Passare da 167 a 85 CV
Quando avevo la K1200S mi chiedevo sempre a cosa servisse avere tutti quei cavalli, quando su strada al massimo se ne usa sì e no la metà. Così all'inizio di quest'anno decisi di passare a una moto di categoria simile, ma con metà potenza.
Oggi, dopo circa 10.000 km con la ST, mi sento di tirare le somme su questo salto così controcorrente.
Nell'uso normale da solo le due moto sono praticamente equivalenti. Confort (postura e protezione aerodinamica) e capacità di carico sono praticamente equivalenti, con l'unica vera differenza data dalle vibrazioni, maggiori sulla ST, ma comunque sopportabilissime.
Anche le prestazioni tutto sommato sono più simili di quanto non si creda. In particolare ai 130 autostradali la F in 6a entra in coppia, mentre la K è ben al di sotto di tale livello (ci arriva solo a 210 km/h), quindi la moto va via bene e può tenere velocità di crociera anche molto alte e simili a quelle possibili sul quattro cilindri.
Le differenze emergono ovviamente all'aumentare del carico e nella guida sportiva. In tali casi la minor coppia a disposizione della ST, unita alla rapportatura molto lunga (addirittura leggermente più lunga che sulla K), costringono a insistere molto con le marce basse, e accade che ci si ritrovi a usare anche la prima, per esempio nei tornanti, cosa che sul K serve solo a bassissima velocità per evitare che il motore si spenga.
Guidata in questo modo, la F può essere piuttosto veloce ed efficace nel misto, e in un certo senso è gratificante usare tutto il motore fino al limitatore, anziché essere di fatto costretti a cambiare a 7000 giri o giù di lì perché oltre le velocità e le accelerazioni in gioco diventano proibitive.
Nella guida sportiva l'altra cosa che si nota è la diversa ciclistica. La differenza non sta tanto nell'interasse, che pur chilometrico sulla K non ne penalizza più di tanto la maneggevolezza, quanto nel telaio, che è granitico e garantisce una precisione delle traiettorie assoluta anche sulle sconnessioni, mentre sulla F accusa qualche flessione e disturba un po' il piacere di guida, pur senza intaccare l'efficacia e la velocità di percorrenza.
La cosa più seccante del passaggio alla F emerge quando ci si trova dietro a una moto più potente condotta da uno che spalanca il gas ma non sa guidare: in curva fa da tappo, ma nei rettilinei non lo sorpassi neanche a morire.
Insomma, se sei abituato a 167 CV, 85 sono pochi. La riduzione dei consumi e dei costi di esercizio, evidente, compensa solo in parte.
Ah, e poi c'è la questione del suono: mi mancano il ringhio rauco del 4 in linea e il sibilo della sua trasmissione, mentre il bicilindrico della F fa davvero pena su una sport tourer, suona come il compressore con cui gonfio le gomme.
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Claudio Angeletti
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