30 Dicembre
Il gelo delle scorse settimane non si è attenuato, ma almeno c’è il sole, perché per arrivare all’imbarco di Napoli, in un modo o nell’altro, l’appennino andava attraversato. Pochissima neve a bordo strada attraversando Roccaraso, ma il freddo è intenso. L’aria gelata che ci avvolge ti fa godere ancor di più del calduccio trasmesso dalle imbottiture termiche dell’abbigliamento tecnico. Siamo partiti. Non sarà l’elefantentreffen, ma è pur sempre il 30 di dicembre e gli sguardi dietro i finestrini della auto che, con gli sci sul tetto, ci sorpassano, sono tutto un programma. Appena si comincia a salire, dopo Sulmona, il termometro del cruscotto lampeggia fisso tra 0 e -4 gradi.
Rapidamente passo dall’Adriatico al Tirreno, Napoli è caotica come sempre, in queste ore che precedono il capodanno ancor di più. Il traghetto invece, bello placido, ci aspetta in banchina, con la pancia aperta. Entriamo, il personale ci allunga delle cime sudicie per legare la moto, in cambio di un euro per ‘o café. Scarico i bagagli. Pochi minuti dopo le 20 lasciamo il porto, il Vesuvio appena spolverato di neve e le luci della città si allontanano velocemente, il mare e la notte si fondono nello stesso colore plumbeo, avvolgendoci. In coperta fa un bel freddo, meglio rientrare. Ceniamo, ci ficchiamo in cabina e buonanotte al secchio.
E’ l’alba del 31 dicembre, eccoci a
Palermo, alle 7 di mattina fa ancora un bel freschino. La giornata sarà lunga, il programma che abbiamo previsto, intenso. Per strada non c’è quasi nessuno. Decidiamo di salire a Monte Pellegrino e a seguire visitiamo Monreale. Intanto è uscito un bel sole. Torniamo a
Palermo.
Lasciamo la moto in garage e trascorriamo il resto della giornata in giro a piedi per la città. Palazzi maestosi e piazze monumentali si mescolano a vicoli sporchi e case quasi diroccate. Contrasti fortissimi. Nei mercati grida caratteristiche e confusione. Pranziamo con mandarini, arance vaniglia, cazzilli e panelle. La frutta comprata al ballarò, il resto in un panificio nei paraggi, tenuto con un concetto di pulizia abbastanza approssimativo, ma il buon odore di forno, ed il fatto che ci fosse la fila di donne e ragazzini è un buon segno. Un salto in albergo per una doccia e poi di nuovo per strada per aspettare il capodanno, ma siamo così stanchi che ceniamo con arancini di riso e ragù ed un bicchiere di prosecco. Alle 10e30 siamo già a dormire. Buon anno.
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