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Vecchio 04-09-2010, 14:09   #1
trottalemme
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Post Primo viaggio a Capo Nord

Prima parte

30/07/2010 Verona – Nürnberg Feucht Ost (570 km)

L’appuntamento è alle tredici al casello di Verona Nord. Sulla A22 il traffico è abbastanza tranquillo, il tempo è bello e non fa nemmeno troppo caldo. Arriviamo rapidamente al Brennero, dove ci coglie una pioggia leggera mentre parcheggiamo le moto per una breve sosta. In Austria e Germania, andatura mista che alterna tratti allegri ad altri al rallentatore, soprattutto intorno a Monaco di Baviera. Sarà che finalmente siamo in viaggio, ma riesco a gustarmi anche l’autostrada in Germania con i suoi ampi saliscendi ed una campagna verdissima. Ci fermiamo alle venti in un motel di fianco all’autostrada. Cena con wurstel e birra nel ristorante dell’area di sosta. Dormo male, disturbato dal fumo stantio che impregna la stanza.

31/07/2010 Nürnberg Feucht Ost – Kiel (714 km)

Dopo un caffè ingollato di corsa senza fare molto caso al suo sapore, ci mettiamo in strada alle sette di mattina. Belle le colline intorno a Würzburg, ma poi la tappa di trasferimento diventa massacrante fra cantieri e lunghe code di caravan tedeschi che si spostano sul Mare del Nord per le vacanze. Gli ultimi cento chilometri fra Amburgo e Kiel sembrano non finire mai. Arriviamo al porto di Kiel alle 17, appena in tempo per imbarcarci sul ferry boat. Siamo gli ultimi e parcheggiamo vicino ad un gruppo di svedesi. Li osserviamo con la coda dell’occhio ancorare le moto ai ganci sul pavimento e facciamo come loro. Penso: sono scandinavi; saranno abituati ai traghetti con tutti i fiordi che ci sono lì. Alla fine, un marinaio passa in rassegna i mezzi; scrolla una cinghia qui, ne aggiunge un’altra là, un colpo di martinetto, infine annuisce. Si può salire in cerca della cabina prenotata già tre mesi fa.

01/08/2010 Gothenburg - Stockholm (483 km)

Mi sveglio presto e salgo sul ponte esterno poco prima che la nave entri nel canale che conduce al porto di Gothenburg. Davanti a noi si affollano quattro o cinque navi di diverso tonnellaggio che si muovono in ogni direzione. Il cielo è plumbeo e promette la pioggia che puntualmente ci accoglie appena scendiamo lo scivolo che conduce al molo. In moto, nessuna formalità doganale né controllo dei documenti. Sotto la pioggia battente, percorriamo i primi duecento chilometri senza vedere nulla di più delle nuvole di acqua sollevate dal raro traffico che percorre la E20. Poi la visibilità aumenta e la guida diventa piacevole. Boschi di conifere si alternano a prati e campi di orzo maturo. Qua e là fattorie rosso mattone profilate di bianco occhieggiano un po’ defilate. Molti gli autovelox che obbligano all’attenzione e alla moderazione nella guida. Per il pranzo, usciamo di qualche centinaio di metri su una strada bianca che ci conduce in riva ad un laghetto. Da un lato, i resti del muro di cinta di un piccolo monastero e dall’altro, una baracca in legno che ospita un piccolo ristoro condotto da tre signore molto divertite del nostro disorientamento. Mangiamo piccole polpettine di carne su una fetta di pane.
Nei pressi di Stoccolma incappiamo in un ingorgo che superiamo passando con cautela fra le colonne di auto che perlopiù si spostano lateralmente per farci strada. Grazie al navigatore GPS troviamo rapidamente l’albergo prenotato in centro e la sera facciamo una passeggiata in Gamla Stan, la città vecchia di Stoccolma. Sarebbe bello fermarsi qui qualche giorno e scoprire la città raccontata da Stieg Larsson, ma le strade verso nord ci aspettano e non vedo l’ora di ripartire.

