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Pivello Mukkista
Registrato dal: 22 Oct 2010
ubicazione: Gorizia
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Fernweh 2011
Personaggi ed interpreti.
Le moto. Due Rt gemelle, perfette per tutto il viaggio, non hanno mai perso un colpo, ovviamente ottime sulle strade veloci, ma anche sulle sconnesse strade dell'est della Turchia e della Georgia, dignitose sugli sterrati - anche lunghi -dei lavori in corso. Grandi moto. Una Gs, quella di Antonio, veloce sull'asfalto e stabile sullo sconnesso, ovviamente più a suo agio sugli sterrati. Un problemino alla frizione che non ha causato alcun problema al viaggio, risolto - forse non definitivamente - da un meccanico di Urgup, in Cappadocia.
i motociclisti. Aldo, battezzato da subito "il capogita", depositario del road book mentale che tutti - più o meno- avevamo in testa. Più o meno perchè il nostro è stato un viaggio "aperto" ed i cambi di percorso non sono mai stati un problema. A Uchisar, la mattina, in giro per il paesino, un grido: "Aldo!". E' Farouk, il venditore di tappeti - gran personaggio e titolare di uno splendido negozio sulla piazzetta - che esce di corsa dal negozio del barbiere con la faccia ancora mezzo insaponata per abbracciarlo. Questo è Aldo.
Antonio, da Casarano, Lecce, incontrato, diciamo, per caso, è diventato un vero compagno di viaggio, anzi un amico. Ha condotto il gruppo per un sacco di chilometri. Mitico il suo approccio: scendeva dalla moto, si arrotolava una sigaretta ed in due minuti era circondato da un sacco di gente, con la quale riusciva sempre, in qualche modo, a comunicare. Battezzato "Jaeger", lui, uomo del sud, con un buon soprannome tedesco.
Gianni, io. Sempre stato l'ultimo della fila (terzo...sempre sul podio). Ho adattato la velocità, seguito le scie, copiato le traiettorie: ho quindi avuto un sacco di tempo per riempirmi gli occhi ed il cuore, che era ciò che volevo da questo viaggio. La mia prima moto è solo del 2005: sono un apprendista, un apprendista motociclista.
La colonna sonora. Jersey Girl, Tom Waits: mi sono scoperto a canticchiarla nelle curve sconnesse del Kurdistan turco e attraversando a 120 all'ora, con le auto a un metro, il ponte sul Bosforo. "...don't you know that alla my dreams come true, when I'm walking down the street with you, sing sha la la la..." qui attaccano i violini ed io godo. Sono tornato da dieci giorni e non hoi smesso.
La Turchia. Non ci vuole molto ad accorgersi che lo sviluppo è vorticoso e che le cose cambiano molto in fretta, con tutte le distorsioni e le contraddizioni. Così si passa, in pochi chilometri, dalla folla disordinata al deserto, dai grattacieli alle case con il tetto fatto di teli di plastica, dal traffico caotico alle greggi, dal benessere alla povertà. La Turchia "esotica" si riduce velocemente, la tradizionale ospitalità turca rischia di ventare sempre più un atteggiamento di maniera, un mestiere. Quindi, chi vuole, si affretti: anche se riuscirà a schivare tante buche, tante altre di sicuro le prenderà, ma ne varrà la pena.
Il percorso.
21 maggio: Gorizia (Italia, Slovenia, Croazia, Serbia) Pirot km. 932
22 maggio: Pirot (Serbia, Bulgaria, Turchia) Kumburgaz km. 599
23 maggio: Kumburgaz - Uchisar (Cappadocia) km 819
24 maggio: Uchisar km. 58
25 maggio: Uchisar lm. 128
26 maggio: Uchisar - Nemrut Dagi km. 605
27 maggio: Nemrut Dagi - Mardin km. 256
28 maggio: Mardin - Ahlat (Lago di Van)
29 maggio: Ahlat - Igdir km. 275
30 maggio: Igdir - Kars km. 142 (+ Ani km. 90)
31 maggio: Kars - Valle di Vardzia (Georgia) km. 275
1 giugno: Vardzia - Batumi km. 410
2 giugno: Batumi (Georgia, Turchia) Erzurum km. 305
3 giugno: Erzurum - Amasya km. 556
4 giugno: Amasya - Safranbolu km. 385
5 giugno: Safranbolu (Turchia, Grecia) Alexandroupolis km. 712
6 giugno: Alexandroupolis - Igoumenitsa km. 644
7 giugno: Imbarco sul traghetto Lefka Ori (Anek Lines)
8 giugno: Sbarco a Venezia - Gorizia km. 135
In tutto, con qualche giretto fuori lista, 7922 chilometri.
In seguito, per chi avrà voglia e pazienza, il viaggio visto dai miei occhi e sentito dal mio cuore, nelle varie tappe.
Questo prologo è dedicato alla ragazzina down che nel ristorante dell'albergo nel quale abbiamo alloggiato ad Amasya ci ha apparecchiato la tavola con dolcezza, allegria, soddisfazione, competenza; a quel ragazzino kurdo che, in una festa di matrimoio a Ercis, sul Lago di Van, mi ha tenuto il casco come se fosse stato una reliquia; ad Ananut, bambina kurda, i cui occhi scuri hanno portato emozione e smarrimento in quelli profondi di Aldo.
Auguro a tutti loro una vita ricca di soddisfazioni, realizzazioni, dignità: se Allah è grande, farà della loro vita una vita pienamente degna di essere vissuta.
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