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Originariamente inviata da Paolo_DX
chiedilo a chi continua per esempio col 'ducati soldi buttati' eppure io ne ho avute 2, quasi 90.000km complessivi e nemmeno l'ombra di un problema. Saranno state rotte tutte le altre, non so.
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Non le mie. E ne ho avute otto, tutte di vecchia generazione, di cui due ancora presenti in garage.
L'ultima presa, la SS750 del '91, l'ho pagata 1500€ di sesta mano, con 61000 chilometri sullo strumento... e poi chissà. Un tagliando, e via andare: adesso siamo sui 67000 e la sola noia che mi abbia mai dato è stata la bruciatura di un fusibile. Ed è la moto più divertente che io abbia mai avuto la fortuna di avere in garage.
Onestamente il criterio con cui si giudica il prodotto italiano oggi mi rattrista parecchio.
Per molti ciò che non è giapponese si rompe a prescindere, perché magari hanno un amico che ha un cuGGino a cui quarant'anni fa si è bruciata la lampadina di uno Scrambler. Poi però ogni problema di cui sentono parlare o che, peggio, magari vivono sulla propria pelle... è un malaugurato e rarissimo caso.
Peggio ancora i BMW-addicted: passano anni a tirar merda sul Marchio, ma poi ogni volta non hanno il coraggio di portare i propri soldi e la propria fiducia da qualcun altro, magari italiano, anche se i problemi che hanno avuto sono stati oggettivamente gravi. Vorrei fare un sondaggio per capire quanti di quelli che sono stati una estate intera fermi per gli ammortizzatori posteriori delle prime RT LC dopo aver sbraitato per mesi sul forum hanno cambiato Marca. Sarebbe curioso.
Poi però vedo che il problema del prodotto italiano, magari Guzzi ancora più che Ducati, è uno specchietto o un pedale... e allora capisco che non c'è speranza per l'industria nazionale.