28-09-2009, 17:30   #6
BREEZE
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minchiazza nic, complimentissimi!

...una curiosità...ci saresti riuscito anche con la giessina?
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Vecchio 28-09-2009, 22:01   #7
milkplus
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Ragazzi, ancora un po' di pazienza vi prego... Sono dietro a cercar lavoro e il tempo scarseggia. Appena posso vado avanti!

@ breeze: ciao Fabrizio, grazie! Con la giessina forse da soli e' fattibile, ma in due con bagagli secondo me e' la morte... Specialmente per i 2000 km di autostrada fino a Istanbul!
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Vecchio 29-09-2009, 17:14   #8
Zio Bit
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milkplus complimenti per il viaggio, leggendo mi hai fatto sognare ad occhi aperti, complimenti ancora
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Vecchio 30-09-2009, 07:47   #9
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Ciao Milk veramente un bel report.. belle foto.. bello viaggio.. spero proprio di ripercorrere le tue tappe.. in bocca al lupo per la tua ricerca sicuramente è più importante.. aspetto le prox puntate
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Vecchio 01-10-2009, 19:21   #10
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Visto che è per una buona, anzi ottima, causa ..... si aspetterà.
Auguri!
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Vecchio 02-10-2009, 00:45   #11
Praga
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Ciao, complimenti Nicola, anche io ed altri due amici abbiamo visitato la Turchia questa estate (seconda metà di agosto) ma abbiamo visitato solo la parte più occidentale della Turchia (Izmir, Selcuk, Pamukkale, Fethyie, ecc. ecc. + Istambul) ma ci siamo resi conto che più vai "dentro" più scopri la vera Turchia e assapori con piacere l'accoglienza dei turchi. Prenderò nota delle tue tappe e delle tue esperienze per la prossima volta che certo non mancherà: non puoi lasciar fuori la Cappadocia e tutto il resto. Attendo anch'io la fine del report. Ciao
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Vecchio 03-10-2009, 14:54   #12
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Eccomi ragazzi, grazie ancora per i complimenti e gli in bocca al lupo per il lavoro!

Allora... Dove eravamo rimasti, ah si'!

