Mukkista doc
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elefante....questa è stat un avventura!
non è scritto di mio pugno ma l'amico ke lo ha pesnato e riversato su pc scrive troppo bene x cui ho lasciato a lui il compito e l'onore di raccontare cio che è stato.....x cui perdonatemi il copia-incolla:
"Quando ami talmente un idea al tal punto da buttarla via...."
Se ci penso bene, oltre ad avere il chiodo in testa per L'Elefantentreffen da quando vado in moto "seriamente", è almeno dallo scorso anno quando ho recuperato la Bissio-bike che questa cosa del raduno più freddo del mondo mi ruota nel cervello.
Dopo aver letto quanto segue è praticamente sicuro che in molti penseranno che questa idea, di spazio per girare nella mia testa, ne aveva a iosa vista la completa assenza di ostacoli fatti di materiale grigiastro.
Facendo un passo indietro di un paio di giorni e vi riporto a giovedì mattina.
Attorno alle 11 del mattino parto da casa diretto all'appuntamento a Piancamuno dove dovrò incontrare Bissio e Matthias. In quel tratto di strada che conosco da quando avevo 20 mesi (tanto eh !!) nella mia mente si configurano immagini intime che vengono diluiti da sparuti fiocchi di neve che fluttuano nell'aria fredda vagando a caso. Proprio come i pensieri nella memoria.
Qualche settimana fa ho visto il lago d'Endine completamente ghiacciato. Ero di passaggio per andare alla cena dal Bissio e quel panorama dal sentore nordico mi aveva catturato l'attenzione e le sensazioni. La macchina fotografica era nella borsa ma non ho avuto allora la prontezza di fermare quel fotogramma. Giovedì non me lo sono lasciato sfuggire ed ora è mio per sempre !!!
L'arrivo a Piancamuno è allietato da una pasta fumante nel piatto e dalla vista di Matth e Bissio caricatissimi per questa partenza.
Si pranza tra una forchettata ed un pensiero al meteo, tra un bicchiere di rosso ed il ripasso del materiale da portare con noi.
Alle 14,20 l'Elefantentreffen 2006 inizia. Tutto il nostro presente era orientato a questa avventura che ci attendeva. Cosa darei per tornare a quel momento per cambiare le nostre decisioni !!!
Il cielo è bianco ma pare clemente ed il pensiero indecente che si era fatto strada a tavola si concretizza nella prima cazzata della giornata.
La scelta confermata infatti è stata quella di fare il Bernina per poi percorrere tutta l'Engadina ed arrivare in Austria per la notte, dalle parti di Landek.
Facciamo benzina a 1 km dalla casa del Bissio e qualche fiocco di neve svolazza deciso impiastrandosi sulla visiera.
O imbecille, rifletti, pensa, ragiona se ne sei capace. No, sei peggio di come potessi pensare.
Si arriva così quasi tranquillamente sulla strada che porta all'Aprica. La neve attacca in terra, eccome se attacca !! Ma volete che chi deve andare in Germania si possa perdere in pensieri recessivi ?? Macchè.
Ops !! Ma cosa ci fa questo Varadero disteso per terra ??
Che storia !!! E va beh, si vede che la distrazione del pilota è a livelli preoccupanti. Ripongo i miei pensieri alternativi in background lasciando che siano da sfondo al presente e presto l'attenzione dovuta. Mancano 680 Km a Passau, sarà meglio metterci più testa.
EH EH !!! Ma che cosa ci fa ancora questo Varadero per terra ??!!
Mi guardo intorno in cerca di Maddalena che mi deterga il sudore ma mi devo accontentare di Matth e Bissio che per la seconda volta mi rialzano la cavalcatura.
Sarò tutto nella vita ma non Cristo e quindi escludo che vi possa essere una terza caduta. Si prosegue.
Prima inserita sensi e sensori in overflow. Frizione lavorata delicatamente quasi fosse il tesoro di una donna da amare, delicatamente, con attenzione e perizia.
La discesa dall'Aprica viene affrontata a gambe tremanti, sempre in prima con colpetti istantanei dei freni tali da bloccare le ruote solo per pochi millimetri ma per controllare che la velocità non vada oltre ai 15-20 km/h.
Si arriva in questo modo a metà della discesa e poi ci si azzarda a sfiorare anche i 50 nei tratti ancora non troppo sporchi.
Fermi in un bar in ristrutturazione, esattamente come il nostro morale e le menti, in tre sorseggiamo un caffè interrogandoci sul da farsi.
Il Bernina è totalmente escluso. Quali le scelte ?? Due.
La prima, far tutta la Valtellina, il lago di Lecco, arrivare verso Mi o BG e prendere la A4 e poi il Brennero. Lunghissima e sono già le 17,30.
