Milletrecento anime raccolte all’ombra del Sass Maor. Quasi non ti accorgi che ci passi accanto, sulla strada che porta a Passo Rolle. Sarà che il naso è incollato lassù, sulle cime; o forse non ti aspetti che non sia tutta una cittadina quella che attraversi dopo essere entrato in Fiera di Primiero. E invece passi ben tre comuni dopo quello di Fiera: Transacqua, Tonadico e Siror, che un tempo erano comunità separate, sebbene molto vicine fra loro.
Ero stato a Siror per la Desmontegada di Settembre, quando si svuotano le malghe in altura e le mandrie tornano in valle, e ci ero tornato un’altra volta, di fretta, a cercare la macelleria Bonelli e la “carne fumada”, ma solo ieri ho avuto occhi per scoprire che le sue vie sono una vera e propria galleria di affreschi popolari, antichi e moderni. Di affreschi e bassorilievi che raccontano le leggende della valle e l’incanto che lega l’uomo alla terra, all’acqua, al fuoco, all’aria.
Ci ho passato un paio d’ore con il naso all’insù, tornando sulle ginocchia di mia madre che mi raccontava le storie, la sera prima che mio padre tornasse, vicino alla stufa che commentava borbottando. Ci ho passato un paio d’ore a pensare che le storie con cui cerchiamo di dare un senso ai timori, ai terrori e alle delusioni che la vita ci riserva, sono vecchie di tremila anni e vengono da lontano. Come i migranti. Poi, sono andato ad assaggiare i “cicheti del botìro” con un calice di Trento doc. Alla vostra salute!
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