Articolo riportato non scritto da me
Paris/Dakar
Nasce nel 1984 sulla scia delle vittorie riportate dalle macchine della casa al famoso rally africano.
Le forme la rendevano simile ai “mostri” pilotati dai vari Auriol,Hau,Rhaier,ecc. ecc.questo favorì un buon impatto con il pubblico,ciò permise anche il rilancio del modello g/s già in produzione dal 1980.
La concorrenza di Honda, Cagiva ,ecc. cominciava a farsi sentire,urgeva quindi un’operazione commerciale,che consentisse di riconvogliare possibili defezioni tra gli amanti del marchio.
La PD non è da considerarsi un modello a parte,ma un semplice allestimento,in quanto mantiene la stessa identica omologazione del modello g/s,tra l’altro, chi già possedeva una g/s, poteva acquistare presso la rete BMW il Kit completo che consentiva di trasformare la g/s in Paris Dakar.Qualche “pervertito” ha trasformato pure la ST…..
Le due versioni, g/s e PD, furono a listino sino a fine produzione (1987).
Le PD ordinabili presso i conce avevano le seguenti caratteristiche:
1) Serbatoio bianco da 32 lt (di cui 4 di riserva) con adesivi riproducenti i colori motorsport,e scritte Paris Dakar. Dietro al tappo del serbatoio la riproduzione (a vernice) della firma del grande Gaston Rhaier (non ne ho certezza assoluta ma mi pare che nell’ultimo periodo di produzione la firma fosse stata eliminata).La distanza dal tappo era di circa 8 cm.
All’interno erano presenti alcune paratie per evitare trasferimenti di carico causati dal movimento del carburante.I rubinetti della benzina erano 2 (il g/s ne aveva 1).
2) Sella monoposto con piccolo portapacchi che andava ad agganciarsi alla serratura della sella lunga.Erano presenti pure due squadrette con relativi pomoli di fissaggio che consentivano maggior stabilità (senza queste,a causa di un appoggio molto approssimativo al telaio,la sella dondolava e a lungo andare poteva rompere la serratura).
Con questa configurazione l’altezza della moto aumentava di un paio di cm.
Le prime vennero prodotte con un materiale più rigido inoltre il bordino di finitura aveva un colore leggermente diverso (non è facile da spiegare ma con le selle in mano si percepisce la differenza).
3) Sella lunga (arancio) e pedane passeggero,la stessa della versione g/s
4) Spessore da applicare al fermo del cannotto di sterzo atto a limitare di pochi mm la corsa dello sterzo (salvafrecce).
Sarebbe la prima cosa da controllare in fase di valutazione di un PD..…mancando…ci sono buone probabilità di trovarsi di fronte ad un g/s kittato… (male).*
Le g/s trasformate in PD senza l’utilizzo del pezzettino miracoloso si vedono a distanta perché sono costrette a piegare all’insù gli steli delle frecce, per evitare che queste ultime vadano a toccare i fianchi del serbatoio.
5) Silenziatore cromato preso pari pari dal mod.ST assieme alla griglia paracalore.
Il silenziatore inox non ha MAI fatto parte dell’allestimento PD.
6) Parafango post. Bianco in contrapposizione al nero del g/s.
7) Gomme Michelin T61 nella misure 3.00x21 e 4.00x18 queste gomme rispetto alle Metzeler montate sui g/s avevano un aspetto molto più racing,purtroppo la scarsa altezza dei tasselli , la grande morbidezza della mescola sommate al peso che dovevano sopportare facevano si che durassero veramente poco ………….e per quel poco che duravano funzionavano pure male.
8) Le PD venivano consegnate SENZA i fianchetti laterali,il telaio però conservava gli attacchi.
9) Come optional oltre a portapacchi.portaborse ,borse touring e pipette in gomma schermate era disponibile (anche per il g/s) un ammo post in tutto acciaio uguale a quelli montati sulla primissima serie ma con il serbatoio supplementare dell’olio………….costava una cifra e non è che funzionasse tanto meglio di quello di serie.
10) Era uso abbastanza comune montare i coprivalvole tondi ORIGINALI (sicuramente più belli di quelli di serie che tuttavia bisogna avere).Oggi è uso abbastanza comune montare coprivalvole tondi FALSI……..perchè quelli originali si sono disintegrati sull’asfalto e ….costano più cari…
11) Il cupolino per gs non era ancora apparso nei cataloghi,era quindi normale veder montati quelli prodotti da Acerbis e da altre ditte.Dal 1988 si rese disponibile la famosa “unghia”.
Tra l’altro,mia impressione, anche se non specifica e coeva del sta molto meglio sul PD che sul g/s e successivi.
Nel corso della produzione non furono apportate variazioni significative,praticamente seguì l’evoluzione della sorella:
Colore dei foderi forcella e coperchi delle punterie grigi/neri portafaro nero/bianco oltre a specchi metallo/plastica e alle differenze cromatiche di alcuni interruttori.
La leva della messa in moto è stato un optional obbligatorio assieme al paracilindri per quasi tutto il corso della produzione della PD,verso la fine,visto l’incidenza economica dell’accessorio e la maggior concorrenza da parte di altre case,vennero vendute anche senza.
Da questo fatto si capisce il motivo della presenza di esemplari ibridi che tanto fanno storcere il naso ai puristi del modello….e a molti “sputasentenze”.
A mio avviso le PD per eccellenza sono quelle costruite nel biennio 1984/85 perché conservano tutte le caratteristiche di nascita del modello cioè:Foderi e coperchi grigi,messa in moto e portafaro nero….le altre sono anche loro PD,ma con qualcosina in meno.
Per ultimo parliamo delle kittate o trasformate che dir si voglia.
Se assemblate con tutte le parti corrette sono assolutamente identiche alle originali .
Se sia meglio l’una o l’altra o siano sullo stesso livello …dipende da chi la compra nel senso che se tizio vuole una PD per il piacere di possederla e per usarla va bene tutto basta che sia ben fatta.
Il collezionista e il maniaco dell’originalità preferiranno l’originale ,più per paturnie mentali che altro.
Visto però,che in ambedue i casi il “giochino” si paga …...opterei per un oggetto indiscutibile.
Altra alternativa interessante è costituita dai modelli g/s che senza vergogna mantengono la loro identità e hanno a corredo un bel kit Paris Dakar…..(due moto in una,praticamente la nonna dell’HP2)
ADESSO TOCCA A VOI