lunedi' 27/07/09: Kars, Ani, Kars, Igdir, Dogubayazit – 290 km

Oggi dedicheremo una mezza mattinata ad una tappa obbligatoria: Ani, le rovine dell'antica capitale armena al confine turco armeno. Prima di lasciare l'albergo di Kars durante la colazione, ci accorgiamo di non essere i soli italiani presenti... Incredibile! Conosciamo cosi' Antonella e Alessandro di Belluno. Sono fratelli, sulla quarantina e sono venuti dall'Italia per visitare un po' l'est della Turchia: hanno iniziato il loro tour indipendente da Van, dove sono arrivati con l'aereo, e hanno girato un po' con i dolmus nella regione per poi salire verso Dogubayazit, Igdir e Kars. I dolmus sono i pulmini minivan che fanno servizio taxi e la Turchia ne e' piena. Di solito sono Ford Transit degli anni '90, dei muli insomma.
Ma torniamo a noi... Con Alessandro e Antonella parliamo un po' dei rispettivi giri e sono inevitabilmente colpiti dal nostro! Devo dire pero' che sono i primi a non prenderci per matti e anzi sono fortemente affascinati! Dopo aver scambiato quattro chiacchiere ci salutiamo e ci diamo appuntamento ad Ani dove anche loro andranno appena lasciato l'albergo.
Prima di uscire da Kars mi fermo a mettere benzina e do una sciacquata alla moto per togliere un po' di fango: e' troppo sporca e come la tocchiamo ci sporchiamo! Beh, dopo tutta le strade bianche e la pioggia di ieri e' comprensibile...
La strada che porta ad Ani e' in mezzo a pascoli verdissimi sui 2000 metri, dove spesso troviamo grosse mandrie di mucche a bordo carreggiata. E' una giornata stupenda, finalmente il tempo sta migliorando e possiamo goderci i panorami di questo angolo di mondo.
Arrivati nei pressi di Ani troviamo Ocakli, un tranquillo villaggio di capanne basse con i tetti di paglia e teli di nylon blu. Il custode all'ingresso del sito archeologico con i suoi due amici ci saluta calorosamente... 'Italia... Milan, Inter, Giuentus... Super!' Orgogliosamente ci fa parcheggiare la moto sotto “i leoni” in rilievo sulle mura dell'omonima porta di ingresso di Ani!
Questo posto e' veramente affascinante e lo consiglio vivamente a chiunque venga da queste parti. Mentre camminiamo vicino alla Chiesa del Redentore, in piedi solo per meta', ci raggiungono i nostri amici di Belluno appena arrivati con il pulmino e decidiamo di girare un po' insieme e farci le foto a vicenda . Alla vicina Chiesa di San Gregorio troviamo un gruppo di operai addetti al restauro. Inizialmente non ci fanno entrare perche' il capo cantiere non vuole turisti durante i lavori, ma alla fine tra una chiacchiera e l'altra ci fanno passare per qualche minuto; l'interno e' veramente molto bello, pieno di affreschi abbastanza ben conservati, anche se con le figure prive dei visi come a Oskvank.
Oltre al fascino della citta' in rovina, la cosa forse piu' bella del posto e' la vista sul canyon che divide la Turchia dall'Armenia: veramente stupendo!
Verso le 11 salutiamo i nostri amici e andiamo a riprendere la moto: destinazione Igdir per il pranzo e poi Dogubayazit, ai piedi del Monte Ararat... !
La strada che percorre tutto il confine con l'Armenia e' da urlo! Anche se un po' disastrata, ma ormai ci siamo abituati, offre viste stupende con collinette di roccia rossastra completamente spoglie dalla vegetazione. E poi non c'e' un'anima, solo un pullman GT che viaggia a piu' non posso in direzione di Igdir su questa stradina di campagna mezza sterrata, da pazzi... Ad un certo punto troviamo un bivio con una strada che porta verso la frontiera con l'Armenia, c'e' pero' un posto di blocco militare fortemente armato con mezzi pesanti, carri armati e torrette: i confini sono chiusi. Beh, si sapeva, ma fa comunque un certo effetto vedere una cosa del genere con tanto di torrette di avvistamento...
Per pranzo arriviamo a Igdir: e' una citta' tipo Kars, ma molto piu' movimentata e caotica, piena di auto, furgoni, camion e motorette tutti mezzi scassati! Ci fermiamo ad un ristorante lungo la strada principale e ci mangiamo un bel kebab. Qui le persone ed il modo di vivere ci sembrano diversi, sono meno chiusi e riservati rispetto ai villaggi e le citta' viste nella regione nord orientale della Turchia, e' tutto molto familiare e accogliente.
Dopo aver mangiato andiamo verso Dogubayazit e appena usciti da Igdir un gruppo di soldati armati ad un posto di blocco ci ferma per il controllo dei passaporti: ovviamente siamo in regola, ma e' la prima volta in tutta la vacanza...
Arrivati finalmente vicino alla montagna biblica, non riusciamo a vederne la vetta, e' nascosta dalle nuvole. E che cavolo, io voglio immortalarlo con un sacco di foto! Vabbeh, andiamo avanti che Dogubayazit e l'Ishak Pasa sono vicini!
Dogubayazit e' piccola, ma parecchio movimentata: e' l'ultima citta' turca (solo geograficamente, visto che sono tutti curdi all'infuori di militari e polizia) e ci sono tantissimi camion e furgoni che vanno in Persia. Andiamo direttamente all'albergo consigliatoci da Alessandro e Antonella, l'Isfahan Hotel: e' gestito da ragazzi giovani e molto aperti al turismo straniero. Dopo aver contrattato il prezzo per due notti (90 lire in tutto!) chiedo a Sedef, il proprietario, dove posso parcheggiare la moto e lui molto cortesemente me la fa mettere nella hall!!!
La nostra stanza e' un po' spoglia, ma pulita anche se in terra c'e' la solita dubbia moquette; dopo il bucato e la doccia rinfrancante scendiamo a fare due passi. Troviamo pero' un fattorino e Sedef accanto alla moto con un gruppo di cinque ragazzi che ammirano il mio destriero bavarese: sono motociclisti iraniani e si congratulano per l'impresa! Ah, Silvia e' come se non esistesse, parlano solo a me... Oltre a loro un po' tutti i turisti dell'albergo immortalano la moto nella hall, compreso un gruppo di ragazze coreane in giro per il Kurdistan!
Pian piano ci rendiamo conto che l'hotel e' pieno di turisti occidentali che sono qua per fare escursionismo sull'Ararat. Questa meta e' infatti gettonatissima da tanti amanti del trekking. Ah, nemmeno un italiano... Si sa, per la maggior parte degli italiani questo e' un 'postaccio' pericoloso e pieno di musulmani terroristi! Mah, lasciamo stare gli aspetti politici e' meglio, anche perche' mi sto veramente rendendo conto di quanto la Turchia e il Kurdistan siano belli! In Italia invece c'e' parecchia ignoranza riguardo queste regioni e questi popoli, non si puo' fare come al solito di tutta un'erba un fascio... Ok, stop!
Camminando sulla strada principale del centro, veramente minuscolo, troviamo un ragazzo sui quindici anni che ci saluta con un ottimo inglese e che ci chiede se vogliamo andare a vedere il negozio di tappeti e kilim di suo fratello Osman: e' simpatico, andiamo! Mentre camminiamo e parliamo con lui, ci ricordiamo che anche gli amici di Belluno avevano incontrato queste persone. Ci avevano infatti parlato di Osman, del suo negozio, di suo fratello e di un'altra persona, Norman. Norman e' un uomo scozzese che vive a Prato da piu' di vent'anni e che da qualche anno trascorre l'estate dal suo amico curdo venditore di tappeti e dalla sua famiglia per aiutarlo nel commercio con i turisti, visto che parla diverse lingue. Appena arrivati al negozio li conosciamo entrambi e raccontiamo loro di Alessandro e sua sorella e del nostro viaggio. Sono ovviamente colpiti e anzi Norman, con il suo accento inglese fiorentino simpaticissimo, ci dice che siamo semplicemente mezzi matti!
I kilim e tutto il negozio di Osman sono stupendi e i prezzi veramente buoni, forse ci scappa un tappeto...
Dopo una bella chiacchierata fra un cay e l'altro ad ammirare tappeti, principalmente curdi, ma di regioni diverse, salutiamo i nostri ennesimi nuovi amici e andiamo a mangiare qualcosa al ristorante accanto. Dopo la cena rientriamo in hotel anche perche' piove e fa un po' freddo e poi non e' che ci sia piu' di tanto da vedere in questo piccolo paese di frontiera specialmente al buio verso le dieci di sera. Comunque Dogubayazit ci piace, non so, ha qualcosa di magico questo posto, sara' che siamo lontanissimi da casa e le emozioni sono fortissime!
Per strada troviamo una coppia di ragazzi che avevamo intravisto ad Ani e che stanno cercando un albergo con la Lonely alla mano: ci siamo riconosciuti tutti e quattro e cosi' ci presentiamo. Loro si chiamano Milos e Jovana, sono Serbi di Belgrado e sono studenti universitari che girano da un mese in autostop e con i mezzi pubblici la Turchia dell'est, la Georgia e l'Armenia!
Dopo esserci salutati ci diamo appuntamento al nostro Hotel fra una mezzora per fare due chiacchere, visto che loro devono trovare prima un alloggio.
Concludiamo cosi' tutti insieme la serata sorseggiando una Efes e parlando con Sedef e un suo amico dell'Ishak Pasa, il palazzo 'da mille e una notte', per citare la guida, che si trova a sei chilometri da Dogubayazit e che e' il simbolo di questa regione insieme alla montagna di Noe'.
Ah, il mio turco migliora! Peccato che in questa citta' i piu' parlano curdo. Beh, mi applichero'!

