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Kappa e Spada
Cari colleghi,
mi pento e mi dolgo di aver usato la mia Isolde per appagare la mia evidentemente mai sopita voglia di misurarmi con chi sfida, con quell'accellerazione di respiro e dolorino ai surreni tipico dei 20 anni, ovvero simile a quello che frequentemente provavo 30 anni fa, con il mio Motobi, mi spiego meglio:
due giorni fa nel partire tranq uillo dal semaforo basso della panoramica in Roma, dopo soli 50 metri sono stato sverniciato da un sibilante cbr 600 F che mi ha sfiorato il manubrio passandomi a destra e tirando le marce.
E' stato un attimo e subito cromosomi ancestrali hanno slatentizzato la loro vera natura nascosta ed il contagiri della mia Isolde sbuffante ha rivisto e superato gli 8000 giri come mai gli accadeva da anni. Il polso destro sembrava un film di ridolini e le vibrazio ni sulle pedane mi hanno fatto capire che ormai la sfida era gettata, dimentico della famiglia, della mia età, di quella di Isolde, ma soprattutto della mandria di cavalli del cbr, della sua ciclistica e delle sue larghe spalle gommose...
Al primo tornante a sinistra notavo cinicamente lo sfidato (o sfidante, non so)
ben lontano, ma non così inclinato da preoccuparmi.
Alla seconda curva a destra ero già più vicino e la testina assai mobile dell'altro cavaliere mi suggeriva maggiore ardore e minore preoccupazione per le mie oscillazioni amplificate dalla foga d'ingresso. Che cominciasse lui a preoccuparsi!? Isolde fischiava ed io le ho sussurrato: Isolde, è nostro, due curve ed è nostro, aiutami, tira fuori cv e Kgm, ce n'hai ben 7 lo so, posso aprire tutto in uscita ancora molto inclinato, grazie alla tua dolce erogazione.
Ma altri 20 metri persi alla staccata della terza curva a destra (eh benedetti giapponesi, vorrei vedere le vostre valvole e pistoni urlare così con 114000 Km e dopo 15 anni... non vale, è sleale, e poi Isolde pesa 240 Kg, ed il suo cavaliere... ehm, aggiungiamone quasi 100) ponevano dubbi sull'esito della pur nobile impresa. Ma cavalieri di Kappa e spada non si ritirano quando il guanto di sfida è gettato, anche nelle lotte impari, perchè maggiore gloria li attende, anche nella sconfitta. Un'incertezza, sì un'incertezza in ingresso, ahhhh Isolde, è nostro, è nostro ho gridato, ed in uscita gli ero dietro, in scia, troppo vicino, attento vincenzo, non mi tradire Isolde, ti chiamerò alla frusta nella prossima curva a sinistra. Marrano, con balzo felino in accellerazione feroce ti porti proditoriamente a sinistra, per chiudermi ogni varco, ma chiudere cosa, se mi hai dato altri 10 metri, vile, sfrutta meno cavalli e più peso se hai coraggio. L'incertezza, la tua incertezza in ingresso e piega, fai che ci sia di nuovo. La mia certezza, dopo anni di scuola con il Vespone PX su queste curve, sia la stoccata finale ed al fin della licenza ti toccherò, all'esterno. Sì l'esterno e la risposta vincente, dai Isolde , osiamo un pò di più.
è fatta, è fatta, lo stiamo passando Isolde, affondiamo la tua pesante lama di acciaio teutonico nel leggero alluminio giapponese.
Usciamo avanti, stringo un pò io adesso, me lo posso permettere ormai sono davanti, alla frusta Isolde, non molliamo più fino al semaforo, rosso, fermiamoci, Mordi il Morso, prendi respiro, abbiamo vinto, trotta fino a fermarti.
Ma che fa, passa con il rosso, non si ferma, scappa dopo la sfida, non si fa così, ti avremmo reso l'onore delle armi, vero Isolde.
La storia è finita, fantasia!? No miei cari cavalieri, realtà, superba realtà. Vivrò di rendita per gli anni a venire, o no. Chissà
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