La Terra è più o meno una palla sospesa nello spazio. Essa però non è ferma ma compie una grande quantità di movimenti, che assommati ne danno il moto globale. Uno di questi moti è quello di rotazione attorno al Sole: il nostro pianeta infatti segue un'orbita ellittica attorno ad esso, orbita che giace su di un piano (piano orbitale o piano dell'eclittica) grazie ad una legge fisica, quella della conservazione del momento angolare. Oltre a ruotare attorno al Sole la Terra ruota anche su se stessa, più precisamente attorno ad un asse che passa per il suo baricentro. La direzione che questo asse ha nello spazio, ossia l'inclinazione che ha rispetto al piano orbitale, è definita dalle forze esterne al nostro pianeta, come l'attrazione gravitazionale del Sole e della Luna. Questi fenomeni esistono, sono stati misurati e risultano essere progressivi, con effetti misurabili nel corso degli anni con strumenti molto precisi e solo nei millenni apprezzabili dagli uomini. La precessione degli equinozi, che è uno degli invalidanti l'astrologia, ne è un esempio. Non esistono però fenomeni che possano far cambiare repentinamente l'inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano orbitale, se non l'impatto con un corpo celeste di grandi dimensioni come un asteroide.
Che cosa significa, allora, la notizia data dai geologi del Centro di Geodesia Spaziale dell'Agenzia Spaziale Italiana, secondo la quale
l'asse di rotazione terrestre si sarebbe spostato in seguito al maremoto avvenuto nell'Oceano Indiano? Sicuramente non la violazione della fisica sopracitata. Questo però non vuol dire che gli esperti abbiano preso un abbaglio. Ciò che è cambiata è l'inclinazione dell'asse di rotazione terrestre ma non rispetto all'orbita, bensì rispetto alla Terra stessa. Vediamo ora come ciò possa accadere.
Abbiamo detto che possiamo considerare, nel breve periodo, la Terra coma una palla che, appesa nello spazio, ruota attorno ad un asse. Un treno che viaggia ad una certa velocità ha quella che comunemente viene detta “una certa inerzia” (ma i fisici la chiamano quantità di moto); allo stesso modo un corpo rotante ha una sua “inerzia rotatoria”, il momento angolare. Esso è presente tutte le volte che un corpo ruoti in qualche modo. Un corpo che possieda momento angolare è difficile da spostare, poiché quest'ultimo tende a conservarsi, mantenendo fissa per esempio la direzione dell'asse di una ruota: questo è il motivo per il quale una bicicletta ferma ha bisogno del cavalletto.
Per variare la direzione dell'asse di rotazione di un corpo, occorre variare il momento angolare di quel corpo e, per farlo, occorrono delle forze esterne. Nel caso di un terremoto come quello che ha colpito il nostro pianeta il 26 dicembre si sono esplicate enormi forze ma interne, generate cioè dallo spostamento di masse del pianeta e applicate ad altre masse di esso. Forze di questo tipo non possono variare il momento angolare di un corpo in rotazione (e la terra è uno di questi).
Quando un corpo ruota liberamente, ruota attorno a uno di quelli che i fisici chiamano asse principale: esistono per ogni corpo tre di questi assi, attorno ai quali esso preferisce ruotare. Questi assi sono definiti dalla distribuzione delle masse all'interno della Terra, nel nostro caso. Un terremoto non è altro che il movimento improvviso di masse terrestri e quindi altera la disposizione di queste ultime. Questo, è facile capirlo, varia la posizione degli assi principali.
Detto questo, capire che cosa sia successo al nostro pianeta è l'ultimo passo: da una parte il momento angolare deve conservarsi, dall'altra la Terra vuole ruotare attorno ad uno dei suoi assi principali che non è più quello attorno al quale ha ruotato fino a qualche minuto prima. La soluzione è quella di allineare il nuovo asse principale con l'asse di rotazione, ruotando tutto il pianeta fino a che i due non vadano a coincidere. Vista da chi sta sul pianeta, l'asse di rotazione risulta essersi spostato di 2 millesimi di secondo d'arco: il cartello con su scritto “Polo Nord” andrebbe spostato di 6 centimetri verso Greenwich. In altre parole, le nostre coorinate sono cambiate di pochissimo. In particolare, la nostra latitudine effettiva è aumentata, siamo un po' più a Nord.
Dal punto di vista astronomico, ci sono anche delle conseguenze sulla posizione delle stelle: la risposta è che sì, le stelle si sono mosse rispetto a noi; in particolare la stella polare ora è di due millesimi di secondo d'arco più alta in cielo ma le altre stelle continuano a girare attorno ad essa.
Questo è quello che hanno detto gli esperti. È però bene a questo punto porre l'attenzione sul fatto che i poli si spostino continuamente all'interno di un quadrato con un lato di 30 metri, seguendo un moto a spirale chiamato "polodia". La causa di ciò è lo spostamento di masse come quelle oceaniche e atmosferiche, le quali fanno sì che l'asse principale della Terra sia in perenne inseguimento dell'asse di rotazione.
I sei centimetri registrati dopo il terremoto del Sud-Est asiatico sono circa due millesimi dei "normali" 30 metri: l'anomalia risiede nel fatto che essi siano apparsi tutt'assieme, letteralmente da un giorno all'altro. Questo spostamento, quindi, non può portare e non porterà alcun cambiamento climatico di sorta, né avrà altre ripercussioni direttamente rilevabili se non con i precisissimi strumenti degli esperti.