Ani:








Benzinaio!


Strada verso Igdir...




Sotto l'Ararat


Moto nella hall dell'albergo a Dogubayazit con Mnuri in posa!
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Ultima modifica di milkplus; 03-10-2009 a 14:56
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Vecchio 03-10-2009, 17:07   #13
Ballerino
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Finalmente!!!! Stavo aspettando con impazienza il proseguio del tuo racconto. Leggo che cmq col tempo non sei stato proprio proprio fortunato...acqua e temperature freddine eh?! Però posti fantastici!! Non vedo l'ora di tornarci!!! E vai!!!!
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Vecchio 03-10-2009, 17:56   #14
motolibe
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complimentoni davvero un viaggio molto interessante
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Vecchio 03-10-2009, 21:20   #15
milkplus
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Grazie grazie!

Effettivamente il tempo e' stato un po' nuvoloso, umido e freddolino nei giorni verso Erzurum, le Valli Georgiane, Kars e Ani. Diciamo che il nord est e' fortemente a rishio come meteo anche a luglio-agosto, considera che non sono mai sceso sotto i 1500 km anzi spesso ero oltre 2000!
Pero' non ho mai avuto freddo, io avevo la rallye 2 pro senza goretex e maglietta in microfibra sempre. La maglia termica della bikers e l'antipioggia li ho messi solo nel pezzo erzurum-yusufeli-kars che ero oltre 2200 con il cielo nuvoloso e pioggerelloso a tratti, mai preso temporali o nubifragi.

Dalla prossima puntata in poi caldo bestiale fino a casa, come scrivero' nei prossimi giorni; il giorno piu' caldo? Van-Tatvan-Bitlis-Diyarbakir, 40 gradi sotto il sole con vento caldo secco!

Via domani vado avanti...
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Vecchio 03-10-2009, 23:56   #16
Ballerino
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Vai vai...non vedo l'ora......peccato non esserci al raduno dei rimasti avremmo magari potuto conoscerci e scambiarsi opinioni....live.
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Vecchio 04-10-2009, 09:34   #17
pv1200
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e allora andiamo.... vai milk... ti tocca ripartire per scriverne un altro..
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Vecchio 04-10-2009, 11:42   #18
THE BEAK
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Nico!!grande davvero un bel diario(avevi il pc dietro?) e un bellissimo viaggio complimenti a te e Silvia, stare dietro per tutto quel tempo non è non è com guidare!!
bravi

ps col desierto oscar è più incazzato eh!!
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Vecchio 06-10-2009, 23:01   #19
milkplus
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Grazie a tutti, troppo buoni!

Andre, non aveo il pc, lo sto scrivendo da quando sono tornato e utilizzo il presente, mi piace cosi'. L'hard disk e' la mia testa...

