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Da Walwal il Forum originario dove si parla di argomenti che riguardano il mondo Motociclistico e di argomenti correlati , la politica e gli OT sono banditi. Il Bar è intitolato al nostro caro amico Walter.


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Vecchio 17-12-2012, 21:26   #1
Stefano63
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predefinito Articolo su quotidino online, riguardo le assicurazioni al sud Italia.

Un interessante articolo sulle situazione assicurativa al sud.

http://www.you-ng.it/news/economia/i...a-rc-auto.html

Aldilà della vena a volta polemica e un po' catrastofista (non penso che la gente smetterà di assicurarsi in massa) mi viene da pensare che l'articolista abbia ragione su alcuni aspetti.

Suddividere l'importo del premio per regione e province, consente per esempio a me che abito a Forlì, di pagare un premio costoso ma ancora sopportabile.

Sarebbe ben diverso se l'entità del premio assicurativo, fosse equamente suddiviso tra gli assicurati, senza considerare la residenza.

Però questa situazione non può durare, sarebbe ora che le assicurazioni incentivassero l'uso della "scatola nera" e perseguissero con più severità chi denuncia falsi sinistri.

Lamps, Stefano.

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Vecchio 17-12-2012, 21:48   #2
Absotrull
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Vero, articolo catastrofista ed il paragone con gli Ebrei del '500 è un pò tirato per i capelli, lo dico da meridionale.

Però (c'è un però) la prospettiva che i meridionali onesti finiscano col rinunciare all'auto non è così peregrina: io, ad esempio, quest'anno ho venduto le mie due auto personali perchè non reputavo che ci fosse più proporzione tra costi e benefici; al momento utilizzo quella della mia attività professionale, le moto, il noleggio e qualunque mezzo di trasporto alternativo alla bisogna.

Mi tengo i miei attestati di rischio (prima classe di merito) e se un domani decidessero di fare l'assicurazione sulla persona anzichè sui mezzi ci penserò
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Vecchio 18-12-2012, 01:14   #3
pancomau
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Sarebbe ben diverso se l'entità del premio assicurativo, fosse equamente suddiviso tra gli assicurati, senza considerare la residenza...
Non mi è chiaro se questo è ciò che tu auspichi o se semplicemente constati che pagheresti un premio diverso.

Nel primo caso avrei qualche obiezione...
Pur riconoscendo che la situazione ha raggiunto dei prezzi da capogiro, ben al di sopra delle possibilità di un comune ed onesto cittadino, ed anche ammettendo che ci sia qualcuno che "ci marcia" (intendo di assicurazioni che fanno di tutto pur di non assicurare in certe zone), tenere in considerazione la maggiore sinistrosità di un "insieme" di persone è qualcosa che si fa da molto tempo ed è alla base del concetto di assicurazione.

Diverso invece se si volesse considerare l'assicurazione come parte integrante di una assistenza "sociale" che parte dal principio di garantire dei bisogni essenziali... ma allora (portando il concetto al limite) dovremmo avere tutti lo stesso salario a prescindere dal lavoro che facciamo... e via discorrendo... ma questa è una organizzazione sociale di tipo diverso che ormai resiste in pochissime parti della terra.

Tornando al concetto della parametrizzazione della RC auto, lo stesso principio (che non si discrimini in base alla residenza) potrebbe essere applicato a tutte le altre "differenziazioni" (se vengono chiamate discriminazioni ), e quindi non bisognerebbe più applicare
  • il bonus/malus (che discrimina anche quelli sfortunati che sono stati coinvolti per sfiga in incidenti, e anche quelli che non hanno ancora potuto provare di essere degli ottimi conducenti),
  • il parametro dell'età (disciminazione verso i giovani e gli anziani),
  • l'esperienza di guida (di nuovo disciminazione verso i giovani),
  • il tipo di veicolo (discriminazione verso chi è costretto per lavoro ad avere una vettura più adatta a lunghe percorrenze, o che ha una famiglia numerosa),
  • la percorrenza annua (discriminazione verso chi usa il mezzo per lavoro)
  • l'esistenza di figli neopatentati conviventi (discriminazione verso la famiglia, specie verso quelle famiglie dove i figli sono disoccupati),
  • ecc..ecc...

