E’ venerdì pomeriggio dopo la telefonata di conferma all’albergo prescelto, Elvy ed io buttiamo due cose nelle borse laterali della RT1200, due ricambi, un paio di scarponcini da trekking, le macchine fotografiche, il contenitore dell’acqua e alle 16.00 del pomeriggio varchiamo il cancello del garage alla volta di Oliena (NU).
Ci fermiamo al primo rifornitore per fare il pieno e qui incontriamo due amici diretti a Olbia dove li aspetta il traghetto per Civitavecchia e a Castel del Piano il Motoraduno delle Frittelle, ci salutiamo augurandoci reciprocamente un buon WE e iniziamo così il ns. viaggio.
Percorriamo la SS131 sino a Monastir, qui svoltiamo a destra sulla SS128 in direzione Senorbì, la strada è scorrevole e poco trafficata, superiamo i paesi di Suelli, Mandas e Isili, la campagna è verdissima e l’unica cosa che ci fa rallentare sono i passaggi a livello delle vecchie Ferrovie Complementari Sarde (FDS) con i suoi vecchi binari arrugginiti utilizzati per far circolare quasi esclusivamente il Trenino Verde, vecchia locomotiva a vapore dedicata particolarmente ai turisti amanti del genere.
http://www.treninoverde.com/
Superato il laghetto di Is Barroccus, al cui centro su uno spuntone calcareo è stata edificata una chiesetta dedicata a S.Sebastiano, voltiamo a destra alla volta di Santa Sofia, questa è una piccola scorciatoia che ci permette di evitare gli abitati di Nurallao e Laconi e di giungere velocemente nella zona della cantoniera di Ortuabis.
Rientrati sulla SS128 a due passi dal bivio Meana/Aritzo iniziamo gli esercizi di riscaldamento, infatti da qui in poi iniziano le curve serie e negli 11km che dobbiamo percorrere sino a Meana non esiste un pezzo di strada rettilinea superiore ai 50 m.
Giunti nel paese ci concediamo una piccola sosta per un caffè, due chiacchiere con la loquace barista che conosce quasi tutti i motociclisti che girano per queste strade, ultimato il caffè e le chiacchiere risaliamo in moto, ci attendono un centinaio di chilometri di sole curve….



Atzara, Sorgono, Tiana e Ovodda sono i paesi che incontriamo, la strada come un serpentone fende i boschi della Bargagia e si incunea in mezzo a castagneti, noccioleti e boschi di querce secolari, superati i paesi sopra citati arriviamo sul ponte che attraversa il lago di Gusana, in questo il punto abbandoniamo la SS128 e svoltiamo a destra sulla strada che ci conduce verso il centro abitato di Fonni, uno dei paesi più alti della Sardegna edificato a circa 1000 metri d’altezza alle pendici settentrionali del Gennargentu.
Lasciata Fonni e i sui murales prendiamo la SS389 per abbandonarla quasi subito, voltando a destra ci dirigiamo verso il bacino imbrifero del Govossai, la strada è stretta ma scorrevole e tutto intorno le roverelle secolari la fanno da padrona, si passa sulla piccola diga che ci permette di raggiungere lo scorrimento veloce in località Pratobello.