Dati diffusi in occasione del congresso nazionale degli andrologi
Sindrome di «Pollicino» per 20mila italiani
Ragazzini dall'andrologo per chiedere di aumentare le misure del pene. Problema psicologico grave. La chirurgia può peggiorarlo
MILANO - Sono sempre di più gli italiani affetti da sindrome di «Pollicino», cioè in crisi perché non soddisfatti dalle dimensioni del proprio pene.
Secondo dati forniti in apertura del XIII congresso della SIA (Società Italiana di Andrologia) all'universitá degli Studi di Milano, sarebbero circa 20mila l'anno i maschi italiani che si rivolgono agli andrologi per chiedere un intervento chirurgico di allungamento all'organo genitale. E la percentuale di chi ne avrebbe davvero bisogno non supera il 3-4%.
In più del 95% dei casi le ragioni del ritocco sarebbero «puramente estetiche». Questa paura patologica ha un nome fin dal dal 1891: i medici la chiamano «dismorfofobia» e colpisce sempre più giovani e giovanissimi.
Insomma, come le adolescenti chiedono ai genitori un seno nuovo per Natale o per la promozione a scuola, spesso anche i maschi giovanissimi avanzano analoga richiesta ai genitori. «Ma all'origine di tutto questo c'è un gravissimo problema psicologico - avverte il consigliere Sia, Ciro Basile Fasolo - un dramma che la chirurgia non risolve, ma può solo peggiorare».
L'IDENTIKIT -Il ritratto dell'uomo italiano ossessionato dalle «misure»: «Nella maggioranza dei casi l'età di chi chiede l'intervento va da 14-15 anni a 35-40 - continua Fasolo - E alla base - ribadisce - non c'è quasi mai un problema organico. Sono giovani con tratti psicologici ossessivi, affetti da una timidezza che diventa fobia sociale. Stanno male con se stessi e stanno male con gli altri. Quando iniziano a frequentare gli spogliatoi delle palestre o dei campi di calcio la loro insicurezza aumenta, trasformandoli in soggetti auto-osservatori: si fotografano, si guardano allo specchio, si misurano e alla fine arrivano dall'andrologo». E se trovano uno specialista compiacente, «un esperto poco attento che accetta di accontentarli, alla fine non sono comunque contenti. Vogliono di più, perchè il disagio vero rimane e cresce». Da qui la necessità di «un lavoro di squadra con psichiatri e bioeticisti, per aiutare questi pazienti ad accettarsi a fondo».
I NUMERI - «Nel 2002, nel corso della II Settimana di prevenzione andrologica - ha ricordato in conferenza stampa Edoardo S. Pescatori, direttore del Giornale italiano di medicina sessuale e riproduttiva -, la Sia ha selezionato a caso un campione di 2.392 uomini che avevano aderito all'iniziativa. Ebbene, abbiamo verificato problemi di dismorfofobia in 414 dei maschi esaminati. Non solo. Abbiamo calcolato che la misura media dell'uomo italiano è di 13,5 centimetri. E la maggior parte di chi chiede un allungamento raggiunge o supera i 14 centimetri». Insomma, non avrebbe alcun motivo di arrossire davanti a partner o amici. «Parlando di chirurgia di allungamento - ha precisato Edoardo Austoni, primario urologo dell'ospedale San Giuseppe-Milanocuore di Milano e presidente del congresso Sia - bisogna distinguere la chirurgia ricostruttiva del pene sottodimensionato, un traguardo importante per la salute del malato, e la chirurgia dei lestofanti: quelli che intervengono per estetica e danneggiano il paziente».
26 settembre 2006
corriere.it