02/08/2010 Stockholm – Sundsvall (378 km)

Utilizziamo la mattinata per una passeggiata all’isola di Skansen, ma rinunciamo al proposito di visitare il museo Vasa. Il tempo è poco e la visita sarebbe forse più un tormento che un piacere. Mentre torniamo all’albergo, il cielo si scurisce e carichiamo i bagagli bagnati dai primi goccioloni. L’uscita dalla città è agevole e presto ci troviamo sulla E4 con una visibilità ridottissima e un traffico decisamente più pesante di quello di ieri. Poco dopo Uppsala le nuvole si aprono ed esce un sole splendente. A Mehedeby, il primo assaggio di un fiordo con un lungo ponte sospeso che attraversa l’acqua blu cobalto. La strada è bella e, siccome si va piano per forza, gli occhi possono soffermarsi sul panorama che sfila ai lati. Poco prima di Sundsvall ci mettiamo alla ricerca della nostra prima hytte, ma la ricerca dura poco perché, fermi in coda ad un semaforo, siamo sfiorati da un bus di linea in corsa che lascia due segni profondi sulla borsa di sinistra. Poteva essere una tragedia e invece per fortuna ce la caviamo solo con un grande spavento. Ci rifugiamo un po’ smarriti in uno Scandic Hotel poco lontano e ci concediamo una birra fresca che ci rinfranca.





03/08/2010 Sundsvall – Luleå (531 km)

La giornata è soleggiata e sempre sulla E4 viaggiamo nel saliscendi che taglia la foresta con aperture improvvise su fiordi e fiumi. Il traffico modesto alleggerisce la guida, sempre trattenuta tuttavia dai bassi limiti di velocità e dai numerosi rilevatori che punteggiano la strada. A Luleå finalmente troviamo la nostra prima hytte: piccolina, rossa, costruita con spesse tavole incastrate fra loro, due letti a castello e un angolo cottura essenziale, il bagno è comune, ma molto bello e pulitissimo. La sera è dolce e luminosa; il sole indugia a lungo sull’orizzonte prima di scendere dietro i rilievi lontani.





04/08/2010 Luleå – Kautokeino (570 km)

