La moto è un mondo di magica, insana e splendida follia.
E' la depositaria dei nostri sogni più veri, più alti, ed ha il potere di trarre da noi, poveri mortali deboli e vulnerabili forze indicibili, proprie solo degli dei...
Ed è con la determinazione di chi insegue il suo sogno che oggi, aggrappandomi coi denti al mio più acuto desiderio e lottando con la tenacia della disperazione, che sono riuscito a regalarvi queste foto:
Eh già... ho inseguito la follia che ormai mi agitava in petto, che non mi faceva dormire, e che aspettava solo il sole giusto per scaldare le mie ossa duramente provate.
Verso l'ora di pranzo chiamo il mio amico Damiano.

è un caro, carissimo amico che non finirò mai di ringraziare per tutto l'appoggio che sa darmi. Ha da poco preso possesso di una splendida RR 2005, e ogni sabato le fa sgranchire le bielle sui passidi montagna della nostra Toscana. Lo chiamo al telefonoe gli chiedo a che ora parte per il solito giro; la sua faccia è stata pari pari quella del suo casco
Ritrovo alle 14:15. Si va sul Giogo.
Tutto infervorato e baldanzoso comincio a indossare il paraschiena, gli stivali e il giubbotto (la tuta non posso ancora infilarmela, per l'eccessiva torsione che dovrei fare col braccio, e che ancora non riesco a fare) e mi avvio in garage, e lì mi scontro con la prima difficoltà: non avevo pensato che sottocasco e casco avrei dovuto infilarmeli con una mano sola !! E' meno facile di quel che pensiate...
Ad ogni modo, superate le iniziali difficoltà tiro fuori Akela dal garage, tiro la frizione (sforzo che per fortuna riesco a fare senza difficoltà), ingrano la prima e parto. E' stato indescrivibile... una gioia immensa... la paura di non farcela è svanita dopo i primi km, dopo aver appurato che il braccio mi assisteva piuttosto bene.
Mi sentivo in paradiso... avevo di nuovo conquistata la vetta dei miei sogni, e stavo assurgendo ai livelli più alti della felicità. Akela, leggero e agile mi aiuta a non affaticarmi troppo, anche se (come prevedibile), le forti frenate e le curve, specie se strette, a sinistra sono ancora dolorose, perchè devo usare il braccio per tirar giù la moto in piega.
Il passo del Giogo, coi suoi tornanti stretti e le sue frenate secche non era forse il tragitto migliore, ma volevo seguire Damiano e gli altri, quindi ho stretto i denti, riuscendo così a regalare ad Akela una vista da incanto:
Sorrideva. Sì, quel suo musone stava sorridendo, lieto forse per quell'aria buona, o solo perchè vedeva la gioia del suo padrone, ma sorrideva...
Ah... non posso non menzionare un incontro che ha destato in me pesantissime malinconie...
Insomma... finalmente un po' di sole: il braccio risponde bene alle sollecitazioni della guida, anche se ovviamente non posso azzardarmi a tenere un ritmo troppo esasperato, perchè dopo due curve vedo le stelle dal dolore, ma un buon ritmo allegro mi è concesso senza problemi, tanto che mi sono concesso il lusso di guidare il gruppo in più di un'occasione, deliziando i ragazzi anche con qualche nac-nac (con una mano sola...) e altre acrobaziucce... 8)
Dal Vostro Dr. Ergal è tutto. Alla prossima !!!