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Vecchio 19-03-2006, 22:42   #1
Guanaco
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predefinito The world's fastest Indian

Riporto l'editoriale di "Dueruote" n.12, aprile 2006, perché mi pare carino. E' firmato dal direttore della rivista, Luigi Bianchi.
Non credo che questo post violi gravemente qualche copyright... Comunque comprate la rivista se non ce l'avete...

UNA VECCHIA INDIAN E UN UOMO FELICE

Succede periodicamente che nelle sale cinematografiche arrivi un film dove una moto è protagonista o co-protagonista e, qualche volta, col tempo queste pellicole si trasformano in veri cult, come Il Selvaggio con Marlon Brando oppure La grande fuga con Steve McQueen. Lo ricordiamo perché, se si analizzano gli ingredienti che hanno creato questi miti, sembra proprio di ritrovarli tutti in The world's fastest Indian, interpretato da Anthony Hopkins, in arrivo tra breve anche in Italia.

Il film racconta una storia vera, di un uomo e della sua moto. L'uomo è Burt Munro, neozelandese classe 1889, e le due ruote sono quelle di una Indian Scout bicilindrica di 600 cc, acquistata nel 1920. La storia inizia quando Burt compie 72 anni e decide di dare una svolta alla sua vita per coronare il sogno di sempre: battere il record mondiale di velocità per la categoria della sua moto sul lago salato di Bonneville.

Per inseguire questo sogno Burt raccoglie tutti i suoi risparmi, ipoteca la casa, si paga il viaggio dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti lavorando come cuoco su una nave, modifica e aggiorna personalmente la sua Indian ormai più che quarantenne. Ma, nonostante questi sforzi, quando arriva a Bonneville non è neppure iscritto alla gara e la moto non ha i freni di emergenza e il paracadute indispensabili per rallentare alla fine del lancio. Ma non si scoraggia: ha trovato un nuovo scopo per la sua vita, e la sua energia e simpatia sono tali da coinvolgere nel progetto chi incontra e gli sta intorno; persino un concorrente suo avversario, così ammirato dalla sua abilità di preparatore e dalla sua determinazione da dargli comunque una mano.

Risultato: alla prima partecipazione nel 1962 quest'uomo - col viso solcato dalle rughe ma due occhi vivi da ragazzo - segnò il nuovo record mondiale di velocità della sua categoria con 178,97 miglia orarie, per poi ripetersi nel 1967 quando raggiunse le 183,59 miglia con il motore pompato fino a 950 cc.

Pare che Anthony Hopkins si sia letteralmente innamoratro di questa bellissima storia, al punto che la sua interpretazione è stata giudicata dai critici che hanno già visto il film una delle migliori della sua carriera. Insomma, in tempi non certo facili, un film così positivo e pieno di umanità ci piace, e simboleggia bene gli aspetti migliori delo nostro mondo, dove le due ruote non sono sempre e solo ingranaggi, velocità e carene luccicanti.

Un lampeggio.

Luigi Bianchi, direttore Dueruote


Ultima modifica di Guanaco; 19-03-2006 a 22:45
 
 


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