Alle 3.30 il cielo è sereno, tranne poche nubi rossastre ad est illuminate dal sole nascente. Tre ore dopo, invece, è coperto e mi crea un po’ di inquietudine il ricordo dei racconti di chi è già stato quassù sulla pioggia e sul vento che si incontrano da qui in avanti. Alle sette siamo in marcia e proseguiamo ancora per una quarantina di chilometri sulla E4 fino a Tore, dove lasciamo la costa baltica per immetterci nella E10. La strada costeggia un largo fiume in cui si specchiano basse colline coperte di nere conifere. A Överkalix deviamo a destra prima sulla 98 e subito dopo sulla 392 che ci condurrà a Pajala. Dopo una ventina di chilometri incrociamo il circolo polare artico; sulla sinistra della strada, un paio di costruzioni chiuse e un piccolo mappamondo arrugginito segnano il luogo, ma il ristoro è chiuso forse da anni e l’area ha un aspetto desolato e triste per cui, scattata una foto, ci affrettiamo ad allontanarci. La strada si alza e procede sulle dolci ondulazioni punteggiate di specchi d’acqua azzurro brillante ora che il sole ha dissolto le nubi; quando ridiscende nella valle, il primo incontro con un paio di renne che brucano, fuggevoli apparizioni nella cunetta al lato della strada. Pajala è una tranquilla cittadina di campagna e ci accoglie con una pasticceria che sembra il salottino di casa della signora che la gestisce. La torta al limone che prendo è stupenda, come pure le altre a cui rinuncio. Ci sentiamo ormai arrivati anche se mancano ancora trecentosessanta chilometri a Kautokeino, ma invece il bello comincia adesso. La 395 segue per una cinquantina di chilometri il fiume Torne con bellissime vedute sulle sue anse, gli isolotti, le rapide spumeggianti e poi lo abbandona, perdendosi nella campagna abbastanza desolata verso Vittangi. La strada è stretta, ma incrociamo solo qualche camion, poche auto e numerosi cantieri per il rifacimento della strada. Allora, tutto il traffico scorre su una sola corsia di terra battuta, ma il fondo è compatto e non ci crea difficoltà. È l’una passata e, giunti a Vittangi, cerchiamo un posto in cui fermarci a mangiare qualcosa, ma troviamo solo un fast food un po’ dubbio in cui comunque la pizza è commestibile. Riprendiamo la E45 verso Karesuando, ma presto la strada diventa un incubo per una quindicina di chilometri. L’asfalto è stato completamente smantellato e tutta la sede stradale è ricoperta di ghiaione smosso e profondo; l’anteriore affonda, il manubrio è come impazzito ed il posteriore scodinzola che è un “piacere”. Inevitabilmente, andiamo piano e cerchiamo davanti a noi i tratti che ci sembrano più solidi, utilizzando l’intera larghezza della strada. Tuttavia, non è cosa semplice perché in entrambe le direzioni corrono mezzi pesanti ed auto con roulotte cui dobbiamo cedere il passo, affondando in pozze di ghiaia profonda. Verso la fine del tratto, incrociamo un motociclista tedesco con una sportiva che fatica ancora più di noi e che, quando gli diciamo che ne avrà per una decina di chilometri, sbianca. Un rapido “good luck” e via. Infine, la strada torna ad essere tale e non una pista e rapidamente arriviamo a Karesuando e al confine con la Finlandia. Pochi chilometri ancora e siamo in Norvegia. L’emozione è tanta; i boschetti diventano sempre più bassi e radi e mano a mano sono sostituiti da una distesa di bassa vegetazione, la tundra, punteggiata di cuscini di fiori rossi e di specchi d’acqua azzurri. L’orizzonte è rotto da alcuni rilievi e dai coni delle tende Sami che accompagnano ogni abitazione. Infine, eccoci a Kautokeino che si estende in lungo e in largo e ci fa pensare che i Sami siano così abituati agli ampi spazi da edificare città che assomigliano anch’esse ad accampamenti. Scendiamo al Norlandia Kautokeino Hotel al cui ingresso ci accolgono quattro pelli di renna in vendita. È evidente che non si aspettano più clienti e ovunque tracce di lavori di manutenzione in corso. Sistemati i bagagli, ci piacerebbe fare una passeggiata prima di cena, ma, appena usciti, siamo assaliti dai terribili mosquitos lapponi che non ci danno tregua. Sconfitti, battiamo in ritirata in una steak house che prometteva bene secondo la Lonely Planet, ma ahinoi deve essere cambiata la gestione: la birra Mack’s non c’è più, il cameriere rimane fisso davanti alla TV nonostante il nostro ingresso e la qualità della bistecca lascia alquanto a desiderare. Pazienza.











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Ultima modifica di trottalemme; 04-09-2010 a 14:20
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Vecchio 04-09-2010, 14:49   #2
Blackgs
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Rinnovo i miei complimenti anche qui
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Vecchio 04-09-2010, 18:38   #3
viaggiatore83
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complimenti bellissimo viaggio
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Vecchio 07-09-2010, 10:10   #4
oscarillo
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Quanta invidia... compliementi!!!!
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BMW ???
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Vecchio 07-09-2010, 10:36   #5
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ma che invidia Trotta mannaccia invece di andare sul grappa dovreti scrivere e scrivere anche col lumino sulla testa di notte insomma ci lasci qua così ... protesto
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Vecchio 07-09-2010, 13:28   #6
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Ciao Giulio

Complimenti anche qua

l' ho visto solo adesso
anche per te oramai è alta la febbre nordica
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Vecchio 07-09-2010, 14:02   #7
Claudio Piccolo
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...bravo Trotta!! In alcuni tratti mi pareva di leggere Jack London...che bella avventura...che belle foto, che posti... aspettiamo i prossimi capitoli...però, zk! che disgraziato quello del pulmann!!!!!
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Vecchio 07-09-2010, 16:07   #8
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Quote:
Originariamente inviata da Claudio Piccolo Visualizza il messaggio
però, zk! che disgraziato quello del pulmann!!!!!
Guarda, subito ero incazzato come una biscia ed ho dovuto trattenermi per non saltargli al collo, poi ho visto l'autista svedese così bastonato dalla consapevolezza di avere rischiato di ammazzarci in due che non sapevo se tenermi l'incazzatura o consolarlo...
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Vecchio 07-09-2010, 16:45   #9
Lupus75
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Bel viaggio, fatto anch'io quest'anno.

