C’han lavorato tutta la sera variando di pochi gradi la rotazione della pompa che è gestita dalla cinghia di distribuzione frontale.
Ruotandola nelle asole di alloggio verso destra si anticipa l’immissione di gasolio e il motore tende a soffocare per ingolfamento, mentre al contrario il motore prende a battere.
Sembra migliorata un pochino la resa, restano i dubbi sul fatto che ogni tanto, spento per una pausa, decida di non ripartire se non dopo almeno una decina di tentativi. A me sembra ci sia anche un problema elettrico maggiore…random e quindi di difficile interpretazione, ma di macchine capisco niente e lascio fare a loro che le conoscono da anni.
Oggi scendiamo verso sud, scavalchiamo la statale che da Tabuk porta a Neom, e facciamo un CAP 180 per circa 35 km nel piatto deserto finale della Hisma Valley, fino alla autostrada 80 che percorreremo per un breve tratto.
Arrivati all’asfalto ci fermiamo per fare un caffè e di nuovo il 90 ammutolisce.
Perfino Egidio ad un certo punto si dice incapace di capire quale sia il problema, poi cominciando ad aprire il cruscotto salta fuori che avendo rotto il bloccasterzo anni fa Franco aveva risolto con un normalissimo pulsante di accensione e la nastratura della chiave di accensione all’immobilizer, fascettando il tutto lì sotto.
Le vibrazioni, i cavi ultraventennali che vanno alla centralina, gli spinotti, la fasatura della pompa… comincio a nutrire seri dubbi sull’affidabilità di questo mezzo con cui per altro contano di arrivare negli Stan. Due ore e poi finalmente Yalla Yalla!
Prendo l’asfalto e tiro un sospiro di sollievo: dovessi fermarsi di nuovo sarà più facile trainarla e cercare un’officina.
Prima di mezzogiorno deviazione verso Al Disah e il suo Wadi, un fiume che scende dalle montagne e nel cui alveo sabbioso si può entrare per circa 15 km inerpicandosi poi su una ripida stradina che porta sulla 8900.
Facciamo pausa pranzo all’inizio del wadi in compagnia di ragazzi arabi che hanno passato qui la notte e poi entriamo nel lungo canyon ricoperto da vegetazione.
Siamo quasi alla fine quando dietro di me sento una sirena e un motore rombante. Fermo e mi giro verso il mezzo militare e i due ragazzi a bordo mi intimano di non proseguire. Più avanti c’è una pozza con acqua alta e ritengono sia troppo pericoloso per la moto… gli chiedo se posso almeno arrivarci per fare una foto ma, mostrandomi i gradi sulla divisa, me lo negano. Appena fuori del paese avevo visto la loro caserma con jeep e sidebyside mimetici parcheggiati… sono una sorta di ranger o corpo speciale di terra che presidia la zona.
Passiamo al piano B. Le auto proseguiranno fino alla fine, mentre io ritorno sull’asfalto e ci ritroveremo più tardi ad un bivio verso sud. Metto il punto a 180 km da qui.
Il sole è splendido e caldo, la strada buona. Dopo un’ora sono nel villaggio di Ashwaq per fare il pieno. Volendo anche di acqua, che in quasi tutti i villaggi arabi viene venduta alla pompa o fornita da cisterne comunali di libero accesso.
Alle 17.30 sono al bivio, gli altri arrivano dopo una mezzora. La zona è particolarmente montuosa per cui propongo di arrivare fino ad Al Ula dove c’è ampia possibilità di pernottamento… sono solo 120 km e la strada sembra messa bene. Non è il massimo viaggiare con il buio, ma mi posso mettere tra le due auto per aver margine di sicurezza.
Per 40 km tutto perfetto, poi la deviazione ci porta su una strada minore in pessimo stato… il manto stradale è un colabrodo e con un’auto davanti non vedo le grosse buche.
Passo avanti, in piedi sulle pedane, tutta la luminaria accesa… nel buio più totale sulla striscia larga a malapena 4 metri la coda dell’occhio intravede alla mia sinistra un piccolo di dromedario… è un attimo, la reazione è istintiva che dove ce n’è uno ce ne sono altri… pinzo deciso per rallentare e davanti a me una fila di 5/6 esemplari che camminano tranquillamente nel mio senso di marcia in mezzo alla carreggiata. Spingo sulla pedana di sinistra e con un colpo di reni schivo il tubo di scarico del quadrupede che mi stava arrivando direttamente nel casco.
Arrivati nella cittadina troviamo una villa completa con tanto di giardino e tenda beduina annessa. Stasera doccia e cena sui cuscini. Il cofano resterà aperto anche in questa serata.