Quando ogni seconda domenica del mese si passeggia tra i vicoli del Gran Balōn di Torino si respira un’aria particolare. Di ogni pezzo, oggetto o ciapapuer ( terminologia piemontese per descrivere un qualcosa di inutile: “prendi polvere”, appunto) se ne puņ percepire il vissuto e la storia. Si vedono quadri una volta appesi su chissą quali pareti ed in attesa di un nuovo chiodo, scarpe stropicciate che raccontano di balli o strade percorse, lampade che ornavano chissą quali tavoli, e che chissą quali libri, volti, o quant’altro abbiano mai illuminato. Tutto e’ li. Tutto almeno una volta č stato nuovo e tutto č stato creato da chissą quali mani, venduto da chissą quale negoziante ed utilizzato da chissą quale persona. Ma tutto č ancora li. Inerme. Fermo ed in bella vista. Lustrato, coccolato e pulito per far si che qualcun’altro possa concedergli, al giusto prezzo, una nuova storia.
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