La seconda (mi venisse uno sbocco di sangue !!!) fare la Valchiavenna ed il Maloja CHE E' SEMPRE APERTO E CHE GLI SVIZZERI LO TENGONO SEMPRE PULITO !!!)
Secondo voi ?? Si esatto, quella.
Facciamo benzina prima di arrivare a Chiavenna unitamente ad un conciliabolo tra noi. Matth ha nel fisico la strada da Modena ed è, apparentemente, il più meritevole di riposo. Io e Bissio, fisicacci da paura (terrore direi) stiamo bene se si esclude quel giramento di palle che solleva persino la neve da terra per la situazione.
Si prosegua, messeri. La velleità è quella di arrivare avanti, il più possibile, in Engadina e se non si riesce a dormire in Austria pazienza ma almeno saremo più vicini alla meta.
Se ci penso ora inizio a sbattere la testa sul tavolo finchè si rompe.
Si arriva alla dogana di Villa di Chiavenna compiendo una serie di miracoli che ci convincono che di Cristi dai poteri soprannaturali forse ce ne sono almeno tre.
Il doganiere italiano ci fa segno di passare ma i suoi occhi sono nettamente al di fuori dalla loro sede naturale. Che pirla diremo noi, cosa avrà da guardare !!!
Il doganiere svizzero mi ferma, sono il primo della fila, e si esprime così: "ma dove credete di andare ??" La mia risposta credo che gli abbia fatto esaurire le scorte di ilarità per tutta la vita. In Germania, ci aspettano in tanti !!" Dico sorridendo.
Aveva due alternative. Arrestarci o farci passare. Siamo andati avanti.
La strada sale e la pendenza a volte si attesta sul 10%. Si avanza in prima (le BMW anche in seconda) scodando ogni pochi metri e sfrizzionando alla grande.
Guardo nei retrovisori e non scorgo traccia dei fari degli amici. Mi fermo appena trovo in paio di metri in piano e aspetto.
Passano 3-5 minuti e niente. Erano lì, dietro di me a 70 mt ed ora sono spariti. Decido di invertire la marcia.
L'impresa mi occupa per circa 3 o 4 minuti portandomi a esercizi di equilibrismo da circo e a sforzi inumani per reggere in piedi un Varadero che in piedi non ci vuole stare.
Faccio 30 o 40 mt e la ruota anteriore decide di seguire una rotta MOOOOOLTO diversa da quella posteriore e mi apparecchio sulla strada per la terza volta. Ora sono certo, da qualche parte una croce e dei chiodi mi attendono.
Gentili automobilisti (pare grossa detta così eh !!!) si fermano e mi aiutano a mettere in piedi Habanero che mi guarda quasi scusandosi. Non resisto, una pacca sul fianco ed un sussurro mi esce a fil di voce: "Ok ragazzo... ho capito... ora ti ascolterò".
Percorro metri di discesa a ruote bloccate davanti e dietro, con i piedi per terra e con le gambe che tremavano più di una Guzzi e la moto che non si voleva più fermare, scivolando sempre più incontrollata in discesa.
Un mucchio di neve fresca mi aiuta a rallentare nel momento in cui Matth e Bissio si palesano dietro una curva.
Siamo arrivati mi dicono. Da qui non si va avanti.
Io confesso la mia terza caduta e li vedo sorridere. Mi dicono che sono caduti insieme, allo stesso modo, nello stesso identico punto.
Un punto peraltro davvero magico. Davanti ad una pensione !!!!
In questo posto prendiamo le camere e consumiano una cena svizzera buona e sostanziosa.
Si parla di tutto, di donne, di viaggi, di cazzate, di come è andata la giornata. Ma nessuno di noi accenna al domani. In noi alberga la fiducia che l'indomani sia un tempo migliore e che la notte vera operosi operai svizzeri pulire le strade.
Il sonno non arriva, la mente si diverte a tormentarmi con i suoi incubi e le sue realtà ma alla fine cedo anch'io per qualche ora.
La mattina la sveglia di Matth suona 5 min prima della mia nonostante fossero entrambe puntate per le 7,30. Si vede anche da questo che il modenese è più avanti, mooooolto più avanti !!!
La finestra ci restituisce un immagine che non arei mai voluto vedere. La neve scende grossa e veloce. Nella notte almeno 30 cm sono caduti e le strade sono peggio di ieri.
A colazione si rompono gli indugi e si decide il da farsi.
Tornare indietro non è nelle nostre corde e quindi non avendo più alternative, si pensa di avanzare, scavalcare l'ostacolo più grande che è il Maloja e poi l'Engadina sarà più pulita, pensiamo.
Dalla pensione percorriamo cira 15 km in 45 minuti, sempre in prima scodando e sfidando leggi fisiche a tonnellate.
Su un tornante il Bissio si ferma e fa cenno di passare. Io e Matth andiamo avanti uno a 100 mt dall'altro, giusto lo spazio necessario per reagire se quello davanti cade.