Proseguiamo...

martedi' 28/07/09: Dogubayazit – 0 km

Ah che bello... Oggi si dorme e ci preserviamo le chiappe! Ebbene si', niente moto!
Verso le nove e mezzo andiamo al negozio di Osman, dove accanto c'e' la fermata del dolmus che porta all'Ishak Pasa. Abbiamo infatti deciso di prendere questo mezzo per fare i sei chilometri di strada fino la'. Appena arrivati da Osman troviamo lui, Norman e suo fratello che ovviamente ci offrono un cay, ma non possiamo in quanto abbiamo il pulmino da prendere. Osman allora ci fa presente che non c'e' problema, il dolums ci aspettera', tanto finche' non e' pieno non parte. Ricordo, giusto per la cronaca, che si tratta di un Transit e che di norma ci sono otto posti a sedere piu' quello dell'autista...
Dopo una mezzora arrivano anche Milos e Jovana, beh e' ora di andare. L'autista infatti ci viene a chiamare e cosi' andiamo alla fermata. Pazzesco, il pulmino e' pieno di donne e bambini piu' l'autista e altri due uomini! Saliamo con i nostri amici di Belgrado e letteralmente ci strippiamo sui sedili in fondo; Silvia conta diciannove bambini e una decina di adulti. Partiamooo!
Arrivati al parcheggio del palazzo scendiamo e salutiamo l'allegra combriccola: tutti sono completamente affascinati dalla nostra presenza, in particolare osservano e ridono dell'apparecchio ortodontico di Silvia.
La vista sull'Ishak Pasa dal parcheggio e' notevole in quanto domina tutta la vallata della citta'. Con Milos e Jovana andiamo verso il palazzo, che dista mezzo chilometro e all'ingresso cerchiamo il custode per pagare il biglietto. Invece del custode troviamo un gruppo di operai che ci fa cenno di entrare liberamente: in questi giorni non si paga visto che ci sono i lavori per la realizzazione della copertura in vetro di tutto il palazzo per preservarne le parti a cielo aperto. Beh, un po' di fortuna non guasta!
L'Ishak Pasa e' interessante, ma ci aspettavamo qualcosa di piu'; la parte piu' bella e' la sala da pranzo del pascia', dove colonne e archi sono estremamente curati nei particolari e con bassorilievi selgiuchidi, persiani e ottomani.
Dopo una buona ora ad ammirare e a far foto usciamo e facciamo qualche parola con Milos e Jovana, godendoci il panorama. Insieme decidiamo di riscendere in citta' a piedi, dopo tutto sono solo sei chilometri e in discesa. A meta' strada pero' Milos si stufa e mentre passa un autocarro fa cenno col dito per chiedere un passaggio. Il proprietario si ferma e ci fa salire dietro sul cassone aperto; non appena riparte ci ritroviamo a tenerci stretti, in quanto la strada non e' il massimo e le scosse ci fanno fare dei bei salti! Beh, siamo a posto, abbiamo provato anche questa esperienza!
Appena rientrati in citta', verso mezzogiorno, accompagniamo Milos e Jovana a comprare i biglietti dell'autobus per Erzurum; loro infatti hanno finito la vacanza e devono essere dopo domani a Istanbul per prendere il treno per Belgrado. Dopo varie contrattazioni Milos, che in questa cosa e' il numero uno, riesce a spuntare due biglietti a 40 lire passando da un autista all'altro come se niente fosse, dopo che il primo interpellato era partito da 60... Che grande, io contratto abbastanza spesso qui in Turchia, ma mai cosi' tanto e con tale scioltezza!
Dopo esserci salutati e scambiati i recapiti con Milos e la sua dolce meta', andiamo a mangiare al ristorante Yoresek Yemek Evi, gestito da una cooperativa di donne curde con i mariti in prigione per terrorismo. Non si sa se tutti siano realmente terroristi del PKK, ma qua nella regione curda la polizia e l'esercito fanno repressione bruta di qualsiasi atto o cosa che anche soltanto richiamino l'etnia curda con il risultato che sono tutti infelici e fortemente aggrappati alla propria etnia e vivono ognuno per conto suo, senza un briciolo di integrazione reciproca... Peccato! Su questo credo infatti che ci sia da lavorare tantissimo in Turchia.
Ma torniamo a noi... Dopo aver pranzato alla grande dalle donne, come dice Norman, andiamo a riposarci un po' in albergo. Verso le cinque torniamo al negozio di Osman dove troviamo suo fratello, Norman e un ragazzo americano in vacanza qua per fare trekking sull'Ararat. Tutti insieme ci mettiamo a guardare kilim e tappeti, uno piu' bello dell'altro. Ovviamente accompagnati da qualche bicchiere di immancabile cay!
Alla fine decidiamo di comprare un piccolo tappeto di lana, realizzato recuperando una vecchia culla curda per bambini riadattata appunto a tappeto. Osman infatti lavora moltissimo con una cooperativa di donne curde che trascorrono l'inverno a tessere, cucire e sistemare tappeti. Quindi ancora piu' volentieri paghiamo l'importo ad Osman con il quale lui supportera' economicamente diverse famiglie povere. E dopo tutto per 200 euro ci possiamo stare alla grande!
Tutti e due felicissimi andiamo col nostro bel tappeto in albergo a provare se entra nel borsone... Accidenti, non ci sta! Cosi' torniamo nuovamente dal nostro amico, il quale si impegna a spedircelo a casa quando vogliamo. Perfetto, per meta' agosto va bene, visto che rientreremo in quei giorni.
A cena altra bella mangiata di kebab, formaggi, riso e verdure grigliate in un altro ristorante del centro. Ah che bonta'!
Prima di andare a dormire scambiamo quattro chiacchiere nella hall dell'Isfahan con Sedef, il suo amico, un inglese e il gruppo di ragazze coreane, completamente affascinate dal nostro viaggio: in ogni momento del nostro racconto nella hall risuonava un coro stupito di 'Ohhhhhh!!!'
Beh, oggi e' stata una giornata stupenda, sicuramente una delle migliori finora... Ah, ho imparato a dire grazie in curdo: spas!











