Quote:
Originariamente inviata da mototour
Voi dove eravate?
Che ricordi avete (personali o riferiti da altri)?
|
Tutta la famiglia era a Cesena dai nonni.
Mio padre arrivò a FI il 5, dovette lasciare la macchina in p.za Puccini (prima periferia, ai tempi), più avanti non si andava. Da lì un passo alla volta, le galosce affondavano fino al polpaccio nella melma mista a gasolio che insieme formavano un miscuglio terribilmente denso, pesante e viscido allo stesso tempo.
Ad ogni passo bisognava tirare fuori le gambe aiutandosi con le braccia altrimenti lo stivale rimaneva bloccato.
A casa nostra (Porta al Prato) l'acqua arrivò a due metri, c'è ancora la targa ricordo e fino a pochi anni fa c'era ancora la striscia nera lasciata dal gasolio, ancor oggi in centro ci sono dei palazzi dove si capisce il livello raggiunto dell'acqua.
Nel giardino condominiale le cancellate furono divelte e la corrente ci trasportò tre macchine.
Non parliamo poi del garage, piano interrato.....
Quando mio padre mi raccontava queste cose bene o male potevo immaginarle guardando i tanti filmati girati all'epoca.
Ciò che invece nessun immagine può testimoniare sono le sensazioni, gli umori, l'ambiente umano e non che si creò dopo la tragedia.
Niente luce, telefoni, acqua potabile, il fetore del gasolio ma soprattutto il freddo, non dimentichiamoci che era Novembre. Senza riscaldamento, si andava a dormire in lenzuola piene dell'umidità circostante, talmente fredde che le sentivi fino alle ossa, in un buio totale, tagliato solo dai riflettori dell'esercito accesi per evitare atti di sciacallaggio (che non mancarono).
I fiorentini sono noti per non avere un buon carattere e per esser gente che guarda più il proprio "particulare" che le altre cose però, in quel frangente, si distinsero per non essersi abbandonati a manifestazioni di tristezza o scoramento e per la volontà di reagire con il lavoro e, perché no, anche con la fierezza e l'ironia che è propria dei miei concittadini.
Non per nulla il famoso calcio in costume nasce con la città assediata, come segno di sfida nei confronti degli invasori.....
Venne Saragat a vedere la situazione, fu preso a maleparole dalla gente che non voleva politici ma ruspe e camion per lavorare, gliene avevano mandate TRE da Roma per l'intera città, vergogna!
Ricordo ancora Montanelli che cita il caso di un barbiere con il negozio devastato che appone il cartello "Chiuso per nervoso" o mio padre che mi raccontava di come non ci fosse una persona ferma a piangere o nullafacente, un'operosità diffusa e silenziosa, come il terribile silenzio che calava quando arrivava la notte.
Furono messi a dura prova i fiorentini ma la vinsero, eccome se la vinsero....