sool-sool-laasi-lafa-reee… l’aria di Bach che introduce le Variazioni Goldberg incede solenne negli auricolari del casco mentre abbandoniamo la Provinciale 65 che ci porterebbe a Rosolina Mare e svoltiamo a destra nella Via delle Valli, il motore al minimo.
Il cielo è basso e scuro sopra di noi; raffiche di vento orientale spazzano erba ed acqua con ruvide carezze.
sool-sool-fasol-lasolfasolfami-reee… nel canale a destra della strada, stretta come una fettuccia di lucido raso grigio, si attardano garzette attonite a scrutare l’acqua quasi a cercare un pensiero perduto; più in là, fra i ciuffi di stoppie giallastre, stormi di batuffoli bianchi si lasciano cullare dall’increspatura dell’acqua.
Il rumore del motore ci precede di poco e grandi aironi si levano in volo con lento e faticoso battito l’ali; dall’albero nero in controluce, un pugno di piccole anatre si allontana con frullo nervoso e allarmato. I gabbiani solcano il cielo sopra di noi, indaffarati nel loro misterioso girovagare fra una valle e l’altra.
Ad ovest il cielo schiarisce e lo specchio d’acqua s’illumina d’argento vivo.
L’aria si ferma e la pioggia ticchetta intensa sulla visiera. In questo momento forse comprendo il
soli Deo gloria con cui Bach apriva e chiudeva le sue composizioni.