Grande esperienza.
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Vecchio 08-09-2010, 00:21   #10
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Eppure prima o poi 'sta scimmia l'ammazzo...

Per il momento tanta sana invidia!
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Vecchio 08-09-2010, 19:30   #11
Bububiri
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Bel viaggio .....ottima scelta noi già stati nel 2008
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Il giorno più bella della mia vita 30 Maggio 2011

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Vecchio 09-09-2010, 17:22   #12
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predefinito Seconda parte.



05/08/2010 Kautokeino – Nordkapp (435 km)

Oggi è il gran giorno: si arriva a Capo Nord. Suona ridicolo anche a me affermarlo, eppure sento che arrivare lassù significherà raggiungere una meta che non ero sicuro sarei stato in grado di raggiungere in motocicletta e dunque sarà stata un’impresa.
Appena sveglio, scosto la tenda della camera. “Piove” dico a Maria Grazia. Tanto era radioso il cielo ieri sera quanto oggi si presenta grigio e compatto e piove a dirotto. Prepariamo in silenzio i bagagli e in silenzio consumiamo la colazione.
Da Kautokeino proseguiamo per una trentina di chilometri sulla 93 in direzione di Alta e poi la abbandoniamo per dirigerci verso Karasjok sulla 92.
Presto, la visiera si appanna e indovino la strada più che vederla. Chissà se con il maltempo le renne se ne stanno buone o se ne vanno in giro noncuranti della scarsa visibilità, mi chiedo. Con questo tempo, se ne trovassi una in mezzo alla strada, la centrerei come un missile, altroché scansarla.
Sempre avanti, fra laghi che Maria Grazia mi descrive nell’interfono, e saliscendi infiniti.
Ad una trentina di chilometri da Karasjok, la pioggia cala di intensità e posso alzare un po’ la visiera. Intravedo così una successione di modesti picchi e vallette ricoperte di bassi arbusti e, nei lati sottovento, fitti boschetti. Specchi d’acqua ad ogni passo, alcuni ampi ed altri poco più grandi delle pozze scavate sui Lessini per raccogliere l’acqua piovana ed abbeverare le bestie. In un centinaio di chilometri, avremo incrociato una decina di case, pallide ombre che fuggono indietro appena le scorgiamo.
Mi fermo sul ciglio della strada per un bisogno improrogabile e noto la varietà di piantine, bacche, muschi e licheni che tappezzano il terreno, ma anche quella degli insetti fastidiosi che si affollano attorno a me appena mi inoltro un po’ nel bosco. Stiamo risalendo in moto che si ferma un gruppo di motociclisti inglesi che provengono da Karasjok: “Any trouble?” Vagli a spiegare che l’unico problema era svuotare la vescica. Un sorriso, un ringraziamento, ed ognuno per la sua strada. Però fa bene verificare che la solidarietà fra motociclisti non è solo una bella favola.
Roberto e Lorenza, che avevamo perso di vista appena imboccata la 92, ci attendono al palazzo del Parlamento Sami che visitiamo distrattamente per infilarci in un caffè nella periferia di Karasjok e scaldarci con un caffè. Riforniamo le motociclette e infiliamo la E6 che ci porterà a Lakselv e a Olderfjord al bivio con la E69.