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Vecchio 07-10-2009, 00:53   #20
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ma che spettacolo di viaggio!
penso di aver visto la tua moto diverse volte a Cascina ... non sai quante volte mi son chiesto di chi fossero quelle valigie d'alluminio... si vedeva che avevano voglia di viaggiare!

complimenti!
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... uno spread con ghiaccio, grazie!
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Vecchio 07-10-2009, 14:11   #21
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Grazie! Allora se qualche volta sei in zona possiamo beccarci per un giretto!

Devo pero' sistemare un paraolio, ora sono ai box...
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Vecchio 10-10-2009, 09:33   #22
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Grazie! Allora se qualche volta sei in zona possiamo beccarci per un giretto!

Devo pero' sistemare un paraolio, ora sono ai box...

oooooooooK! ...volentieri
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Vecchio 08-10-2009, 12:20   #23
Egli
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....complimenti vivissimi davvero!
bel viaggio, belle foto, bel report...
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Vecchio 12-10-2009, 15:56   #24
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Vado avanti...

mercoledi' 29/07/09: Dogubayazit, Van – 180 km

Oggi si riparte, lasciamo la nostra amata Dogubayazit verso le nove e andiamo a Van, dove staremo due notti. Dopo aver salutato e ringraziato Sedef, che ci ha fatto parcheggiare la moto nella hall, e tutti gli altri ragazzi che lavorano con lui all'albergo, carichiamo i bagagli e partiamo. Prima di uscire dalla citta' andiamo tutti bardati a salutare Osman e Norman al negozio e nel vederci confermano che non siamo normali!
La strada per Van e' una sola e sfiora l'Iran, passando attraverso alti pascoli montani sui 2000 e passa metri di altitudine, ma il tempo e' stupendo con un bel sole e un cielo limpidissimo, quindi il tragitto si prevede stupendo. Appena usciti dalla citta' in direzione sud ovest, una sagoma ben nota mi compare nello specchietto retrovisore della moto... E' lui! Il Monte Ararat, l'Agri Dagi come lo chiamano qua! Finalmente riesco a vederne la vetta, dopo due giorni con il cielo coperto dalle nuvole. Mi fermo all'istante a bordo strada e lo faccio vedere a Silvia che subito tira fuori la fotocamera e immortala me, la moto e l'amico dal 'cappello bianco' con il suo fratellino (il piccolo Ararat) sullo sfondo! Uno dei momenti piu' belli fino ad ora in questa vacanza, forse il piu' memorabile a quasi 5000 km da casa: lo ricordero' sempre e custodiro' questa fotografia gelosamente, garantito!
Approfitto per fare benzina, visto che 200 metri davanti a noi c'e' un benzinaio dove il ragazzo ci offre l'ennesimo cay e che noi ovviamente non rifiutiamo, ormai siamo 'cay addicted'...
Al bivio per Van la strada inizia a salire parecchio, e' una statale deserta e l'unico a farci compagnia e' l'Ararat che domina sempre la vista. L'asfalto non e' male, solo un po' grossolano, ma si guida benissimo; la strada e' tutta un saliscendi di curve e il paesaggio e' costituito quasi esclusivamente da pascoli. Ogni tanto troviamo qualche villaggio curdo sperduto con le case di mattoni di fango e paglia, dove le persone vivono di pastorizia. Ci colpisce il fatto che quasi sempre troviamo dei bambini a fare da pastori ai greggi e alle mandrie. Abituati a salutare sempre tutti, ci rendiamo conto che qui non siamo molto graditi. Infatti nessuno risponde al saluto, anzi due bambini pastori sui dieci anni al massimo ci mostrano un dito dall'inequivocabile significato... Forse e' meglio lasciar perdere, non salutiamo piu' e' meglio. Continuando il tragitto verso Caldiran, una citta' vicina, notiamo in lontananza una coppia di ragazzini, ovviamente pastori, che corre verso la strada come per venirci incontro e vederci piu' da vicino, ma non per salutarci... Infatti nel giro di pochissimi istanti, mi vedo arrivare addosso un ramo d'albero di circa un metro, usato come bastone, lanciato da uno di loro con una mira da vero cecchino! Alzo d'istinto il braccio destro, tanto ho la protezione nella giacca e cercare di evitarlo con la moto sarebbe pericoloso, rischieremmo una caduta... Un vero missile, considerato anche che ho accelerato a piu' di 100 all'ora per cercare di evitarlo. Fortunatamente l'impatto avviene col cupolino della moto e non succede niente di piu'... Cavolo! In Italia altri amici motociclisti me lo avevano detto che qui nelle campagne piu' remote avremmo potuto trovare dei bambini pastori che prendono di mira le motociclette, anche se di solito con le pietre.
