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Mukkista doc
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pasqua a Bolzano, 10 passi, 100 tornanti
Tre di’ in Trentino tutti e tre trotterellando
In realtà sono stata in Alto Adige ma non sarebbe riuscito cosi’ bene l’intro.
Incredibile per me ma sono partita con un ritardo di ben 22 ore sulla tabella di marcia, per ragioni probabilmente da molti condivisibili.
La prima cosa da fare, una volta uscita dalla A22, e’ stata cercare il negozio della Hein Gericke, onde potermi autofare il regalo di pasqua, ho anche appositamente montato quell’appendice aerostatica (leggi: contrario di aerodinamica) che e’ il bauletto.
Negozio grande, bello, rosso, spazioso, tante giacche che non so dove guardare pero’ gli angoli giacche donna e giacche da viaggio li trovo subito. Un commesso mi fa provare il provabile ma la giacca da viaggio come serve a me c’e’ solo taglia minima 50, le giacche da donna della mia taglia stanno bene al massimo su uno scooter, aaaaargh! Niente tasche, poco gore-tex, non sanno di viaggio, la mia vecchia Mamba e’ ancora piu’ bella, non ha senso per me comprare una cosa del genere. Smarrita per aver fatto tanta strada in fretta senza esito, osservo tutto attorno quando il mio sguardo cade sul reparto fuoristrada, nel quale fa bella mostra di se’ una giacca con milioni di tasche, mista pelle, cordura e gore-tex, San Colombano fa che ci sia la mia taglia: tombola! C’e’, e’ sul manichino, la provo, e’ mia. Tante tasche, di cui una per il camel back, prese d’aria chiuse con zip di tipo invisibile, velcro ai polsi, protezioni ovunque e finalmente non un total black look ma pelle color sabbia abbinata a cordura nera. Costa piu’ del doppio delle giacchette da scooterista ma come li spendo volentieri i miei bei neuri.
Felice come una pasqua, e’ proprio il caso di dirlo, mi slungo verso Sankt Jakob dove avevo visto un cartello con scritto su “zimmer” per vedere dove passare queste due notti. E’ una palazzina i cui primi piani sono camere ammobiliate in affitto, per 35 EUR a notte con bagno in camera facciamo di si. Scarico la motoretta, mi metto in borghese e volo a Bolzano per rinfrescarmi la memoria in merito a Piazza Walther e al centro storico.
Qualche negozio e’ ancora aperto ma ho gia’ esaurito portafogli e desiderio di shopping compulsivo meno di un’ora fa, quindi mi limito a passeggiare e fare foto. E’ bellissimo un centro storico racchiuso in mezzo a queste montagne, che fanno capolino tra i vicoletti, quasi ad esserne un’ideale cornice. Ad un bel momento mi ricordo di avere con me il lettore MP3 con la mia musica preferita, cosi’ mi do un piu’ di carica. Quando sono in giro da sola ogni volta non so mai dove mangiare, avendo la piu’ ampia gamma di scelta, praticamente tutti i ristoranti della citta’.
L’insegna della Paulaner Stube mi toglie da ogni impiccio, due canederli allo speck invece mi tolgono il brontolio allo stomaco. Dopo cena passeggio ancora per le stesse strade finendo pero’ in una piazza in cui si sta esibendo un coro spontaneo di ragazzi e ragazze con tanto di maestro, ma che bello.
Passeggio ancora un po’, osservo la fauna adolescenziale che cerca di darsi un contegno adulto, ottenendo solamente di evidenziare il divario fra la gente della mia eta’ e la loro beata gioventu’. Con questi pensieri, riprendo Venere e ce ne torniamo io e lei sole solette a Sankt Jakob.
