Ebbene si, l’avevo detto in un post qualche tempo fa ed ora l’ho fatto: dopo 4 anni di GS 1200 sono tornato al 1150.
Ho appena acquistato una Adventure 25° anniversario ed ho ritrovato l’amore per le moto BMW.
Il 1200 non me lo merito, non sono stato in grado di apprezzare tutta quella bella plastica che l’evoluzione della specie mi ha messo fra le gambe, quell’aumento di cavalli con quel tiro così in alto che evidentemente si addice benissimo ad una S, ma (qualcuno in Germania ha pensato ) altrettanto bene ad una enduro (sono io che non l’ho capito, forse perché cambio a 3500 giri…).
E che dire di quella prima marcia tanto lunga da far invidia alla Desmosedici di Stoner? Io non sono riuscito né a sfruttarla né a capirne il significato... salvo dover dare qualche frizionata su terreni in salita neanche tanto scommessi (ma dove ho pensato di andare con una moto….)
Dare un 1200 in mano a me (che mi sorpassa lo scuolabus che porta i bambini) è come dare il borotalco in mano ai maiali. Non me la merito.
Ho provato più emozioni nei 100 Km fatti per portare a casa la nuova moto che nei 25000 fatti nei quattro anni di guida sul 1200.
Bisogna riconoscere gli sforzi fatti dagli ingegneri tedeschi per alleggerire la moto, indubbiamente è un grande vantaggio (peccato che per metterla sul cavalletto si più fatica che con il 1150 - forse non sono capace neppure di fare questo …) ed è giusto che la tecnologia vada avanti, ma io sono un pò un romantico e non riesco ad accettare cambiamenti così radicali.
Sono contento che la BMW abbia intrapreso un cambiamento di filosofia che io non riesco a digerire (o a capire), e se poi le nuove moto mi fossero piaciute? Avrei avuto la scimmia ad ogni novità o restyling (oramai ogni due anni…).
Comunque, in attesa di vendere la GS 1200, nel garage le ho entrambe ed avrò ancora modo di fare confronti diretti.
Una sola cosa ora sono riuscito a capirla: guardandole affiancate in garage, l’Adventure 1150 sovrastando e facendo ombra alla più moderna sorellina sembra che le dica “fatti da parte mingherlina, stai muta e rassegnata, qui comando io e non c’è spazio per tutte e due…”