Dopo questa spiacevole ma particolare esperienza, continuiamo il nostro tragitto e cerco di non farmi sentire troppo con la moto levando un po' di gas quando ci avviciniamo ai bambini pastori. Infatti ne troviamo tanti altri sulla strada e le probabilita' che ci lancino qualcosa sono piuttosto alte...
Superata la citta' di Caldiran, che non e' altro che un villaggione di campagna, ci avviciniamo a Muradiye e quindi al lago di Van. Arrivati sul lago prendiamo la strada verso Van e dove la vetta innevata del monte Nemrut sulla costa settentrionale opposta alla nostra, domina il paesaggio. Anche qua la strada e' semideserta e enorme, al solito e' una superstrada a quattro corsie appena finita non si sa per chi, visto che ci sono poche auto e camion. Troviamo pero' una famiglia intera sopra una motocicletta tutta scassata con tanto di carrello appendice posteriore che ci saluta!
Arriviamo a Van per mezzogiorno e in lontananza, entrando dalla periferia nord che rimane piu' alta rispetto al resto della citta', ci rendiamo conto di quanto e' grande e moderna rispetto agli ultimi posti visitati in questi giorni. Decidiamo di fermarci un attimo e prendere la guida alla mano per poter cercare un albergo in centro. Poco dopo ci troviamo nel caos cittadino, dove tutti guidano un po' come vogliono... Ma tanto anche io ormai ho imparato e guido alla turca!
Arrivati all'albergo che avevamo scelto, il Sahin, parcheggiamo per poi andare a chiedere prezzi e disponibilita'. Beh, nel parcheggiare ci rendiamo conto di essere una vera e propria attrazione per le persone intorno: ragazzi, uomini e anziani, nessuna donna. Tutti sono abbastanza cordiali e salutano, ma non ai livelli delle altre citta' e paesi visitati. Qui infatti rispondono ai miei saluti e basta e ci squadrano per bene. Silvia nota che non ci sono praticamente donne in giro, ma non se la prende, anzi dimostra di essere molto forte e fiera, dopotutto si e' sparata 6000 km da passeggero e non sa quanti di questi uomini farebbero altrettanto! Decido di entrare io nella hall per chiedere il prezzo di una doppia e del garage per la moto. Il portiere parla qualche parola di inglese giusto quello che mi serve e mi spiega che una doppia costa 50 lire. Provo a trattare un po', ma non scende e mi dice che il garage e' 'super'... Cosi' chiedo di vedere la stanza ed un fattorino mi accompagna al piano di sopra. La stanza e' grande e ci sono due letti, uno matrimoniale e uno singolo. Mi spiega a gesti che il grande e' per me e il piccolo e' per 'lei'... Pazzesco, mi viene da ridere e penso gia' a quando lo raccontero' a Silvia! Chiedo pero' al fattorino se c'e' una stanza piu' piccola e dopo qualche istante arriva un altro ragazzo dell'albergo che parla meglio l'inglese e che mi porta a vedere un'altra camera, piu' piccola e con solo un letto matrimoniale. Beh, potrebbe andare, sicuramente costa meno penso io... E invece quando chiedo il costo, il ragazzo mi 'spara' 55 lire! Ma come? Nella hall mi davano la grande a 50 e questo qui la piccola a 55? Faccio presente la cosa e lui testualmente: 'Mmm... Little fifty, big fiftyfive!'. Beh, sentendomi preso in giro, alzo i tacchi scocciato ed esco! Cerchiamone un altro va...
Cosi' vado all'hotel accanto, il 'Guzel Paris', quasi gemello del precedente, dove sono tutti piu' cordiali e accettano la mia offerta a 90 lire per due notti con colazione e garage. Prima di confermare pero' vado a vedere la camera: e' identica alla prima dell'altro albergo, con un matrimoniale e un singolo... Per chi saranno rispettivamente? Dopo aver visto la camera voglio vedere anche il garage, definito anche qui 'super'. Cosi' usciamo e un fattorino mi porta davanti ad una larga porta di ferro alta due metri scarsi alla base dell'edificio, apre e... Discesa vertiginosa e buio pesto! Il ragazzo scende e accende una fioca luce, che illumina il garage: uno spiazzo tutto sterrato ricavato nelle fondazioni dell'edificio e con la discesa ripidissima e sterrata! Beh se non altro e' sicuro penso io. Ma come scendo giu'? Non e' facilissimo con 300 chili di moto ed io sopra, anche per il fatto che in fondo alla discesa c'e' una curva secca a sinistra. Come faccio a frenare? Beh, mi viene un'idea e non ci penso due volte! Torno nella hall e confermo la camera, ma precetto due fattorini ad aiutarmi a scendere giu' nel garage a moto spenta: io salgo in sella e dispongo i due dietro a sostenermi nello scendere! Che risate, dopo neanche mezzo metro i due 'esplodono' e scivolano con i piedi! Cosi' urlo e chiamo il ragazzo di passaggio che assisteva divertito alla scena dalla porta del garage... Beh alla fine in tre piu' io in sella ce l'abbiamo fatta, moto parcheggiata!