Il giorno di pasqua inizia con un caffe’ insieme alla padrona di casa commentando il GP di Malaysia di Formula Uno. Quando mi lascia andare imbocco la SS12 dir. Sud per abbandonarla a Ora - Auer verso est, dir. Cavalese. Primo passo della giornata Lavaze’, piove misto ghiaccio ma non ho paura, ho le catene! In cima al passo mi rendo conto di essere un contrasto piuttosto evidente, tutti sciano, io sono l’unica persona in moto, che spettacolo. Dopo una sosta foto + acquisto adesivi dei passi, mi dirigo verso uno di questi che non era in programma ma ce lo faccio stare, ne ho notato l’esistenza grazie al cartello stradale. Qualcuno ha mai sentito dire il Passo Oclini? La strada che ci arriva e’ stretta ma non particolarmente tortuosa, la neve regna sovrana su tutto cio’ che non e’ nastro d’asfalto, il cielo terso invita alle foto ma la mia macchina fotografica, diversamente da me, teme parecchio il freddo e fa foto solo quando le gira l’elica. Cosa ci fa una motociclista in questo paradiso per sciatori? Sente la nostalgia dell’Elefantentreffen.
Da passo Oclini non si va oltre per cui torno a Passo Lavaze’ e da qui verso Lago Carezza: e’ ghiacciato, conosco un paio di personaggi (statali) che ci farebbero volentieri un giretto sopra, io mi limito a fotografarlo, per poi dirigermi al Passo Nigra. Quivi niente adesivo, ristorante chiuso, boia faus. Intanto s’e’ gia’ fatta na’ certa, al Passo Campolongo mi fermo per pranzo, wurstel e patatine in porzione da bimbi, un occhio alla cartina e riparto alla volta di Canazei, in programma ci sono Passo Sella e Gardena che non vedo da 10 anni. L’indicazione per Passo Fedaia fa si che i miei propositi vengano rimandati, senza indugio ne imbocco la strada, incurante del meteo che si fa avverso, piuttosto anzicheno. Il panorama sarebbe splendido, se non ci fossero le nuvole a inscurire il tutto; in piu’ inizia a piovere e, dopo un tunnel, la pioggia diventa neve. Fantastico, missione “ricordando gli elefanti” compiuta. In cima al passo si consuma il rito dell’acquisto dell’adesivo poi scappo di nuovo giu’ a Canazei perche’ non ho molta voglia di montare le catene, sono pigra e la strada e’ ancora pulita.
In paese c’e’ il sole che, per mia fortuna mi accompagna a Passo Sella.
Quale posto meraviglioso e’ questo passo? 10 anni fa venni nella settimana di ferragosto e c’era un traffico impossibile, adesso ci sono io, pochi altri e la mia moto in cima a un tornante che si lascia fotografare che neanche una fotomodella. E i tornanti col freno dietro tirato, ah, che gost! Giu’ dal Sella, su al Gardena, altro luogo meraviglioso, pareti di neve alte un metro a fianco della strada, sono proprio i miei posti.
Sulla cartina pare che punta a questo giunto non possa fare altro che scendere a Brunico per tornare a Sankt Jakob quando un cartello marrone indica Passo Furcia - Furkelpass: mio! Non l’ho mai sentito nominare, quando arrivo su mentre mi faccio un cappuccino apro la cartina per capire dove sono e soprattutto dove devo andare ma questo passo sulla cartina non c’e’. Fantastico, chiedo al cameriere, cosi’ scopro di essere a Plan de Corones, che devo proseguire dritto per poi svoltare a sx all’incrocio con la SS48.
Dopo tanti curve e tornanti questa sembra un’autostrada, non riesco a rispettare i limiti di velocita’, Venere mi sembra un aereo invece che una motoretta, pertanto volo a Bressanone per cenare. Anche qui da quanto tempo non mettevo piede, che carina questa cittadina, penso a come deve essere bella coi mercatini di natale ma chissa’ che carnaio. Un gatto si trova proprio in cima a un piccolo arco di cemento che guarnisce una scaletta, sarebbe da fotografare ma non faccio in tempo a tirare fuori la macchina fotografica che scende a strusciarsi contro al mio gore-tex. Non va piu’ via e piu’ che altro non risale sopra all’arco per farsi fare una foto, lo accarezzo un po’ poi mi allontano; non sono tuoni, e’ il mio stomaco! La scelta ricade sul ristorante pizzeria Trauben, pizza ottima ma pizzaiolo logorroico, ha raccontato tutta la sua vita a un suo conterraneo napoletano che era li’ con la famiglia, tedesca; ma non si rende conto di quanto sia inopportuno? Torno da Venere che ha custodito gelosamente tutti i miei averi e ci beviamo 40 km di SS12 in notturna con vero gusto, non c’e’ quasi nessuno, si scheggia che e’ una meraviglia, ormai conosco anche la viabilita’ di Bolzano e siamo subito a Sankt Jakob.