Ha ripreso a piovere e percorriamo la strada fra Karasjok e Laksev senza poter godere minimamente del panorama. A Laksev, facciamo il pieno di carburante ed utilizziamo la toilette della tavola calda sull’altro lato della strada. Seduti al tavolo, anziani e bambini ci guardano curiosi passare fra loro infagottati e gocciolanti.
Ora siamo sul mare. La strada si alza e si abbassa lungo il Golfo di Porsangen, punteggiato di piccole e grandi isole. La pioggia va e viene ed il vento ha rinforzato. Fa freddo e speriamo di incontrare un punto di ristoro in ognuno dei rari villaggi che attraversiamo, ma dovremo percorrere tutti sessantaquattro chilometri che ci separano da Olderfjord per trovare infine una tavola calda. La zuppa del giorno è di pomodoro, probabilmente una Campbell’s, ma è calda e deliziosa. All’ufficio turistico ci informano che oggi il cielo resterà coperto e basso, ma domani dovrebbe uscire il sole. Speriamo.
Riparto con il formicolio nella braccia per l’eccitazione e, sebbene sappia che mancano ancora più di cento chilometri per raggiungere Honningsvag, ogni tunnel che incontriamo mi aspetto sia quello che ci traghetterà sull’isola di Mageroya.
La strada percorre la costa con belle viste sul mare cupo a destra e sulle colline verdi imbacuccate di nebbia sulla sinistra. Gli avvistamenti di renne aumentano e ogni volta occorre rallentare per superarle in sicurezza. Ogni ansa della costa è occupata da una casa di pescatori, le più grandi da due o tre ben lontane fra di loro, e, laddove lingue di terra verdissima si tuffano nel mare, c’è lo spazio per ordinatissime fattorie. Il traffico è insignificante e formato perlopiù da bus turistici e camper. Ciclisti con i mezzi più svariati si affaticano sulle rampe e si gettano senza ritegno nelle lunghe discese. Li sento compagni di avventura e li saluto tutti, spesso ricambiato.
Infine, eccoci al tunnel che precipita in basso nell’aria che si fa ghiaccia e risale ripido fino a sbucare dall’altra parte. Nel buio e con quelle pendenze, i ciclisti avranno il loro bel da fare. La sosta obbligata per pagare il pedaggio (salato) e poi gli ultimi chilometri. Superiamo Honningsvag praticamente senza fermarci e ci mettiamo alla ricerca di una hytte che troviamo al Naf Nordkapp Camping nello Skipsfjorden. Depositiamo i bagagli e risaliamo subito in moto per raggiungere Capo Nord. La strada, subito dopo il campeggio, risale con quattro tornanti una parete rocciosa e poi… entra nella nebbia. La visibilità si riduce praticamente a zero e proseguiamo seguendo la linea gialla tratteggiata di mezzeria fino alla barriera di pagamento. Parcheggiamo e ci dirigiamo a piedi verso la massa più scura del centro visitatori in cerca del mappamondo, raggiunto il quale abbraccio Maria Grazia e gli amici con cui abbiamo condiviso il viaggio. Scattiamo un paio di foto per testimoniare l’arrivo e poi entriamo nel centro visitatori.
Il ritorno avviene ugualmente nel nulla, ma contiamo sulle previsioni per domani. Nella nostra capanna, cuociamo un piatto di pastasciutta, il primo da quando siamo partiti.