Queste mie esagerazioni ovviamente sono appunto... esagerazioni, ma il concetto di fondo è quello.... e allora ci si sta in realtà auspicando una RC "sociale" in cui tutti i cittadini pagano con le tasse l'assicurazione di tutti i proprietari di veicoli.
... in pratica... una assicurazione di stato che mette sullo stesso piano il diritto alla salute (ad esempio) ed il diritto ad un mezzo di locomozione privato a nostra scelta.

concordo invece con il concetto delle "scatole nere"
...che già esistono e vengono offerte da alcune assicurazioni, anche se dovrebbe essere più chiara e trasparente la quantificazione dei "premi" o "sconti" a cui da diritto un comportamento virtuoso.
...così come un maggior controllo, anche sulla imparzialità dei periti e sulle tariffe dei riparatori.

Un'ultima cosa... viene spesso a questo proposito fatta la distinzione tra cittadini "onesti" e quelli meno onesti, ipotizzando che sia la disonestà dell'assicurato il motivo principale che causa una maggiore sinistrosità in certe aree. La realtà è un pò diversa (parlando di RC), perchè non c'è solo la "truffa", ma ci sono anche tutti quei fattori ambientali/sociali (traffico, rispetto delle norme di circolazione, stato di strade e segnaletica, ecc...) che in alcune zone concorrono più che in altre ad aumentare il numero di incidenti e le loro conseguenze.
Un esempio per chiarire... se un grosso numero di conducenti gira in moto senza casco ed in auto senza cintura, sarà molto più elevata la possibilità che con un incidente, causato da altri, questi subiscano danni maggiori (e quindi indennizzi maggiori); quindi lo stesso incidente, causato da una persona onestissima e rispettosa di tutte le norme, può avere conseguenze statisticamente diverse in una zona o un'altra.
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Vecchio 18-12-2012, 08:53   #4
Tricheco
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Vecchio 18-12-2012, 09:58   #5
aspes
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non tantissimi anni fa le tariffe assicurative erano imposte dallo stato, il prezzo della benzina pure, la tariffa del telefono anche, quella dell'energia elettrica.
Poi si sono fatte le liberalizzazioni per aprire al mercato, per creare la concorrenza che avrebbe fatto il vantaggio del cittadino. Sappiamo tutti come e' andata a finire. Mi si dica un solo settore dove il cittadino ha avuto vantaggio...
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Vecchio 18-12-2012, 11:03   #6
pancomau
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Non ho i dati precisi, ma andando a memoria l'uso del telefono quando ero piccolo (roba dell'altro secolo o quello precedente ) era qualcosa di molto sporadico e prima di fare una interurbana ci si pensava 10 volte, e la telefonata durava il minimo necessario (qualche minuto al massimo).
Il tutto ovviamente perchè il costo era, in proporzione ai redditi dell'epoca, molto alto.

Ora credo che queste considerazioni non passino per la mente a nessuno.
Che poi il costo annuo di ogni persona per la "telefonia" sia assolutamente più alta oggi di quanto lo fosse allora, è un'altra questione... ma l'uso che consideriamo "normale" oggi è probabilmente 100 volte superiore a quello che si considerava "normale" 30 anni fa (anche senza parlare della telefonia mobile).

Stesso discorso per la benzina ed i chilometri fatti mediamente da ognuno, nonchè per il numero di veicoli "pro capite".

Per l'assicurazione non so... ma ho la sensazione che una riparazione di carrozzeria oggi costa facilmente di più (sempre in proporzione al reddito) rispetto a quella di molti anni fa.

E non parliamo del consumo in KW che abbiamo mediamente oggi... visto che siamo pieni di aggeggi elettrici ed elettronici di ogni tipo, molti dei quali lasciati accesi anche quando non servono.


Morale... probabilmente (anzi... certamente) non si spende meno oggi di quanto si spendesse per questi beni e servizi 30 anni fa, ma il costo unitario è senz'altro calato, anche se non ce ne accorgiamo perchè abbiamo aumentato a dismisura i consumi e l'uso di questi beni e servizi.
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Vecchio 18-12-2012, 11:36   #7
Absotrull
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Pancomau@ ha scritto:

"Diverso invece se si volesse considerare l'assicurazione come parte integrante di una assistenza "sociale" che parte dal principio di garantire dei bisogni essenziali"

Se valesse questo principio il servizio assicurativo dovrebbe essere gestito dallo Stato o quanto meno quest'ultimo dovrebbe definirne le tariffe.

La realtà, al momento è leggermente diversa: sui cittadini è imposto un obbligo a contrarre con società di diritto privato a qualunque tariffa da esse stabilito.

Stante quest'obbligo, sarebbe auspicabile il ritorno alle tariffe stabilite per legge; nonostante il pianto greco delle società assicuratrici, sono certo che nessuna di esse abbandonerebbe il grasso mercato del ramo auto.

