Ieri ho provato la nuova Guzzona in oggetto, moto lontana dalla mia idea di motociclismo ma che mi incuriosiva parecchio.
Riporto le mie impressioni dall'alto della mia (in)esperienza di guida su questo genere, dopo un giro di un'ora e mezza su strade che conosco molto bene.
La cosa che più colpisce ovviamente è l'estetica: può piacere o meno, ma credo non si possa negare che abbia un suo fascino.
A me dal vero è piacuta molto, ritengo che la scelta di abbinare gli stilemi del genere Bagger alla fibra di Carbonio a vista sia decisamente azzeccata.
La ruota lenticolare da 21", le teste rosse che sporgono dal serbatoio in Carbonio, la coda spiovente con i fari a led, il cupolino con la doppia palpebra creano un insieme originale e piacevole.
Stonano a mio avviso le frecce anteriori che sporcano la linea della carenatura, con tutto lo spazio che c'è nei baffi potevano trovare una soluzione più integrata.
La finitura è ottima, con accoppiamenti precisi, blocchetti comandi buoni e funzionali con un joystick per controllarre la radio ed i menu di configurazione, cruscotto misto analogico digitale, tre mappe motore e controllo di trazione.
La posizione di guida è abbastanza comoda, sicuramente migliore dell'Audace che ho provato un paio di volte grazie ad un manubrio più azzeccato.
Da fermo i 350 kg si sentono tutti, la geometria della forcella col ruotone da 21" ed un passo importante non aiutano nello sgambettamento in parcheggio ma la moto è bassa e tutto sommato si riesce a gestirla con un minimo di cautela.
Appena partito ho apprezzato la frizione morbida ed il motore che regala badilate di coppia già al minimo: con una certa apprensione ho affrontato le rotonde di Mandello in mezzo al traffico di centinaia di Guzzisti, ma nonostante la mole, l'avancorsa ed il ruotone anteriore, la MGX-21 si è lasciata guidare a passo d'uomo con una facilità che non mi aspettavo.
Vibrazioni fastidiose praticamente assenti, ma al minimo si avverte lo scuotimento tipico dei bicilindrici ed una discreta coppia di reazione se si sgasa con decisione: nulla che un Guzzista o un Boxerista già non conosca.
Il rumore di scarico non è da Harleysta truzzo e questo mi è piaciuto molto: è garbato, magari un po troppo dimesso per chi vuole annunciare il proprio arrivo al Bar da chilometri di distanza, ma in ogni caso lascia chiaramente intendere la cubatura importante del motore.
Nella vecchia SS36 da Mandello a Lecco è stato un delirio di Guzzisti che per strada si fermavano a vederci passare con un sorriso a 48 denti, i bambini ci salutavano rapiti, la folla festante ci acclamava, le donne ci lanciavano i reggiseni...

insomma, avete capito... la moto ha una notevole presenza, si fa notare, non è per motociclisti timidi, questo è certo
Da Lecco a Ballabio ho affrontato i primi tornanti (non molto stretti) passati senza difficoltà e, pur senza esagerare per ovvi motivi, le prime pieghe mi rivelano ancora una volta una maneggevolezza superiore alle aspettative ed un'ampia luce a terra delle pedane.
Provo a pinzare con decisione e i freni mi sembrano adeguati alla mole
Sui piani di Balisio provo qualche allungo sino ai 6.000/6.500 giri:il motore non si rifiuta ma secondo mè è inutile quando c'è tanta di quella coppia in basso da permettere sorpassi in sicurezza senza scalare.
Anche il cambio è stata una piacevole sorpresa, morbido e preciso.
Il traffico diminuisce, inizio a smanettare con le mappe motore e la radio mentre cerco di godermi la passeggiata: un bel sole, le mie montagne di casa, l'aria ancora frizzante della tarda mattinata, il modulare aperto e le casse che stanno suonando 'I wish you were here' dei Pink Floyd mentre mi godo la vista dalla coda del serpentone di 15 MGX-21 e palpeggio lussuriosamente la finitura in Carbonio del serbatoio: ma quanto cazzo bello è andare in moto ?!?
Sui rettilinei provo ad accelerare, il cupolino protegge poco.
Imbocchiamo la provinciale che da Taceno scende a Bellano.
La conosco a menadito, è una delle mie palestre per auto e moto, abbastanza tortuosa con fondo a tratti rovinato e sconnesso.
Nei limiti del ragionevole e del rispetto del mezzo non di mia proprietà, forzo un pochino l'andatura lasciando andare chi mi precede nel serpentone per avere un paio di curve sgombre.
La sospensione posteriore si scompone un poco sullo sconnesso, probabilmente la corsa breve non aiuta restituendo una risposta secca e probabilmente qualche fondo corsa.
Il controllo di trazione interviene in maniera evidente due o tre volte in uscita di curva per tenere a bada la coppia taurina.
Arriviamo in vista del lago e affrontiamo dei tornanti in discesa: non sono da manovra come quelli del lato Trentino dello Stelvio ma nemmeno i larghi tornantoni autostradali Svizzeri.
In ogni caso ancora una volta la dolcezza e la risposta del motore a bassi giri uniti ad una trasmissione senza strappi permettono di stringere facilmente i tornanti verso destra.
Da Bellano a Mandello è la solita storia: decine di cellulari alzati, i motociclisti che incrociamo si svitano la testa dal collo per guardarci, i bambini ci guardano come fossimo dei marziani.
Torniamo in fabbrica a Mandello verso Mezzogiorno, ci sono 28 o 29 gradi e nel traffico si avverte un po il calore delle testate che sono proprio davanti alle ginocchia.
Apro le borse e scopro che sono piuttosto piccole, il mio casco modulare non ci sta, dubito ci stia anche un jet data la ridotta profondità.
La moto c'è, mi sembra meccanicamente già matura ed equilibrata, con un'estetica molto caratterizzata che non è l'ennesima brutta copia old style tutta metallo e cromature delle Harley.
Motore trattabilissimo, pieno ai bassi con potenza più che adeguata per la ciclistica, cambio preciso.
Hanno trovato un buon compromesso tra stabilità e maneggevolezza, garantendo una facilità di guida che con passo, peso, avancorsa elevati ed anteriore da 21" francamente non pensavo fosse possibile raggiungere.
Speriamo che ne vendano a sufficienza da convincere Colaninno che la storia della Guzzi merita più di finti Stornelli replicati con gli adesivi rossi e ruote cicciotte per insipidi V9 Bobber.
La Bagger al Carbonio l'hanno azzeccata alla grande, ora devono solo fare una Moto Guzzi Tuono e un V 90° più moderno per le future Stelvio, Griso e Norge: che ci vuole??