tornando in strada

[giastrop]

buongiorno, eccomi quà
15 anni d'amore con la mia r100gs rossa fiammante, kilometri e kilometri di monti, valli, pianure, sassi, sabbie e cieli senza fine.
Una clavicola rotta.
Un femore spezzato in tre pezzi che arranca ancora in giro con 2 centimetri di zampa in meno e un lungo pezzo di ferro infilato dentro.
8 mesi di stampelle e la rabbia di non poterla mettere sul cavalletto nell'attesa di risalirci in groppa.
Non era più un oggetto di ferro e plastica, non lo era mai stata. Io le parlavo. E lei parlava a me. L'accarezzavo. E lei vibrava di piacere quando dolcemente aprivo le padelle dei carburatori.
Qualsiasi cosa mi crucciasse, qualsiasi dispiacere che la vita mi ha dato, era facile spazzarlo via su di lei.
Fare 12 stupidi kilometri da casa in ufficio, ogni giorno, era pura felicità, non un banale viaggetto.
E l'orgoglio di possederla, di mostrarla, arzilla, rossa splendente vecchietta, ad un semaforo, ad una pompa di benzina, ad altri motociclisti con macchine nuove, veloci ed aggressive.
Chissa quanti di voi ho incrociato con un flash di abbaglianti per strada.
Pensavo che mi ci sarei fatto seppellire insieme, come quei vecchi guerrieri delle steppe facevano con i loro cavalli.
Poi una mattina di febbraio mi sveglio e lei non c'è più.
Sparita, sottratta, violentata, rubata! Probabilmente fatta a pezzi per la moto di qualcuno che avrei considerato un fratello di strada e che avrei aiutato senza condizioni, l'avessi mai trovato in difficoltà.
Il dolore mi ferisce ancora a distanza di anni e mai potrò rassegnarmi ad averla persa. Mai. Non era una moto qualsiasi. Era parte di me e della mia vita. E d'un tratto non c'era più.
Dopo mesi e mesi di vuoto nel cuore, oggi forse una luce s'è accesa.
Una r1100gs rossa che per tanto tempo ho adocchiato con nostalgia, nel parcheggio dell'ufficio, così simile alla mia anche se tanto diversa, da farmi pensare a madre e figlia, sta per diventare mia.
Il suo proprietario deve venderla e conoscendo la mia passione mi ha proposto di comprarla.
Mi sento strano. Come se stessi per compiere un sacrilegio, ma la felicità di poggiare i glutei di nuovo su di un boxer è troppa. L'avrò. E impareremo a conoscerci. Sarà un'altra storia d'amore e saranno di nuovo kilometri e kilometri di monti, valli, pianure, sassi, sabbie e cieli senza fine.
Torno per strada e semmai vi capitasse di incrociare un vecchietto su una bella mukka rossa di mezza età che vi lampeggia allegro...potrei essere di nuovo io. Felice di essere di nuovo tra gli eletti.
Gianni