Al tavolo vicino, quattro ragazzotti stravaccati sulle sedie, gli occhi un tantino acquosi. Forse è la birra che continuano a sorseggiare, fra una sigaretta e l’altra. Parlano sottovoce, con lunghe pause di silenzio, e ci guardano di sottecchi, pronti a girare lo sguardo appena rischia di incrociare il nostro. Sulla strada davanti alla tavola calda, i torpedoni scaricano turisti per la visita di ordinanza al “cimitero allegro” di Săpânța, due passi dal confine ucraino.
Noi siamo arrivati presto e abbiamo atteso che il cancello venisse aperto, voltando le pagine dell’ottimo libro di Bruno Mazzoni che ha tradotto gran parte delle iscrizioni parlanti del cimitero. Consiglio il libro a chiunque voglia visitare il cimitero, anche se è difficile da trovare.
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