06/08/2010 Nordkapp – Alta (312 km)

Al risveglio il cielo è grigio e le montagne hanno ancora il colbacco di nebbia, ma nel giro di un’ora compaiono squarci di azzurro che aprono la strada al sole.
Risaliamo la strada già percorsa che in quota è un balcone aperto sui fiordi azzurri che penetrano profondi a destra e a sinistra. Branchi di renne, timide e curiose, rallegrano la vista.
Al Capo ripetiamo le foto e scrutiamo la linea dell’orizzonte a nord, sperando di scorgere almeno un accenno delle Isole Svalbard che però sono troppo lontane.
Sulla strada del ritorno, dopo una ventina di chilometri deviamo a destra verso Gjesvær. L’altopiano è deserto e l’unica compagnia sono le renne ed il vento. Lunghi rettilinei e curve dolcissime si susseguono e poi la strada cala in una valletta di sfasciumi occupata interamente da un lago blu, uscendone da un intaglio nella roccia oltre il quale la vista si allarga in basso sul villaggio di casette colorate affacciate sul mare azzurro. Sullo sfondo, tre picchi azzurri si stagliano nel sole.
Entriamo in paese al minimo, quasi timorosi di rompere l’incanto e, dopo un giro nelle due vie principali, seguiamo l’indicazione di un ristorante dove ci attardiamo al tavolo sulla terrazza illuminata da un caldo sole. Non vorremmo andarcene da qui perché forse è proprio quello che siamo venuti a cercare, ma la strada ci richiama.
Ripercorriamo la strada di ieri con preoccupazione crescente mano a mano che i chilometri si susseguono senza l’ombra di un distributore perché non abbiamo fatto rifornimento a Honningsvag, finché poco prima di Russeness ne incontriamo uno. Mentre stiamo ripartendo, arriva un GS il cui pilota si fa riconoscere come frequentatore del forum di Mototurismo ed è un piacere scambiare due chiacchiere con lui, Gionni1964, e con sua moglie. Ci sialutiamo e a Oldsfjord riprendiamo la E6, allontanandoci dalla costa.
Il paesaggio si fa montagnoso, ma la vista è sempre ampia e la strada scorrevole. A Skaidi, lasciamo sulla destra la deviazione per Hammerfest e seguiamo a lungo il corso di un fiume che ci lascia poco prima di Alta. Il vento rinforza e si oppone al nostro andare, senza crearci un vero e proprio fastidio. Anzi, aumenta l’euforia che ci muove la vista dei picchi scoscesi, delle ampie vallate e del fiume scintillante che corre fra boschi scuri e tundre giallastre. Anche la strada, fatta di lunghi rettilinei e di larghissimi tornanti ora in salita ora in discesa, ci mette del suo a rendere entusiasmante la corsa. Essa si arresta ad Alta dove troviamo alloggio in uno Scandic Hotel, a sera ormai avanzata.













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Vecchio 09-09-2010, 18:26   #13
trottalemme
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07/08/2010 Alta – Harstad (565 km)

La meta è Harstad, alle porte delle Isole Lofoten. Ma siamo tutti un po’ stanchi e non siamo certi di arrivarci in giornata. La carta stradale ci aveva avvisato che oggi avremmo fatto la conoscenza dei grandi fiordi del nord, ma non mi aspettavo lo spettacolo che incontriamo: un caleidoscopio in cui gli stessi ingredienti, mare e monti, cambiano continuamente configurazione, suscitando ad ogni curva un’esclamazione di sorpresa.
Nei pressi di Narvik, abbandoniamo la E6 per imboccare la E10 che ci porta su Innøia. Novantuno chilometri che la stanchezza raddoppia e rende noiosi, tranne quando attraversiamo il maestoso ponte che supera l’Astafjorden e conduce sull’isola. Harstad è piena di gente per l’Hålogaland Country Festival e non ci è facile trovare una stanza in albergo. Ceniamo al Vertshuset Nordlændingen in un ambiente informale ed accogliente.







08/08/2010 Harstad – Valberg, Vestvågøy (311 km)

