Mi riferisco all'ennesimo post sull'ABS, questo:
http://www.quellidellelica.com/vbfor...d.php5?t=72312
Vedo che molti ironizzano sui post inerenti l'ABS. Posso capirlo, perché ce n'è stata una marea. Però, quello che mi colpisce è che, malgrado tutto questo, non sono pochi quelli che
ancora oggi non hanno capito a cosa serva l'ABS. Si è scritto nel thread in oggetto che l'ABS non serve ad accorciare gli spazi di frenata, ma a mantenere il controllo del mezzo. Questo spiegherebbe perché l'ABS allunghi talora la frenata. Beh, non è così. Se questo fosse il caso si pagherebbe davvero troppo caro il prezzo del sistema, cioè si pagherebbe una sicurezza in più con una sicurezza in meno, il che sarebbe poco plausibile. Lo dice il semplice buon senso. Ma scendiamo un po' più nel merito.
L'ABS nasce dal settore automobilistico, proprio
con l'intento storico iniziale di accorciare gli spazi di frenata. In partcolare, sui fondi sdrucciolevoli o bagnati la differenza tra un panic-stop con impianto tradizionale e un panic-stop mediato da ABS è abissale già con i primi esemplari di ABS su auto. Su asfalto asciutto il divario si riduce, ma resta in genere un vantaggio dell'ABS. Si è visto che con gli ultimi impianti ABS anche un pilota esperto difficilmente può fare meglio del sistema antibloccaggio. Ricordo che stiamo parlando di spazi di frenata, non di manovre tipo testa-coda, controsterzi, derapate, ecc... Queste manovre non sono impedite dall'ABS, ma ne risultano comunque un po' condizionate; questo spiega perché nelle corse l'ABS non venga impiegato (finora).
Bene. Passiamo allo step successivo. Detto tutto questo, si può verificare che l'ABS auto, oltre ad accorciare gli spazi di frenata,
permette anche di curvare, mentre si frena. Infatti, una ruota con un certo
attrito volvente residuo permette la
direzionalità, mentre una ruota in pieno
attrito radente (o strisciante) non lo può fare. In sostanza,
una ruota bloccata scivola via dritta, indipendentemente da come si gira lo sterzo. Questa è una conseguenza cruciale, ma non è la sola ragione d'essere dell'ABS. Infatti, come accennavo all'inizio, se l'ABS consentisse un controllo di direzionalità, ma a scapito degli spazi di frenata, sarebbe ben misera cosa.
L'ABS fa insomma entrambe le cose. E, in genere, le fa piuttosto bene.
Passiamo alle moto. Qui abbiamo due ruote, non quattro e la differenza non è secondaria. Ma di per sé la frenata in moto è cosa più ostica della frenata in auto; con o senza ABS.
Nella moto il sistema antibloccaggio fa esattamente la stessa cosa che fa con le auto: impedisce il bloccaggio delle ruote per massimizzare l'attrito a terra. Su questo aspetto fisico ci sono molti post e c'è anchge una miriade di siti tecnici che spiegano bene
perché in prossimità del blocco della ruota, ma comunque prima del blocco vero e proprio, l'attrito risulti massimo. Non mi dilungo su questo. Semplicemente sottolineo che la ricerca dell'attrito massimo nella frenata serve per ridurre la stessa ai minimi termini.
Non capire questo significa non capire il principio dell'ABS. Questo è un passaggio critico. Invito pertanto tutti quelli che non hanno chiaro in mente quale sia la fisica sottostante a ripassare i relativi principi, prima di fare affermazioni lapidarie (senza polemica, eh?).
Bene. Abbiamo visto che anche nelle moto il principio ABS è lo stesso delle auto: impedire il bloccaggio per massimizzare l'attrito a terra e accorciare la frenata. Ma, come nelle auto, anche qui ci sono altri risvolti positivi. Uno è quello di cui abbiamo già discusso. Una ruota ferma in attrito radente scivola dritta, mentre una ruota che ancora ha un rotolamento e un attrito volvente residui può curvare. Naturalmente, le curve in moto non si fanno girando di netto il volante come in auto, bensì si fanno inclinando il mezzo. Questa differenza non toglie però nulla al discorso appena condotto.
Con ruote che ancora rotolano un po' sul suolo è possibile inclinare la moto e scartare degli ostacoli. Con le ruote striscianti è invece impossibile.
Un altro risvolto positivo è il momento d'inerzia. Finché la ruota gira, sussiste un certo
effetto giroscopico (tutti i solidi rotanti lo producono; ne abbiamo discusso in altri post). Per quanto piccolo esso possa essere, cioè per quanto lenta possa risultare la rotazione residua in frenata, l'influsso sull'equilibrio è sempre positivo. Pensate solo a quanta poca velocità ci vuole per trovare l'equilibrio dinamico su una Harely di anche 400 kg. Beh, si capisce che
avere questo effetto giroscopico è fondamentale per non cadere a terra. A ruote bloccate l'effetto sarebbe nullo e si cadrebbe anche a velocità sostenute. Provate a prendere una bicicletta e andate sul ghiaccio. Appena toccate i freni siete a terra; non così se riuscite a far rotolare le gomme.
Questi sono dunque altrettante conseguenze positive dell'ABS sulle moto. Ma derivano sempre dallo stesso principio ispiratore, nato in campo automobilistico: massimizzare in frenata l'attrito al suolo, così da poter accorciare la frenata. Ribadisco che se il valore del controllo del mezzo fosse ottenuto a scapito di un grave prezzo nella lunghezza di frenata i costruttori non si sarebbero messi a vendere impianti ABS. Perché? Perché nessuno li avrebbe comprati, temendo che azionare l'ABS sarebbe stato quasi come non frenare.
Detto tutto questo, resta una realtà:
è pur vero che alcuni impianti ABS allunghino la frenata in condizioni di asfalto asciutto e per velocità inferiori. I motivi per cui ciò accade li ho già esposti nel thread di cui all'oggetto: si tratta delle
latenze di reazione dell'impianto e dei
margini con cui il sistema interviene prima del blocco vero e proprio della ruota. Non voglio ora tornare ora su tale questione tecnica. Va detto comunque che non tutti gli ABS sono uguali; ce n'è di più o meno
invasivi. Un sistema poco invasivo accusa meno il problema delle latenze per il semplice fatto che in media interviene meno. Non è però detto che sia da preferire un sistema non invasivo.
Un sistema invasivo può dare fastidio, ma ha le sue ragioni d'essere. Certo, la sua azione si può pagare con un allungamento delle frenate a bassa andatura. Ma bisogna mettersi nell'ottica del progettista che ha fatto le sue scelte e poi stabilire se si è quel tipo di guidatore che in media rientra nei parametri prudenziali del costruttore oppure no.
Una cosa comunque sbagliatissima, peraltro fastidiosamente ricorrente, è dare giudizi sull'ABS in base alle proprie impressioni. Contano solo i riscontri oggettivi, teniamolo a mente.
Per finire, vorrei anche sottolineare che se taluni ABS possono richiedere un paio di metri in più nelle frenate a velocità inferiori e su fondo asciutto, in tutte le altre condizioni l'ABS prevale spesso non solo sul panic-stop, ma anche sull'abilità di un motociclista di lungo corso. Senza contare che la frenata cosiddetta
"esperta" è quasi sempre una frenata preimpostata nel cervello. Di fronte a un ostacolo improvviso anche Capirossi potrebbe trovarsi nelle condizioni di fare una pinzata iniziale non troppo discosta da un panic-stop.