Torno all'ingresso da Silvia, che si era divertita nell'assistere alla scena, ma che era anche sbiancata dalla paura di una caduta rovinosa e andiamo nella nostra stanza, doccia e via a cercare un ristorantino in centro!
Il centro di Van e' costituito da Cumhuriyet Caddesi, il corso principale, e da tante viuzze laterali. Questo corso e' veramente particolare per essere nella Turchia povera dell'est: i negozi sono in stile fortemente occidentale e cari! Sembra di essere in una citta' europea, se non fosse per le donne vestite con gli impermeabili lunghi e i foulard in testa. La maggior parte delle persone sono ragazzi giovani tutti vestiti e pettinati all'ultima moda. Gli sguardi su di noi sono pero' un po' troppo 'lunghi', siamo extraterrestri: io perche' in bermuda e cappellino in testa, Silvia perche' donna occidentale e quindi assolutamente da ammirare... Beh, cerchiamo di non pensarci piu' di tanto e cerchiamo un posto dove mangiare. Troviamo cosi' una via piena di ristoranti con i tavoli all'aperto dove i gestori e i camerieri urlano verso di noi per accalappiarci. Alla fine andiamo a sederci in uno di questi dove il menu' e' fotografico e dove dovremmo spendere circa 15 lire a detta del cameriere... Infatti sui menu' di tutti i ristoranti non c'e' nemmeno l'ombra di un prezzo esposto!
Silvia al solito e' l'unica donna in questa via, a tutti i tavoli sono seduti solo uomini, beh pazienza ci stiamo abituando (ma le donne dove mangiano??). A tempo di record ci servono e non appena io finisco il mio piatto, mi chiedono subito se voglio un cay. Silvia mi guarda sbigottita, con la bocca piena e mezzo piatto da finire ed io faccio cenno al cameriere di aspettare. Dopo qualche istante, arrivano i cay ed uno finisce rovinosamente addosso a Silvia! Al ragazzino cameriere scivola il bicchierino, ma come se niente fosse, lo toglie e ne mette un altro sul tavolo andandosene... Cavolo che maleducato! Parecchio scocciati, Silvia e' infuriata, finiamo e ci alziamo per andare a pagare. E qua i nostri amici maschilisti di Van si sono ritrovati davanti una donna occidentale tutta infuriata che chiede loro 'discount' indicando i vestiti tutti sporchi di te'! Purtroppo sorridono facendo finta di niente e addirittura ci salutano. Beh, lasciamo stare... Questo inizio a Van non e' stato dei migliori, per ora sono quasi tutti una massa di cafoni guardoni e maleducati!
Dopo una sosta in albergo per riposino e un po' di bucato verso le quattro del pomeriggio usciamo a fare un giro. Nel centro non c'e' molto da vedere, Van e' una citta' moderna e tutta di recente costruzione, non c'e' piu' un vero e proprio centro storico. C'e' soltanto il castello che decidiamo di visitare domani. Cosi' ci ritroviamo a guardare un po' di negozi e compriamo un CD di musica curda per il nostro amico Imdat in Italia. Passeggiando davanti alla vetrina di un negozio, il titolare ci invita a vedere l'interno e ci offre un te'. Noi accettiamo volentieri e scambiamo qualche parola in inglese: gli parliamo di dove siamo, del giro che stiamo facendo e ne e' molto contento, in quanto in questa regione non vengono molti turisti. E' curdo e ci spiega che Van e' una citta' dove vivono Turchi e Curdi insieme, percio' l'aria che si respira non e' delle migliori, in quanto i Turchi, in minoranza, snobbano e denigrano i Curdi, mentre questi stanno piu' nell'ombra cercando di vivere o come loro o in completo isolamento. Anche se ci sembra un uomo per bene, e' orgoglioso del PKK e ci chiede cosa ne pensiamo. Non e' facile rispondergli, pero' alla fine gli dico che ovviamente non e' giusto che i Turchi vogliano cancellare tutti gli usi e i costumi di questa etnia, ma anche che e' sbagliato rispondere usando la forza e il terrorismo. Lui annuisce ed e' d'accordo con noi, dopo tutto le cose stanno cambiando piano piano ed il terrorismo separatista sta crollando per passare ad un movimento di resistenza piu' intellettuale e democratico. Dopo un secondo cay lo salutiamo e lo ringraziamo della chiacchierata.
Passeggiando in cerca di un ristorante per la cena, riflettiamo su quello che ci ha detto e ci rendiamo conto che in questa citta' effettivamente una via e' turca, come il corso principale, mentre un'altra piu' nell'ombra e' curda. Ed onestamente fra le due quella piu' vera e che ci piace di piu' e' quella curda. Anche se non e' facile distinguere tra le due etnie, i Turchi ci sembrano in generale piu' maleducati, strafottenti e che vogliono essere i superiori in tutto. Non e' facile da spiegare, ma le citta' che abbiamo visitato i giorni scorsi, quindi completamente turche, erano diverse e molto piu' accoglienti, qua sono piu' che altro i Curdi ad essere accoglienti e amichevoli.
Dopo una buona cena in uno dei piu' rinomati ristoranti del centro, rientriamo in albergo e letteralmente crolliamo dalla stanchezza... Buona notte!