Prima di partire, una rapida visita alla chiesa di Trondenes, costruita intorno al 1250 e impreziosita da bassorilievi lignei sull’altare in onore della Madonna. Mentre stiamo visitando la chiesa, arrivano numerose famiglie vestite per la festa, le donne con bellissimi abiti tradizionali. Si tratta di un battesimo che non vogliamo disturbare e dunque ce ne andiamo rapidamente, non prima di avere chiesto il permesso di scattare una foto ad una bella ragazza in costume.
Raggiungiamo Revsnes percorrendo la 83, una strada molto bella, e ci imbarchiamo sul traghetto per Flesnes. Proseguiamo ancora sulla 83 fino a Langvassbukt e poi sulla 85 e sulla 82 fino a Melbu. Secondo traghetto della giornata da cui sbarchiamo a Fiskebøl. In poco tempo siamo a Svolvær in cui riconosciamo il paesaggio delle Lofoten, già visto tante volte in fotografia. Tutto bellissimo, però… il turismo ha reso opaca la bellezza dei luoghi abitati che si incontrano: hanno il sapore di una replica, di un fondale in cui il turista viva l’esotismo che è venuto a cercare, senza però trovarlo veramente. Decidiamo di non cercare da dormire nei luoghi citati nelle guide e dunque appena oltre il ponte che conduce sulla Vestvågøya prendiamo la 815 e la percorriamo lentamente in cerca di una hytte isolata. Il vento soffia impetuoso su questa strada deserta che sembra non condurre da nessuna parte e solo poco prima di Valberg incontriamo l’indicazione che cerchiamo. La seguiamo su una stradina bianca fino ad uno spiazzo erboso sul mare con un molo a cui è attraccata una barca da pesca e due villette bianche di legno. Di hytter come ce le aspettiamo, neppure l’ombra. Chiamiamo il numero di telefono scritto sul cartello e nel giro di cinque minuti arrivano i proprietari. Incredibilmente, le hytter sono proprio quei due villini bianchi, di cui uno è abitato. Nella cucina una grande stufa a legna che riscalda anche il salottino attraverso un’ampia canna fumaria. Hans, il proprietario, è un pescatore di merluzzi e rimarrei tutta la sera a sentirlo raccontare la sua vita sul mare d’inverno.
Sistemati, torniamo indietro a Hennningsvær nella luce radente che sembra non cambiare mai. La strada vale più della cittadina che ha la bellezza di una conchiglia abbandonata ormai da tempo dal suo occupante. Quattro passi per le vie deserte e risaliamo in sella per tornare alla nostra bella hytte bianca e al calore della stufa accesa.







09/08/ 2010 A spasso per le isole Lofoten (194 km)

Da Valberg a Leknes sulla 815 e poi a Moskenes sulla E10. I panorami sono indimenticabili e la strada divertente. Ci fermiamo a Nusfjord, villaggio bello e spento. Il culmine della bellezza è a Reine, dove ci fermiamo a mangiare un panino senza distogliere lo sguardo dai picchi aguzzi che si specchiano nei rami del fiordo. Raggiungiamo infine Å dove facciamo una passeggiata sul promontorio per gettare uno sguardo alle ultime lontane isole dell’arcipelago. Il ritorno percorre le stesse strade con identico piacere.











10/08/2010 Valberg – Reipa, RV17 (207 km)

Oggi si torna sul continente e, siccome il ferry boat parte alle 14, ce la prendiamo comoda. Girettiamo un po’ per i luoghi già visti ieri e poi ci mettiamo in coda all’imbarco.
Arriviamo a Bodø alle cinque e mezza e c’è ancora il tempo per fare un po’ di strada. Imbocchiamo la RV17 e, giunti a Saltstraumen, gettiamo un’occhiata dal ponte per vedere il grande maelström. Bisognerebbe però fermarsi e non sappiamo quando sarà il prossimo cambio di marea; dunque, proseguiamo, illudendoci di aver visto un grande gorgo.
Il cielo è coperto di nubi basse e a tratti pioviggina. La tanto decantata strada panoramica non ci si rivela tale. Speriamo vada meglio domani.
A Reipa, troviamo un bell’appartamento nuovo che ci accoglie per la notte.
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Vecchio 09-09-2010, 18:30   #14
PEZZ68
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Cosa dire !!!!!!!!! che spiegazione gran bel viaggio complimenti
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Vecchio 09-09-2010, 19:40   #15
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davvero complimentissimi!!!!

