la difesa della categoria
Devo fare autocritica:
mi faccio prendere. A volte anch’io mi faccio prendere dal giudicare le categorie.
E’ sbagliato, e ringrazio chi me lo fa notare.
Però sono profondamente convinto che le categorie non esistono.
Non esistono “i ricchi” esistono persone ricche.
Non esistono “i motociclisti”, esistono persone che vanno in moto.
Quindi quando sento dire “difesa della categoria” già sono scettico, specie se si parla di “categorie” un po’ trasversali, come i motociclisti, per fare un esempio in casa.
Invece sono convinto, straconvinto, che in Italia fondamentalmente esista un nocciolo duro che pensa primariamente, e soprattutto esclusivamente, ai cazzi suoi. Tutto il resto è conformabile ad uso e consumo di questa primaria necessità.
E lo fa da talmente tanto tempo (direi da generazioni, perché è una questione culturale, non del singolo), che ne attribuisce le ragioni alla “difesa della categoria”.
Balle. Queste sono difese dei cazzi propri. Bisogna almeno avere il coraggio di ammetterlo.
Esempi?! Non li faccio. Non ce n’è bisogno. Ma quando senti parlare o commentare la gente, è un trionfo dei due pesi e due misure.
Un peso e relativa misura: i cazzi miei visti da me.
L’altro peso e l’altra misura: tutto il resto del mondo.
Ridicoli, e anche un po’ tristi. E anche tragicamente condannati, direi.
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io avevo una BMW HP2 ENDURO.......
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