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Vecchio 29-07-2005, 08:26   #1
jjerman
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Attenti alla buona fede Esistono anche i razzisti dilettanti!


• da Corriere della Sera del 28 luglio 2005, pag. 30


di Beppe Severgnini

Sapete chi sono i razzisti? Gente che, «in base a un'arbitraria gerarchia delle popolazioni umane, attribuisce superiori qualità biologiche e culturali a una razza, legittimando discriminazioni nei confronti di altre razze considerate inferiori» (dizionario Zingarelli). Sapete dove queste idee hanno portato il mondo? In un mare di guai.



Osama e soci, per esempio, sono pericolosi razzisti professionisti. Ma tra di noi s'allenano alcuni dilettanti: e la buona fede non li giustifica. Chi dice oggi che i musulmani sono per natura traditori e aggressivi domani dirà che i neri sono pigri e violenti e gli ebrei infidi e rapaci. Ho ricevuto una email in cui, seriamente, mi si spiega che gli islamici in Europa sono come i meridionali a Milano: non cambieranno mai.



Avanti così, e vedrete dove andiamo a finire. I mercanti di morte sperano questo: che i razzisti dilettanti per incoscienza o per ignoranza trasformino in «militanti fondamentalisti» musulmani che non lo sono. Lo so: certi discorsi, per adulti di media cultura, sono innocua «antropologia estiva». Ma sugli ingenui e sui ragazzi fanno presa: si comincia con le battute da bar e si finisce con una svastica sul giubbotto.



Se avete letto fin qui - non sono sicuro: qualcuno avrà già buttato il giornale dandomi dello stupido o del buonista (che è peggio) - starete pensando: d'accordo, ma la cultura islamica ha prodotto moschee che sono diventate centri di reclutamento terrorista; ha seminato morte per il mondo, a cominciare dall'Iraq; e un quinto dei musulmani britannici, secondo un sondaggio, simpatizza con i terroristi.



E' vero, purtroppo, ed è tragico. Alcune persone in Europa, coprendo i propri crimini dietro un paravento religioso, hanno fatto cose gravissime, e una parte dei correligionari li giustifica. Si comportano così perchè sono musulmani e la loro indole è quella (vendicativa, aggressiva)? No: si comportano così perchè hanno vissuto in ambienti sbagliati, che noi abbiamo tollerato. Sbagliando. Avanti, diciamolo: se il «multiculturalismo» porta a questo, ne facciamo a meno. Meglio un'onesta integrazione, basata su alcuni punti fermi.



Chi sceglie di vivere in Europa - cristiano o islamico, ebreo o ateo - deve sapere che i nostri Paesi hanno certe regole. Eccone alcune: il terrorismo è un crimine, così come la propaganda (eppure su Internet continua impunemcnte, anche da server europei). I luoghi di culto sono fatti per pregare, non per complottare. Le scuole devono insegnare, non indottrinare. I diritti delle donne non sono un optional. La libertà d'opinione, nemmeno. Infine, e fondamentale: l'equidistanza non basta. Ai musulmani pacifici e onesti che vivono tra noi - ce ne sono - ora si chiede coraggio: devono dire da che parte stanno. «Nè con Osama nè con l'Occidente» non è una risposta. E’, per noi, un'offesa; e, per loro, l'ammissione di una sconfitta.



Ecco: queste cose si possono – scusate: si devono - dire. Ma condannare i musulmani in quanto musulmani, o gli arabi in quanto arabi, non si deve e non si può. Sere fa ero a cena con un italiano che, parlando dei fatti di Londra, sibilava: «Tutti a casa, i bastardi!»; e un inglese bianco, anzi latteo che rispondeva, con l'accento di Stanlio e Ollio: «Ma sono giò a casa! Quei musulmani sono miei concittadini. Hanno in tasca un passaporto britannico come me! E sono milioni. Dobbiamo convincerli, e punirli quand'è il caso. Non possiamo buttarli a mare!».



Domanda: se ci arrivano gli inglesi, perchè noi no?
jjerman non è in linea  
 


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