Tra altri impegni collaboro da anni come esterno a un progetto scientifico condotto presso un'Università svizzera. Anche quest'anno mi sono arrivati gli auguri di Natale del gruppo, uniti a iniziative di solidarietà.
Il cartoncino natalizio, oltre ad augurarmi un ottimo 2007, m'informa che ciascun membro del gruppo interno rinuncia a fare i regali a parenti e amici, al fine di supportare lo sviluppo del sud del mondo.
In particolare, ogni membro offre almeno 1000 CHF (circa 700 euro) per finanziare due progetti in Nepal (a Pokhara), uno di tipo education (scuola) e uno di tipo alimentare.
In effetti, se penso a quanti soldi buttiamo dalla finestra ogni Natale per regali spesso inutili e dai prezzi mostruosamente rialzati, per giunta in occasione di una festività che ormai di etico o religioso ha ben poco ed è quasi esclusivamente commerciale, beh trovo che donare un po' di risorse a chi, lontano da noi, fatica a sopravvivere sia un'idea eccellente sul piano logico, morale e persino politico.
Forse qualcuno di voi l'ha già fatto. Io, onestamnente, no. Sono sempre andato per le vie di Milano come un demente a fare acquisti. Ma quel cartoncino mi ha fatto riflettere...
La beneficienza si può fare sempre, è ovvio. Ma proprio per questo si finisce per non farla mai. Natale è invece un'occasione propizia e non tanto o non solo per il suo significato, quanto piuttosto per il momento di esborso "comandato". Nel bigliettino dei regali l'anno prossimo potrei mettere qualcosa del tipo: "Caro/a... quest'anno il regalo lo facciamo insieme a chi ne ha bisogno. Ecc..."