Il coraggio di rinunciare (serio...)
I sogni vanno rincorsi, sicuramente. Ma non a tutti i costi...
E' quello che ho pensato oggi quando ero venti chilometri a nord di Stromsund. Fino a lì, finalmente una bella giornata: dopo due giorni e oltre mille chilometri sotto la pioggia battente posso dire che ero felice.
Pur se un po'preoccupato per il fatto che di quel passo, anche se stavo recuperando e speravo di fare almeno 800 chilometri a fine serata, probabilmente avrei beccato Capo Nord non prima del sesto giorno. Che quando ne hai sedici in totale non è il massimo, se ti vuoi godere la vacanza.
Poi il tracollo, sotto forma di un preoccupantissimo muro di nuvoloni neri davanti a me: stavo lasciando il sole e il calduccio e ci stavo entrando di mia spontanea volontà. Mi sono fermato a mettere l'antiacqua e qualcosa in me si è rifiutato. Mi sono sentito come un cavallo quando punta gli zoccoli e non vuol saperne di camminare.
Non sapevo se avrei voluto di più arrivare in cima senza problemi o non esser mai partito. Ho pianto per la disperazione, non sto scherzando.
E ho preso una decisione.
Qualche volta i sogni è bene che restino tali, e questa è una di quelle volte: ho sofferto nel decidere, ma sento di aver fatto la cosa giusta. Sarebbe stato un patimento insopportabile tirare avanti nel diluvio per il terzo giorno di fila, tra l'altro con i sopraguanti strappati al primo utilizzo, la tuta impermeabile che quando piove è più bagnata dentro che fuori e gli stivali che dopo cinque anni di totale impermeabilità hanno iniziato a imbarcare acqua proprio nel momento meno adatto.
Adesso sono in una casetta su un lago, tra Ostersund e Trondheim. Panorama meraviglioso, una pace incredibile e lo scoppiettìo del fuoco nel caminetto a farmi compagnia. Domattina mi sveglierò non prestissimo, visiterò Trondheim e farò un giretto sull'Atlantic Road.
Ho ancora dodici giorni di vacanza: Capo Nord non è tutto...
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Uomo barbuto dalle moto rosse (cit.)
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