Capisco che il disagio sia meno sentito al Nord per via delle tariffe più favorevoli ma il problema ( di principio) sarà meglio recepito quando passerà (se passerà) l'obbligo di contrarre un'assicurazione su tutte abitazioni e lì non ci sarà casco e colpi di frusta e che tengano
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Vecchio 18-12-2012, 11:57   #8
Stefano63
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No pancomau, non auspicavo, per il momento preferisco la situazione attuale, ma non può andare avanti così, un correttivo bisogna metterlo.

C'era stata la proposta del governo di livellare i premi, poi la proposta è sparita prima che si spiegasse come si intendesse attuarla.

Presumo che non fosse favorevole alle assicurazioni, altrimenti visto l'andazzo, passava di sicuro.

Per quanto riguarda le assicurazioni contro gli eventi sismici, ho provato a farmi fare un preventivo per innalzare quella che ho già.

Da 450 Euro passa a 1050 con franchigia di 25000 Euro e scoperto del 20%

In più i premi aumentano considerevolmente se la casa non è antisismica, e non ti assicurano se è totalmente o parzialmente abusiva.

Lamps, Stefano.
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Vecchio 18-12-2012, 12:26   #9
andrea68
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... ennesima triste questione di interessi lobbistici
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Vecchio 18-12-2012, 13:01   #10
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"Se valesse questo principio il servizio assicurativo dovrebbe essere gestito dallo Stato o quanto meno quest'ultimo dovrebbe definirne le tariffe."

Corretto! E' esattamente ciò che intendevo, nel caso si ritenesse che il possesso di un mezzo di locomozione privato sia un bisogno essenziale di ogni cittadino. Ma, ad oggi, questo non è. Non voglio entrare in polemica sul fatto che un mezzo di locomozione sia "necessario" nella società odierna, ma di fatto mi sembra difficile metterlo alla stessa stregua degli altri bisogni primari che vengono garantiti dall'organizzazione dello stato (bene.... o molto spesso...male).

Se torniamo indietro nel tempo a quando l'assicurazione non era obbligatoria, e sui motivi che ne hanno determinato l'obbligatorietà, vediamo che la situazione era quella che un danneggiato aveva pochissima speranza di venir rimborsato per i danni subiti perchè l'assicurazione volontaria era molto rara, e il costo era addirittura più alto di oggi, proprio perchè la "base statistica" era ridotta e si assicuravano solo coloro che si ritenevano più propensi a causare danni (una antiselezione naturale).
Per fare un esempio oggi si assicurano contro il furto prevalentemente le persone che temono maggiormente di subirlo (spesso motivatamente), ed è quindi ovvio che la popolazione degli assicurati abbia intrinsecamente un rischio maggiore di quella "totale".
Lo stato allora decise che, essendo il parco circolante in aumento e per garantire i terzi danneggiati, dovesse esserci obbligatoriamente una "protezione" nei confronti di questi terzi, che altrimenti nei casi peggiori sarebbero diventati un problema "sociale" a carico dello stato.
In quel frangente quindi il concetto utilizzato è stato "chi rompe paga", e se vuoi avere il diritto ad usare un mezzo potenzialmente "pericoloso" su suolo pubblico, devi essere sicuro di poter far fronte ai danni causati.

Detto ciò, lo stato non aveva evidentemente "voglia" di fare questo mestiere e quindi decise di risolvere il problema con una assicurazione "privata" ma obbligatoria, calmierando al contempo il problema con delle tariffe massime imposte.
All'epoca la struttura tariffaria era anche molto semplice e solo successivamente fu introdotto il concetto di bonus/malus.
Allo stesso tempo fu istituito il fondo vittime della strada, che rimborsa gli sfortunati danneggiati da coloro che sono senza assicurazione (e che quindi compiono un reato), proprio perchè la "colpevolezza" del danneggiante non è e non era considerata come "scusa" sufficiente affinchè il danneggiato ne facesse le spese.
Il fondo viene "alimentato" con una % dei premi rc auto che noi tutti paghiamo.

A torto o a ragione ad un certo punto le assicurazioni cominciarono a protestare sempre di più in quanto i premi incassati non bastavano a sopperire ai sinistri pagati, ed alcune anche rinunciarono a fare assicurazioni RCauto. Sempre "a torto o a ragione" lo stato decise quindi che la soluzione della libera concorrenza fosse quella che "bilanciava" naturalmente le cose, mantenendo però dei concetti di "bonus/malus" con categorie ministeriali e dei vincoli normativi sull'esercizio delle assicurazioni, e permettendo una profilazione che premiasse i più meritevoli (non solo sulla base del comportamento pregresso, ma anche sulla valutazione statistica della loro rischiosità).