Il Bisiso non appare e ci fermiamo ad aspettare.
Arriva una macchina che ci comunica che il grande camuno era con la moto a terra e che lo hanno aiutato a rimetterla in piedi.
A me la faccenda che il Bissio cade mi fa male allo stomaco. E anche Matth mi da da pensare. Anche lui ieri è caduto, una volta sola ma *****, anche lui !!!
Aspettiamo, aspettiamo e...... arriva la polizia svizzera. Ci supera in salita e si ferma davanti a noi.
Ne discende un personaggio dalle fattezze a cavallo tra Gilberto Govi e Dinamite Bla. Cerco di darvi un'idea di cos e di come ci appella:
"Ma foi tofe cretete ti antare !! Foi tutti completamente pazzi. Come foi pensa ti essere qvi e ti tove foler antare atesso !! Mai, tico mai in fent'anni ti laforo qvi ho mai fisto una cosa ti qvesto cenere !! Io atesso tefo fare foi fermare e chiamo soccorso. Foi ta qvi no più muofere. Ma foi folete morire."
Matth a questo punto pone la mano sinistra sui coglioni (i suoi) e alza la desta davanti al gendarme con tutte le dita chiuse tranne l'indice ed il mignolo.
Dinamite Bla fuma da sotto il cappello e si gratta la testa muovendolo a destra e sinistra. Da quando lo abbiamo visto ci parla con uno stuzzicadente in bocca e vi giuro che da come si scaldava temevo fortemente per la sua trachea.
Bisso ci chiama a cell. dicendo che è in arrivo un carro attrezzi da Chiavenna e di aspettare.
Io e Matth, in compagnia del poliziotto più agguerrito di tutti i Grigioni conversiamo allegramente cercando di calmate il tutore elvetico. Alcune volte ha persino sorrriso.
Giunge dopo circa un ora un carro attrezzi da Celerina. Il Bissio dice OK prendiamolo e facciamola finita.
Habanero e la GS di Matth vengono assicurate sul pianale del mezzo e raggiungiamo il Bissio 3 tornanti più sotto per prelevare l'altro GS appendendolo alla gru di un secondo mezzo che era arrivato.
I soccorritori, due ragazzi svizzeri abbastanza simpatici e comprensivi, fanno una valanga di foto e inizia a serpeggiare in me una certa apprensione circa il costo di questo scherzetto svizzero.
Con tutti i mezzi caricati sui carri viene il momento di perndere la decisione che si rivelerà quella finale cira il nostro Elefante.
Possiamo farci portare a St. Moritz o alla dogana di Villa di Chiavenna. Nel primo caso un treno con moto forse ci poteva portare a Thusis e poi magari proseguire per la nostra destinazione. Nel secondo significava la resa totale.
Ci siamo guardati tutti e tre nelle palle degli occhi, abbiamo visto lampeggiare il fuoco dell'avventura che voleva dire AVANTI. E abbiamo visto anche il retrogusto amarissimo della coscienza e della consapevolezza che era finita.
Sono bastati gli sguardi e due parole. OK, torniamo.
Il nostro Elefantentreffen è terminato in prossimità di un tornante di una delle più belle strade svizzere.
Le moto sono state portate alla dogana da dove siamo ripartiti con il morale a puttane cercando di avvivicarci il più possibile a Chiavenna e vedere cosa fare ma..... sia io sia il Bissio ci siamo sdraiati in terra ancora e abbiamo tutti deciso di lasciare le moto in parcheggio per venire e riprenderle poi quando sarà possibile
In tutta questa manovra "recuperativa" ci ha assisitito un ragazzo motociclista che passava dal pinto dove eravamo fermi e si è prestato a darci indicazioni ed una considerevole mano con gli svizzeri del soccorso. Stefano è rimasto con noi per tutta la mattina, ha preso una tonnellata di neve, si è bagnato da capo a piedi, ha interceduto con chi ci ha trasportato i mezzi e ci ha aiutati un tutto quello che poteva. GRAZIE GRAZIE GRAZIE.
Una pranzetto valtellinese ci ha visti tutti e quattro a discutere sulle cose che accadono quando si va in moto e che uniscono gente con lo stesso amore per questo mezzo straordinario.
A proposito, qualcosa di straordinario in questa vicenda c'è stato davvero. Ed è la compagnia di Bissio e Matth. Due persone diverse ed entrambi diversi da me ma alle quali affiderei le mie sorti ovunque.
Beh, questo è stato il nostro Elefantentrteffen. Abbiamo sbagliato, abbiamo fallito ?? Forse l'obiettivo finale ma ..... va bene così.
Ciao gente, e a presto.
saluti
bissio
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ELICA CAMUNA
R 1200 GS Adv & R 1150 R
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