Chiedo scusa ai moderatori se lo metto qua,spostatelo dove credete

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Anni '50. Mio padre,neo laureato in medicina conosce mia madre,figlia di emigrati a Roma da Canale d'Agordo (il paese di Papa Luciani), tornata tra i monti per trovare i parenti.
Si innamorano perdutamente. Ma come in un film di serie B c'è la suocera in agguato.
La madre di mio padre non vuole che si sposi,per lei "non è possibile che una donna così bella voglia uno come te, lo fa solo per i tuoi soldi(quali poi?)" e si oppone in ogni modo al loro matrimonio.
Tanto che un giorno mio padre dice ai genitori e alla sorella:" Maria Antonietta e io ci sposiamo. Vado a Roma e lo faccio. Se volete venire anche voi sarò il figlio più felice della terra, altrimenti pazienza."
Per tutta risposta la madre si sdraiò davanti alla porta di casa dicendo:"Per farlo dovrai passare sul mio corpo!!!"
Per tutta risposta mio padre aprì la porta,scavalcò la madre e prese il treno tutto solo per andare a sposare la donna della sua vita.
Si sposarono a Roma,nella chiesa di Sant' Elena, nella parrocchia di mia madre. Quando tornò a casa dai genitori e dalla sorella la madre lo accolse sputandogli in faccia. Lui continuò a rispettarli e onorarli fino alla loro morte,nonostante tutto.
Il resto è la loro favola (dico favola perchè come in una favola ci sono stati orchi e streghe, laghi fatati e colpi di scena, la vita di tutti noi insomma):52 anni di felice unione con quattro figli, tanta felicità anche nelle difficoltà e tanto amore.
Mio padre mi ha parlato tante volte della chiesa dove si è sposato. E tutte le volte che lo faceva gli si illuminavano gli occhi. Mi parlava della scalinata, del cancello d'entrata, di quella che per lui era stata la chiesa più bella del mondo.
Qualche anno fa,con lui ancora vivo,porto a Roma moglie e figli. Ho un motivo in più per andare,papà è anziano e malato e voglio andare a pregare per lui nella
sua chiesa. Me la immagino come tutte le chiese di Roma, bella, antica, imponente, solenne.
fatichiamo a trovarla, finalmente un tassista ci aiuta e porta.
E' una chiesetta di quartiere. Decisamente non bella. La scalinata sono tre gradini,il cancello male in arnese serve a proteggerla dai furti.
C'è la messa e io sperante ma non credente vi entro con i miei cari e la seguo pregando per papà.
E mentre sono là dentro la chiesetta di periferia si trasforma in una cattedrale luccicante di tesori inestimabili: la vedo con gli occhi dei miei genitori giovani e innamorati.
E mi vengono in mente le parole di "motel" di Renato Zero,anche lui romano (sarà un caso?)
"sono broccato e argento,quando sei con me".
Sant'Elena non è la più bella chiesa di Roma. Non vedrete mai corriere fermarsi per farla visitare ai turisti.
Eppure dovrebbero. Perchè in quella chiesa è avvenuto un miracolo tanti anni fa. E io ne sono la prova.
Mio papà è morto 2 anni fa, dopo 82 anni di vita felice.
Mia figlia si chiama Elena.
Questa è la loro banale,straordinaria storia d'amore.
E la moto?
Ah,sì. Mio padre ha avuto una Vespa.