Giorno 8 di dicembre 2008.
Accetto l'invito di Ceneremusic (questo il nick del mio amico Gabriele) a raggiungerlo in un bel caff di Casale Monferrato in una freddissima prima mattinata invernale.
Strade vuote e manto ghiacciato, ma niente ci toglie il gusto di inerpicarci sulle langhe piemontesi prima e sui rilievi liguri subito dopo per raggiungere infine le spiaggie tiepide di Varazze.
Il paesaggio nel tratto collinare e montano dominato sia dal bianco accecante della neve che dall'azzurro del cielo limpido e terso ma abbassando lo sguardo si nota, sul fondo scuro dello strato bituminoso, lo scintillio di miriadi di minuscoli cristalli che luccicano riflettendo la luce del sole.
Sicuramente una parte (minima) di quei riflessi indica la presenza di ghiaccio meglio di qualsiasi sensore di temperatura esterna (ovvio visto che non si va oltre i MENO UNO C), ma per il resto siamo sicuri che si tratti di sale.
Percorriamo diverse decine di Km (per me saranno diverse centinaia visto che il mio itinerario prevede anche il ritorno a Como) e per tutto il tempo solleviamo con i pneumatici (nonostante tutto fedelemente aderenti) nuvolette di pulviscolo grigiastro e sottilissimo.
Curva dopo curva, l'attenzione di entrambi rapita dallo spettacolo dei paesaggi che ci circondano e gli unici pensieri che ci passano per la testa sono di puro godimento tanto per la spinta possente del grosso bicilindrico che ci frulla sotto il culo quanto per il susseguirsi tortuoso delle traiettorie che entrambi disegnamo sull'asfalto inanellando un tornante dietro l'altro in una successione ritmata che vorremmo non finisse mai.
Pensieri che di razionale quindi possono avere ben poco, tanto da non accorgerci che la famigerata polvere di ghiaccio salato ha ricoperto ogni cm2 delle nostre moto che sia stato esposto al contatto.
Io almeno me ne accorger solo molto pi tardi, una volta a casa, quando spento a malinquore
il motore e tirata la giumenta sul cavalletto centrale nella penombra del box male illuminato dalla EcoLight ancora fredda le dedicher l'ultimo sguardo (grato) della giornata.
Solo allora noter l'opaca compattezza della patina di sporco che celer alla mia vista le sinuosit metalliche della "GS1200" come uno strato troppo spesso di cipria sul viso di una donna stupenda.
Ormai tardi, buio, ed ho freddo, così decido di rimandare il lavaggio al giorno dopo, ma non pi tardi. Assolutamente no.
Giorno 1 Marzo 2009
Il senso di colpa. Sono pervaso dal senso di colpa. Ho lasciato passare 3 mesi, ma come ho potuto?
Certo che 4 influenze in 14 settimane sono una plausibile esimente, ma 3 mesi cazzo...
Sono anni che sparo e sento sparare sentenze sul decadimento qualitativo del prodotto, sull'uso riprorevole degli acquirenti come tester after market, sui motori BMW fatti in Cina e poi???
Poi sono stato proprio io a lasciare che una miscela micidiale di sozzura, sale, e chiss quale altra
diavoleria chimica agisse indisturbatamente sulle plastiche, le gomme e le cromature dell'oggetto che amo di pi al mondo.
Con chi potr prendermela adesso se dopo il primo getto cauto di idropulitrice vedr le vernici cadere a pezzi?
Solo con me ecco con chi!
Ormai per sono qua. Tra le dita della sinistra ho la classica moneta con le scolpiture e sto per infilarla nella gettoniera attento a far collimare le protuberanze della fessura con i solchi
del conio.
Nella destra stringo la lancia ad alta pressione ed i polpastrelli madidi di sudore freddo sono pronti ad azionare la leva che attiva il getto d'acqua calda.
Bene sono pronto. Ormai quel che fatto fatto. Che il cielo mi assista (anzi l'ha gi fatto visto che dopo 3 mesi partita al primo tocco di starter!).
VIA!
Tre giorni dopo
Un'ora fa era gi pulita ma ora splendida sembra nuova!
Ottimo lo spray pulisce-lucida-cera-protegge, ma la pasta lucidante per le posate si dimostrata davvero portentosa.
E' proprio vero, i rimedi pi antichi sono sempre i pi efficaci.
Come il latte caldo, dolce di miele per la gola irritata, o i massaggi odorosi di alcool per i dolori muscolari che mia nonna si affrettava a propinarmi prima che io potessi fare, al solito, abuso di nimesulide e ibuprofene...
Forse il segreto non sta nel rimedio in s ma nel gesto d'amore implicito del prendersi cura di qualcuno o qualcosa cui si tiene.
Il paragone irriverente ma ammissibile: le premure di una nonna per il nipote con le cure di un motociclista per la sua cavalcatura.
E' decisamente azzardato ma accettabile.
Azzardato e irragionevole, proprio come l'amore o una grande e innata passione.
Certo che pi la guardo, pi mi piace la mia motocicletta.
E' solida, robusta (deve esserlo per sopportare il mio peso), affidabile e ricambia le mie attenzioni e
le mie cure in mille modi.
Ho voglia di farci tanta strada ed invecchiarci insieme. Perch no?
Avr i miei acciacchi e le soste "tattiche" per guardare i culi delle donne a passeggio saranno pi lunghe e frequenti, ma va bene così. Vorr dire che mi fermer col sole in faccia per scaldarmi e fumando il mio toscano sbircer negli specchietti cercando una nuova ruga o un'altra spruzzata
di bianco nei capelli.
Questo il bello della motocicletta, e questo il bello della mia BMW.