motociclisti tedeschi: luci e ombre

[aspes]

ho approfittato del ponte per farmi un bel girone di venerdi, il giorno piu' tranquillo. Al ritorno passo dal bracco per bermi un caffe' e dire due belinate con gli amici. C'erano 5-6 dei "nostri", con le solite sportive iperleccate (ora ci sono anche parecchie bmw a differenza di solo un paio di anni fa...), ma sopratutto almeno una quindicina di tedeschi.
Simpatici,certamente appassionati, gran viaggiatori, si presentavano in una modalita' veramente rustica. Moto trasandatissime, vecchie e pasticciate all'inverosimile, sopratutto riciclando e cannibalizzando altri modelli, ma nella semplice ottica di rendere marcianti dei ruderi, non certo di abbellirli.Bagagli immancabilmente fissati alla bell'e meglio, con elastici e vecchie borse a sacco.
Alcuni avevano persino norton e bsa anni 60 , trasandatissimi, rugginosi e ammaccati, con gomme di legno mezze lisce. Senza troppi complimenti le strapazzavano di motore e di ciclistica, azzardando pieghe inosabili con quelle moto e quelle gomme.Devo dire che di primo acchito provavo forte ammirazione verso uno spirito avventuroso e senza fighettismo. Ripensandoci meglio non riesco a comprendere in realta' un disamore verso il proprio mezzo che sebbene in certi casi meriterebbe anche la cura amorevole di una vera obsoleta, persino di valore, in realta' erano trattati solo ed esclusivamente come "mezzi" per il viaggio, senza alcun affetto per l'oggetto in se stesso,e non credo per motivi economici, ma "filosofici".
Per non parlare dell'incoscienza di guidare in maniere tali da rendersi pericolosi sia per la salute del mezzo che per quella del guidatore.Il che di primo acchito mi ispirava simpatia, pensandoci meglio incoscienza. Son quindi rimasto con un sentimento contrastante, tra l'ammirazione e il "non capire" questa filosofica motociclistica.