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giovedi' 30/07/09: Van – 0 km

Siamo a meta' del viaggio, oggi niente moto, andiamo a vedere l'antico castello di Van sul promontorio in riva al lago a sei chilometri dal centro. Decidiamo di andarci a piedi e stare fuori fino a dopo pranzo, cosi' ci abbuffiamo con una bella kahvalti per fare scorta di energie! Durante la colazione viene a salutarci un cameriere che letteralmente ci tratta da super signori. E' infatti innamorato del calcio italiano e ci parla di tutte le squadre italiane, ha persino la foto di Pirlo come sfondo sul cellulare... No comment!
Finita la colazione, verso le nove e mezzo usciamo e iniziamo la scarpinata fino al castello, anche per vivere un po' la citta' e le persone. Invece, niente di speciale: arrivati al castello dopo un rettilineo lunghissimo, monotono, su una strada trafficata e con enormi palazzoni anonimi e un po' fatiscenti, ci accorgiamo che il castello non e' altro che un ammasso di rovine e di sassi in cima ad una collina rocciosa. Non trovando l'ingresso con la biglietteria, alla fine chiediamo come fare per entrare ad un gruppo di donne e bambini li' vicino. Ci dicono di salire a piedi arrampicandoci fino alle mura... Con un po' di diffidenza ci arrampichiamo e troviamo un buco nelle mura: siamo dentro e in cima al castello! Con la nostra guida ci leggiamo un po' di informazioni a riguardo, siamo gli unici turisti, ci sono solo alcuni ragazzini che giocano e corrono sulle mura, completamente abbandonate e in stato di disfacimento... Cerchiamo di arrivare in cima alla torre piu' alta, ma da qua in cima non si puo', bisogna scendere e risalire dalle mura piu' esterne. Non mi fido pero', vedo alcune brutte facce e qualche 'branco' di ragazzini dagli sguardi poco raccomandabili... Decidiamo di andarcene, immortaliamo con foto e riprese solo la vista sul lago e sulla valle al di sotto della collina, dove un tempo sorgeva l'antica citta' di Van.
Finalmente scesi da questo rudere incontriamo un vecchietto che passeggia, ci saluta calorosamente e ci spiega che ci troviamo in Kurdistan e non in Turchia, facendoci l'elenco di tutte le citta' curde: Mardin, Urfa, Diyarbakir, Erzurum, Van, Igdir, Antep... Simpaticissimo!
Sono quasi le due e abbiamo voglia di mangiar qualcosa. Cosi' ripercorrendo lo stradone verso il centro, ci fermiamo quando troviamo un cartello 'Alabalik Lokantasi', un ristorante dove servono pesce. Il titolare e' un simpatico ragazzo curdo, probabilmente mio coetaneo, che ci offre l'unico piatto disponibile: trota di lago arrosto con spezie, verdure e riso! Beh, anche se il menu' e' un po' misero, la trota e' veramente ottima!
E' primo pomeriggio e fa piuttosto caldo, cosi' rientriamo in albergo per un pisolino. Siamo piuttosto delusi da Van... Ieri e oggi non abbiamo visto niente di particolare, la citta' e' squallida e forse avremmo dovuto prendere la moto per andare a visitare il castello di Hosap o il sito di Cavustepe, a 25 chilometri ad est di Van, ma sinceramente non abbiamo avuto voglia anche perche' i giorni 'break', cioe' senza moto e centinaia di chilometri, ci servono... Pazienza, ci rifaremo piu' avanti!
La sera decidiamo di cenare in un ristorante della Lonely, l'"Ikizler" in pieno centro, dove servono ottimi lamachun e pide. Non riuscendo pero' a trovarlo, chiediamo in giro e alla fine un gruppo di tre giovani studenti universitari si offre di accompagnarci in macchina. Io ringrazio e rifiuto, non mi fido... Con le facce che ho visto qua in questi due giorni voglio evitare rischi inutili. Dopo un po' che vaghiamo alla ricerca del locale li rincontriamo e alla fine decidiamo di fidarci: tutto a posto, sono gentilissimi e ci accompagnano al ristorante. Assistiamo solo ad un paio di manovre azzardate, come ad esempio una rotonda fatta per meta' contro senso con tutte le auto vicine a suonare il clacson e ad infamarci, ma va bene cosi' siamo in Turchia!





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