Questa mattina e’ il momento della verita’, carico la motoretta completamente, salgo a pagare e la famiglia al completo mi trattiene per un caffe’ e chiacchiere in merito al canarino che allieta il loro salotto; mi hanno fatto parecchio ridere i racconti della signora sui volatili da casa. In particolar modo su una signora tedesca, la quale possiede un pappagallo che dopo 10-15 minuti di presenza degli ospiti comincia a dire “auf wiedersehen, gute nacht, danke fur Besuche” (arrivederci, buona notte, grazie della visita) che’ gli danno noia! Ha raccontato anche di un bel giorno che e’ andata a trovare una conoscente, ha suonato alla porta ed ha sentito una voce dire “avanti” ma nessuno ha aperto. Ha risuonato e di nuovo “avanti”: era il pappagallo di casa a fare i convenevoli!
Dopo queste sono partita alla volta del Passo del Giovo, noiosa superstrada fino a Merano, traffico allucinante in questa ridente cittadina, indicazione che il Passo del Rombo e’ chiuso per chi avesse ancora dubbi, ed finalmente dopo San Leonardo in Passiria lunghi rettilinei e tornanti stretti. Scesa giu’ a Vipiteno, prendo accordi col Vando per riuscire ad incontrarci da qualche parte e risalgo subito su per il Passo Pennes. Strada sconosciuta ai piu’, nel cui paesaggio la neve regna sovrana con un candore abbagliante, mi fermo a fare foto e riprendo la strada guidando con gli occhi a fessura. In cima il rifugio e’ chiuso, e’ destino che io resti ancora un po’ senza l’adesivo di questo passo, quello che avevo e’ caduto nella campagna di Russia insieme a tutto il resto. Quivi, tra tutte le moto spicca un’anacronistica Cagiva Elefant, dal cui casco spunta una coda biondo platino: e’ una tedesca che si fa le sue vacanze in solitaria come me, la saluto e riparto. Dovrei arrivare fino a Bolzano ma un cartello con l’indicazione Renon mi istiga a deviare, cosi’ mi inerpico per una stradina ben asfaltata ma ripida e tortuosa, un piccolo paradiso per i motociclisti.
A proposito di cio’ devo aprire una parentesi: in tutta la regione lungo le strade c’e’ un cartello pubblicitario a dir poco menagramo. Raffigura una ragazza che abbraccia una sagoma bianca di un ragazzo, nel bianco ci sono scritti l’anno di nascita (il mio!) e quello di morte, ovvero l’anno corrente. Sullo sfondo una strada con la mezzeria tratteggiata non con righe ma con croci e una moto disegnata sull’asfalto. Ogni volta che ne ho incrociato uno ho mandato a farsi benedire l’ideatore di questo scempio in varie lingue. E’ vero che ci sono motociclisti che cercano la morte a ogni curva ma allora dovevano essere piu’ esaustivi e disegnare un R1 sull’asfalto!
Chiusa parentesi.
Ci metto un po’ a trovare le piramidi di terra ma alla fine ci riesco. L’abbigliamento tecnico mi impigrisce, cosi’ resto sulla strada a fare foto panoramiche, evitandomi la passeggiata fino giu’.
E’ giunto il momento di cercare il Vando, dice di essere a Laives, ci troviamo e da qui arriviamo a Trento. Dentro al Castello del Buonconsiglio giusto 5 minuti prima della chiusura, in tempo per una foto poi passeggiamo per il centro in cerca di un gelato, soprattutto di vedere questa citta’ da cui siamo passati in tempi diversi tante volte ma senza mai fermarci. Devo dire che e’ proprio carina e merita una visita di un pomeriggio intero pergirarla tutta bene.
Rinfilati i caschi, finiti canditi, A22 fino a casa. Trotterellando.
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R65/3 Priscilla - R850R Venere
R1200R Windy - GSX750F moto-ski Armin
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x dei pantaloni di pelle! 
Modalità lineare
