Ok, ripreso possesso di un computer serio (era tutta estate che usavo il palmare) mi accingo a fare un report della giornata.
Era da anni che volevo andare al Mugello al punto che, una volta prenotato, non ho resistito a comprarmi una moto ad hoc per quel giorno: Ducati 1098!
Però il dubbio su quanto potesse essere efficace l'HP2 ha fatto si che ho portato pure quella.
Parto il pomeriggio, arrivo verso sera, mi sistemo in un alberghetto molto carino e, dopo aver passato la notte praticamente in bianco per l'emozione, alle 8.30 mi presento davanti i cancelli.
Che meraviglia! I cancelli del Mugello mi si aprono davanti facendomi scoprire un aspetto che non conoscevo (rispetto a quello della moto gp che purtroppo conosco fin troppo bene): la pace e la tranquillità. Tutto ordinato, camion e furgoncini dei team (pochini) uno di fianco all'altro. Non ho difficoltà a parcheggiare proprio davanti ai paddok.
Giornata splendida, sole, non troppo caldo. Scarico le moto, mi intuto salgo sulla Ducati e mi avvio.
Primo giro da moto turista impaurito. La pista è lunghissima, le curve infinite il contesto da sogno.
Primo quarto d'ora "bradipizzo" per la pista cercando di capire come funziona: Sandonato apparentemente brutta ma poi, sfruttando il fatto che è in salita, si può fare molto più veloce di quel che sembra, da Luco a Borgo S. Lorenzo belle se prese con il giusto ritmo, Casanova e Savelli un vero orgasmo. Due curve incredibili che per quanto veloce le fai ti danno l'impressione di poterle fare ancora più veloce (me ne accorgerò poi con l'HP2

) che sfociano nelle due arrabbiate dove l'adrenalina accumulata nelle due precedenti sfocia in delirio. La Scarperia invece è la classica curva stronza che arrivando super gasato non ti aspetti di trovare. Il Correntaio invece è la curva che bisogna fare e rifare prima di azzeccarla: sembra lenta ma è veloce, inizia larga e chiude stretta, è in discesa ma con un leggero effetto parabolica. Insomma, una curva da fare tutta d'un fiato a gas aperto. Il rettilineo una meraviglia che ti da l'impressione di andare dritti in cielo quando si scollina.
Oltre alla pista nuova anche la moto era nuova. Le Ducati le ho avute tutte ma il 1098 è una altra cosa: scomoda, rabbiosa... un 916 con i cavalli di una R1! La brutta impressione che mi aveva dato per strada in pista cambia completamente. E' velocissima: sul rettilineo in accelerazione non mi ha mai superato nessuno in tutta la giornata... in compenso, dopo lo scollinamento, mi si infilavano da tutte le parti

. La velocità massima che sono riuscito a vedere è stata 282, ma avevo i miei problemi a controllare le vibrazioni degli occhiali. Alla fine il 1098, che ho guidato fino al tardo pomeriggio, si è rilevato una certezza: mai una scodata, mai una marcia fuori posto, freni (che per strada avevo trovato impossibili) impeccabili al punto da darti l'impressione di essere capaci di fermarti in un fazzoletto d'asfalto. Insomma la macchina per la pista perfetta.
Passiamo all'HP2




!
Sono entrato verso le 11.30 dopo aver girato più di un'ora e mezza con la Ducati e aver preso abbastanza mano con la pista.
Corsia dei box e entro nella San Donato con in testa il ritmo che avevo preso con il 1098. Butto giù la moto e mi accorgo che la pedana tocca la dove la Ducati sembrava ancora dritta! Ok... meglio darsi una calmata. Faccio un giro per testare un pò il limite, ne faccio un altro e mi accorgo che anche con le pedane che fanno scintille la moto non si scompone ma necessita solo di un pò di decisione. Aumento via via il ritmo e da li a breve non mi sento per niente fuori posto. E' completamente diversa dalla Ducati. Non è veloce e quindi non serve frenare, in piega è stabile però il manubrio va usato come una pagaia, nel rettilineo urlo nell'illusione di poter andare oltre al fondo scala.
Comincio a gasarmi, ogni giro acquisto sempre più sicurezza. Faccio la Casanova Savelli come un indemoniato. Sento che nella Savelli mi saltella un pò l'avantreno: cazzo sto toccando con i cilindri. Insisto sempre più veloce sfruttando il meraviglioso freno motore e praticamente guido solo di acceleratore dimenticandomi dei freni e... dimenticandomi anche il Mugello è una signora che va presa con le pinze!
Dopo 40 minuti entro con la solita enfasi nella Casanova e scendo nella Savelli. Sento il solito ondeggiare dell'avantreno, non mi preoccupo e penso alle Arrabbiate. Nel mentre sento la gomma davanti che si alza, una frazione di secondo a pensare una reazione. Niente da fare, quando il cilindro si appoggia completamente la moto parte a trottola e mi si toglie da sotto il sedere. Ricordo perfettamente il momento in cui mi sono sdraiato sulla schiena, il primo pensiero è stato "speriamo che nessuno mi centri", poi continuavo a scivolare con una crescente accelerazione - ma quanto veloce andavo - a quel punto mi sono rilassato e ho appoggiato il casco a terra sentendo la rassicurante resistenza che opponeva all'asfalto che lo levigava e poi, finalmente, la sabbia, una capriola e in piedi.
Torno alla macchina un po’ dolorante pensando a che cosa sarà rimasto dell’HP2. Dopo un po’ arriva: è tutta impolverata, la metto sul cavalletto e la scruto preparato già a vedere crepe sul motore o pieghe del telaio. Niente!!! Parafango stortato insieme al telaietto e niente più.
Approfitto della pausa pranzo per eliminare le parti danneggiate e appena riapre rientro per esorcizzare l’accaduto: pochi giro ma più che sufficienti a testare che tutto funzionava alla grande, unico problemino una leggera perdita d’olio dalla pompa. Rientro, la metto sul carrello e proseguo fino alle 5 con La Ducati.
Giornata Fantastica!