E' stata una scelta giusta?... non lo so... ma stante il problema originario di garantire i danneggiati (innocenti), la diatriba è sempre la stessa..... in quali campi lo stato deve provvedere "in proprio" alle necessità dei cittadini, ed in quali campi invece i cittadini devono provvedere a se stessi?
...e in quali campi i cittadini sono "obbligati" a provvedere a se stessi?

Personalmente ritengo che l'obbligo della assicurazione sia corretto e che definire una tariffa statale potrebbe avere solo due possibili scenari:
La tariffa è sufficiente a coprire i danni... e quindi si presume non sia molto diversa da quella applicata oggi sul mercato libero
La tariffa è "calmierata" dallo stato e quindi il resto viene pagato dalle tasse di tutti.
In entrambe i casi... se la tariffa non tiene conto della maggiore rischiosità di alcuni rispetto ad altri, allora gli "altri" pagano anche per gli "alcuni".
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Vecchio 18-12-2012, 13:10   #11
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C'era stata la proposta del governo di livellare i premi, poi la proposta è sparita prima che si spiegasse come si intendesse attuarla.
Se supponiamo che la moltiplicazione dei pani e dei pesci non rientri nei poteri dello stato... (glielo hanno tolto con l'avvento dell'Euro e l'impossibilità di stampare soldi a piacimento)...
.....per livellare i premi ci sono solo tre metodi:
fai la media matematica (tutti pagano uguale... e molti si incazzano)
fai la media e poi la riduci di un X perchè è troppo alta... il resto ce lo mette lo stato
fai la media e poi la riduci di un X perchè è troppo alta... il resto ce lo mette l'assicurazione (fino al momento che fallisce o che rinuncia a fare il mestiere di assicurazione RC, o che trova lo stratagemma per fare contratti solo nelle zone redditizie)


Quote:
Originariamente inviata da Stefano63 Visualizza il messaggio
In più i premi aumentano considerevolmente se la casa non è antisismica, e non ti assicurano se è totalmente o parzialmente abusiva.
Secondo te è sbagliato?
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Vecchio 18-12-2012, 14:38   #12
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No, non é sbagliato, l'assicurazione non é un ente benefico.

Visto che lo stato ormai non si vuole piú assumere oneri di ristrutturazione, cosí milioni di cittadini non si potranno peró assicurare.

È immagino già che in caso di disastri, finiremo per pagare come al solito tutti, con tasse ed accise alla bosogna.

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Vecchio 18-12-2012, 15:30   #13
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Non sono francamente neanche del tutto convinto che sia imputabile allo stato l'onere di ristrutturazione di edifici privati... (se è questo che intendi)
... e si ritorna alla "solita" questione di fondo... cos'è che lo stato deve "fornire" ai propri cittadini... e come si distingue tra "bisogno" e scelte personali dei privati.... nel rispetto di un generale concetto di equità.

A costo di diventare fastidiosamente polemico.... faccio il solito esempio "estremo":
se una persona sceglie di impiegare il proprio reddito in beni superflui a discapito di quelli "necessari"... la società poi gli deve fornire quelli necessari? O la società deve cautelarsi decidendo in nome e per conto del privato sul come impiega i propri redditi e quindi assicurarsi che li impieghi in modo "proprio"? (praticamente facendo da balia a tutti come se fossero dei minori incapaci di gestirsi, in modo di avere la certezza che se non ce la fanno a sopperire ai bisogni "necessari" non è per incapacità ma per cause di forza maggiore?).

Qualcuno potrebbe dire che vivere in un'area a rischio sismico non è una scelta del privato (o almeno lo è solo in parte), ma allora neanche la scelta di vivere in una zona climaticamente ostile lo è....
...vuol dire che lo stato dovrebbe fornire il combustibile di riscaldamento e l'energia per la climatizzazione? (pagata anche da chi quasi non necessita nessuna delle due?)
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Vecchio 18-12-2012, 16:11   #14
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pancomau@

In un paese agli ultimi posti per investimenti nelle infrastrutture e nei trasporti tra quelli occidentali l'auto è ben lungi dal costituire un bene voluttuario, per milioni di persone è purtroppo un mezzo indispensabile di mobilità e lavoro.

Dagli anni del boom economico in poi è stata precisa volontà del governo incentivarne l'uso: gli introiti derivanti del settore del trasporto su gomma rappresentano una delle voci più ricche (ed aggiungo immediate e sicure) delle entrate dello Stato.