questo è proprio un sogno nel cassetto che prima o poi...
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Vecchio 09-09-2010, 20:32   #16
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chi non è andato si prepari e faccia mosina (risparmi) perdincibacco
bravo trotta bella promozione fai a quelli della corona norvegese ti daranno una %?
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Vecchio 09-09-2010, 20:54   #17
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PV, non ti dico le royalties... che devo pagare!
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Vecchio 09-09-2010, 21:01   #18
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manco la cittadinanza di A na vergogna
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Vecchio 09-09-2010, 21:11   #19
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non hai materiale "tecnico" da postare tipo le locande e i motel dove vi siete fermati, la roadmap etc etc ???
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Vecchio 10-09-2010, 00:19   #20
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uno spettacolo complimentiii
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Vecchio 10-09-2010, 00:28   #21
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Ho la stanza piena di scimmie che urlano e saltano a destra e a manca...
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Vecchio 10-09-2010, 08:23   #22
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non hai materiale "tecnico" da postare tipo le locande e i motel dove vi siete fermati, la roadmap etc etc ???
Locande e motel io non ne ho trovate. Solo alberghi di grandi catene (Thon, Scandic, Rica) a prezzi analoghi a quelli italiani al nord e decisamente più cari al sud della Norvegia. La soluzione più economica, se escludi la tenda, sono le hytter: bungalow in legno, più o meno confortevoli e sempre riscaldati, in cui c'è anche l'attrezzatura per farti da mangiare.
La road map la posto alla fine anche se è quella più comune che puoi trovare mille volte in questa sezione usando il "cerca".
Comunque, se hai domande più specifiche, chiedi e se posso ti rispondo.
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Vecchio 10-09-2010, 09:39   #23
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vado in moto (motorino, vespa, moto 125cc etc etc) praticamente da sempre ma dentro di me non è mai scattata la molla dello spirito dei grandi viaggi, questo forse perché a torto l'ho sempre visto solo ed esclusivamente come un mezzo di trasporto urbano anche in considerazione del fatto che nelle compagnie che frequentavo non c'è mai stato nessuno che condivideva o proponeva esperienze del genere...
ora alla soglia dei quaranta e in base a quello che mi ha riservato il destino, piano piano, uno ad uno iniziando a coronare qualcuno dei tanti sogni che avevo/ho nel cassetto...
ho cominciato con il risalire in sella dopo alcune vicissitudini non bellissime, poi un pò alla volta ci sto mettendo sopra anche la mia dolce metà (zavorrona), ora sono riuscito ad acquistare dopo tantissimi sogni e tanta bava esplulsa davanti alle riviste di settore, la MOTO per definizione secondo il mio modo di vedere...!!!!
poi leggendo sui forum, sui giornali, parlando ai raduni con i grandi viaggiatori ha cominciato a balenarmi in testa la voglia di intraprendere qualche viaggio anche senza alcuna esperienza in merito che reputo fondamentale per affrontare tali determinate situazioni e quest'estate in solitaria con la zavorrona abbiamo reso omaggio al PASSO dei PASSI... UN'ESPERIENZA indimenticabile, affascinante splendida ed unica nel suo genere che ci ha accresciuto ed ha regalato ai nostri occhi delle immagini che resteranno impresse nelle nostre menti vita naturaldurante....!!!!

ora, partire per una meta così "importante", intesa come kilometraggio da percorrere, senza aver fatto ancora un pò d'esperienza e da soli sinceramente non mi lascia del tutto tranquillo anche perché, secondo il mio modo di vedere certe situazioni, viaggiare in compagnia è decisamente molto ma molto più interessante e divertente.

ecco perché ti ho rotto le scatole e sto cercando di reperire quante più informazioni possibili per iniziare a ragionare su come affrontare nel miglior modo possibile l'idea di pianificare un viaggio del genere...

scusatemi se mi sono dilungato troppo in questo post...
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Vecchio 10-09-2010, 10:18   #24
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ora, partire per una meta così "importante", intesa come kilometraggio da percorrere, senza aver fatto ancora un pò d'esperienza e da soli sinceramente non mi lascia del tutto tranquillo anche perché, secondo il mio modo di vedere certe situazioni, viaggiare in compagnia è decisamente molto ma molto più interessante e divertente.
Io forse ho ancora meno esperienza di te, però ritengo questo viaggio assolutamente tranquillo e rischioso quanto lo è rimanere sulla strada per tante ore e chilometri (e comunque infinitamente meno che fare gli stessi chilometri in Italia). Io e mia moglie siamo andati con una coppia di amici e l'esperienza è stata positiva, ma a mio parere anche andare senza altre moto ha il suo fascino, legato al fatto che è più semplice prendere decisioni.
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Vecchio 10-09-2010, 10:22   #25
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complimenti, gran bel viaggio e - sopratutto - gran bel report. complimenti per la tua capacità di raccontare le emozioni più che i luoghi....la scimmia è in agitazione frenetica.....

a bubbinho, siamo in due
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