Quanto agli aumenti percentuali delle tariffe assicurative dal momento della liberalizzazione delle stesse ad oggi, si parla (vado a memoria) del 208% giustificabile solo in un paese dall'inflazione a 2 cifre, non certo il nostro
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Vecchio 18-12-2012, 16:14   #15
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qui si va su alta filosofia, perche' il ragionamento puo' investire tutto. Perche' lo stato deve pagare parte delle ferrovie con le tasse di chi mai va sul treno, perche' la scuola con le tasse di chi non va in universita', perche' la sanita' con le tasse di chi non ha mai avuto un raffreddore. Sono scelte di politica sociale. E possono essere gestite in mille modi diversi, dal comunismo stretto al liberalismo selvaggio passando da mille sfumature intermedie. Si tratta di trovare un equilibrio adatto . E non credo nemmeno che esista un equilibrio adatto a tutti i popoli ma che ognuno abbia quello piu' adatto alla sua storia,stile di vita, territorio etc.
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Vecchio 18-12-2012, 16:53   #16
pancomau
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Questa tua ultima frase la sottoscrivo in pieno!
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Vecchio 18-12-2012, 17:53   #17
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facciamo in modo che l'assicurato inizi a pagare la tariffa più bassa senza aver nessun aumento senza incidenti al primo incidente si aumenta un tot e via così.
Basta con questa presa per il culo delle percentuali di rischio.
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Vecchio 18-12-2012, 18:57   #18
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quindi solo malus e niente bonus... ed il principio che siamo tutti "santi" finchè non si dimostra il "peccato".

In pratica sulla fiducia!

Beh... a parte che lo sconto complessivo di "bonus" tra 14 e 1 è di solito molto più piccolo del "malus" tra la 14 e la 18...
...credi veramente che questo cambierebbe i fatti e le tariffe reali?

Entreresti con la classe 1 e con una serie di parametrizzazioni e variabili peggiorative dovute alla giovane età o mancata esperienza... e la cifra sarebbe la stessa.

Cambiando il nome alle cose non se ne cambia la sostanza.

Per quanto riguarda lo sfogo "Basta con questa presa per il culo delle percentuali di rischio." ...capisco....
...ma alcuni post sopra ho già espresso la mia opinione... e di solito non cambia la sostanza delle cose "maledendole" (anche se uno sfogo fa bene alla salute )
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Vecchio 18-12-2012, 19:30   #19
cobra65
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Mah personalmente faccio fatica a pensare che si possa trovare un peso ed una misura per tutti. La determinazione della classe di rischio ha diversi indici... ed ovviamente vivere e circolare abitualmente in una grande città (del nord o del sud...) aumenta i rischi di incidente e di conseguente indennizzo, in modo esponenziale. Certo non puo' essere considerata una colpa vivere in città o in provincia, al nord o al sud... ma quali altri parametri potrebbe avere un'assicurazione? Poi subentrano le statistiche che condannano alcune città rispetto ad altre... quindi? E' evidente che in questi casi si paghi di piu', così come spesso sono piu' alti gli affitti, i costi delle case, i costi del gas etc... l'unico modo possibile per sostenere questi maggior i costi potrebbe essere quello di introdurre una deducibilità fiscale in una certa percentuale a seconda dei costi assicurativi e delle classi di merito. Anche perchè diversamente le assicurazioni potrebbero rifiutare la copertura in deterninate circostanze ...
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Vecchio 18-12-2012, 20:10   #20
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Quote:
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... l'unico modo possibile per sostenere questi maggior i costi potrebbe essere quello di introdurre una deducibilità fiscale in una certa percentuale a seconda dei costi assicurativi e delle classi di merito. ...
purtroppo è solo un altro modo (molto italiano) per dire che una parte del costo lo finanziano tutti i contribuenti (lo stato) in base al reddito...

...secondo me l'unico vero modo è ridurre il rischio; inteso sia come probabilità che accada che come entità del danno (vero o... gonfiato che sia )

..e su questo si potrebbe scrivere un'enciclopedia....
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Vecchio 18-12-2012, 20:37   #21
ivanuccio
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se nè gia parlato.In Germania gli assicurati troppo incidentposi diciamo,le compagnie normali non se li pigliano piu.Finiscono tutti in assicurazioni particolari.Quelle cosidette nere
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Vecchio 18-12-2012, 22:20   #22
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È vero ivanuccio ma noi italiani siamo sempre originali e non prendiamo mai a buon esempio le migliori esperienze fatte altrove.

È pensare che, se solo ci fosse volontà politica, il problema degli assicurati a "rischio" (per non parlare dei truffatori) potrebbe essere risolto in parte incrociando i dati degli enormi database dell'ANIA e dell'ACI (quest'ultimo più volte messo a disposizione gratuitamente a gli ultimi governi)
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